Capitolo III “Una strana giornata (II)”
ADELE’S POV
Dopo aver corso per 20 minuti mi accascio a terra dolorante, non mi sento più la milza e probabilmente sto anche per vomitare.
Bea è coricata accanto a me e respira come un aspirapolvere impazzito, siamo messe entrambe piuttosto male, ma non possiamo farci nulla se siamo due mezze seghe in tutti i campi sportivi.
La prof mi guarda con compassione e mi dice:
“Adele vai
un attimo negli spogliatoi a rinfrescarti e portati dietro Beatrice,
sembrate
due stracci!”
Felice le
sorrido e mi trascino Bea dietro fino alla porta quando sento la
Calosso
urlarmi:
“Mi
raccomando, non svenite strada facendo e cercate di non vomitare
altrimenti le
bidelle mi uccidono e io a mia volta lo farò a
voi!”
Scuoto la testa sorridendo, quella prof. è sempre la migliore – tranne per il fatto della piscina – e per un attimo noto Ludovico guardarmi intensamente e automaticamente arrossisco
perché sembra volermi spogliare con gli occhi.
Volto immediatamente il viso verso la porta ed entro negli spogliatoi alla velocità di un bradipo; Bea è praticamente morta quindi le do una mano a sedersi su una panchina.
Vado poi dai lavandini e faccio scorrere dell’acqua fresca sui polsi per facilitare il flusso sanguigno e quando mi sono un po’ ripresa vado a sedermi accanto a Bea che sembra essersi
risvegliata quasi del tutto.
Stiamo per un po’ in silenzio per riprenderci del tutto e dopo più o meno dieci minuti decidiamo di tornare dagli altri per non far pensare alla prof che non vogliamo più fare niente, anche se
in verità è esattamente ciò che vorremmo.
BEA’S POV
Mi sento distrutta, ma con il supporto di Adele riesco a tornare in palestra senza fare danni; la prof ci nota e si sbraccia dall’altra parte del campo per farsi vedere così piano piano
riusciamo a raggiungerla.
Tutti ci guardano, chi scocciato chi divertito, e diciamo alla Calosso che ora stiamo meglio e quindi possiamo partecipare anche noi alla lezione.
Non l’avessimo mai più fatto: oggi ci tocca giocare a calcio.
Dele e io ci guardiamo preoccupate poiché sappiamo che i nostri compagni sono piuttosto violenti e fanno falli a non finire e stiamo entrambe per contestare, ma la porf ci perevede:
“Non
provate nemmeno a dire che state di nuovo male solo per non giocare
altrimenti vi faccio correre per il resto della lezione e vi avverto
che è
ancora lunga.”
“ Va bene
prof, cercheremo di fare del nostro meglio..”
Rispondo titubante.
La prof soddisfatta inizia a spiegarci le regole basilari, ma i ragazzi – che le sanno a memoria – iniziano a guardarsi intorno per capire quali sono le ragazze meno imbranate e ovviamente
io e Adele non siamo fra queste.
Noto che Luca mi fissa e la cosa mi imbarazza non poco perciò cerco di evitare il suo sguardo.
Alla fine della spiegazione la prof. nomina Alberto e Luca per fare le squadre e io la mia amica ci sediamo a terra sconfitte perché sappiamo di non avere scampo.
Manchiamo solo più in quattro: io vado a finire in squadra con Luca, che non credo abbia consultato prima i suoi amici, mentre Dele finisce con Berto e Ludovico, povera ragazza!
Io mi avvicino con cautela e mi tengo in disparte, ma Luca rovina i miei piani venendomi incontro e sorridendomi sincero.
Certo che ha un sorriso magnifico.. ma a che diavolo vado a pensare!?
Lui cammina
imperterrito verso di
me e si blocca solo quando mi è davanti.
“Ti va bene
giocare in difesa con me? Potrei evitare di farti placcare da
quell’animale di
Ludo e dagli altri e poi non eviteresti sforzarti più di
tanto dato che sei
anche stata male...” Dice con un sorriso che mi
toglie il fiato.
“Certo
certo, grazie per il pensiero.” Gli sorrido di
rimando.
Insieme ci dirigiamo verso la nostra porta e chiacchieriamo del più e del meno mentre aspettiamo che la prof. fischi per l’inizio della partita.
Luca è un ragazzo meraviglioso e l’ho sempre saputo: è alto e magro, ha i capelli biondi e gli occhi verdi e il suo sorriso ti riempie l’anima, ma non pensavo che fosse anche simpatico
dato che gira sempre con quello spocchioso di Ludovico.
Siamo in classe insieme già dall’anno scorso, ma non avevamo mai fatto un discorso lungo come questo e sono felice che sia accaduto.
ADELE’S POV
Guardo Bea sorridere sincera a Luca e spero sinceramente che quei due diventino amici, anche se in realtà si vede lontano un miglio che si piacciono.
L’avevo già notato da un po’ come Luca guarda in modo quasi adorante la mia amica, ma lei non se n’ è mai accorta.
Anche Bea mi ha sempre detto che lui è davvero bello, ma non si è mai sbilanciata più di tanto, forse per non illudersi
.
Persa fra i
miei pensieri non mi sono accorta che Ludo mi si è
avvicinato e mi guarda in
maniera insistente che purtroppo mi fa arrossire un po’.
“Che c
è?”
Gli chiedo infastidita.
“Niente, è
solo che se stai tutto il tempo sulle nuvole rischi che qualcuno ti
travolga,
anche perché sei comodamente seduta a terra.”
Mi alzo velocemente e mi avvicino ancora di più alla porta dato che mi hanno messa in difesa, Ludo intanto si posiziona dall’altra parte e ogni tanto mi lancia degli sguardi fugaci, cosa che
mi infastidisce parecchio.
Non avrei dovuto suggerirgli durante l’interrogazione, così magari ora non sarei in questa situazione fastidiosa.
La partita inizia e io riesco a malapena a capire dove si trovi la palla dato che i miei compagni sembrano in grado di correre veloce almeno quanto Flashman.
In un nanosecondo sono vicini a me, ma non sapendo che cavolo fare mi giro istantaneamente verso la zona di Ludo che però è già accanto a me per aiutarmi.
Riesce ad intercettare la palla e con un solo colpo la lancia dall’altra parte del campo, dopo mi sorride strafottente e ritorna al suo posto.
Boffonchio fra me e me quanto sia spocchioso poi mi volto verso Bea che, essendo in difficoltà come me prima, è aiutata da Luca il quale però, a differenza di Ludo, le sorride
comprensivo.
La partita termina 0-0 e finalmente mi ricongiungo con Bea.
“Mi devi
dire per caso qualcosa?” Le domando con un
sorriso sornione.
“No no,
figurati – la guardo male – ok, forse qualcosina da dirti ce
l’avrei ... Ma non
di certo qui!”
“Per me è uguale purché tu mi riferisca tutto il vostro discorso nei minimi dettagli, voglio anche sapere le pause che ha fatto.”
Insieme
andiamo a cambiarci, ma prima di entrare negli spogliatoi sento
qualcuno
afferrarmi per un braccio: è Ludovico.
“Sei una totale sbadata, ti sei dimenticata la felpa nel campetto da calcio. Ah a proposito, sei una vera schiappa, sappilo!”
Lo fulmino con gli
occhi, in questo
momento lo sto veramente disprezzando.
“Grazie mister-simpatia. Non ho di certo bisogno che me lo faccia notare tu che non sono portata per lo sport, lo so da me. E grazie per la felpa, ora se permetti vorrei andarmi a
cambiare altrimenti per colpa tua rischio di perdere il pullman oltre che la pazienza.”
Detto questo prendo sotto braccio Bea e mi dirigo agli spogliato.
Mi cambio in fretta e furia perché mi rendo conto di essere davvero in ritardo e salutando Bea mi infilo le cuffie e inizio a correre verso il terminal.
Mancano solo
cinque minuti prima che parta il
pullman e sono consapevole di non potercela fare, ma all'improvviso
appare quel
rompiscatole di Ludo.
“Senti, che
ne dici se ti accompagno con il motorino fino al terminal? Ci
metteremmo
pochissimo e tu non perderesti il bus. Inoltre mi sdebiterei con te per
oggi,
mi hai davvero salvato il culo.”
Lo guardo stralunata, da quando Ludo è diventato così gentile?
Beh, a parte il suo linguaggio poco fine.
Sono veramente indecisa, ma alla fine accetto il suo passaggio quindi mi metto il casco e, una volta partiti, mi stringo forte a lui per il terrore di cadere.
Lo sento
irrigidirsi per la mia stretta, ma poi si
rilassa e in batter d’occhio siamo arrivati a destinazione.
“Grazie
mille, senza il tuo passaggio avrei certamente perso il pullman -
dico
scendendo – Allora
ci vediamo domani, grazie ancora”.
Mi sto per allontanare quando mi ruba un altro bacio sulla guancia a cui non riesco a sottrarmi in tempo e prima che inizi a lamentarmi mi sorride per poi ripartire senza casco
. Quel ragazzo è proprio il tipico esempio di adolescente bello e scemo!
Bello..? Bello!? Ok, è ufficiale: sto impazzendo.
Mi volto per correre in corsia, ma solo ora mi rendo conto che Fede e Simo sono proprio dietro di me e mi stanno guardando malefici.
Sarà un
lungo viaggio…