Serie TV > Da Vinci's Demons
Ricorda la storia  |       
Autore: LullabyPotter    28/05/2013    5 recensioni
Alessia Augusti è una vecchia amica di tre personalità completamente diverse tra loro.
Una è Leonardo da Vinci, da poco divenuto Maestro. La seconda è Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. L'ultima è Lorenzo de' Medici, il padrone di Firenze.
Alessia dovrà imparare molto presto a destreggiarsi tra un amore impossibile, un'amicizia fraterna e le gelosie dei potenti.
Riario slacciò le dita da quelle di Alessia e fece scorrere l'indice sul profilo della ragazza. «L'oscurità non è poi così male, quando ti ci abitui.» disse, con un leggero sorriso.
Alessia lo guardò di sbieco. «Io non sono mai entrata nell'oscurità.»
«Fin'ora.» replicò Girolamo.
«Fin'ora.» confermò ella, annuendo.

_Eagle ||
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Lorenzo Medici, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell'autrice: questa fanfiction è nata da un sogno che ho fatto due notti fa. Non sarà particolarmente lunga, mi limiterò a seguire ciò che ho sognato. Non seguo nessun momento particolare del telefilm: di conseguenza, Firenze non è ancora in guerra con Roma e Leonardo non ha ancora ricevuto la visita del Turco. Spero che vi piaccia.

Eagle


 

Prologo

Alessia aveva sempre trovato Firenze magica. Aveva qualcosa che le altre città non avevano; era quasi più mistica persino di Roma.
Si lasciò scappare una risata. Se avesse detto ciò che aveva appena pensato ad alta voce e Girolamo l'avesse sentita, si sarebbe beccata sicuramente una ramanzina che sarebbe durata ore.
I suoi occhi scuri si posarono sull'ingresso di una bottega. Sorridendo per aver trovato la sua meta, vi entrò.
Diversi artisti erano al lavoro sui diversi tavoli divisi ordinatamente in due file verticali.
Alessia cercò con gli occhi qualche figura famigliare. Verrocchio parlava con un ragazzetto basso, dai capelli biondi, vicino alla statua del volto umano diviso in diverse sezioni rettangolari.
Tenendo appena alzato il vestito si diresse in quella direzione.
Il ragazzo biondo sembrava attento ad ascoltare quella che sembrava una lezione sulle diverse tecniche di pittura.
«Vedo che non avete perso il vostro entusiasmo.» disse, con la sua voce cristallina.
Nico la notò in quel momento e il suo viso si illuminò nel vederla; Verrocchio, invece, non la riconobbe subito. Quando però si voltò e la vide sul suo volto si disegnò un sorriso felice. «Alessia!» esclamò, abbracciandola. Ella ricambiò con calore, per poi salutare Nico allo stesso modo.
«Cosa ci fai qui?» chiese il ragazzo non appena lei si fu scostata.
«Cercavo Leonardo.» rispose, guardandosi attorno. «È immerso nelle sue carte come sempre?»
Verrocchio annuì. «Credo che se lo disturbi tu, però, non dovrebbe fare lo schizzinoso.» si scostò indicandole la porta oltre la quale Leonardo stava lavorando.
«Attenta ai carboncini volanti!» esclamò Nico, mentre si dirigeva verso la porta. Alessia gli rivolse un sorriso allegro.
L'uscio era semi aperto, così ella appoggiò una mano sul legno e spinse delicatamente. «Leonardo, sei qui?» domandò. Nella stanza, ricolma di appunti appesi alle pareti e sparsi per diversi tavoli, c'era uno strano odore, di... decomposizione.
Un giovane uomo che doveva avere poco più di trent'anni, dai capelli scuri dall'acconciatura improponibile e la barba mediamente lunga era chino sul cadavere di un uomo, intento a studiarne gli organi interni.
Fortunatamente, Alessia era troppo abituata agli strani esperimenti di Leonardo per badare a ciò che egli aveva raccolto attorno al corpo morto. Si avvicinò al tavolo e piegò leggermente il busto, guardando un Leonardo che non si era nemmeno accorto del suo arrivo.
«Quando la smetterai di essere così macabro?» l'inventore alzò finalmente il capo e un sorriso allegro affiorò alle sue labbra.
«E tu che cosa ci fai qui?» domandò, tenendo in una mano un indefinito strumento per autopsie e parte di un polmone nell'altra.
«Sono venuta a trovarti, Maestro smemorato.» rispose lei, ridendo. «O non hai ricevuto la mia ultima lettera?»
«Certo che l'ho ricevuta.» si difese lui, annuendo col capo. Appoggiò ciò che aveva in mano sul tavolo, si pulì le mani con una salvietta che un tempo era stata bianca e abbracciò la ragazza. «Sono contento di averti qui, sorellina.» disse. Poi, si scostò e la tenne per le spalle. «Fatti guardare: non sei cambiata affatto dall'ultima volta.»
Alessia aveva un corpo esile ed elegante. Nonostante fosse nata in una umile famiglia, aveva un portamento degno di una nobildonna. I capelli ramati, lunghi fino alle reni, erano mossi e lasciati sempre liberi. Sotto alle sopracciglia chiare spiccavano due occhi color della terra. Il naso era piccolo e dritto, mentre la bocca non troppo grande e carnosa, tinta di rosa.
Indossava un lungo abito color panna, che copriva i piedi fasciati da alti stivali di cuoio scuro. Si era sempre concessa due soli gioielli: il primo era un ciondolo raffigurante un passero ad ali spiegate, dono di Leonardo; il secondo era un bracciale d'argento con disegnato un giglio, dono di Girolamo. Entrambi, avevano colto con quei doni l'essenza di Alessia: la sua libertà e la sua purezza. Ella era una ragazza dolce e sincera, che riusciva a farsi amare da chiunque la conoscesse.
«Com'è andato il viaggio?» chiese Leonardo, dopo averla osservata per qualche secondo.
«Lentamente. Sono felice di essere arrivata.» rispose ella, spostandosi una ciocca ramata dietro l'orecchio.
«E... l'entrata in città?»
«Non mi ha notata nessuno.»
Tempo addietro, Alessia non era stata benvista, a Firenze. Qualcuno aveva cominciato a spargere la voce che fosse una strega, alleata col Diavolo, e sebbene Lorenzo de' Medici in persona avesse sistemato la faccenda in città c'era ancora qualcuno che credeva a quella storia.
Nessuno di coloro che conoscevano Alessia lo credeva possibile: non c'era anima più buona in tutta Firenze. Eppure le voci giravano e lei era ormai stata marchiata.
Nonostante questo, però, ella non rinunciava a tornare nella città dell'arte. Vi erano molte persone che amava, e Firenze era per lei una seconda casa.
Leonardo annuì e ricoprì il cadavere.
«Lo sai che molti potrebbero non apprezzare di avere un cadavere a poche braccia di distanza.» commentò lei, osservando i movimenti dell'inventore.
«Non lo sa nessuno. Me lo ha portato Zoroastro questa mattina. Solo Nico è a conoscenza della presenza del nostro amico.» replicò Leonardo. «Hai già salutato Verrocchio?»
Alessia annuì mentre uscivano e Leonardo richiudeva la porta. «Credo di dovermi recare a Palazzo Medici, adesso.» disse invece. «Avevo scritto anche a Lorenzo che sarei venuta e immagino si aspetti un saluto.»
Leonardo allargò le braccia. «Vengo con te allora.»
«Mi ricordo ancora dove si trova il palazzo.» replicò la ragazza, con fare scherzoso. «Ma non disdegno la tua compagnia.»
Leonardo le offrì il braccio e Alessia, ridendo, accettò.

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Da Vinci's Demons / Vai alla pagina dell'autore: LullabyPotter