CAPITOLO 9
And we
hurt the ones that we love the most. Why we do only heaven knows. And I don't
know why I'm still holding on...holding on. I reach in my heart to see if your
love is alive in me, but now I feel alone, my feelings turn to stone, my heart
makes no apologies. (Alanis
Morissette – No Apologies)
Un
pugno fendette l’aria, seguito poco dopo da un calcio. Il manichino imbottito
ondeggiò sotto la forza di quei colpi. Kaori fece una pausa e si asciugò il
sudore dalla fronte con la manica del kimono. Quella villa nascondeva una
sorpresa in ogni stanza. Anche se, a dire la verità, una palestra attrezzata
anche per le arti marziali nella casa di un ex agente della CIA non era poi una
cosa così strana…Per lei comunque era una piacevole sorpresa. Aveva iniziato a
praticare il karate arrivata a New York e aveva scoperto di non cavarsela per
niente male. Aveva da poco superato l’esame per diventare cintura nera e lo
aveva superato senza troppi problemi. Inoltre aveva continuato ad allenarsi al
poligono. La pistola di suo fratello era una delle poche cose che aveva portato
con se da Tokyo. Niente come combattere o sparare era l’ideale per scaricare la
tensione. E Dio solo sapeva quanta ne aveva accumulata in quei giorni…Per non
parlare del pensiero di essere chiusa in quella casa insieme a Ryo…Il fatto che
si trattasse di una villa immensa non l’aiutava per niente. Anche la Casa Bianca
sarebbe stata troppo piccola per loro due soli!
-Non te
la cavi niente male…- la voce maschile dietro di lei la fece sussultare
Kaori
si girò di scatto e si ritrovò il centro dei suoi pensieri davanti. Vestito di
un paio di jeans e di una maglia a maniche lunghe nera, i piedi nudi, le braccia
e le gambe incrociate e negligentemente appoggiato alla porta, sembrava la
personificazione della calma e della tranquillità. Tutto il contrario di lei,
insomma, che si ritrovava a tirare pugni e calci ad un manichino quando era
quasi mezzanotte.
-Sai
com’è, immaginavo che fosse qualcuno di mia conoscenza…- gli rispose ironica
Ryo
sorrise, poi si staccò dallo stipite della porta e si avvicinò.
-Da
quanto pratichi il karate?- le chiese
-Da
quando sono arrivata a New York, ma sono già cintura nera- rispose con una certa
fierezza Kaori
-Niente
male!- lui salì sul tappetino –Vediamo quello che sai fare…-
Lei
spalancò gli occhi.
-Cosa?
Vuoi che ci battiamo?- esclamò stupita
Fare un
combattimento corpo a corpo con Ryo? No, decisamente questa non era una buona
idea…
-Perché
no?-
-Perché
tu hai molta più esperienza e pratica di me-
Ryo
piegò la testa di lato e le lanciò un sorriso malizioso.
-Non
dirmi che hai paura, Kaori…- la sfidò
Lei si
accigliò. E così voleva la guerra? Bene, l’avrebbe accontentato. Si mise in
posizione di difesa.
-D’accordo
allora, fatti sotto-
-Oh no,
prima le signore…- replicò lui con un piccolo inchino
Kaori
lo studiò per qualche secondo, poi partì all’attacco con un pugno. Ryo lo schivò
con apparente facilità, così come il calcio che lo seguì. E fu così anche per i
colpi successivi, finché Ryo si decise a controbattere. Bloccò il prossimo pugno
che stava per colpirlo allo stomaco, imprigionandole il polso, poi fece lo
stesso con un calcio, facendo perdere l’equilibrio a Kaori. Si ritrovarono così
entrambi a terra, con Ryo a cavalcioni sopra di lei che le teneva i polsi fermi.
Kaori cercò di liberarsi, ma sapeva bene che era tutto inutile. Alla fine
rinunciò.
-Lo
sapevo che avresti vinto tu…- sbuffò
-Come
hai detto tu, è solo questione di esperienza e pratica…- replicò Ryo
sorridendole –Ti alleni anche con la pistola…-
Lei lo
guardò stupita.
-Sento
dei leggeri calli sulle tue mani- le spiegò accarezzandole i palmi con i pollici
Kaori
sentì dei brividi serpeggiarle dal braccio attraverso tutto il corpo. E lui
avvertì quei brividi. E vedeva come il suo petto si alzava e abbassava al ritmo
del suo respiro, lì dove i lembi del suo kimono si incrociavano…Ok, meglio
distogliere lo sguardo, Saeba.
-Potresti
lasciarmi andare adesso?- gli chiese piccata
-Mmh…Non
ne ho molta voglia-
-Ryo!-
-Voglio
parlare con te- le disse tornando serio –Ma ogni volta che ci provo tu ti
arrabbi e te ne vai-
-Sei
tu che mi fai arrabbiare!- replicò lei bellicosa
-Ecco,
è proprio questo atteggiamento che impedisce le comunicazioni!-
Kaori
sospirò.
-Di che
cosa vuoi parlare?- chiese, anche se non aveva nessuna voglia di saperlo
-Non
puoi dirmi una cosa come quella dell’altro giorno e poi pretendere che faccia
finta di niente-
Ryo la
guardava fisso negli occhi, me lei non seppe resistere e distolse lo sguardo.
-Beh, è
la verità- replicò ostentando freddezza
-Guardami-
Kaori
non si mosse.
-Guardami!-
ripeté Ryo con enfasi
Questa
volta lei voltò la testa verso di lui.
-Mi
dispiace per quello che è successo due anni fa…- le disse guardandola negli
occhi –Per quello che ho fatto-
Kaori
si stupì di quelle parole. Mai, mai in sei anni di vita con lui l’aveva sentito
scusarsi. E il fatto che i suoi occhi esprimessero sincerità e rimorso le fece
venire le lacrime agli occhi.
-Ormai…fa
parte del passato- rispose con voce rotta
-Non è
vero, Kaori, e lo sai anche tu. C’è ancora un legame profondo tra noi-
Lei
sentì il suo cuore fermarsi. Cosa stava cercando di dirle Ryo?
Lui non
seppe resistere oltre. Abbassò lentamente il capo verso di lei, andando incontro
alle sue labbra…
Impietrita,
Kaori vide il viso di Ryo avvicinarsi sempre di più. Non poteva essere…lui non
poteva essere in procinto di baciarla…Che cosa significava tutto quello? Perché
stava succedendo? E, soprattutto, perché ora?
No, non
ce la faceva, non ci riusciva…Non poteva fidarsi di lui, donargli il suo cuore
ancora una volta…
Quando
il viso di Ryo era ormai a pochi centimetri dal suo, Kaori voltò la testa e lo
spinse via. Sorpreso, lui la lasciò andare e lei ne approfittò per scappare.
Ferito,
Ryo la guardò correre via da lui. Sbatté un pugno sul pavimento. Allora era
così…Era davvero tutto finito tra loro? Aveva davvero perso l’occasione per
amarla? Il suo cuore si strinse in una morsa di dolore.
Kaori
chiuse la porta della sua camera e ci si appoggiò contro. Lasciandosi scivolare
a terra, diede libero sfogo ai
singhiozzi. Non poteva credere a quello che era successo! Ryo, l’uomo che amava
dalla sempre, aveva cercato di baciarla e lei era fuggita! Eppure non aveva
potuto fare altro…Il suo cuore le diceva di lasciarsi andare, ma la sua mente
non poteva fare a meno di avere paura di uscirne un’altra volta a pezzi. Non
riusciva a fidarsi ancora di Ryo. Se poi lui si fosse tirato indietro ancora una
volta, lei si sarebbe ripresa.
L’unico
modo era resistere finché lui non se ne fosse tornato a Tokyo…Cosa più facile a
dirsi che a farsi. Vederlo ogni minuto, sentire la sua presenza accanto a se, il
suo profumo aleggiare nell’aria, senza poterlo toccare, accarezzare…baciare, era
un dolore che lei pensava di aver abbandonato due anni prima, ma che ora si era
ripresentato più acuto che mai.