Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: angielovestommo    28/05/2013    16 recensioni
Quante volte avrei voluto girare l'angolo all'incrocio con la Evenue Street, prendere un autobus e andare lontano, dove non mi avrebbero mai trovato. Non avevo mai avuto il coraggio di farlo, non avevo avuto il coraggio di abbandonare mio padre, di lasciare questo posto per optare per qualcosa di migliore. Perché infondo la strada per la scuola era davvero poca, troppo poca per avere la scusa per uscire prima da quell'inferno in cui vivevo. Esatto, inferno. E perché inferno? In quella casa vivevamo io, mio padre e quella creatura che sembrava appena uscita da un girone di dante, con affetto chiamata matrigna.
_________________
“Scommetto che non riusciresti a fartela!” Disse Zayn, pronto per una sfida. Voleva la sfida? Harry Styles non rifiutava mai le sfide. “Scommettiamo?” Sorrisi compiaciuto, guardandolo negli occhi. Non te l'aspettavi, eh Malik?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 27.

 

Harry's POV

Parenti di Sunshine Logan?”Chiese l'uomo sulla quarantina, entrando in quella dannata sala.

Può riferire a noi.” Esordì Niall, guardandolo con evidente agitazione.

Lei si è svegliata.” Sorrise. “Potreste avvertire il padre? Dovrebbe venire qui.” Disse poi, per sparire subito dopo dall'uscio, lasciandoci nella nostra gioia.

Niall finalmente scoppiò in lacrime e io mi limitai a respirare profondamente per evitare di diventare una fontana.

Sunshine stava bene.

Si era svegliata.

Il dottore aveva sorriso.

Era un ottimo segno.

E non sarei potuto essere più felice di così.

 

Sunshine's POV

Il mattino dopo sia il mio fisico che il mio umore furono decisamente migliori.

Avevo solo un po' di arsura e la gola secca, ma quello non mi preoccupava più di tanto. Il solo fatto di riuscir ad aprire completamente gli occhi e di aver ripreso la parola mi faceva sentire un dio sceso in terra. E per di più cercavo di reprimere quella maledetta paura che mi attanagliava l'anima. In realtà mi riusciva bene, forse per il fatto che probabilmente in una delle flebo che avevo attaccate alle braccia c'era un antidepressivo o qualcosa del genere.

Come sta oggi signorina Sunshine?” Sorrise il dottore, sempre così raggiante. Doveva aver fatto la notte ma non sembrava provato per niente. Mi chiedo come facesse.

Meglio ma.. ho bisogno di un po' d'acqua..” Mormorai appena, la voce mi si affievolì lentamente.

Oh, si certamente.” Disse,e nell'esatto momento un'infermiera andò a prendere ciò che avevo chiesto con una disinvoltura magnifica.

Poco fa ho parlato con il tuo papà, è davvero felice che tu ti sia svegliata.” Sorrise sempre cordiale.

Mi limitai a rispondergli con un sorriso, aspettando che continuasse il discorso, e infatti “Vorrebbe vederti. Te la senti?” disse poi, con la sua voce che metteva a proprio agio.

Va benissimo.” Sorrisi appena, e afferrai debolmente il bicchiere dalle mani dell'infermiera, ringraziandola con un altro piccolo sorriso.

Bene, allora riprenditi un attimo, il tempo di cambiarsi e lo vedrai arrivare.” Disse poi, carezzandomi i capelli scompigliati con un tocco che sentii appena. Mi infondeva una sicurezza tale che per un attimo dimenticai di essere all'ospedale.

Come aveva previsto l'uomo, poco dopo spuntò mio padre dalla porta, con un camice verde e orribile e una cuffietta oscena sulla testa. Nonostante il fatto che fosse davvero ridicolo e assomigliasse ad un pistacchio, la sua visione fu come il primo raggio di sole dopo la tempesta.

Papà.” Mormorai. Dannazione, avevo di nuovo la bocca asciutta. Ma che diavolo?!

Sunshine!” Sorrise lui, entusiasta, avvicinandosi e stringendomi una mano. “Sono venuto appena ho potuto.”

Non dovevi scomodarti papà, sto benissimo...” Ero patetica.

Sunshine spero tu stia scherzando. Insomma, so cosa ti è successo, e di certo non lascerò che accada di nuovo.” Strinse di più la presa, ma senza farmi male.

Cosa vuoi dire? Tornerai qui?” Un barlume di speranza si accese in me, di nuovo, finalmente.

No... purtroppo no.” Il mio umore calò a picco. “Però ho risolto la questione con Teri oggi, e non la dovrai rivedere mai più.”

Ma cos...?” Spalancai gli occhi, sconvolta. “Nany..” Mi ritrovai poi a sussurrare, come a darle una colpa.

Quando ha saputo cosa ti era successo non ha esitato a chiamarmi e a raccontarmi tutto. È una ragazza dolcissima.”

Già, davvero, era fantastica, ma mio padre si era dovuto preoccupare tanto per me.. per gli stupidi capricci di una bambina.

Che stupida che sono.

Mi dispiace tanto papà, non volevo farti preoccupare.. Io..” Le parole mi morirono in gola. Cosa volevo fare? Non avevo neppure il coraggio di ammetterlo a me stessa, figuriamoci parlarne. Me ne vergognavo come non mai.

Una lacrima mi scese involontariamente e sperai che mio padre non la vedesse ma, troppo tardi..

Non piangere piccolina. Ho trovato una soluzione a tutto.”

Quale soluzione?” Chiesi.

Ti porterò a Boston con me. Ti riabiliteranno in un centro e ti avrò vicina. Così dimenticherai tutte le brutte esperienze passate qui.” Sorrise comprensivo.

Cosa? No no no! Io non me ne voglio andare, papà, ti prego.” Lo implorai, afferrandogli la mano e stringendogliela forte.

Non posso fare altrimenti.. Quando ti dimetteranno verrai con me e Nany a Boston.”

No, ti scongiuro. Non portarmi via da qui.”

Anche i dottori sono favorevoli. E gli psicologi. È giusto che tu vada via dal posto in cui ti sei ridotta così.” Terminò, con la voce leggermente incrinata sul finale.

Ormai stavo piangendo come una fontana.

Non avrei mai voluto abbandonare Niall, Liam, le gemelle e... Harry.

Harry, giusto.

Chissà se era là fuori ad aspettarmi.

Chissà cosa pensava di me.

Una povera sfigata che aveva accettato i suoi consigli alla lettera.

Probabilmente ora stava festeggiando con Apple, senza pensare minimamente a me.

E probabilmente faceva bene.

Io non ero niente per lui e lui non mi doveva nulla.

E Niall?

Niall sarà stato felice di essersi liberato da un peso come me..

Nessuno sarebbe stato ad aspettarmi, nonostante avessero saputo del tentato suicidio.

Va bene papà... Verrò con te.”

Papà sorrise, felice, e poi uscì, spronato dalle infermiere.

 

Quel pomeriggio fu davvero noiosissimo.

Non avevo nulla da fare, mi sentivo ancora debole e non c'era la tv.

Per di più gli infermieri mi mandavano occhiate ogni cinque minuti. Tutti sapevano perché ero lì e avevano ordine di controllarmi, e questo mi faceva assomigliare ad una bambina capricciosa che fa pasticci se lasciata da sola.

Sbuffai rumorosamente, guardandomi intorno, e quello che vidi fu la stessa immagine statica di sempre: letti bianchi, pazienti immobili, una minuscola finestrella alla mia sinistra, sulla lontana parete grigia, sulla destra invece sormontava un'enorme scrivania a cui stava sempre almeno un'infermiera di controllo e l'unico rumore, oltre al borbottio lontano dei dottori e delle infermiere, era il 'tic' freddo delle macchine che tenevano sotto controllo le funzioni vitali mie e degli altri pazienti.

Sinceramente non sapevo in che reparto fossi, però, quando i miei occhi saettarono sulla cartellina accanto a me che portava scritto 'rianimazione', mi sentii che l'avevo fatta grossa.

Non so perché lo pensavo, provai un vuoto allo stomaco immenso, come se non meritassi neppure di stare lì.

Insomma, dopotutto era normale stare lì dopo un tentato suicidio -mi faceva sempre uno strano effetto dirlo-, ma non riuscivo a giustificare quel vuoto enorme.

Ripensai amaramente a quello che avevo fatto e alzai lentamente la manica del mio pigiama per controllare cosa c'era sul mio braccio.

Era ricoperto di bende enormi, che mi facevano sembrare il braccio almeno due volte più grande. Stessa cosa per l'altro.

Come avevo potuto non accorgermi di quanto mi avevano bendato?

Abbassai poi la mano sotto le coperte e sfiorai delle altre bende sulla parte superiore delle gambe, dove avevo inciso gli ultimi tagli.

Un brivido mi percosse da capo a piedi e il respiro mi si affannò.

Sarei stata orribile, con tutte quelle cicatrici.

Ciao Sunshine.” Un'altra voce calda interruppe i miei pensieri, e una donna ai piedi del letto mi sorrise. “Va un po' meglio, vedo. Sono davvero felice. Per questo abbiamo deciso di spostarti in terapia intensiva, dove passerai la tua ultima notte qui. Contenta?” Sorrise cordiale. Aveva degli occhi azzurri meravigliosi e i capelli biondo cenere. Non era truccata e aveva delle splendide lentiggini sul naso e sotto gli occhi. Poteva avere un massimo di 22 anni.

Come poteva guardarmi così, come se mi avessero fatto una semplice operazione di routine, come se non fossi una pazza psicotica che aveva tentato di ammazzarsi? Come facevano i suoi occhi a non guardarmi sinistri, dopo tutto quello che aveva letto sulla mia cartella? Forse era solo abitudine. Eppure mi fece sentire bene, almeno per un po'.

Ti abbiamo diminuito gli antidepressivi, quindi se ti senti un po' giù non preoccuparti. Nel caso ne avessi bisogno, fammelo pure sapere e ti aumenteremo la dose, non c'è problema. Nella clinica dove andrai ti aiuteranno a disintossicarti dagli antidepressivi e lentamente starai meglio.” Era l'unica che qui mi aveva parlato con una sincerità disarmante. “Sai, anch'io ci ho provato una volta, so come ci si sente. Ma puoi superare tutto questo.” Sorrise ancora. Continuava a sorridere, come se le cose che avesse appena detto non la riguardassero minimamente. Poi ad un certo punto scoppiò a ridere sommessamente, probabilmente perché avevo una faccia sconvolta. “Guarda tu stessa.” Alzò una manica del suo camice da infermiera e mi mostrò tante piccole cicatrici appena visibili, poi lentamente la riabbassò e se ne andò piano piano. “A presto Sunshine.” Sorrise, sull'uscio, prima di scomparire lasciandomi di sasso.

Quella ragazza... quella ragazza aveva passato quello che è successo a me.

Dio, com'è possibile? È bellissima, è dolce ed è così gentile.

Sapeva cosa volesse dire passare un momento orribile.

Se lei ce l'aveva fatta ed ora era felice, potevo farcela anche io.

Non mi importava se sarei stata presa per pazza.

Non mi importava tutto ciò che avrebbero potuto dire.

Avrei provato a guarire.

Per mio padre,

per mia madre che era lassù,

e per quella ragazza.

 

Dopo avermi portato in barella fino alla terapia intensiva, mi informarono che avrei potuto vedere solo una persona, per motivi di sicurezza.

Tutti gli altri, se io avessi voluto, li avrei potuti vedere attraverso ad un vetro.

Chi verrà a farmi visita?” Chiesi all'ennesima infermiera, che sembrava presa ad annotare qualcosa sulla mia cartella clinica.

Si sta preparando, tra poco lo vedrai.” Sorrise appena, per poi tornare alla sua cartella.

Fissai quella porta ansiosa. Chi sarebbe entrato? Forse papà, o Nany.

Invece, da quella porta, entrò Niall.

Sunshine.” Sorrise, con le lacrime agli occhi.

Io rimasi pietrificata. Non mi ero accorta di quanto mi fosse mancato.

Niall.” Mormorai, mentre lui si avvicinava.

Niall.” Ripetei, prima di scoppiare a piangere come una disperata, afferrandogli una mano. “Mi dispiace tanto Niall! Scusami, ti prego!”
“Non devi scusarti Sun, non devi scusarti di nulla, ti prego non piangere.”

Come faccio? Sono una stupida.” La voce rotta dal pianto, gli occhi bagnati.

Shh. Stai tranquilla, sei qui, è questo l'importante ora.” Mi carezzò i capelli, tranquillo, anche se la voce tremante lo tradiva un po'.

Ho fatto una cazzata enorme! E me ne andrò presto..” Mormorai, contro il suo petto, le lacrime a rigarmi il viso senta contegno.

Quindi Harry aveva ragione..” Sussurrò appena, tra sé e sé. Forse sperava che non avessi sentito, ma quando alzai la testa di getto, capì il contrario.

Cosa?”

Nulla, nulla, cavolate.” Si giustificò, con una mano.

Hai detto Harry.” Dissi, come se lui non lo sapesse.

Lascia stare, ti prego.”

Okay..”

Piuttosto, tu come ti senti?” Cercò rapidamente di cambiare discorso, notando la mia espressione abbattuta. Con una mano mi sollevò il mento, così che potessi guardarlo negli occhi, cosa che mi risultava parecchio difficile. Quei suoi occhioni blu che mi scrutavano attenti erano troppo colmi di risentimento. Mi sentivo in colpa, non potevo sostenere il suo sguardo.

Bene..” Continuai a tenere gli occhi bassi. “Posso abbracciarti?” Dissi poi, all'improvviso, cogliendolo alla sprovvista.

Ma certo!” E in un secondo ci ritrovammo stretti l'uno all'altro.

I miei occhi saettarono sul piccolo pannello di vetro e sulla figura che stava dietro: Harry.

I suoi occhi mi scrutavano, tristi, muti. Le sue labbra, piegate in un sorriso sofferente, cercavano di imprimermi forza. La sua mano, poggiata sul vetro, lo rendeva ancor più vulnerabile di quanto già non fosse.

Oh, Harry.. Perché mi hai fatto tutto questo? Perché ora ti ritrovo qui a fissarmi? Ti amo così tanto Harry. Perché mi hai fatto del male?

Silenziosamente, iniziai a piangere, e lui con me. Strinsi di più Niall, sperando che non si accorgesse di quella presenza oltre il vetro.

Poi, all'improvviso, Harry lasciò scivolare la mano giù per il vetro e, quando si voltò, capii che non l'avrei più rivisto, mai più. Era un addio, un muto addio, carico di sentimenti, di pensieri nascosti e di parole non dette.

Ma io pensavo ad una sola cosa, in quel momento.

Ti amo Harry Styles.

 




Uh, ehm, ciao a tutti.
Non so con quale coraggio mi ripresento qui, dopo tipo 3 mesi che non aggiorno.
So che ormai mi odierete e avrete lasciato perdere la ff, ma pubblico per i pochi rimasti.
Ho concluso la ff, tra domani e dopodomani pubblicherò l'epilogo.
E sto tipo piangendo, alle 3 di notte, perché è finita.
Sono patetica, neh?
Ringrazio da morire le dolcissime ragazze che mi hanno contattato su facebook,
per chiedermi se fossi morta.
Prendetemi a mazzate, giuro che ve lo lascio fare.
Il fatto è che la scuola è davvero pesante e ho rischiato di uscire con dei debiti,
perciò non ho potuto dedicare il giusto a questa fanfiction.
E mi dispiace. Perché io AMO questa fanfiction.
E non scherzo.
E amo voi, che l'avete seguita con tanta enfasi.
Ok, basta, basta, ma vi prometto un angolo autrice E N O R M E
nel prossimo capitolo.
In ogni caso qui nel nostro caro capitolo, abbiamo Sun e il suo panico post-risveglio.
E, per ultimo, una confessione dolcissima.
Owh, sono da diabete in questi giorni, sorreh.
In ogni caso sappiate che vi amo tutte, e per qualsiasi cosa (e insulto),
scrivetemi pure su twitter (@xdrythetears)
o scrivetemi in privato per il mio facebook.
Aaaah! E vorrei farvi una domanda!
Siete andate al concerto?
Io si asdfghjkl. Ho trovato i biglietti all'ultimo momento, a Verona.
Dio quanto li amo.
Taaaaanti kisses,
Angie.♥

  
Leggi le 16 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: angielovestommo