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Autore: styleshand    27/05/2013    0 recensioni
Mi strofinai gli occhi e la guardai “non dovrebbe importarti di quello che faccio io”
Si sedette di fianco a me “ e invece si” mi porse una mano “piacere,faith.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘And you will never know just how beautiful you are to me but maybe I'm just in love when you wake me up ‘


Risuonava nella stanza quella canzone,ebbene si era ora di alzarsi,quando finirà questa scuola?
Mi alzai dal letto ancora con gli occhi chiusi e mi misi sotto la doccia.
Mentre il getto d’acqua bagnava il mio corpo,pensavo alla giornata che mi sarebbe aspettata..scuola,pranzo,litigate con i miei,vabbè la solita routine.
Per un secondo mi ero scordata dei miei genitori,non mi avevano ancora urlato dietro,o tirato qualcosa addosso,no decisamente c’era qualcosa che non andava. Uscii dalla doccia mi coprii con un asciugamano trovato per terra e corsi giù dalle scale lasciando cadere delle gocce d’acqua dai miei capelli ancora bagnati.
Silenzio. Qualcosa non andava,mi affrettai a guardare bene in tutte le camere ma no,non c’erano,arrivai in cucina e trovai un biglietto.
 
‘non cercarci.’
 
Tutto qui. Misi una mano sulla bocca e riuscii a stento a trattenere le lacrime. Se ne erano andati,per sempre,a loro non importava nulla di me,ne ero al corrente,ma non pensavo se ne sarebbero andati così,senza preavviso,lasciando solo un biglietto,uno stupido biglietto scritto di corsa ormai bagnato dalle migliaia di lacrime che scorrevano sul mio viso per poi cadere su quell’inutile pezzo di carta.
Strappai il biglietto e mi accasciai a terra sconvolta con le mani sul viso cercando ancora di recepire il messaggio.
Dovrò andare incontro a tutto da sola,senza nessun sostegno.
Ho diciassette anni,non sono ancora pronta per affrontare tutto questo,non sono pronta.
Mi alzai dal pavimento e corsi a cambiarmi,non guardai nemmeno cosa stavo mettendo addosso.
Fissavo un solo punto chiedendomi perché fosse successo a me,cosa avevo fatto di male,ero quasi sicura che non avrei mai avuto una risposta a quelle domande,ma mentre ancora ero immersa nei miei pensieri,mi ritrovai sull’autobus numero 3 diretto a Wild Street  dove c’era la mia scuola.
Arrivai in ritardo e sotto le risatine di ragazze carine mi diressi al mio armadietto,buttai dentro i libri e lo richiusi prendendo solo le mie sigarette,avrei saltato la prima ora,quello stronzo di filosofia mi avrebbe dato un due per il mio brutto atteggiamento,come al solito.
Arrivai in cortile,misi il cappuccio della felpa e corsi a ripararmi sotto la tettoia della caffetteria,tirai un lungo sospiro e sfilai una sigaretta. Dopo averla accesa me la misi in bocca e iniziai a pensare,come faccio sempre.
Non mi capacitavo ancora di quello che era successo la mattina. Sarei subito corsa dalle mie amiche per farmi consolare,ma l’unico problema è che di amiche non ne avevo,non sono mai stata un tipo socievole. Ero seduta per terra,accendendo ormai la terza sigaretta quando una ragazza si avvicinò a me.
“ehi tutto ok?” disse.
“si” risposi un po’ seccata.
Si avvicinò a me “ovviamente non è tutto a posto,dovresti essere in classe,ma non lo sei,stai accendendo la terza sigaretta,e hai gli occhi gonfi”
Mi strofinai gli occhi e la guardai “non dovrebbe importarti di quello che faccio io”
Si sedette di fianco a me “e invece si” mi porse una mano “piacere,faith.”
Rimasi un po’ confusa,nessuno si sarebbe avvicinato a me. Strinsi la sua mano “piacere hope”
Sorrise e si avvicinò e mi disse con un tono di voce più basso “ma se marinassimo la scuola oggi?”
Sorrisi per il modo in cui me lo aveva chiesto “ma direi proprio di si” scoppiammo a ridere e ci diressimo verso il cancello e senza essere viste uscimmo e corremmo sotto la pioggia per prendere il primo bus che ci avrebbe portate in centro.
E’ strano come a volte,non ti accorgi di una persona finchè non fa qualcosa per te,non mi ero mai accorta di faith prima di quella mattina,frequentavamo 4 corsi insieme e  non me ne ero mai accorta,lei disse di avermi visto una sola volta,quando il prof di filosofia mi aveva richiamato per il mio pessimo gusto sul vestire,lo avevo detto che era pazzo quel professore.
Passammo la giornata in centro a parlare,erano circa le 4 di pomeriggio ed eravamo in uno starbucks mentre sorseggiavo il mio caffè,mi colse di sorpresa con una domanda.
“e i tuoi genitori?”
Rimasi immobile a fissarla,esitai prima di rispondere.
“beh loro,loro se ne sono andati questa mattina”
Mi guardò con pena negli occhi e un pizzico di tristezza
“è per quello sguardo che non voglio mai parlare con le persone”
Mi guardò storta “che sguardo?”

Sorseggiai il caffè “provi pena,pena per me,e non mi piace”
“non dire cretinate,ovviamente mi dispiace,e tanto anche..vuoi parlarne?”
“non qui,non ora. Non ne sono ancora pronta”
Presi un foglietto scrissi il mio numero sopra e glielo porsi
“ora devo andare,devo trovarmi un lavoro ti lascio il mio numero,quando vorrai e se vorrai sentirmi,mi farà solo piacere”
Ero intenta ad uscire dalla porta quando mi fermò afferrandomi un polso.

“io voglio parlare con te ora,lascia almeno che ti accompagni a casa”

Non riuscii a dirle di no,forse perché nessuno si era mai comportato così con me,o forse solo perché mi sentivo terribilmente sola.

  
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