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Autore: bik90    28/05/2013    6 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Eleonora non andò a scuola il giorno dopo e nemmeno quello che seguì. Non si fece sentire con Martina sopportando a stento quel silenzio. La più piccola preferì rispettare la sua scelta comprendendo quanto potesse essere difficile per lei accettare la verità sui suoi sentimenti. Eppure nascondere la testa sotto la sabbia non l’avrebbe aiutata. Perché era così difficile per lei ammettere di essere innamorata? Cosa c’era di sbagliato in quello che provavano? La ragazza dai capelli rossi non si era fatta tutti quei problemi con Greta. Certo, all’inizio aveva avuto dei dubbi e delle incertezze ma la più grande l’aveva aiutata a superarli e a stare bene con se stessa. Lei voleva fare lo stesso con Eleonora se glielo avesse permesso. Com’era problematica quella ragazza!
<< Marty >> disse sua madre con la cucchiaia di legno in mano << E’ pronto. Dai, vieni a mangiare! >>.
Sua figlia sospirò chiudendo il libro di storia che stava facendo finta di studiare e seguì la donna.
<< Ha telefonato papà prima >> continuò Sofia sedendosi << Dovrà trattenersi a Genova ancora per un po’, pare che ci siano problemi con la nostra vecchia casa >>.
<< Mi piaceva la nostra vecchia casa >> affermò Alice ingenuamente iniziando a mangiare.
<< Ma questa è ancora più bella, no? >> fece l’adulta sorridendo a entrambe le sue figlie << Perché domani non fai venire a pranzo la tua amica? >> aggiunse rivolgendosi a Martina con aria complice.
La ragazza avvampò a quella domanda facendo scoppiare a ridere la sorella.
<< La mia…la mia amica… >> iniziò << …ha avuto la febbre in questi giorni e non…non è venuta a scuola… >>.
<< Domani potrebbe stare meglio, non credi? >> chiese con semplicità Alice.
<< Alice ha ragione >> enfatizzò Sofia << Puoi sempre domandarglielo e se ti dice che sta ancora male sarà per la prossima volta >>.
Martina annuì sperando che il rossore le passasse presto.
<< Va bene, mamma >> rispose infine << Ti faccio sapere allora >>.
 
Anche se non era andata a scuola quella mattina, Eleonora decise di non rinunciare al tennis. Le era mancato giocare in quei giorni e si sentiva abbastanza bene da poter riprendere. Il giorno seguente sarebbe rientrata in classe.
<< Ehi, brutto! >> esclamò vedendo Davide entrare al circolo col casco in mano mentre lei si asciugava il sudore.
Aveva appena finito l’allenamento. Gli corse incontro mentre l’altro le sorrideva.
<< Non pensavo che venissi >> aggiunse.
<< Ho finito di studiare e ho pensato d venirti a vedere ma sono arrivato tardi >>.
<< Già, di poco >> rispose Eleonora << Mi faccio una doccia e poi ci andiamo a fare un giro, che dici? >>.
Davide annuì mentre lei scompariva nello spogliatoio. Passarono pochi minuti quando la ragazza sentì dei movimenti. Scostò appena la tendina della doccia comprendendo che fosse l’amico.
<< Se Carlo scopre che sei qui… >>.
Lasciò la frase a metà nel vedere che l’altro era già nudo.
<< Oh >> fece semplicemente facendolo entrare << Che c’è, ti sono mancata? >>.
Il ragazzo l’abbracciò baciandole il collo senza dire nulla. Eleonora lo lasciò fare addossandosi alla parete piastrellata della doccia e aprendo il getto dell’acqua calda. Chiuse gli occhi per poi riaprirli subito dopo.
<< Oggi sei particolarmente romantico? >> scherzò notando che non l’aveva penetrata subito come di solito faceva << Ti sei innamorato per caso? >>.
A quelle parole Davide si bloccò per un secondo pensando a Lavinia. Avrebbe voluto confidarsi con lei ma non sapeva da dove iniziare. Il corpo dell’amica lo eccitava da morire, gli era diventato dure in pochissimo tempo ma non sapeva se quello fosse amore o meno. Era terribilmente confuso a riguardo. Era sicuro solo che il sesso con Eleonora era fantastico.
<< Sta zitta, scema >> affermò infine riprendendo a mordicchiarle il seno lasciandole dei leggeri segni rossi.
<< Sto scherzando >> fece tra i gemiti la ragazza << Me lo avresti detto altrimenti, no? >>.
L’amico non disse nuovamente nulla. Era visibilmente eccitato.
<< Il…il preservativo… >> mormorò Eleonora notando che ancora non lo aveva messo.
Davide non la ascoltò penetrandola. Non l’aveva sentita probabilmente. La ragazza sussultò credendo che prima di farlo l’avrebbe messo. Provò a muoversi ma l’amico la immobilizzò col suo corpo.
<< Esco prima di… >> disse il ragazzo ma si bloccò comprendendo di avere fatto in tempo.
<< Cazzo, Da! >> esclamò lei allontanandolo rudemente da sé << Porca puttana! >>.
<< Scu…scusa…non… >>.
<< Dovevi mettere il preservativo, cazzo! >> ringhiò Eleonora lavandosi in fretta.
<< Ma…ma il ciclo ti è venuto, no? >>.
<< Mi è venuto lunedì, idiota! >>.
<< Dobbiamo andare in ospedale? >>.
<< Sì, mi serve la pillola >>.
 
Rientrò a scuola il sabato mattina. Ormai la settimana dello studente era terminata, quello era l’ultimo giorno. Le pesava essersi persa gran parte del divertimento di quel periodo, una sua amica di un’altra classe aveva organizzato un corso di pittura con le mani e dalle foto che aveva visto su facebook, doveva essere stato carino. Involontariamente pensò a quali corsi avesse seguito Martina e l’attimo dopo scosse il capo. Doveva cercare di togliersela dalla testa se non voleva finire in una situazione più grande di lei. Però la voleva e la sua inquietudine nasceva proprio da quello, da quel desiderio che via via diventava sempre più forte e temeva di non poterlo tenere a freno. E se fosse esplosa, sarebbe stato peggio. Inoltre ce l’aveva ancora con Davide per quello che era successo. Era stato imbarazzante dover correre in ospedale e spiegare la situazione affinché ottenessero la prescrizione medica. Per fortuna era andato tutto bene ma perfino il ginecologo che l’aveva visitata in quel momento si era raccomandato di usare le precauzioni e di non farlo mai se non si desiderava una gravidanza. Quando era uscita dalla struttura, Eleonora era andata di filato a casa senza parlare con l’amico e ancora non aveva intenzione di cambiare idea. Nel sentir suonare la campanella dell’intervallo si affrettò ad alzarsi per allontanarsi. Aveva bisogno di starsene un po’ da sola. Lavinia l’aveva trascinata ad una stupida discussione sull’importanza del riciclaggio e non ne poteva più.
Come se adesso la situazione mondiale cambiasse, pensò stizzita.
Senza volerlo, incrociò lo sguardo del ragazzo seduto dietro di lei ma non disse niente.
<< Vado a fumare >> mormorò all’amica senza aspettare risposta.
<< Che le prende? >> domandò Lavinia rivolta a Davide osservandola uscire per prima.
L’altro fissò Eleonora allontanarsi stringendo la mascella e subito dopo chinò il capo senza rispondere.
<< Ehi, avete litigato? >> aggiunse la ragazza sfiorandogli una guancia con la mano.
<< Diciamo di sì >> rispose infine Davide grattandosi la testa senza sapere come affrontare la situazione.
Aveva provato a chiamarla varie volte la sera prima per dirgli che gli dispiaceva ma l’altra non aveva mai risposto.
<< Hai chiesto scusa? >>.
<< Ci ho provato ma… >> si bloccò guardandola dritto negli occhi << …come fai a sapere che è colpa mia? >>.
Lavinia rise.
<< L’ho capito dal tuo sguardo, sei triste >>.
Davide si ritrovò a sorriderle pensando che la ragazza che aveva di fronte si preoccupava per lui. Era una bella sensazione.
 
Stava per accendersi un’altra sigaretta quando la figura di Martina attirò la sua attenzione. Stava ridendo sulle scale antincendio con un’amica mentre lei si trovava nel cortile, leggermente in penombra per non essere accecata dal sole di quella giornata. Si mise ad osservarla trovandola carina. Indossava un paio di jeans grigi, delle nike ai piedi e una felpa lasciata leggermente aperta. I capelli, invece, erano raccolti in un’alta coda e non erano ribelli come al solito. Sorrise involontariamente e in quel momento la ragazza si voltò. I loro occhi s’incrociarono e l’attimo dopo Martina scese diretta nella sua direzione. Eleonora si ritrovò a trattenere il fiato finché non la vide fermarsi di fronte a lei.
<< Ciao >> disse la più piccola.
<< Ciao bimba >> salutò l’altra addossandosi alla parete dell’istituto e piegando una gamba affinché con la scarpa toccasse il muro.
<< Come…come va? Passata la febbre? >>.
Eleonora si concesse di sorriderle pensando a quello che era successo il giorno prima.
<< Bene, anche se mi sono persa tutta la settimana dello studente >> rispose.
E sono solo rimasta quasi incinta, avrebbe voluto aggiungere ma si trattenne.
<< Senti, ti andrebbe di venire a pranzo da me? >> domandò tutto d’un fiato Martina arrossendo.
All’inizio la più grande non rispose, leggermente interdetta dalla proposta e da quello che avrebbe potuto significare. Una parte di sì avrebbe urlato di sì mentre l’altra la trattenne.
<< Non credo che… >>.
La ragazza dai capelli rossi la bloccò con un’audacia che non aveva mai avuto prima.
<< Stai tranquilla, okay? Non succederà niente che tu non voglia. È solo un pranzo >>.
Quella frase parve funzionare. Eleonora respirò profondamente come se si fosse rilassata.
<< Mi farebbe molto piacere venire >>.
 
<< Dai, Ele! Non puoi tenermi il muso in eterno! Non è successo niente alla fine! >>.
La campanella della fine dell’intervallo era suonata da qualche minuto e i corridoi erano deserti. La ragazza dai capelli biondi sospirò mentre Davide la abbracciava da dietro.
<< Mi dispiace ma non è successo nulla! >>.
Eleonora respirò profondamente e alla fine annuì abbozzando un sorriso. Si voltò per guardare l’amico in faccia e gli diede un bacio sulla punta del naso.
<< Okay >> si limitò a dire.
<< A posto? >>.
<< A posto >> fece eco l’altra << Però stasera dobbiamo fare una cosa insieme, me lo devi >>.
Davide la fissò con aria interrogativa.
<< Te lo spiego questa sera. Tu pensa a procurarti qualche litro di benzina >>.
 
Martina attendeva Eleonora sotto il portone di casa con un leggero nervosismo. La più grande doveva prendere la sorella minore all’uscita delle elementari e portarla a casa dei nonni prima di poter essere libera. Solo quando vide la sua vespa bianca, si concesse di fare un respiro profondo sorridendo. Non le pareva vero che avesse accettato il suo invito, solo qualche settimana fa non la degnava di uno sguardo mentre adesso addirittura stava andando a pranzo da lei.
<< Scusa il ritardo >> disse la più grande dopo aver parcheggiato togliendosi il casco.
La ragazza dai capelli rossi sorrise scuotendo il capo e la precedette nel palazzo.
<< Mamma, siamo arrivate >> esordì entrando.
Sofia venne incontro alle due ragazze asciugandosi le mani al grembiule.
<< Ciao Eleonora >> salutò << Piacere di conoscerti >>.
<< Il piacere è tutto mio signora Capasti >> rispose la ragazza dai lunghi capelli biondi.
<< Oh, signora Capasti mi fa sentire enormemente vecchia. Chiamami solo Sofia >>.
Eleonora annuì con un sorriso pensando che, invece, sua madre non aveva mai rinunciato a quell’appellativo nonostante fosse separata col padre da parecchio tempo. Prima di mettersi a tavola, chiese di poter usare il bagno.
<< E’ davvero molto carina >> disse Sofia facendo l’occhiolino alla figlia mentre tornava ai fornelli.
<< Mamma! >> esclamò l’altra arrossendo e sedendosi.
Quando fu pronto, si unì al trio anche Alice che era rimasta in cameretta a guardare i cartoni. Eleonora si dimostrò fin da subito capace di mantenere una conversazione su svariati argomenti senza alcun problema; Martina la osservava incantata pensando che avrebbe potuto vivere sempre quella quotidianità.
Se solo non fosse tutto così complicato, pensò con una nota amara.
Guardò sua madre che stava annuendo trovandosi d’accordo con quello che stava dicendo l’ospite e le lanciò una breve occhiata con un mezzo sorriso. La figlia contraccambiò il gesto pensando che le stava piacendo. Ma d’altronde a chi non piaceva Eleonora? Era sempre impeccabile in tutto quello che faceva. Finito il pranzo, la più grande insistette per aiutare a sparecchiare senza smettere di essere gentile e portare avanti la conversazione. Martina rimase colpita dalla capacità che aveva di farsi ascoltare da chiunque e di portare le persone dove voleva lei.
<< Ragazze, non vi preoccupate. Andate pure a studiare! >> fece Sofia indicando la cameretta delle figlie mentre Alice si metteva a studiare in cucina con lei.
<< Vieni >> la tirò per la manica la più piccola conducendola nella sua stanza.
Eleonora si lasciò trascinare dall’altra con una breve risata e, quando fu dentro, si guardò intorno. La scrivania era abbastanza larga da permettere a due persone di studiarvi, c’era un televisore da quindici pollici e il letto a castello che ottimizzava lo spazio che non era eccessivo. Alle pareti erano stati attaccati poster di animali con scritte simpatiche che facevano sorridere mentre su un’intera parete era dedicata all’armadio per entrambe le ragazze. Eleonora avanzò fino alla scrivania e sollevò una foto che ritraeva tutta la famiglia Capasti al completo.
<< L’abbiamo fatta quando siamo andati in vacanza in Sicilia >> le spiegò Martina affiancandola.
<< Non ci sono mai stata >> ammise l’altra senza smettere di osservarla << Che bimba carina che eri! >>.
<< Ero? Io sono ancora carina! >> esclamò la ragazza dai capelli rossi facendole la linguaccia e scappando subito dopo verso il suo letto.
Salì i gradini laterali per raggiungerlo e vi si tuffò a corpo morto. Eleonora la seguì ma rimase in piedi ad osservarla mentre si mordeva il labbro. Martina allora, approfittando del suo momento di incertezza, le fece lo sgambetto facendole perdere l’equilibrio. Eleonora cadde in avanti sul corpo della sedicenne e non poté evitare di rabbrividire nel sentirla così vicina a lei. Alzò gli occhi, sperando di non essere arrossita, e notò che anche la più piccola era leggermente imbarazzata da quella scena. Si alzò su un gomito allungando l’altra mano verso il suo viso e le passò un dito sul naso seguendone delicatamente il profilo. Martina aveva il cuore che le batteva all’impazzata nel petto e avrebbe tanto voluto baciare quelle dita che la stavano sfiorando.
<< Hai ragione >> mormorò alla fine Eleonora.
La ragazza dai capelli rossi la guardò con aria interrogativa spostandosi leggermente di lato per poterla guardare meglio.
<< Sei davvero carina, Marty >>.
Era la prima volta che la chiamava col suo vero nome senza usare nomignoli più o meno buoni. Si guardarono negli occhi per un lungo istante prima che la più piccola si decidesse a fare ciò che tanto desiderava. Le baciò le dita senza smettere di guardarla per cercare di rassicurarla. Eleonora sussultò per la sorpresa ma non si scostò sentendo uno strano piacere avvolgerla. Mai Davide era stato così delicato con lei. Martina aveva delle labbra meravigliose e riusciva a farle provare delle sensazioni che in compagnia di nessuno si scatenavano.
<< Martina >> disse titubante allontanando la mano da lei per cercare di mantenere il controllo della situazione << Come fai a…come fai a credere di essere innamorata di…di me? >>.
A quella domanda, l’altra sorrise. Sotto quel punto di vista, la ragazza dai capelli biondi era simile ad una bambina e quel suo lato ingenuo la faceva impazzire. Le prese l’arto che aveva allontanato intrecciando le dita con le sue e lo portò all’altezza del cuore.
<< E’ lui che me l’ha detto >> rispose semplicemente.
<< Non capisco come fai ad esserne sicura >>.
<< Ele >> iniziò Martina << E’ così semplice, non sei mai stata innamorata? >>.
A quelle parole, la più grande non rispose iniziando a giocherellare con le dita dell’altra.
<< No? Mai? >>.
<< No >> disse infine Eleonora << Però quando sono con te…non lo so…è diverso… >>.
Si guardarono di nuovo negli occhi, la ragazza dai capelli biondi era più rossa di prima. Martina le sorrise comprendendo la confusione iniziale che stava provando che però la stava indirizzando verso la giusta consapevolezza. Anche per lei era stato così quando aveva conosciuto Greta.
<< Ehi, tranquilla >> le sussurrò baciandole ancora la mano con l’intento di tranquillizzarla mentre quella che aveva libera andò ad accarezzarle una ciocca di capelli << Non c’è niente di cui avere paura >>.
Aveva appena pronunciato quelle parole, quando sentì le labbra di Eleonora poggiarsi sulle sue. Spalancò gli occhi per la sorpresa ma l’attimo dopo si sentì avvolgere da quella piacevole sensazione che tante volte aveva provato e si lasciò andare. Contraccambiò il gesto chiudendo le palpebre e assaporando quello che stava accadendo. Con la punta della lingua le accarezzò timidamente il labbro inferiore chiedendole il silenzioso permesso di entrare. La più grande si bloccò per un solo istante prima di accondiscendere. Non era riuscita a frenarsi, era stata una tentazione cui non aveva saputo resistere. Voleva toccare quella bocca con la sua, assaporarla e respirare quell’odore della sua pelle che sapeva di buono. Quando si staccarono, Eleonora aveva gli occhi lucidi e le gote arrossate. Martina si leccò le labbra come se avesse assaggiato un ottimo dolce.
<< Piaciuto? >> le domandò avvicinando nuovamente il suo viso a quello dell’altra ragazza e sfiorandole la punta del naso con la sua.
La vide fare un piccolo cenno d’assenso e il cuore di Martina fece le capriole per la felicità. Poi, però, la ragazza dai lunghi capelli dorati si alzò in piedi quasi di scatto.
<< Ehi… >> mormorò la più piccola interdetta da quel cambiamento.
Eleonora scese dal letto a castello e fu subito seguita. Martina la afferrò per un braccio facendola fermare e voltare.
<< Che hai? >> chiese leggermente preoccupata.
Sullo sguardo della più grande era dipinta ansia e preoccupazione.
<< Ti prego >> sussurrò con voce tremante << Non dirlo a nessuno >>.
 
 
 
  
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