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Autore: ElderClaud    13/12/2007    5 recensioni
Sakura voleva essere forte.
Voleva essere forte come lui. Perché lui… Solo lui incarnava in tutti i sensi la parola “forza” ! Ma lei però non poteva sapere… Che anche lui dopotutto… Voleva essere come lei ! (Pairing : Kisame x Sakura )
ATTENZIONE! Storia totalmente restaurata!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kisame Hoshigaki, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è decisamente vecchia, e per questo ho deciso di sistemarla un po'. Dopo tre anni che sono su EFP, ho notato che il mio stile di scrittura è comunque migliorato, e per questo ora trovo opere come questa - vecchia di due anni - decisamente infantile e un po' ingenua. Pertanto ho sistemato la punteggiatura e la forma.
Buona lettura.

Attenzione : Quella che vi apprestate a leggere è una Kisame x Sakura. Se non vi aggrada la coppia non leggete. O comunque, leggete pure ma non criticate il pairing.
Grazie infinite.

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La mia forza


Konoha, Paese del Fuoco, sabato mattina.

Quel giorno Sakura era andata di buona lena ad allenarsi presso il fiume.

Lo faceva spesso, dato che era il suo posto speciale. Se così lo vogliamo chiamare.
Forse quello, era l’unico luogo al mondo dove non rischiava di causare danni a nessuno a causa della sua immensa forza.
Forza...
Ad essere sinceri, Sakura non si riteneva forte. Era la gente che la riteneva tale. Con gli anni aveva acquistato più fiducia in sé stessa,  questo era vero, ma non si era mai sentita affatto forte.
Per niente.
Aveva commesso sempre troppi errori durante le missioni, e questo a volte le era costato quasi la vita, o peggio, quella dei suoi compagni.
Quel luogo quindi, per lei rappresentava quasi una valvola di sfogo.
Era praticamente, il suo piccolo tempio privato.

Ma non quel giorno.

Notò subito che qualcosa non andava. C’era una strana atmosfera nell’aria, vi era più umidità e tutto pareva essere ricoperto di un sottile velo biancastro.
Quasi come... Nebbia?!
Ed era strano questo, poiché le acque del fiume scorrevano piuttosto veloci non permettendo così al liquido di stagnare e formare vapore.
C’era qualcosa che non andava, e questo decisamente non le piaceva.
Il sospetto ebbe la meglio sul buon senso, ed incuriosita si avvicinò a quelle acque impervie, che sembravano tutto fourchè vittima di qualche incantesimo. E questa volta notò davvero qualcosa di estremamente strano.
Perché accanto ad un tronco mezzo morto, erano stati adagiati degli indumenti fin troppo conosciuti.
La divisa dell’Akatsuki le era fin troppo nota oramai.
Ed ebbe paura Sakura, perché aveva già affrontato un nemico di quel gruppo non molto tempo fa. Ed era quasi morta nel cercare di batterlo.
La fanciulla si mise subito sulla difensiva, ben consapevole che comunque, da sola, aveva poche speranze di uscirne viva.
Perché ancora non sapeva con che razza di nemico aveva a che fare.
Un nemico, che incarnava correttamente e in tutti i sensi la parola forza.

[...]

“Beh?! Che diavolo hai da guardare ragazzina?!”

Era uscito dalle acque così all’improvviso che lei, a momenti, non se ne era neppure accorta.
Tanto che letteralmente sbiancò a quella terribile visione. Sono perduta, pensò in un primo momento
E non perché lui era completamente nudo, non perché la sua pelle era di un assurdo colore azzurrognolo. Ma perché la sua aura le parlava in maniera fin troppo chiara, che lui - solo lui - era il padrone della forza. Della vera forza e non di quella esercitata da lei, e tanto esaltata dai suoi stessi compagni.
La parola stessa era una sua proprietà, si poteva aggiungere.
L’aveva superata come se niente fosse per dirigersi sicuro verso i propri vestiti, come se di fronte a lui ci fosse stato un innocuo bambino anziché un chunin esperto.
Lei lo osservava, ed era incapace di dire una sola parola sensata. Perché sapeva benissimo chi aveva di fronte.
“Che cè?! non hai mai visto un uomo nudo ragazzina?! Non te le insegnano queste cose giù in accademia?!” la canzonò lui, mentre prendeva da terra i propri abiti.
E ridacchiava nel vederla distogliere lo sguardo umiliata, perché lei davvero non poteva nulla contro di lui.
Non poteva nulla contro Hoshigaki Kisame.
Si rivestì con calma, e con un rapido gesto del braccio estrasse dal tronco cavo la sua spada Samehada - lo scettro della sua forza - e guardò con più malignità la fanciulla sconfitta. Sì, era già sconfitta senza aver sostenuto nessun combattimento.
 “Vuoi combattere bimba?!”
Trasalì Sakura, nel sentire quella domanda fin troppo ambigua. Notando con sempre più disagio che quell'individuo si stava sempre più avvicinando a lei. Che doveva fare, maledizione?
Non ci pensò su due volte, se voleva il suo corpo vivo o morto, doveva prima cercare di guadagnarselo.
Si mise immediatamente sulla difensiva, pronta a scattare ad un qualunque suo brusco e sospetto movimento che fosse. Questa volta avrebbe dato prova della sua forza, anche a costo di apparire ridicola al proprio nemico.
Rise ancora di più lui, nel vederla così risoluta. E non ci pensò due volte a partire alla carica.

[...]

“Sulla sinistra... Sulla sinistra, accidenti!”
“Cosa...?!”
“ATTENTA!”
“Merda!”

Il colpo fu talmente potente da farla volare via per parecchi metri. Facendola così precipitare in maniera rovinosa sul ciottolato del greto del fiume, procurandole non poco dolore.
“Sakura! Tutto bene?!”
Era strano - quasi buffo - sentire la sua stentorea voce così preoccupata per la sorte della sua giovane allieva.
Esattamente così, proprio sua allieva.
Si perché ora Sakura Haruno era divenuta l'allieva di Kisame. Del terribile demone squalo.
Poteva apparire incredibile vero?! Ed era solo il frutto di una incredibile coincidenza. Anche se era meglio chiamarla follia.
Una follia di entrambi.
Perché lei una settimana fa aveva perso contro di lui, in maniera decisamente umiliante. L’aveva battuta senza troppe difficoltà, con l’onda d’urto generata da un fendente della propria spada.
Con un’onda d’urto. Non l’aveva neppure sfiorata con quella dannata spada.
Appena iniziato il combattimento, Sakura non ebbe neppure il tempo di prendere l’iniziativa che era già stata messa al tappeto.
E si sentì davvero morire dentro quel giorno la giovane donna, sentendo chiaramente l'orgoglio farsi in tanti minuscoli pezzi a quella sua sconfitta senza eguali.
Perché non era possibile che lei, addestrata dalla godaime in persona, perdesse in maniera così spudorata.
Ritrovandosi brutalmente, e controvoglia, a rigettare dagli occhi lacrime amare. Lacrime di rabbia mista ad una tremenda umiliazione.

“Perché... Perché non sono forte maledizione?!”
“Perché ti devi allenare. Ecco perché!”

Fu la voce di lui ad interrompere le sue lacrime, e lo fece con tono grave e autoritario.
Non la uccideva?! Perché esitava?!
Aveva vinto su di lei, poteva farle tutto quello che voleva, ma non sembrava interessato alla vittoria appena ottenuta. Neppure mentre si avvicinava a lei, la boriosità della vittoria pareva non voler apparire da quel volto terribile.
Quando poi le chiese, quasi scherzando, se lei voleva allenarsi assieme a lui per diventare più forte, a momenti Sakura non si mise a ridere.
Perché mai un mukenin traditore, che aveva tentato addirittura di uccidere il mizukage del proprio villaggio, avrebbe avuto il piacere di seguire un nemico?!
Glielo chiese questo, ma lui non le diede risposta. Le disse solo, in modo piuttosto sibillino, che se voleva davvero diventare forte quanto lui doveva presentarsi lì in quel posto anche domani.
Una strana proposta che avrebbe messo in guardia chiunque. Ma stranamente su di lei sortiva un effetto assai strano.
Anche se la sua testa le diceva di lasciare perdere - anche se le diceva con rabbia di chiamare aiuto - Sakura il giorno dopo si presentò puntuale per quel suo assurdo allenamento. trovandolo come promesso presso il greto del fiume, assai compiaciuto della celta fatta.
E andò avanti così per una intera settimana.
Tanto che la ripugnanza naturale che nutriva per il proprio nemico, era pressoché scomparsa iniziando addirittura a chiamarlo “maestro”.
“Maestro Kisame...”
Rise a quel pensiero, perché si sarebbe solo dovuta vergognare di aver accettato una cosa simile.
Ma la sete di forza era davvero tanta. E lui, bene o male, aveva con lei un rapporto estremamente professionale.
Ad entrambi interessava solo allenarsi insieme, tutto ciò che riguardava la politica o la etica morale era fuori da ogni discussione.

“Ti distrai un po’ troppo facilmente Sakura. Ma per lo meno oggi è andata meglio di ieri!”
L’aiutò a rialzarsi con il suo solito ghigno da vincitore stampato sulle labbra, dopo l'ennesimo combattimento rovinoso ai danni di lei.
Tuttavia la fanciulla sapeva fin troppo bene che quel sorriso non era affatto derisorio. Per quel poco che era arrivata a comprendere di lui in quel lasso di tempo, alle sue spalle quell'uomo aveva non poche brutali esperienze personali alle proprie spalle. Roba che lei non aveva mai sperimentato prima.
Non gli avevano mai insegnato a sorridere. La sua vita era sempre stata un tormento, come quella di qualsiasi ninjia che non fosse nato in epoca di pace.
Si avvicinarono un po’ zoppicanti verso il fuoco acceso poco prima l'allenamento, e si sedettero comodamente sulle coperte improvvisate a cuscini.
“Stai migliorando sai?!”
Sorrise debolmente lei, perché anche se le sue parole erano veritiere, lei non si sentiva ancora potente. La sete di potere non vede mai il fondo della bottiglia.
Con calma la ragazza, estrasse dallo zainetto che si era portata dietro la colazione per entrambi. L’aveva preparata lei, ma la cosa non sembrava minimamente “turbarlo”.
Era una gentilezza tra allievo e maestro. Tutto qui.
Porse il piccolo cesto al mostro blu, e l’altro se lo tenne per sè. Iniziando dunque a mangiare.
Ma fin da subito la chunin, non poté fare a meno di notare come la sua espressione mutò quasi immediatamente in una faccia perplessa, notando qualcosa di strano all'interno del proprio pranzo.
“Sakura... Sbaglio o il mio piatto è un po’ più - cercò le parole adatte a descrivere ciò che vedeva - Elaborato del tuo?!”
Non stava dicendo una balla, ma lei non aveva decisamente voglia di dargli spiegazioni complicate. Liquidando la faccenda con poche e imbarazzate parole.
“Non ho fame maestro...”
Una scusa fin troppo banale ma comunque mai fuori moda. Ovviamente non poteva dirgli che stava cominciando a nutrire rispetto per la sua minacciosa figura. Sarebbe stato troppo strano oltre che sbagliato
Dopotutto lui era un nemico, e lei stava con lui solo per essere più forte, in un egoistico sentimento di brama di potere. Non poteva portare rispetto in maniera evidente a quella persona, dato che se lo avesse fatto, avrebbe sicuramente tradito il proprio villaggio.
E in un pesante silenzio calato su di loro, mangiarono quasi tutto il loro pasto senza spiccare una parola.
Ma arrivati a quel punto, Sakura non riusciva davvero più a stare zitta. Non ce la faceva più!
Lei doveva sapere il perché lui avesse improvvisamente deciso di seguirla negli allenamenti, anzichè ucciderla nell'immediato. Anche a costo della vita.
Prese coraggio e sospirò a lungo prima di iniziare a parlare.
“Maestro...”
La sua voce era così sottile che a momenti lui non se ne accorse.
“Uh?! Che cè Sakura?!”
Aveva appena finito di mangiare, ed era ora intento ad accendersi la pipa da oppio in ceramica. Una volta che il tabacco fu acceso all'interno del fornelletto,un intenso aroma si propagò velocemente intorno alle due figure.
“Io... Oh insomma! Non ce la faccio più! Mi vuoi spiegare una volta per tutte perché tu, Un mukenin traditore, abbia deciso di allenare così all’improvviso una stupida ninjia nemica?! Ti annoiavi forse?!”
La ragazza parlò velocemente e tutto d'un fiato, ed era evidente che il suo sfogo era dettato quasi dalla disperazione. Ma lui, tuttavia, decise di reagire in un modo totalmente inaspettato.
Semplicemente si mise a ridere. Facendola ulteriormente irritare.
“Sakura, forse ora ti arrabbierai... Ma devo confessarti che è da parecchio  tempo che ti osservo! Prima di incontrarti venivo spesso in questo luogo per rilassarmi - lasciò anteporre un breve silenzio meditativo poi continuò - E spesso avevo occasione di vedere una ragazzina che si allenava come una matta, e poi piangeva disperata”
Inalò con calma l'aroma del tabacco nei polmoni, e di scorcio osservò il volto della giovane allieva.
“Una ragazzina che si malediceva per non essere abbastanza forte per difendere i propri cari, e con rabbia chiedeva al cielo il perché lei non fosse forte. Il perché non avesse potere!”
Era ovvio che si riferiva a lei, e il suo sorriso sottilmente malizioso lo confermava.
“E quando ti ho visto, non ho potuto fare a meno di paragonarti a me. Anche io da giovane chiedevo al cielo di donarmi la forza necessaria per proteggere chi amavo”
Amare?! Lui?! Cosa un pò strana data la fama di mostro sanguinario. E questo le dette un minimo di collera in corpo, tanto da farla sbottare quasi indignata.
“Però tu alla fine hai ottenuto ciò che volevi!”
Trovava assurdo che una persona così sbagliata fosse stata un tempo molto simile a lei . Lui era un “cattivo” maledizione! Come si permetteva di fare simili paragoni?!
Sorrise lui, nel vederla così arrabbiata. Ma prima di risponderle adeguatamente, inalò altro dolce fumo dalla lunga pipa.
“Eh, eh! So che adesso tu sei arrabbiata con me, ma credimi! Se ho ottenuto ciò che volevo è stato solo facendo una cosa sbagliatissima. Ovvero... Quello di diventare ciò che sono adesso”
Sussultò Sakura, nel sentire quelle parole. Lui aveva ottenuto forza solo comportandosi male nella vita?! Ma perché maledizione?!
Allora... Tutti gli insegnamenti che le avevano inculcato fin da piccola non servivano a niente?! Bisognava seguire la via sbagliata per essere forti? No, era assolutamente inaccettabile, e su questo concordò pure lui.
“Ottenendo forza e potere comportandosi male è la via più facile Sakura, ma presto ci si pente subito di averlo preso in quel modo. Perché ti accorgi inesorabilmente di aver perso in realtà tantissimo. In primis gli affetti di chi avevi vicino, oppure, la poca stima di chi già ti considerava un mostro fin dalla nascita...”
Quell'ultima frase era riferita a lui ovviamente. Propro come immaginava, non doveva aver avuto una infanzia felice. Forse i veri mostri nascono dalla cattiveria della gente e non dalle favole.
E tale pensiero, dopo aver sparato un mare di cazzate, la fece vergognare della propria avidità.
“Kisame... Io...”
“Non cè bisogno che ti scusi”
Arrossì lei, perché effettivamente il suo pensiero era stato relativamente sciocco negli ultimi tempi.
Ottenere forza a tutti i costi? Per cosa poi? Per finire come lui?!
In silenzio quindi, osservò il suo “maestro” alzarsi in piedi e raccogliere con eleganza la propria spada conficcata nella terra. Poi, sempre dandole le spalle, si diresse con decisione verso il torrente.
“Se ho deciso di allenarti, è perché in te vedo quello che un tempo sono stato io. Un ragazzo pieno di speranze ma assetato di forza. E io non voglio che la stessa disgrazia che è capitata a me, succeda pure a te Sakura. Se seguirai i miei insegnamenti, Otterrai ciò che vuoi in modo onesto...”
Poi si immerse nelle acque e lì scomparve. E con essa anche la nebbiolina che di norma avvolgeva sempre i loro appuntamenti.
La fanciulla sospirò, al pensiero di quelle ultime parole. Perché lei era stata davvero tentata di ottenere forza con la via più facile in assoluto.
Ma chi meglio di lui poteva dissuaderla dal commettere una azione del genere?
Chi se non una persona che, essendo già immersa nelle tenebre, può ben comprendere le emozioni che provava? Potendo magari già “salvarla” da una possibile catastrofe?!

Non c’era nulla da fare, se Sakura voleva ottenere la Forza... Doveva seguire il blu.



Come potete vedere cari lettori, sono tornata con un’altra flashfic ! non so quanti capitoli saranno, ma di sicuro (forse) ne farò tre ! Come era già successo per “Il mio credo” , flashfic con protagonista la coppia HidanxHinata !
Mi ero già cimentata in passato con la coppia KisamexSakura in una one shot abbastanza particolare. Questa fic, va considerata in un certo senso l’antefatto de “Il blu e il rosa” !
Come ultima cosa vi chiedo solo una cosa : Commentate… Commentate… Commentate !!!

Un bacio a tutti dalla vostra ElderClaud !

   
 
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