Fanfic su attori > Altri attori/film
Segui la storia  |       
Autore: Aine Walsh    27/05/2013    2 recensioni
[Benjamin Whishaw]
Ci sono così tanti volti là, visi di tutti i tipi, eppure manca proprio quello che cerco. Non so che pensare e ho la mente completamente imbiancata. Perché illudersi ancora? È evidente che non verrà, chiaro come il sole.
Vuole sbarazzarsi di me? Bene, perché non dirmelo?! Mi sarei fatto volentieri da parte senza pensarci un attimo di più, evitando tutta questa farsa e, soprattutto…
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
 

Abbey Road, Londra, 06/06/2014

 
Guardo l’orologio. Scosto la tenda e controllo: niente. Faccio un po’ di zapping in tv, ma non trovo nulla di interessante e spengo. Guardo nuovamente l’orologio. Ho l’ansia. Mi preparo un caffè, ma un attimo prima di berlo penso che non mi farà bene e aumenterà solo la mia già crescente agitazione. Lo vuoto lo stesso.
Avrebbe già dovuto essere qui, non capisco perché stia ritardando. Non mi ha nemmeno dato un colpo di telefono, quindi non so se l’aereo abbia effettivamente ritardato e stia ancora in volo oppure se sia già atterrata e, magari chissà, su un taxi diretta verso casa nostra.
Casa nostra.
Sorrido come un idiota.
È da due settimane che non la vedo e, nonostante mi abbia raccomandato di non fare il cucciolo bastonato, non sono riuscito ad evitare di sentirmi solo. Ho anche rifiutato buona parte degli inviti di Tom in questi giorni: adesso che lui e Johanna sono sposati ed hanno una loro (molto più che felice) vita matrimoniale mi sembra brutto trattenermi intere serate a casa loro quando invece potrebbero… fare altro, ecco.
Il punto è che senza Dana mi sento un pesce fuor d’acqua. È triste da ammettere, anche perché ho quasi trentaquattro anni, ma è così. Senza di lei sono (pateticamente) perso, il caso è chiuso.
Quasi quasi mi pento di averla presentata a Tykwer e di non averla lasciata lavorare presso quell’agenzia immobiliare…
Mi accorgo di essere rimasto fermo e immobile davanti alla porta d’ingresso solo quando vedo la maniglia ruotare piano e lentamente. Per un attimo mi domando se non debba spostarmi e farmi trovare intento a fare qualcos’altro, giusto per non dare l’impressione del fidanzato triste, abbandonato e disperato che sono in realtà, ma prima che possa muovermi di un solo muscolo vedo la punta bianca delle sue Converse posarsi sul pavimento e sorrido a cuore aperto. Quando vedo anche l’altra punta sistemarsi accanto alla prima, alzo il capo e scrollo le spalle. Ha i capelli raccolti in una coda disordinata e il viso leggermente abbronzato e stravolto dalla stanchezza, ma sprizza gioia da tutti i pori ed è bellissima.
«Quanto sei stupido, Benny!» esclama lasciando cadere con un tonfo la valigia per gettarmi le braccia al collo. Inspiro a fondo il suo profumo, sempre lo stesso, e non perdo ancora tempo prima di baciarla.
«Direi che il sole di Miami ti ha fatto bene» sussurro al suo orecchio.
«Sarà, ma qui si sta decisamente meglio».
«Raccontami com’è andata. Tom ti ha fatto lavorare troppo?».
«Nient’affatto, – replica scalciando via le scarpe e sedendosi poi sul divano – è un tenerone».
«Il viaggio è stato pesante?».
«Non più del dovuto».
Prendo posto accanto a lei e le accarezzo una mano. Mi dà un buffetto sulla guancia. «Sembri un cagnolino scodinzolante. O un gatto che fa le fusa, se preferisci, visto la tua avversione per il mondo dei canidi».
«Beh, potrei far uscire il felino che è in me se volessi… e lo voglio… adesso…» scherzo mentre inizio a baciarle l’incavo del collo. Dana ride ma non si oppone e subito dopo le nostre labbra sono di nuovo unite. Premo appena il mio corpo contro il suo e, quando si distende del tutto, prendo a carezzarle i fianchi sotto la maglietta.
«Buono, micio, sta’ calmo» ridacchia.
«Non vedo nessun micio, scusa».
Le sue dita si soffermano a giocare con i miei capelli. «Mi sei mancato tanto, Ben, avrei voluto ci fossi anche tu».
Le mie mani continuano a salire fino alla cucitura del reggiseno e sto per risponderle che anche lei mi è mancata tantissimo, ma non faccio in tempo perché si irrigidisce e mi ferma di colpo rimettendosi seduta.
La guardo sorpreso e, ahimè, appena dispiaciuto. «Ti ho fatto male?».
«No».
«Sei tesa».
«È tutto okay, tranquillo».
Mi sposto un po’ per permetterle di respirare. «Apro la finestra?».
«Non mi sembra il caso».
«Per aprire una finestra?» chiedo perplesso.
«No, per… farlo».
Ho la brutta sensazione di aver sbagliato totalmente momento. «Sei in quel periodo del mese?».
Abbassa il capo e fissa le sue unghia. Come se non la conoscessi; c’è qualcosa sotto e non vuole dire cosa.
«No… non in quel periodo… in… in un altro…».
Mi chino per guardarla in viso e alzo un sopracciglio come per invitarla a vuotare il sacco. Sospira profondamente e mi intristisce pensare che non voglia confidarsi con me.
Sembra passare troppo tempo prima che riapra bocca.
«Lasciami prima parlare con la ginecologa… Non è niente di certo, può voler dire tutto e niente, ma ho un ritardo… di diciotto giorni… e… non è ancora sicuro…».
Mi sento come attraversato da una scarica elettrica. Mi alzo di scatto, senza rendermene conto e mi ritrovo a dire «Vado a comprare dei test» con un emozione nella voce pari a quella di un automa.
«Già fatto. Ne ho comprati più di uno».
«E…?».
«E secondo loro è sì» mormora.
Sarà il mondo che ha preso a girare troppo velocemente o sarà la mia testa che va a tremila, ma sono agitato. Agitato, esaltato, confuso, felice e con un voglia matta di urlare a tutta la città che Dana è incinta e che io sono l’uomo più fortunato del mondo.
La sua risata cristallina mi riporta alla realtà. Sta piangendo e ridendo insieme. La prendo per le mani, la tiro su e iniziamo a ballare, stretti l’uno all’altra, scalzi e rigorosamente senza musica.
«L’hai presa proprio bene».
Annuisco, improvvisamente incapace di formulare qualsiasi parola. Restiamo in silenzio, interrotti solo dai nostri respiri. Mi sembra di sentire il cuore esplodermi o forse è solo il battere del suo contro il mio petto che mi dà questa sensazione.
Sta per parlare e credo, spero, di sapere cosa abbia intenzione di dirmi.
«Ti amo».
È da stupidi avere gli occhi lucidi per una frasetta del genere?
«Anche se non me lo dici spesso?».
«Prometto di impegnarmi di più. Meriti di saperlo e sentirtelo ripetere almeno cinque volte ogni giorno».
«Solo cinque?» sorrido.
«Vacci piano, per adesso sono sufficienti. Chissà che non aumentino col tempo».
«Dana?».
«Hm?».
«Ti amo anch’io».
 
Il finale perfetto, arrivati a questo punto, richiederebbe un bacio lungo e appassionato, con tanto di proposta di matrimonio in ginocchio, coronamento conclusivo del sogno d’amore, progressiva dissolvenza dell’immagine e un bel “The End” prima dei titoli di coda.
E invece no.
Perché io e Dana non siamo quel genere di coppia lì, perché nel nostro piccolo siamo fuori dal comune e perché io non sono ancora riuscito a decidere quale anello regalarle quando verrà il momento.
Così, mentre io mi avvicino socchiudendo gli occhi, la mia ragazza si divincola velocemente dalla mia stretta e scappa via.
«Dove stai andando?!».
«A prendere il cellulare, devo assolutamente chiamare Jo! Nessuno sa niente, volevo che tu fossi il primo!» esclama con foga prima di lanciarsi verso l’altra stanza.
La guardo e rido.
Sarà tutto incredibilmente bello.

Step 4, we can get married...

Epilogo. Fine. The End.
*L'immagine va progressivamente dissolvenza prima dei titoli di coda*
Che dire, sono emozionata :')
Nonostante questa storia non sia un granchè, nonostante nessuno conosca Ben (ç_ç), nonostante le poche recensioni e visulizzazioni... beh, nonostante tutto devo dire che a me questa storia piace. Mi piace e mi è piaciuto scriverla e, anche se spesso mi lamento, credo che sotto sotto non cambierei una virgola. Se non fosse necessario ai fini della lettura o della grammatica, sia chiaro.
Spero solo di essere riuscita a distrarvi per un po' e a farvi stare simpatici quella pazza sconclusionata di Dana e quel bloccato di Ben. Non esprimo su Tom e Johanna perchè quei due sono l'incarnazione della famiglia Mulino Bianco (?).

Ringrazio te, e te, e te, e anche te per aver letto distrattamente e aver inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate e ringrazio te che forse leggerai questa fic prima o poi :)
E ringrazio te, mia Johanna. Ti voglio bene.

Alla prossima, magari!


A. 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Altri attori/film / Vai alla pagina dell'autore: Aine Walsh