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Autore: _i will always believe_    27/05/2013    1 recensioni
Adele è una bella ragazza di 16 anni che però cerca di passare inosservata. I suoi migliori amici Simone e Federica sono estroversi e un po’ matti, così come lei. Beatrice è la fidata compagna di classe e amica di Adele e si aiutano a vicenda a sopravvivere al terribile Liceo Classico. Cosa succederebbe se un giorno Ludovico, compagno bello e stronzo delle ragazze, si accorgesse di Adele? E se aggiungessimo un nuovo corso di acquagym odiato da Adele, il cui istruttore è la controfigura del dio Apollo per la sua bellezza ultraterrena, ma con il carattere strafottente del dio Marte? Adele dovrà sopravvivere agli ultimi due mesi prima della fine della scuola, ma tanti imprevisti e novità non li renderanno semplici.
Ci saranno moltissime situazioni comiche e romantiche, non solo per Dele ma anche per i suoi compagni di viaggio.
Se vi ho incuriositi fate un salto e lasciatemi una recensione. E’ la mia prima storia e spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo III “Una strana giornata (II)”

ADELE’S POV

Dopo aver corso per 20 minuti mi accascio a terra dolorante, non mi sento più la milza e probabilmente sto anche per vomitare. 

Bea è coricata accanto a me e respira come un aspirapolvere impazzito, siamo messe entrambe piuttosto male, ma non possiamo farci nulla se siamo due mezze seghe in tutti i campi sportivi. 

La prof mi guarda con compassione e mi dice: 

“Adele vai un attimo negli spogliatoi a rinfrescarti e portati dietro Beatrice, sembrate due stracci!”

Felice le sorrido e mi trascino Bea dietro fino alla porta quando sento la Calosso urlarmi:

“Mi raccomando, non svenite strada facendo e cercate di non vomitare altrimenti le bidelle mi uccidono e io a mia volta lo farò a voi!”

Scuoto la testa sorridendo, quella prof. è sempre la migliore – tranne per il fatto della piscina – e per un attimo noto Ludovico guardarmi intensamente e automaticamente arrossisco

perché sembra volermi spogliare con gli occhi.

Volto immediatamente il viso verso la porta ed entro negli spogliatoi alla velocità di un bradipo; Bea è praticamente morta quindi le do una mano a sedersi su una panchina.

Vado poi dai lavandini e faccio scorrere dell’acqua fresca sui polsi per facilitare il flusso sanguigno e quando mi sono un po’ ripresa vado a sedermi accanto a Bea che sembra essersi

risvegliata quasi del tutto. 

Stiamo per un po’ in silenzio per riprenderci del tutto e dopo più o meno dieci minuti decidiamo di tornare dagli altri per non far pensare alla prof che non vogliamo più fare niente, anche se

in verità è esattamente ciò che vorremmo.

BEA’S POV

Mi sento distrutta, ma con il supporto di Adele riesco a tornare in palestra senza fare danni; la prof ci nota e si sbraccia dall’altra parte del campo per farsi vedere così piano piano

riusciamo a raggiungerla. 

Tutti ci guardano, chi scocciato chi divertito, e diciamo alla Calosso che ora stiamo meglio e quindi possiamo partecipare anche noi alla lezione.

Non l’avessimo mai più fatto: oggi ci tocca giocare a calcio.

Dele e io ci guardiamo preoccupate poiché sappiamo che i nostri compagni sono piuttosto violenti e fanno falli a non finire e stiamo entrambe per contestare, ma la porf ci perevede:

“Non provate nemmeno a dire che state di nuovo male solo per non giocare altrimenti vi faccio correre per il resto della lezione e vi avverto che è ancora lunga.”

“ Va bene prof, cercheremo di fare del nostro meglio..” Rispondo titubante.

La prof soddisfatta inizia a spiegarci le regole basilari, ma i ragazzi – che le sanno a memoria – iniziano a guardarsi intorno per capire quali sono le ragazze meno imbranate e ovviamente

io e Adele non siamo fra queste. 

Noto che Luca mi fissa e la cosa mi imbarazza non poco perciò cerco di evitare il suo sguardo. 

Alla fine della spiegazione la prof. nomina Alberto e Luca per fare le squadre e io la mia amica ci sediamo a terra sconfitte perché sappiamo di non avere scampo.

Manchiamo solo più in quattro: io vado a finire in squadra con Luca, che non credo abbia consultato prima i suoi amici, mentre Dele finisce con Berto e Ludovico, povera ragazza! 

Io mi avvicino con cautela e mi tengo in disparte, ma Luca rovina i miei piani venendomi incontro e sorridendomi sincero.

Certo che ha un sorriso magnifico.. ma a che diavolo vado a pensare!? 

Lui cammina imperterrito verso di me e si blocca solo quando mi è davanti.

“Ti va bene giocare in difesa con me? Potrei evitare di farti placcare da quell’animale di Ludo e dagli altri e poi non eviteresti sforzarti più di tanto dato che sei anche stata male...” Dice con un sorriso che mi toglie il fiato.

“Certo certo, grazie per il pensiero.” Gli sorrido di rimando.

Insieme ci dirigiamo verso la nostra porta e chiacchieriamo del più e del meno mentre aspettiamo che la prof. fischi per l’inizio della partita. 

Luca è un ragazzo meraviglioso e l’ho sempre saputo: è alto e magro, ha i capelli biondi e gli occhi verdi e il suo sorriso ti riempie l’anima, ma non pensavo che fosse anche simpatico

dato che gira sempre con quello spocchioso di Ludovico.

Siamo in classe insieme già dall’anno scorso, ma non avevamo mai fatto un discorso lungo come questo e sono felice che sia accaduto.

ADELE’S POV

Guardo Bea sorridere sincera a Luca e spero sinceramente che quei due diventino amici, anche se in realtà si vede lontano un miglio che si piacciono.

L’avevo già notato da un po’ come Luca guarda in modo quasi adorante la mia amica, ma lei non se n’ è mai accorta.

Anche Bea mi ha sempre detto che lui è davvero bello, ma non si è mai sbilanciata più di tanto, forse per non illudersi

.

Persa fra i miei pensieri non mi sono accorta che Ludo mi si è avvicinato e mi guarda in maniera insistente che purtroppo mi fa arrossire un po’.

“Che c è?” Gli chiedo infastidita.

Niente, è solo che se stai tutto il tempo sulle nuvole rischi che qualcuno ti travolga, anche perché sei comodamente seduta a terra.”

Mi alzo velocemente e mi avvicino ancora di più alla porta dato che mi hanno messa in difesa, Ludo intanto si posiziona dall’altra parte e ogni tanto mi lancia degli sguardi fugaci, cosa che

mi infastidisce parecchio. 

Non avrei dovuto suggerirgli durante l’interrogazione, così magari ora non sarei in questa situazione fastidiosa.

La partita inizia e io riesco a malapena a capire dove si trovi la palla dato che i miei compagni sembrano in grado di correre veloce almeno quanto  Flashman.

In un nanosecondo sono vicini a me, ma non sapendo che cavolo fare mi giro istantaneamente verso la zona di Ludo che però è già accanto a me per aiutarmi.

Riesce ad intercettare la palla e con un solo colpo la lancia dall’altra parte del campo, dopo mi sorride strafottente e ritorna al suo posto. 

Boffonchio fra me e me quanto sia spocchioso poi mi volto verso Bea che, essendo in difficoltà come me prima, è aiutata da Luca il quale però, a differenza di Ludo, le sorride

comprensivo. 

La partita termina 0-0 e finalmente mi ricongiungo con Bea.

“Mi devi dire per caso qualcosa?” Le domando con un sorriso sornione.

“No no, figurati – la guardo male – ok, forse qualcosina da dirti ce l’avrei ... Ma non di certo qui!”

“Per me è uguale purché tu mi riferisca tutto il vostro discorso nei minimi dettagli, voglio anche sapere le pause che ha fatto.”

Insieme andiamo a cambiarci, ma prima di entrare negli spogliatoi sento qualcuno afferrarmi per un braccio: è Ludovico.

Sei una totale sbadata, ti sei dimenticata la felpa nel campetto da calcio. Ah a proposito, sei una vera schiappa, sappilo!” 

Lo fulmino con gli occhi, in questo momento lo sto veramente disprezzando.

“Grazie mister-simpatia. Non ho di certo bisogno che me lo faccia notare tu che non sono portata per lo sport, lo so da me. E grazie per la felpa, ora se permetti vorrei andarmi a

cambiare altrimenti per colpa tua rischio di perdere il pullman oltre che la pazienza.”

Detto questo prendo sotto braccio Bea e mi dirigo agli spogliato. 

Mi cambio in fretta e furia perché mi rendo conto di essere davvero in ritardo e salutando Bea mi infilo le cuffie e inizio a correre verso il terminal. 

Mancano solo cinque minuti prima che parta il pullman e sono consapevole di non potercela fare, ma all'improvviso appare quel rompiscatole di Ludo.

“Senti, che ne dici se ti accompagno con il motorino fino al terminal? Ci metteremmo pochissimo e tu non perderesti il bus. Inoltre mi sdebiterei con te per oggi, mi hai davvero salvato il culo.”

Lo guardo stralunata, da quando Ludo è diventato così gentile?

Beh, a parte il suo linguaggio poco fine.

Sono veramente indecisa, ma alla fine accetto il suo passaggio quindi mi metto il casco e, una volta partiti, mi stringo forte a lui per il terrore di cadere. 

Lo sento irrigidirsi per la mia stretta, ma poi si rilassa e in batter d’occhio siamo arrivati a destinazione.

“Grazie mille, senza il tuo passaggio avrei certamente perso il pullman - dico scendendo – Allora ci vediamo domani, grazie ancora”.

Mi sto per allontanare quando mi ruba un altro bacio  sulla guancia a cui non riesco a sottrarmi in tempo e prima che inizi a lamentarmi mi sorride per poi ripartire senza casco

. Quel ragazzo è proprio il tipico esempio di adolescente bello e scemo! 

Bello..? Bello!? Ok, è ufficiale: sto impazzendo.

Mi volto per correre in corsia, ma solo ora mi rendo conto che Fede e Simo sono proprio dietro di me e mi stanno guardando malefici.

Sarà un lungo viaggio…

  
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