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Autore: Sophias Doll    27/05/2013    0 recensioni
Summer è una ragazza inglese dal carattere esuberante ed esplosivo costretta dalla madre a frequentare la celebre scuola 'Elite England College' (EEG) senza accanto a sé i suoi vecchi amici con cui aveva stabilito un rapporto meraviglioso.In questo lungo e frenetico anno scolastico nella EEG dovrà convivere, 24 ore su 24, con dei ragazzi della sua età.Fra litigi, competizioni e risate fra i ragazzi nascerà qualcosa di tenero come l'amicizia o magari anche qualcosa in più...Questo racconto lo dedico a tutte le persone che hanno difficoltà ad aprirsi o semplicemente essere sé stessi con altre persone .Un bacio e spero che la mia storia vi piaccia.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Capitolo

‘Twins & Cold’

Louis mi prese in braccio e mi portò in infermeria, non ci vedevo bene la mia vista era appannata come se ci fosse un fitta nebbia proprio davanti ai miei occhi.
Mi poggiarono delicatamente su un morbido lettino e proprio in quel momento riaffiorò nella mia testa il secondo in cui Malik mi aveva spinto in acqua.
Improvvisamente cominciai a diventare rossa dalla rabbia e dischiusi le labbra mostrando i denti verso l’esterno. Louis se ne accorse, venne vicino al mio lettino e mi strinse la mano sussurrandomi parole rassicuranti all’orecchio destro. La sua azione sicuramente non mi aiutava a ritornare al mio colore naturale. Mi svegliai di soprassalto e cominciai a scrutare attentamente la stanza; era completamente bianca con una grande finestra alla destra da cui entrava una grande quantità di luce.
 
“Summer ti sei svegliata… sei caduta in…”
 
Lou si avvicinò al bordo del letto inchiodando il suo sguardo contro il mio, i suoi occhi brillavano di sicurezza e le sue labbra leggermente aperte trasparivano vaga sorpresa e curiosità. Alzai frettolosamente le coperte.
 
“Si lo so ma non sono caduta da sola”
 
 Sbraitai giocando con i numerosi anelli che avevo nelle mani.
 
“E chi è caduto con te, scusa?” mi domandò non capendo a pieno.
 
“Non hai capito”
 
Mi avvicinai all’estremità del letto e incrociai le gambe, alzai un dito contro il cielo e continuai:
 
“Secondo te come ho fatto a cadere?”
 
“Ti sei semplicemente sbilanciata” mi rispose facendomi un dolce sorriso.
 
“Oh e secondo te Summer Laury Westmore cade dalla canoa?”
 
Non gli diedi tempo di rispondere al mio quesito “Malik mi ha spinto in acqua!”
 
“Ma che dici?”
 
Cercò di convincermi ma io ero troppo sicura di quello che affermavo.
 
“No che non sto sbagliando, mi stava per uccidere”
 
Rimembrai il momento in cui mi spinse rovinosamente in acqua, in poche frazioni di secondi la mia pelle era entrata in contatto con qualcosa che poteva essermi fatale. Detestai pensarlo ma questa volta Malik aveva avuto un’idea efficace per vendicarsi e io lo avevo preso sotto gamba commettendo così il più sciocco degli errori.
 
“E perché dovrebbe ucciderti?”
 
Risi a quella domanda. Si, perché l’ingenuità di Louis mi faceva ridere e non poco.
 
“Lou ma ti è entrata l’acqua salata nel cervello. Ieri sera gli ho rovinato i capelli” affermai picchiettando il mio indice sulla sua testa.
 
“Sum sono tue fantasie…”
 
Esclamò con tono altalenante Louis.
 
“Oh certo sono tutte mie fantasie perché io sono pazza. Lou te lo dico io” alzai la voce “quello mi ha spinto in acqua e sapeva che non so nuotare bene”
 
“Anche se fosse vero… Chi gliel’ha detto che tu non sai nuotare?”
 
“Non lo so…io non l’ho detto a nessuno”
 
“Sicura?” si avvicinò a me e mi strinse le mani dolcemente “Sum hai bevuto un sacco di acqua salata, hai immaginato tutto”
 
Mi baciò la fronte ma io gli afferrai il polso e lo riportai vicino a me. Eravamo molto vicini, i nostri nasi si sfioravano, sentivo il suo respiro caldo sulle mie labbra, che a causa della caduta in acqua risultavano leggermente screpolate e più rosee del solito. Gli fissai le labbra per qualche istante.
Si stava avvicinando lentamente al mio viso quasi per baciarmi. Le nostre labbra si stavano per sfiorare quando mi ricordai della scommessa che aveva fatto il giorno prima nei dormitori femminili con Harry Styles, studente del terzo anno. Sorrisi ampiamente e lui ovviamente non capì il motivo del mio gesto.
 
“Lux” sussurrai vicino al suo volto.
 
“Cosa hai detto?” domandò Louis sempre a bassa voce
 
“Lux… ma certo Lux” urlai e mi allontanai da lui.
 
“Cosa ha fatto Lux?”
 
“Ho detto solo a lei che non so nuotare”
 
“E?” chiese Lou.
 
“ E…L’avrà sicuramente detto a Malik”
 
“Oh ma io l’ammazzo, io la ammazzo. Prima ammazzo lei e dopo ammazzo Malik. Farò un bel assassinio di massa” urlai allargando le braccia “ Oh ma io l’ammazzo, l’ammazzo ha spifferato tutto. Io l’ammazzo”
 
Mi sbattei una mano in fronte cominciando a camminare nervosamente per tutta la stanza.
 
“Calmati Sum” mi prese le mani e incrociai i suoi splendidi occhi azzurri.
 
“Oh si Lou mi sono calmata ma mi vendicherò e questa volta non sarà una sciocchezza questa volta lo farò vergognare davanti tutta la scuola!”
 
Dopo quell’ accesa discussione con Louis mi ordinò di dormire e calmarmi per almeno un periodo di due orette ma in quel momento la mia testa divagava sempre sullo stesso momento della giornata: Malik che mi spinge in acqua. Quel  tardo pomeriggio potevo fare tutto tranne che assopirmi nel letto dell’ infermeria così mi alzai velocemente dal comodo materasso, mi infilai la maglietta visto che ero solo in costume e pantaloncini e non mi sembrava il caso di andare in giro così poco vestita.
Camminai in punta di piedi fino alla porta, la aprì ma sbattei contro qualcuno, era un donna bassa e cicciottella con gli occhi molto scuri ma sinceri. Dall’abito bianco che indossava doveva essere l’infermiera. Ecco mi hanno sgamato subito.
 
“ Tu che ci fai qui?”
 
Mi domandò tendendo una mano verso la maniglia e appoggiarsi, sembrava affaticata forse aveva lavorato troppo. Distolsi la mia mente dall’infermiera e cominciai a pensare a una scusa plausibile per non farmi rispedire in infermeria.
 
“Salve. Dentro ci sta la mia migliore amica che è caduta in acqua. Che sbadata che è, se la mattina non le ricordassi di mettersi le mutande lei non lo farebbe”
 
Per tutto il tempo che avevo parlato mi aveva lanciato solo sguardi diffidenti e aveva cominciato a sbattere il piede destro per terra con fare intimidatorio.
 
“Come si chiama la ragazza?”
 
Mi domandò, la mia bocca produsse un impercettibile sbuffo di difficoltà verso quella domanda ma fortunatamente l’infermiera non se ne accorse. Non le avrei sicuramente detto il mio nome, neanche quello di una delle galline della scuola così pensai a quella della mia amica più stupida e innocente là dentro.
 
“Si chiama Lux Gillies ed è del terzo anno”
 
Risposi per poi far comparire sul mio viso un sorriso da un orecchio all’altro.
 
“Si va bene, è rimasta dentro la tua amica vero?”
 
Mi chiese nuovamente, sapevo per certo che appena superata la soglia della porta dell’infermeria sarei dovuto scappare via.
 
“Oh certo, quella caduta l’ha stremata non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto”
 
Mentii nuovamente. La sua espressione era mutata incredibilmente, sembrava credere alla bugia che le avevo rifilato, mi scansai e la feci passare per poi scappare nella direzione del corridoio. Ce l’avevo fatta. Buahahah sono un genio del male.
Salii le scale per raggiungere la mia stanza, la quale si trovava nel dormitorio maschile e arrivata davanti la porta poggiai la mano sinistra sulla maniglia di ottone quando una mano calda si posò sulla mia spalla coperta da una magliettina arancione.
 
“Ciao Summer. Da quanto tempo… Tu te la ricordi  Oliver?”
 
“Certo James”
 
Mi girai lentamente e scorsi praticamente davanti a me due ragazzi identici, sicuramenti gemelli. Avevano i capelli di un rosso acceso appariscente, quasi come i miei e i loro occhi molto simili creavano una certa confusione nella mia testa.
 
“Ehi ti senti bene? A me  non sembra, tu che ne dici James?”
 
Disse il ragazzo alla mia destra, incrociai i suoi occhi con i miei e lui subito mi rivolse uno sorriso rassicurante. Mi portai le mani agli occhi e con prepotenza li stropicciai, incerta se stessi sognando ancora sul lettino dell’infermeria di SeeSun Bay. I suoi occhi erano grandi e castani e trapelavano gioia e furbizia.
 
“Secondo me sta per svenire, Oliver!”
 
Rispose il ragazzo alla mia sinistra, portai il mio sguardo inquisitorio su di lui. Anche lui aveva gli stessi capelli rosso carota del ragazzo accanto ma a differenza del suo amico nei sui occhi si potevano scorgere delle pagliuzze verdi intorno alla pupilla. Anche loro trasmettevano gioia di vivere e furbizia ma soprattutto sincerità…che difficilmente riuscivo a trovare tra gli occhi della gente.
Stropicciai nuovamente gli occhi con più prepotenza di prima e mi passai la mano sulla fronte corrucciata che scottava terribilmente. Stavo velocemente diventando una pazza? La vicinanza con queste persone così dementi mi stava fondendo il cervello? Una parte del mio intelletto stava andando in cancrena?
Sentii le gambe diventare molli e la vista più appannata finche non chiusi gli occhi.
 
*Due ore dopo*
 
“Summer…Summer…mi senti?”
 
Il mio sonno fu disturbato da una voce maschile che sembrava provenire da lontano, aprii con fatica gli occhi ma la mia stanchezza li fece richiudere subito.
 
“Ha aperto gli occhi James. Pensi che prima l’abbiamo spaventata?”
 
Aprii un’altra volta gli occhi lottando contro le mie palpebre che sembravano non voler rimanere alzate. Portai il dorso della mano sinistra sulla fronte e respirai a pieni polmoni il profumo di quello che certamente non era della mia stanza. Sicuramente non era quello di Lux semplicemente perché il suo mi dava la nausea per quanto fosse stucchevole… invece quello nella camera era un profumo più virile e penetrante.
 
“ Certo. Vedere un figo come il sottoscritto a dieci centimetri di distanza deve averla scossa parecchio”
 
“Ah ti prego sta zitto. Te l’avevo detto che era meglio riportarla in infermeria. Guarda si sta svegliando…”
 
Annunciò l’altro. Mi alzai a sedere sul morbido letto e mi stropicciai con forza gli occhi. Guardai intorno a me, ero in una camera dell’hotel di SeeSun Bay, c’erano due letti posti ai lati delle stanze e due grandi armadi che faticavano a chiudersi forse per i troppi vestiti dentro. Il mio sguardo fece capolinea su due ragazzi uguali.
 
“E voi chi cazzo siete?”
 
Domandai, scorbutica, massaggiandomi ripetutamente la testa con entrambe le mani. Loro si lanciarono uno cortissimo sguardo d’intesa, mi sorrisero ampiamente e  si sedettero sul letto ognuno a un lato affianco a me.
 
“Noi siamo i tuoi salvatori”
 
Mi risposero in sincronia, li guardai entrambi negli occhi e loro mi sorrisero in modo rassicurante. Scrollai le spalle e loro poggiarono le mani sulle mie scapole.
 
“Benissimo. Ma chi cazzo siete?”
 
Chiesi in tono schietto alzandomi dal letto e cominciando a girare per il perimetro della stanza con le mani incrociato dietro la schiena.
 
“Come? Non ti ricordi di noi?”
 
“Francamente non mi ricordo l’incontro di due coglioni uguali”
 
Scoppiarono a ridere tenendosi malamente l’addome. Alzai un sopracciglio scetticamente e uno di loro fra una risata e l’altra mi disse:
 
“Sei sempre la stessa CaraSum. Sei uguale a quando eri piccola”
 
Piccola? Ma chi l’ha mai visti questi, io non li conosco. Intanto quei due continuavano a ridere tanto svogliatamente che pensavo che da un momento all’altro crollassero i muri.
 
“Perché io vi conosco?”
 
“Certo. Da piccoli giocavamo insieme sul set di Harry Potter, non te lo ricordi?”
 
Scrutai attentamente i loro due volti, ricavandone con scrupolo tutti i lineamenti in cerca di rivangare il mio passato e capire a chi cavolo appartenessero quelle facce. Ad un tratto, il mio campo visivo diventò tutto bianco e spalancai gli occhi. Loro due erano i gemelli Phelps: tutta la mia infanzia passò davanti ai miei occhi cristallini in frazioni di secondo.
 
*Flashback*
Point Of Vew: Summer Laury Westmore (12 anni prima)

 
Wingardium Leviosa… Accio scopa…Alohomora
 
Giravo sul set di Harry Potter e la Camera dei Segreti in cerca di un oggetto che potesse intrattenermi almeno per un’ oretta e distrarmi da quelle parole senza senso che gli attori si divertivano tanto ad urlare. Trovai per terra un bastoncino e mi diressi verso uno dei tanti camerini, mi postai davanti allo specchio e ,fiera, cominciai a sventolare il bastone proprio come una bacchetta ripetendo ad alta voce i pochi incantesimi che avevo capito.
 
“Alohomora…Expelliarmus…Crucio…Riddikulus”
 
Continuai a sventolare la bacchetta fin quando non mi stufai. Lanciai il pezzo di legno in un angolo dimenticabile del camerino e uscii dalla stanza. Mi diressi verso la sala dove stavano girando e dalla porta intravidi una telecamera, mi avvicinai e gli feci la linguaccia.
 
“STOP.STOP!!!!! Helena puoi tenere a bada tua figlia?! E’ già la quinta volta questa settimana che intralcia le riprese!”
 
Urlò esasperato il regista lanciandomi un’occhiata pesante e in tralice. Scese dalla sua sedia e si diresse verso me, mi prese per il colletto della maglietta arancione e mi spostò di due o tre passi, la distanza giusta per farmi sparire definitivamente dall’obbiettivo. Gli attori dietro di me risero e io con le braccia incrociate sullo stomaco e con la testa bassa me ne andai in un'altra stanza. Finiva sempre così!! E soprattutto non capivo perché mamma doveva stare là se nel film neanche recitava. Il regista diceva per farla abituare all’atmosfera ma a me quell’atmosfera mi facevo solo che vomitare e annoiare a morte. Camminai, camminai, camminai fin quando non mi scontrai con qualcuno e caddi a terra. Alzai velocemente la testa e vidi davanti ai miei occhi due paia di iridi castani che sprizzavano allegria contornate da un viso di lineamenti delicati e da capelli rosso acceso.
 
“Ciao tu devi essere Summer. Noi siamo Oliver e James”
 
Mi tesero entrambi la mano per alzarmi ma la rifiutai e mi alzai da sola. Ho 4 anni non 82. Non mi presentai e dopo essermi data delle pacche sul sedere gli domandai spacciatamente:
 
“Ehi volete giocare con me a nascondino?”
 
Ci mettemmo d’accordo e per mia scelta la prima a cecarsi fui io. Mi piaceva contare perché immaginavo il gioco come un’allettante caccia, caccia in cui vincevo sempre.
 
“98…98…100…Chi c’è non c’è…Batti sasso a chi sta qua intorno”
 
Scoprii finalmente i miei occhi, i quali strizzai un po’ per colpa della luce. Mi aggirai nella stanza per diversi minuti tenendo sempre sott’occhio la tana che era rappresentata da un albero di cartone. Dietro una vecchia telecamera scorsi Oliver così senza neanche pensarci sfrecciai verso la tana.
 
“Batti sasso per Oliver dietro la telecamera!”
 
Dalla telecamera uscì Oliver con entrambe le mani alzate in segno di resa, si avvicinò alla tana e poggiò il palmo destro sul tronco.
 
“Tana per me!”
 
“Ma io ti ho tanato prima”
 
“Io non sono Oliver sono James”
 
“Non è vero”
 
“Si che è vero”
 
“No che non è vero”
 
Controbbattei ad ogni sua risposta e senza che me ne accorgessi da dietro un cespuglio finto spuntò un gemello che corse verso la tana.
 
“Tana per me”
 
I due, entrambi salvi, si diedero un sonoro cinque e fecero uno strambo balletto. Io martoriata dalla gelosia me ne stavo lì a guardarli con le braccia conserte e gli occhi socchiusi come volerli incenerire con lo sguardo.
 
“Avete barato, imbroglioni”
 
“Non è colpa nostra se non sai neanche distinguere me da lui”
 
Disse James indicando prima sé stesso e dopo suo fratello. Rabbrividii dalla rabbia e diedi ad ognuno un calcio sullo stinco. Gemettero portando le mani sul punto dolente e zompettando qua e là per la stanza.
 
“ Oliver ha un neo sulla parte destra del collo. L’ho notato prima, cretini!”
 
Smisero all’improvviso di zompettare e ridere allo stesso tempo e  mi lanciarono uno sguardo interrogativo.
 
“Quanti anni hai scusa?”
 
“4 e mezzo”
 
“Sei furba per una ragazzina di 4 anni”
 
“Lo so e voi non azzardatevi a prendermi in giro che vi faccio male!”
 
*Fine Flashback*
 
“Voi siete i gemelli Phelps!!”
 
Esclamai con convinzione allargando le braccia in segno di vittoria.
 
“Al vostro servizio!”
 
Mi risposero in sincronia facendo un mezzo inchino.
 
“Però il vizio di parlare insieme non l’avete perso, vedo”
 
Annunciai scettica.
 
Facile cambiare il mondo ma difficile cambiare i Phelps
 
Mi risposero abbracciandosi. Quella frase mi colpì più del dovuto. Loro non cambiavano mai, loro rimanevano sempre gli stessi, loro andavano contro ogni persona dicesse che insieme combinavano solo guai, loro erano fieri di quel che erano. Sorrisi innegabilmente alla loro frase. Senza neanche salutarli o altro spalancai la porta e andai nella stanza accanto, la mia. Tirai fuori la tasca le chiavi argentate e aprì la porta di legno. Trovai Lux con una rivista in mano. Good Girl, si chiamava. Con rabbia gliela strappai dalle mani e la scaraventai a terra, notai che pagina stesse sfogliando e nella parte inferiore di esso vi era scritto : Come superare i problemi? Come inventare scuse?Tutti i segreti per diventare ottime bugiarde! Risi alla vista di quel titolo, voltai lo sguardo su di lei. Era visibilmente preoccupata, i suoi occhi trasmettevano incertezza e soprattutto paura.
 
“Hai detto a Malik che non sapevo nuotare…”
 
Stette zitta.
 
“E dopo lui mi ha buttato in acqua…”
 
Rimase ancora una volta in silenzio.
 
“Secondo te ora cosa dovrei farti, eh?”
 
Passarono alcuni secondi di attesa e con piacere dai suoi occhi potevo vedere insicurezza e disagio.
 
“Senti io ci voglio metter una pietra sopra perché sono fin troppo buona ma la prossima volta ti uccido ok?”
 
Dissi afferrandola per l’orecchio destro e tirandolo verso l’alto, dei gemiti uscirono  dalla sua bocca dischiusa. Appena lasciai la presa sul suo orecchio lei se lo massaggiò con la mano e mi guardò con uno sguardo preoccupato ma non arrabbiato.
 
“Senti visto che hai fatto tutto questo casino insieme a quel coglione di Malik vai un attimo fuori sul balcone?”
 
Mi sorrise, felice della mia scelta di metterci una pietra sopra e con eleganza si avviò verso la porta- finestra che portava sul nostro balcone. Sulla soglia però si fermò e mi domandò:
 
“Perché devo uscire?”
 
“I gemelli Phelps, quelli accanto a noi, mi avevano chiesto di controllare se i loro costumi per domani erano asciutti”
 
Sorrisi ampiamente sperando che la mia bugia reggesse. Lei mi sorrise ed uscì, si aggirò per il balcone con le sopracciglia aggrottate in cerca dei costumi.
 
“Sum dove sono i costumi? Io non li trovo”
 
Mi avvicinai alla porta e con un colpo secco la chiusi, presi le chiavi che giacevano sul comodino da parecchi giorni e le infilai nella serratura. Lux si accorse di quello che avevo fatto solo in un secondo momento e quando si girò attendendo una risposta notò con malinconia che l’avevo chiusa sul balcone.
 
“Buonanotte e Sogni d’Oro cara Lux!”
 
Si avvicinò alla porta e con poca forza batté sul vetro in cerca di un  mio piccolo ripensamento.
 
“Ti prego non lasciarmi a dormire qui fuori!”
 
Mi infilai sotto le coperte e poggiai la testa sul morbidissimo cuscino.
 
“Ti prego fa anche freddo, dammi almeno una coperta!”
 
Le sue lamentele erano musica per le mie orecchie. In un certo senso mi faceva sentire bene la situazione che stavo vivendo, mi sentivo la migliore e lo sconfitto era addirittura arrivato alle suppliche per convincere il vincente. Ma aspetta??? Cosa mi aveva chiesto? Una coperta? Nessun problema. Mi alzai dal letto e con un sorriso di sfida sul volto raccolsi la sua rivista da terra, aprii la porta finestra e gliela lanciai a dosso.
 
“Contenta adesso? Finiscila senno vengo là e ti butto giù dal balcone!”



Ciaooo
Scusate per l'incredibile ritardo ma il pc mi aveva momentaneamente abbandonato!
Summer è stata appena ripescata dal mare da ...(lo scoprirete in seguito) e dice subito a Louis cosa pensa dell'accaduto.
I due si stavano per baciare. Olèèèè!!!!
Uscita dall'infermeria dicendo all'infermiera che quella che è caduta in mare è Lux Gillies incontra i gemelli Phelps anche meglio conosciuti da tutto il mondo come I GEMELLI WEASLEY!!
Summer chiude sul balcone Lux perchè scopre che ha detto a Zayn che non sapeva nuotare.
Il prossimo capitolo lo posterò fra il 5-6 giugno!

 



Oliver e James Phelps nella realtà.




Da piccoli sul set e nel Flashback di Summer Westmore

 

   
 
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