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Autore: _ems    27/05/2013    6 recensioni
La voce di Scorpius era stata un sussurro, un mormorio appena accennato. Sono inciampato nell'amore, avrebbe voluto dire.
C'era inciampato, Scorpius, senza sbucciarsi le ginocchia ma graffiandosi il viso. C'era inciampato con tutto il suo cuore, i suoi capelli biondo sporco e gli occhi grigi. Il suo amore era inciampato in quella ragazza dai capelli rossi ed il viso lentigginoso, dal sorriso mozzafiato e lo sguardo sicuro. Ed era sicuro di tutto lei, ma non di lui.
[La storia è arrivata 13º al Contest ``Ossessioni e vetri infranti`` di Mary Black.]
[La storia è arrivato 6º al contest ``Flash Contest-Le storie del cuore`` di TheHeartIsALonelyHunter.]
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Schiantesimo d’amore.”
Cos’ho?
Ho dei tagli sul viso
Sì, ma io cos’ho?
che se sanguino rido
mi sciolgo un po'
tanto non sento niente.
Il ragazzo si guardò allo specchio con fare incerto, alcune ciocche di capelli biondi gli ricadevano sulla fronte bagnata mentre gli occhi, spaventati, osservavano il proprio viso. Scorpius Malfoy aveva il volto rigato di graffi, vittima di uno schiantesimo d'amore.
Sì, d'amore.
Perché Scorpius si rifiutava di credere che quello schiantesimo fosse frutto d'altro, forse troppo ossessionato da quell'amore che provava, malsano, sbagliato... impossibile.
Scorpius era innamorato, lo era da tutta una vita.
Innamorato della vita, un po' di sé e poi di lei.
Lei che l'aveva schiantato così, senza un apparente motivo. Perché lui le aveva aperto il proprio cuore e lei, semplicemente, l'aveva schiantato.
Schiantato.
Il Serpeverde si era ritrovato catapultato contro una delle poche finestre a vetri di Hogwarts, un attimo dopo attorno a lui non c'era più nulla: lei se n'era andata - forse un po' troppo velocemente - lasciandolo lì inerme, solo e schiantato.
Rose pensava proprio a questo, seduta sul fondo della doccia. Si era lasciata scivolare lentamente lungo il muro, le mani nei ricci capelli rossi e la voce tremante. Codarda, continuava a ripetersi. Perché Rose l'aveva fatto di nuovo: era scappata dall'amore, da lui. Impaurita da ciò che sarebbe accaduto da quel momento in poi.
Eppure... Rose non era mai stata una codarda, no, lei non scappava.
Piuttosto affrontava tutti, qualsiasi cosa. Eppure dall'amore proprio non riusciva a non scappare.
Perché era qualcosa di più grande di lei, ingestibile.
Rose amava l'ordine, la razionalità, il sapere esattamente il come e soprattutto il quando.
E se c'era una cosa che Rose aveva imparato, era che in amore non c'era un come né un quando ben definito.
E ciò la spaventava da morire.
A Scorpius non importava, il come e il quando erano superflui per lui. Ogni momento era quello giusto per agire, per amare, per sbagliare. E l'aveva capito dopo tre anni di silenzioso ed estenuante amore.
Segreto, nascosto.
Era sempre stato così il suo amore... mai rivelato a nessuno, neppure a se stesso.
«Sono inciampato, professoressa.» La voce di Scorpius era stata un sussurro, un mormorio appena accennato. Sono inciampato nell'amore, avrebbe voluto dire.
C'era inciampato, Scorpius, senza sbucciarsi le ginocchia ma graffiandosi il viso. C'era inciampato con tutto il suo cuore, i suoi capelli biondo sporco e gli occhi azzurri. Il suo amore era inciampato in quella ragazza dai capelli rossi ed il viso lentigginoso, dal sorriso mozzafiato e lo sguardo sicuro. Ed era sicuro di tutto lei, ma non di lui.
{ci sono parole "e" e "se" che da sole non hanno nulla di minaccioso,
ma se le metti insieme una vicina all'altra hanno
il potere di tormentarti per tutta la vita:
"e se... e se... e se…}
E loro, Rose e Scorpius, avevano conosciuto l'altra metà dell'amore.
Quella del dolore, le notti insonni ed i pianti incontrollati. L'ossessione ed il rimpianto. L'amore fatto di “e se”. E se avessi agito prima? E se mi fossi dichiarato prima? E se non l'avessi schiantato? E se... e se... e se fosse tutto uno sbaglio?
E loro, Rose e Scorpius, avevano conosciuto l’altra metà dell’amore. Quella in cui gli sguardi bastano per mandarti oltre, oltre ogni cosa. Uno sguardo, uno solo e la tua mente viaggia verso mete sconosciute dove non esistono sbagli, né rimpianti e - più di qualunque altra cosa - non esistono gli “e se”.
Eppure c’era stato un periodo, un piccolo squarcio di sole attraverso tutta quella nebbia.
Era una giornata come tante a Hogwarts, ma non per la famiglia Weasley. Scorpius notò quasi con ammirazione che c’era una sorta di devozione per i compleanni altrui in quella famiglia, quel giorno in particolare era il compleanno di Rose, la sua Rose.
Scorpius si era già organizzato per quel giorno, aveva scelto tutto con cura e perfezionato ogni piccolo particolare. Nulla era stato lasciato al caso, perfino il gufo era stato scelto dopo un'accurata riflessione. Scorpius non se la sentiva di… mostrarsi. Ed allora aveva preferito optare per il gufo del cugino. Ora, pensò, a momenti la civetta bianca avrebbe planato verso la ragazza dai capelli rossi e con grazia avrebbe depositato il mazzo di garofani rossi¹ sulle sue gambe - o meglio, sul piatto vuoto davanti a sé. Scorpius aveva lo sguardo attento, vigile. Gli occhi puntati sulla figura minuta di Rose, un sorriso sulle labbra ed un’attesa nello sguardo. La civetta era arrivata, aveva planato verso la ragazza e, con una delicatezza inusuale per un pennuto, aveva depositato i garofani rossi davanti a Rose. Rose sorpresa aveva allungato la mano verso il mazzo di fiori, l’aveva poi in seguito portato al naso e aveva annusato il suo profumo. Un attimo dopo Rose lasciava che i propri occhi vagassero per la Sala Grande in cerca, forse, del suo ammiratore segreto. Il biglietto ancora stretto tra le mani.
E mentre Rose rileggeva ancora, ancora e ancora il biglietto Scorpius non faceva altro che ripetersi le parole nella propria mente.
“Che questo sia per te un buon compleanno, dolce Rosie. Sembrava assai scontato e banale regalarti un mazzo di rose rosse, quindi perdonami se ho preferito un’idea originale. Spero che i fiori siano di tuo gradimento.”
Poche parole scritte in una grafia ordinata, poche righe ed un sentimento.
E di Scorpius e Rose non era rimasto più nulla. Non erano serviti i garofani rossi, le belle parole ed i sorrisi nascosti. Gli sguardi di sfuggita quando, improvvisamente, un piccolo tragitto tra un’aula ed un’altra offriva ai due un punto d’incontro. Ed i battibecchi, gli sguardi accusatori, i sorrisi rubati in un attimo perdevano d’importanza e di loro nulla restava più.
Solo gesti vuoti, inutili.
E lui, lo sapeva bene Rose, era divenuto solo questo:
Garofani rossi e parole.

1.Nel linguaggio dei fiori esprime un amore ardente e passionale.
Il rosso è anche il colore che simboleggia la passione e che ricorda l'inferno.
Ho copiato le prime due righe di una pagina web in cui spiegavano il significato del garofano rosso. Ho copiato le prime due perché è il significato che va a braccetto con la storia. (Le altre due righe che ho tolto invece dicevano che secondo una leggenda si narra che il garofano rosso sia nato da una lacrima della madonna, mentre in Giappone è usato per il lutto.)
2. La parte in corsivo è un avvenimento passato.
2.La parte in corsivo iniziale è la strofa di una canzone (Malika Ayane - Niente.), mentre quella tra “{}” è una citazione del film “Letters To Juliet.
   
 
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