Film > Coraline e la Porta Magica
Segui la storia  |       
Autore: alix katlice    28/05/2013    3 recensioni
Sono passati anni dalle vicende narrate in "Coraline".
Una nuova famiglia si è trasferita a Pink Palace.
Riusciranno a non cadere nella tela del ragno? Riusciranno ad uscirci?
*Tematiche delicate*
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altra Madre, Gatto, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Quarto Capitolo.
Dove Alexa e Nathan ripassano Educazione Sessuale e Avrile varca la porticina.

 
 
 
 
 
 
- Tu e quella puttana della tua amante potete anche andarvene a quel paese!
- Cara, non sai cosa stai dicendo, sei arrabbiata e lo capisco, ma ora calmati.
- Non mi calmo affatto! Sai, pochi giorni fa ci ho fatto una bella chiacchierata con Roby, e le ho chiesto ti dicesse che tu sei un verme, che mi fai schifo. E invece? Si trasferisce nell’appartamento sopra di noi.
- Non so perché l’ha fatto, ma io amo solo te, cara!
- Certo, certo. Vaffanculo, Jack.
 
***
 
Julia, la mattina dopo, salì per fare visita alla nuova vicina.
Si costrinse a non guardare in basso, mentre saliva, e quando arrivò alla porta suonò il campanello a fatica.
La porta si aprì.
Davanti a lei, Roberta era raggiante e splendente come sempre, con quella sua aria di superiorità. La squadrò da capo a piedi, poi si decise a parlare.
- Vuole accomodarsi?
Julia la oltrepassò con lentezza, senza rispondere. La casa era davvero bella, in realtà, ma lei non lo avrebbe mai ammesso. Roberta aveva buon gusto in fatto di design, questo glielo si poteva concedere.
- Vuole una tazza di the? – chiese, senza però sorridere.
- Non faccia finta di essere amichevole, cara, perché non le riesce bene.
Roberta finalmente sorrise. In realtà fu più un ghigno che un sorriso, ma non aveva importanza.
- Allora, cos’ha provato quando suo marito l’ha lasciata per venire a vivere qui con me? Rabbia? Disperazione? Angoscia?
- Lui non mi ha lasciato.
E questa volta fu il turno di Julia per sorridere.
Roberta sgranò gli occhi, perdendo tutta la fiducia che aveva in se stessa in meno di due secondi.
- Cosa significa che non l’ha lasciata?
- Significa che abbiamo litigato, ma lui è convinto a restare con me.
Roberta si sedette, come se tutte le sue forze fossero venute improvvisamente a mancare: poi, alzò la testa di scatto, con una  nuova luce negli occhi.
Determinazione.
- La lascerà presto, cara. Questa è diventata una guerra, la mia guerra. Quell’uomo è mio, non importa quanto la ama, verrà da me, alla fine.
- Gliel’avrei ceduto volentieri, prima di questa dichiarazione di guerra. Ora però, accetto. Vuole la guerra? Avrà la guerra.
 
***
 
Nathan era seduto sul letto di Alexa, che si era sdraiata a terra.
Aveva insistito tanto ad entrare, e lei non era riuscita a dirgli di no: perciò ora erano in silenzio da una ventina di minuti, a non fare niente.
In realtà aspettavano l’arrivo della madre.
Erano entrati di corsa, ed Alexa aveva presentato Nathan come il suo ragazzo, proprio come avevano deciso. Jack naturalmente non aveva fatto un piega, perciò aspettavano solo l’arrivo di Julia.
- Cos’hai intenzione di fare per farla incazzare? – chiese Nathan.
Alexa tirò su la testa, puntellandosi sui gomiti.
- Non eri tu l’organizzatore dell’operazione “Saluta il nuovo diavolo della famiglia Ryans”?
- In teoria. In pratica no, tu conosci tua madre, tu sai cosa la fa incazzare.
Alexa ci pensò su un attimo, e il campanello della porta squillò. Improvvisamente si fece attenta.
- Ogni volta che arriva a casa ha l’abitudine di venire a prendersela con me. Se è lei siamo fottuti – disse lei, preoccupata.
- MAMMA!
- Questa era Avrile. Ho un idea, togliti la maglietta – disse Alexa, improvvisamente sicura di ciò che stava per fare.
- Questa è una delle idee più buone tu abbia avuto fino ad ora, Ryans – dichiarò Nathan, che si tolse felpa e maglietta in un unico gesto.
Poi guardò interrogativamente Alexa, che si stava sbottonando la camicia a quadri che indossava: sgranò gli occhi.
- E le cicatrici?
Abbassò lo sguardo per guardarsi il braccio.
- Non le noterà.
Sentirono i passi di Julia salire le scale.
Alexa intanto si era ingarbugliata con la lampo dei suoi jeans, e Nathan corse in suo soccorso. Con un gesto deciso abbassò la zip e le tolse i pantaloni, facendo scorrere le dita sulla sua pelle, in un gesto quasi involontario.
Alexa si voltò verso la porta. Poi, visto che Julia non era ancora arrivata. Fece indietreggiare il ragazzo fino al letto, lo fece sdraiare sul materasso e si mise sopra di lui, a cavalcioni.
Poi avvicinò il viso al suo e lo baciò.
Naturalmente la situazione richiedeva un bacio leggermente più aggressivo di quello che Alexa gli diede, perciò Nathan ribaltò le posizioni, facendola scivolare sotto di lui: iniziò a condurre lui il gioco, approfondendo il bacio, facendo scorrere la mani fino ai suoi polsi e portandoli sopra alla sua testa. Proprio in quel momento Julia entrò.
Ora, tutti potete immaginare la sua reazione a vedere sua figlia che pomicia con uno sconosciuto, in biancheria intima. Aggiungendo che l’altro sconosciuto è senza maglietta.
Aggiungendo che si trovano sul letto di sua figlia, senza che lei ne sapesse niente.
Bene.
L’unica cosa che non si potrebbe immaginare è l’urlo che fuoriuscì dalla sua bocca.
- Che cavolo stai facendo, Alexa?
Nathan staccò la sua bocca da quella della ragazza e si mise seduto, senza mostrare il minimo imbarazzo. Alexa rimase sdraiata, fissando sua madre, anche lei senza sentirsi in imbarazzo.
Almeno apparentemente.
- Salve, signora Ryans. Sono il fidanzato di sua figlia, Nathan Jones. Non si preoccupi, stavamo solo ripassando l’ultima lezione di Educazione Sessuale – disse il ragazzo, sorridendo.
Julia rimase senza parole.
- Le sarei grato se ci lasciasse ripassare in tranquillità – concluse.
Poi, senza lasciarle il tempo di uscire dalla stanza, si richinò su Alexa, alzandole il mento con una mano e iniziando a dedicarsi al suo collo.
- Alexa!
- Mamma dai, lasciaci ripassare – disse lei in risposta, senza curarsi di aprire gli occhi. Cercò di trattenere un gemito quando Nathan le morse il collo, mentre sua madre lasciava la stanza.
Appena la porta si chiuse, i due si allontanarono l’uno dall’altro, e rimasero a fissarsi per un minuto intero, senza parlare: poi scoppiarono a ridere.
 
***
 
Avrile era seduta in giardino, con il Gatto accanto.
Guardava la casa.
Persino da fuori si sentivano le urla della sua mamma, del suo papà e di Alexa.
Doveva aver fatto qualcosa di sbagliato. Ah, era andata a letto con un ragazzo, nella sua camera, e la mamma li aveva colti poco prima che il fatto si verificasse. Sperò che il ragazzo in questione fosse il ragazzo che aveva incontrato lei, Nathan le sembrava si chiamasse.
Guardò la bambola che aveva in grembo, poi guardò il Gatto.
- Gatto, non so cosa fare. Sono stanca di vivere in una casa dove tutti si urlano addosso.
Il Gatto miagolò, e allungò la zampa verso la bambola.
- Cosa vuoi dirmi? Che non ti piace? A me piace.
Il Gatto rimiagolò, e allungò nuovamente la zampa.
- Non ti capisco, Gatto. Cosa vuoi dirmi? Non parlo il Gattese.
Il Gatto rivolse il muso verso Pink Palace. Poi saltò giù dalla roccia dov’erano seduti e corse via.
- Anche il Gatto se ne va, eh bambola? Tu rimani, invece.
 
***
 
Quella sera Avrile non riusciva a dormire.
Si rigirava nel suo letto, pensando alle urla dei suoi familiari, alla scuola, dove non aveva nessun’amica. La sua vita non le piaceva, quasi aveva iniziato a considerarsi inutile.
Sentì, improvvisamente che la bambola non c’era più.
Si alzò dal letto e, in punta di piedi, si diresse verso la porta. Poi però si ricordò della volta precedente, quando la sua bambola era sparita e l’aveva ritrovata vicino alla porta del salotto.
Si avvicinò alla valigia dove aveva buttato la chiave e la prese con se.
Scese le scale, il più silenziosamente possibile, e arrivò nel salotto.
Aveva ragione: la sua bambola era lì.
La afferrò, e rimase a guardare la porticina. Era indecisa: aprirla o non aprirla?
Alla fine optò per la prima opzione.
La mano le tramava mentre infilò la chiave a bottone nella toppa e fece scattare la serratura.
Aprì la porta.
Lanciò un piccolo gridolino di sorpresa: i mattoni rossi erano scomparsi, e al loro posto c’era un lungo corridoio, la cui luce era soffusa e viola.
Avrile diede un occhiata dietro di se, per vedere se c’era qualcuno che la stava osservando.
Poi oltrepassò la porta.
Un nuovo gioco.

 

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Coraline e la Porta Magica / Vai alla pagina dell'autore: alix katlice