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Autore: extraordinHarry_    27/05/2013    7 recensioni
Non capivo, non volevo capire.
Il mio stomaco si chiuse in una morsa terribile che mi fece piegare dal dolore.
Il mio respiro andava al ritmo del cuore, e il mio petto si sollevava e abbassava velocemente mentre cercavo di fare spazio tra la mente.
Mi sentii come se stessi correndo tra una folla di persone, quella gente rappresentava i miei ricordi che si facevano sempre più invisibili, erano come fantasmi. Correvo in mezzo agli spiriti cercando di scansarli con le mani. Ma non ottenevo nulla, anzi scivolavo dentro il loro corpo cristallino e a malapena visibile.
Mi colpivano in pieno senza che io potessi reagire.
La voce disperata di Niall rimbalzò tra le mura di quella stanza, penetrando nelle mie orecchie, quando pronunciò quella frase.
I miei occhi si riempirono di lacrime che non riuscii a controllare e che cominciarono a violentare il mio viso pallido e ancora debole per le ferite.
Urlai con tutta la voce possibile, ma non fu abbastanza per fermare quell’incubo.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Why can't you come back?


http://www.youtube.com/watch?v=fEOJQawykD0



L’avevo vista, per la prima volta, solo per qualche secondo.
Era tutto sfocato intorno a me e avevo uno strano senso di nausea, qualcuno mi tratteneva dalle braccia per farmi restare in piedi, ma io non sentivo nemmeno di avere le gambe. Camminavo barcollando mentre i suoni intorno a me si facevano sempre più spenti e opachi. Guardavo le mie scarpe calpestare il terreno, mentre qualche goccia di sangue cadeva sulle converse che avrebbero dovuto essere bianche.
Passai davanti a quella stanza e quando i miei occhi scivolarono dietro alla porta semiaperta rimasi incantato.
Una ragazza, seduta su un lettino e con un giornale tra le mani mi guardava, sembrava spaventata.
Era l’unica cosa che riuscivo a vedere chiaramente, il resto era tutto grigiastro.
I rumori cominciarono a farsi sempre più spenti.
 

Poi vidi il buio.
 
 
 
 




Un suono fastidioso mi costrinse ad aprire gli occhi.
Bip bip bip
Aggrottai le sopracciglia cercando di scorgere qualcosa al di là del mio naso, e lentamente ci riuscii.
Louis, seduto sul divanetto si alzò immediatamente in piedi non appena mi vide muovere la testa.

“Harry” sussurrò avvicinandosi.

 “Cos’è successo?” balbettai.

Riuscii a malapena a parlare, la lingua sembrava essere attaccata al palato.
I suoi occhi azzurri si inumidirono e si affrettò ad asciugare velocemente la lacrima che bagnò la sua guancia coperta da una leggera barbetta pungente che avevo sempre adorato su di lui.
La porta si aprì bruscamente.
Il dottore ci guardò entrambi, prima di mettersi accanto al mio lettino.
Sentii qualcosa tamponare il mio viso e subito dopo un forte bruciore.
Strinsi gli occhi.
 
“Cerca di riposare” disse solamente, e uscì dalla stanza scrivendo qualcosa su un foglio.
 
“Stai bene?” sorrise il mio migliore amico spostando la sua mano accanto alla mia sulla coperta bianca.

“Cos’è successo Lou?” Forse adorava quando lo chiamavo in quel modo, infatti sorrise leggermente, ma pochi secondi dopo la sua espressione cambiò completamente.

“Non ricordi niente?” si allontanò con fatica mostrarmi la sua gamba racchiusa in una stretta fascia bianca.

“Dannazione Louis che è successo?” il bip della macchinetta legata al mio corpo cominciò ad aumentare di frequenza mentre cercai di sollevarmi da quel letto.

“Abbiamo fatto un incidente” la sua voce era talmente spenta che feci fatica a sentire.

Non ricordavo niente. Tutto quello che mi stava dicendo era come una nuova storia per me.
Ma il mondo mi crollò addosso comunque, perché sapevo che i miei amici erano in pericolo, e forse era anche colpa mia.
Si sedette sul letto accanto a me facendo rilassare la gamba, sospirò profondamente. Quel ricordo lo feriva profondamente.

“Ieri sera siamo andati a quella festa. Eravamo ubriachi. Niall non è voluto venire, e forse sarebbe stato meglio restare a casa con lui. Al ritorno Liam si è offerto di guidare. Mancavano solo pochi chilometri a casa, Harry”

Cercai a stento di trattenere le lacrime.

“Ricordo solo una luce incandescente davanti a noi e il rumore di uno schianto, le urla. Poi il suono dell’ambulanza, il pianto disperato di Niall.”

“Dove sono i ragazzi?” con una mano strinsi forte la coperta per scaricare la tensione che si era creata dentro di me.
Era qualcosa che mi impediva quasi di respirare normalmente.
 
“Liam è nella stanza accanto con Niall. Zayn...” Le lacrime soffocarono la sua voce.

Spaventato, gli feci cenno di proseguire.

“Era seduto nei posti anteriori, proprio dove c’è stato lo schianto con quella maledetta macchina, e ora è in coma” continuò coprendosi il viso.

“No” dissi disperatamente mentre un forte brivido percorse tutto il mio corpo facendomi tremare notevolmente.

Cominciai a piangere, non potevo fare nient’altro. Cercai di nascondere il mio viso ma ero completamente bloccato sotto quelle fottute coperte di quel fottuto ospedale in quella fottuta stanza.

“Tu e lui siete stati quelli a subire i danni più gravi. I dottori dicono che hai battuto gravemente la testa. E che hai dimenticato quello che è successo negli ultimi mesi. Hai dimenticato” sussurrò lentamente.

La porta si aprì di nuovo. Due occhi azzurri e un viso pallido incorniciato da capelli biondi si avvicinò barcollando, mentre stringeva dei fazzoletti tra le mani. Per sorreggersi si aiutò con i muri di un bianco quasi terrificante e fastidioso per la mia vista ancora confusa.
Niall si morse le labbra cercando di non piangere davanti a me, ma ormai lo conoscevo troppo bene, e nonostante mi fossi appena svegliato, riuscii a capire che c’era qualcosa che non andava bene. Lo vedevo da come si comportava, nello stesso modo in cui faceva solitamente per nascondere qualcosa. Cercò di apparire forte, fece a stento un piccolo sorriso che fu però subito sostituito dalle lacrime. Cercai di ignorare il suo comportamento, forse non volevo sapere perché era ridotto così, forse non ero pronto.

“Zayn, sta bene?” chiese Louis con un la voce tremante.

Sentendo quella frase si inginocchiò a terra e scoppiò in lacrime poggiando le mani sul pavimento.
Guardai Louis singhiozzare guardando l’amico disperarsi a terra.
Non capivo, non volevo capire.
Il mio stomaco si chiuse in una morsa terribile che mi fece piegare dal dolore.
Il mio respiro andava al ritmo del cuore, e il mio petto si sollevava e abbassava velocemente mentre cercavo di fare spazio tra la mente.
Mi sentii come se stessi correndo tra una folla di persone, quella gente rappresentava i miei ricordi che si facevano sempre più invisibili, erano come fantasmi. Correvo in mezzo agli spiriti cercando di scansarli con le mani. Ma non ottenevo nulla, anzi scivolavo dentro il loro corpo cristallino e a malapena visibile.
I ricordi mi colpivano in pieno senza che io potessi reagire.
La voce disperata di Niall rimbalzò tra le mura di quella stanza, penetrando nelle mie orecchie, quando pronunciò quella frase.
I miei occhi si riempirono di lacrime che non riuscii a controllare e che cominciarono a violentare il mio viso pallido e ancora debole per le ferite.
Urlai con tutta la voce possibile, ma non fu abbastanza per fermare quell’incubo.
Non fu abbastanza per svegliarmi.
Niall continuò a ripetere quella frase tremando e disperatamente, come se anche lui, come me, avesse voluto risvegliarsi nel suo letto e accorgersi che era stato tutto un brutto sogno. Louis si lasciò cadere sul letto vuoto accanto al mio continuando a piangere.

Zayn è morto.”

Forse era stato il tono freddo in cui mi era stato detto, o forse era semplicemente per cosa conteneva quella frase, ma sentii il mondo crollarmi addosso sgretolandosi.
Zayn è morto.”
 “Zayn è morto.”
Zayn è morto.”
Zayn è morto.”

Un miliardo di voci diverse rimbalzavano dentro la mia testa ripetendo all’infinito quella frase che fece sbriciolare in mille pezzi il mio cuore.

Zayn è morto.”

Mi alzai in piedi, staccando tutti quei cerotti dal mio corpo. Raggiunsi la porta, ignorando le proteste e i tentativi di fermarmi di Niall e Louis che non riuscirono ad alzarsi in tempo. Cominciai a camminare velocemente per quei corridoi spenti, senza una meta, e la vidi.
Stava camminando lentamente, accanto a lei una signora le stringeva il braccio. Dei capelli biondi le ricadevano sulle spalle e i suoi occhi verdi mi fissavano curiosi ma anche preoccupati. Quell’immagine si stava facendo sempre più sfocata, il mio sguardo si spostò sul pavimento, finchè non vidi il buio, di nuovo.
 
 
 









Aprii gli occhi e accanto a me non c’era nessuno. Ero solo in quella stanza soffocante.
Cominciai a borbottare qualcosa che nemmeno io stesso riuscii a capire.
Una signora dai capelli lunghi e castani si avvicinò a me con gli occhi lucidi. Riuscii a riconoscerla solo quando fu solo a pochi centimetri dal mio corpo debole.

“Mamma” cercai di sorridere, davanti a lei dovevo essere forte.

“Come stai piccolo?” strinse le mani intorno al mio viso e mi baciò delicatamente la fronte trattenendo a stento le lacrime.
Non ne potevo più di vedere le persone soffrire.

“Sto bene” dissi un po’ infastidito.

Da quando papà ci aveva lasciato, io ero sempre stato l’uomo di casa anche se mia madre aveva un marito, e facendomi vedere in quel lettino d’ospedale, inerme, mi sembrava di essere una delusione per lei e mia sorella.

“Stanno portando via Zayn” sussurrò quasi cercando di non farsi sentire e mordendosi subito dopo le labbra come per volersi rimangiare quello che mi aveva appena detto.

Misi le gambe giù dal letto e con i piedi toccai il pavimento di marmo freddo, un brivido salì lungo tutto il mio corpo fino ad arrivare al collo, notai che avevano riattaccato la flebo al mio braccio. Mi alzai in piedi e mi avvicinai alla finestra chiusa saldamente, trascinandomi dietro quel aggeggio.
Poggiai una mano sul davanzale e mi sporsi in avanti.
Una grande porta, la nel cortile, si aprì, e intravidi subito il padre di Zayn sostenere la madre, le sorelline dietro. Un signore con il camice uscì dietro di loro e dopo qualche secondo riuscii a scorgere altri dottori sorreggere una bara bianca coperta di fiori.

Sentii un profondo ‘crac’ dentro di me che rimbombò per il mio corpo.
Cominciai a singhiozzare, mia madre si avvicinò per tenermi calmo, ma io non volevo stare tranquillo.
Non potevo crederci che dentro a quella ‘cosa’ c’era il mio amico di una vita.
Facevo fatica a respirare, l’aria uscita dalla mia bocca oscurò il vetro davanti a me impendendomi di vedere oltre.

“No, no no” cominciai a ringhiare facendo vibrare tutto il corpo.

“Harry” mia madre mi strinse un braccio cercando di farmi indietreggiare ma non ci riuscì. Vidi i ragazzi, Niall appoggiò le spalle al muro, rivolgendo lo sguardo verso
l’alto e sussurrando qualcosa come una preghiera, Liam cercò di fargli coraggio ma sia lui che Louis piangevano disperatamente coprendosi gli occhi.

“No non è possibile” urlai quando chiusero la porta della macchina dove caricarono Zayn. Spinsi un pugno contro la finestra.
Sentii il respiro pesante di mia madre accanto a me.

Torna indietro, ti prego” dissi voce roca.

Torna qui” le lacrime mi stavano soffocando dalla gola, e nonostante tutte le mie proteste finii a piangere tra le braccia di mia madre.

Fatelo tornare, vi prego, fatelo tornare” implorai disperato.







questa è Amy
e questo è Harry







eccomi qua con la seconda storia *applauso*
beh che dire è ancora il primo capitolo perciò non c'è niente da dire, 
vorrei solo sapere se vi è piaciuto così so se continuare oppure no con la storia, 
perciò lasciate una recensione per favore <3
un'ultima cosa, l'altra storia, "and you have always been the only one I wanted" la continuerò
tra poco appena ho un po' di tempo,
ho iniziato questa nuova FF perchè da un po' avevo l'idea 
perciò ora eccomi qua.
Ok ora  basta mi ritiro, ciao a tutti, vi amo e ricordate di lasciare una recensione <3 
se volete chiedermi qualcosa su twitter sono @harrjsramones
grazie mille

 

  
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