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Autore: wivnter    28/05/2013    4 recensioni
"Non credevo nell’amore,e invece?lui mi ha cambiata,mi ha fatto capire cos’è l’amore,devo dire grazie a lui se sono la persona che sono oggi,non avrei mai pensato di amare così qualcuno…."
Questa storia sarà diversa dalle altre non sarà tutta rose e fiori.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Isa svegliati dai, dobbiamo accompagnare Mar a scuola >> esclamò la squillante voce di Lena, interrompendo drasticamente il mio sonno. 
Io protestai rispondendo con un soffocato mugolio, ma alla fine fui costretta ad alzarmi, la mia amica sapeva essere molto convincente quando voleva: ergo, mi avrebbe rovesciato un secchio d’acqua gelata in faccia.
<< Chiamo Niall >> dissi arrendendomi e scendendo dal letto. 
Stancamente composi il numero e attesi l’allegra voce del mio amico rispondermi: rimanemmo d’accordo che ci avrebbe raggiunto tra una ventina di minuti, poi avremmo accompagnato Mar a scuola, che per nostra fortuna distava solo un centinaio di metri dalla nostra, così non avrei dovuto camminare molto. 
Ancora assonnata mi vestii, poi una volta che tutte e tre fummo pronte scendemmo per mangiare qualcosa. Non feci molta attenzione nel preparare la colazione, tanto che buona parte del latte finì fuori dalla tazza e il caffè di Lena rimase nella moca, ma avevo troppi pensieri nella testa per farci caso: i messaggi di Louis, le sue parole, quello che gli era successo. Perché non voleva dirmelo?! Cosa aveva da nascondere?! Sentivo ancora la rabbia ribollirmi. 
Strinsi il cellulare irritata per, quella che consideravo, una mancanza di fiducia di Louis nei miei confronti, ma l’apparecchio vibrò, facendomi sussultare: Niall era arrivato. 
<< Andiamo, Niall è fuori >> dissi, recuperando zaino e giacchetto e venendo imitata dalle due sorelle.
<> ci salutò Horan.
<< Ma buongiorno bel biondo >> esclamai io saltandoli addosso. Anche Mar e Lena lo salutarono, poi ci dirigemmo verso le scuole.
Camminammo in silenzio per buna parte del tragitto: io troppo pensierosa per parlare, Lena e Mar troppo assonnate per farlo. 
L’unico che sembrava essere di buon umore di prima mattina era Niall, il biondo infatti, aveva tentato, invano, di istaurare un qualche tipo di conversazione con noi, ricevendo però in risposta solo una serie di monosillabi. 
Un po’ mi dispiaceva, ma non ero davvero dell’umore giusto per chiacchierare.
<< Okay, che succede Isa? >> esclamò alla fine Niall. 
<< No, niente. >> 
Al mio fianco Lena mi strinse la mano per farmi capire che lei c'era. 
<< E' per Louis? >> continuò Horan, che non si era bevuto il mio mogio “no, niente”.
Io lo guardai, indecisa sul da farsi, poi annuii, era il mio migliore amico e mi conosceva abbastanza bene da non lasciarsi incantare da un finto sorriso.
<< Nessuno vuole dirmi chi è stato a ridurlo così >> aggiunsi, poi.
Vidi Niall diventare di sasso e la sensazione che lui sapesse qualcosa mi colpì come una doccia gelata. 
Niall sapeva qualcosa? Il mio migliore amico sapeva la verità e non mi aveva detto niente? No, non potevo crederci. 
<< Niall? >> lo chiamai e nella mia voce sentii il gelo. << Tu sai cosa è successo? >>
Sperai che dalle sue labbra uscisse un “no, ma che ti salta in mente”, ma lui non disse niente, furono i suoi occhi a parlare e in quel suo sguardo color cielo potei leggere la verità: lui sapeva ogni cosa. 
<< Tu sai tutto?! Sai tutto e non mi dici niente?! Bel migliore amico, sì! >> esclamai aumentando il passo. 
<< Isa aspetta! >> mi chiamò Niall, ma io lo ignorai continuando per la mia strada, fino a che non mi afferrò il braccio costringendomi a fermare. << Isa ferma, per favore! Io.. non posso dirti niente.. Ti prego non arrabbiarti con me. >>
Ritirai il mio braccio con uno strattone.
<< Tutti mi state prendendo in giro! TUTTI! Adesso mi sono stancata! Sai come sono fatta, queste cose non le reggo, non le sopporto le bugie! Ma forse mi sbaglio, tu non mi conosci per niente >> esclamai scappando via. 
Sentii una lacrima rigarmi il mio volto, ma perchè mi devono mentire tutti?! 
<< Isa, aspetta! >> 
Mi voltai e vidi Lena e Mar corrermi trafelate dietro. 
<< Voglio stare sola. >> 
Lena sbuffò. << Isa ti do ragione su tutto, ma non ti lasceremo sola. >> 
Vidi Mar annuire e il sorriso, anche se leggero, ritornò, almeno loro non mi prendeva in giro. 
<< Spero solo di non incontrare nessuno di loro stamani. >> 
Lena rise. << Lo sai vero che vengano nella nostra scuola? >>
Sbuffai. << Lena, devi essere per forza così pignola? >> 
Lei mi fece la linguaccia e tutte e tre scoppiammo a ridere. 
Arrivammo a scuola di Mar, dove la lasciammo con la promessa che mi avrebbe chiamato quella sera, poi io e Lena raggiungemmo la nostra, dove vidi i fantastici cinque davanti alla porta d'ingresso.
<< Lena passiamo dal retro. >> 
Lei annui seguendomi, ma purtroppo il mio desiderio di passare inosservata non si realizzò: loro ci videro e, come se niente fosse, ci salutarono non ricevendo però risposta da me, che proseguii per la mia strada senza neanche voltarmi.
Una volta dentro io e la mia amica ci separammo, raggiungendo ognuna il proprio armadietto, dove, almeno al mio, mi aspettava una bella sorpresa: appoggiato con le bracci incrociate stava Louis, che non appena mi vide mi venne incontro esclamando << Isa, possiamo parlare? >> 
<< Non ho niente da dirti >> risposi scansandolo per recuperare le mie cose. << E se non ti dispiace dovrei andare in classe. >> 
Feci per sorpassarlo, ma lui mi afferrò il braccio tirandomi a sé. << Senti mi dispiace. Mi dispiace che tu sia arrabbiata con tutti per colpa mia. >> 
<< Dimmi la verità allora >> dissi incrociando il suo sguardo.
Lasciò la presa distogliendo gli occhi dai miei. << Non posso. >> 
Io risi, ma non c’era gioia nella mia risata. << Ciao Louis. >> 
E me ne andai. Lo sentii chiamare il mio nome, ma non mi voltai e una volta di fronte alla porta di classe entrai. 
<< Signorina è in ritardo >> mi sgridò il professore,
<< Scusi professore >> risposi sfoderando la mia migliore faccia da cucciola.
Lo vidi ridere, poi facendo un gesto come se volesse scacciare una mosca mi invitò a sedermi. << Dai vai a posto, sei fortunata, mi sono svegliato bene questa mattina. >> Io risi dirigendomi verso il posto che Lena mi aveva tenuto. 
<< Dove ti eri cacciata?>> mi sussurrò arrabbiata.
<< Louis mi ha trattenuta, ma sono venuta via subito. >> 
La vidi alzare gli occhi al cielo. << Non si arrenderà. >> 
<< Bé, nemmeno io. >>
Le lezioni proseguirono lentamente, troppo lentamente e tra un’ora di matematica e una di storia arrivammo a fine giornata.
<< Isa io devo andare via subito, mi aspetta nonna. Che palle >> si lamentò Lena.
<< Tranquilla Lena, ci sentiamo oggi >> risposi ridendo, poi dopo averle schioccato un bacio sulla guancia mi incamminai verso casa.
Come sempre quando mi trovavo a camminare da solo estrassi il mio mp3, la musica era la compagna migliore, feci per mettermi una cuffia quando mi sentii chiamare da una voce fin troppo conosciuta: Harry Stiles. 
<< Che vuoi? >> domandai con voce dura, quando fu al mio fianco. 
<< Isa non puoi arrabbiarti con tutti noi. >> 
Diceva sul serio? Certo che potevo farlo! Avevo tutto il diritto di essere arrabbiata, mi stavano mentendo! 
<< Non posso?! Harry, mi state prendendo in giro! Tutti lo state facendo, persino il mio migliore amico! >> 
<< Se potevamo dirtelo, lo avremmo già fatto. E’ una decisione che spetta a Louis. >>
<< Si, è vero spetta a lui, ma non spetta a nessuno prendermi per il culo Harry! Ora devo andare, ciao >> conclusi aumentando il passo. 
Una volta arrivata a casa, trovai un biglietto di mia madre che diceva che non sarebbero tornai per pranzo. Fantastico almeno ero sola e potevo rilassarmi. 
Iniziai a preparare qualcosa da mangiare e tra una fetta di prosciutto e una di pane, controllai il cellulare notando un messaggio da parte di Niall:
- Isa, ti prego, odio litigare con te. Per favore io non posso dirti nulla, ma non odiarmi per questo. Io ti voglio bene, per favore Isa. Niall. -
L’ennesima lacrima mi rigò la guancia, anch'io odiavo litigare con lui, ma odiavo ancora di più la falsità. 
Avevo appena addentato il mio panino extra farcito quando sentì bussare alla porta, senza preoccuparmi andai ad aprire, probabilmente era qualche vicino o Lena, fuggita in qualche modo da sua nonna, ma quando aprì rimasi di sasso: non erano né i vicini né tanto meno Lena.
<< Louis, cosa ci fai qui?! >> 
Senza neanche aspettare il mio invito entrò chiudendosi la porta alle spalle. << Voglio chiarire. >> 
Io lo fulminai con lo sguardo, poi aprendo nuovamente la porta esclamai << Vattene Louis! >> 
<< Isa cazzo, perchè non capisci?! Io voglio proteggerti e se ti dicessi qualcosa non potrei più farlo. >> 
<< Proteggermi da cosa Louis?! Parla cazzo! >> 
Stavamo entrambi urlando. 
<< DA ME ISA! TU NON CAPIRESTI. >> 
Io lo guardai a bocca aperta, ma che diavolo stava farneticando?! Lentamente mi avvicinai e poggiandogli una mano sul braccio chiese << Ma cosa stai dicendo? >> Lui tirò un calcio alla porta. << La verità Isa. Voglio proteggerti, per questo non parleremo più. >> 
Sgranai gli occhi a suono di quelle parole e per un attimo ebbi come l’impressione che il mio cuore si stesse fermando. << E non parlandomi più risolveresti qualcosa?! >>
Lui annui. << Sari al sicuro. >>
<< Ti sbagli. Qualsiasi cosa stia succedendo, io ci sono dentro dall'altra sera, da quando mi hai baciata, perchè da quel momento non faccio altro che pensare a te. Lo capisci questo?! >> 
Louis si avvicino. << Tu non capisci quando sei in pericolo con me. >> 
<< Non mi importa >> risposi facendo un altro passo verso di lui.
Sorrise. 
<< Non sai quando vorrei baciarti in questo momento. >> 
<< E allora fallo. >> 
Ci baciammo e in quel momento il mondo intorno a me scomparve: c’eravamo soltanto noi, io e Louis.
In quel momento mi sentì completa, come se lui fosse stato creato appositamente per me, come se lui fosse la mia metà mancante. 
Ci baciammo a lungo e quando ci separammo i nostri occhi si incrociarono, incapaci di distogliersi l’uno dall’altra. 
<< Ti prego Louis >> sussurrai. << Dimmi la verità. >> 
Lui sospirò annuendo. << Okay, ti dirò tutto. >> 
Lo invitai a spostarsi nel salone adiacente alla cucina e ci sedemmo sul divano, io gli presi la mano aspettando che parlasse.
<< Io.. Non sono mai stato il cocco di mamma e papà, fino a poco tempo fa mi drogavo. Ero entrato in un brutto giro da cui Harry e gli altri mi hanno aiutato ad uscire.
<< Pensavo di esserci riuscito, di non avere più niente a che fare con quel mondo, ma.. C’è un ragazzo da cui compravo la droga, aveva dei prezzi allucinanti e io ho lasciato molti debiti con la promessa che gli avrei saldati, ma non ho soldi e non posso pagarlo. Ho cercato di prendere tempo, ma lui e il suo gruppo non sono tipo molto pazienti.
<< Quando mi hai trovato l‘altro giorno, ero appena stato picchiato da loro. Mi sono difeso, ma ero solo contro tre di loro e non c'è lo fatta. >> 
Avevo la pelle d'oca, mi passarono per la mente un migliaio di domande che avrei voluto fargli, ma alla fine ne uscì solo una dalle mie labbra, forse la più banale, la più personale: << Perché ti drogavi? >> 
Lui rise, ma non c’era gioia in quel suono.
<< Ero un coglione, pensavo che in quel modo sarei potuto scappare da tutti i miei problemi, che avrei potuto risolverli.. Era una specie di sfogo.. >> 
Lo sentii agitarsi così gli strinsi una mano. << Non é il modo giusto per risolvere i problemi. >> 
<< Lo so anche io questo >> rispose, poi rendendosi conto di essere stato un po’ troppo brusco aggiunse addolcendosi << Il problema è che non voglio che sappiano di te, ti farebbero del male. >>
<< Non mi importa e poi basta che non sappiano mai di me, giusto? >> 
Lui annui.
<< L’importante è che non ci vedano mai insieme.. >>
<< E' una cosa molto pericolosa Isa. Devi stare sempre attenta, sempre vigile. Sei sicura di volere tutto questo? >> 
I miei occhi incrociarono i suoi e portai una mano alla sua guancia: certo che lo volevo. Non mi importava se era pericoloso, non mi importava se sarei sempre dovuta stare all’erta, io volevo stare con lui e niente me lo avrebbe impedito.
<< Voglio stare con te e voglio conoscerti. Non mi importa altro, è questo quello che voglio. >> 
Lui mi tirò a sé e mi bacio.
Rimanemmo insieme per buona parte del pomeriggio, ridendo e scherzando. Il tempo con Louis passava troppo velocemente e ben presto arrivò l’ora di separarci. 
<< Isa, adesso vado. Chiama Niall, sta davvero male. >> 
Io annui e lui sorrise. 
<< Brava bimba. Ci sentiamo >> mi salutò dandomi un bacio, poi se ne andò.
Lo guardai allontanarsi, rimanendo incantata da quella perfetta figura: era così dannatamente bello! 
E immancabilmente sentii le farfalle svolazzare felici nel mio stomaco: quando stavo con lui non mi mancava niente. Mi faceva sentire speciale e importante, sapevo di correre molti rischi, ma vale la pena provare.
Sorridendo come una scema chiusi la porta di casa, ricordandomi poi la promessa che avevo fatto a Louis, così mettendomi la giacca mi decisi ad andare da Niall. 
Uscii di casa sentendomi leggera come non mai, mi sembrava quasi di camminare in un roseo paese delle fiabe da quanti mi sentivo felice, ma un’improvvisa voce maschile mi riportò drasticamente alla realtà: << Scusami, sai dirmi dov'è il bar più vicino? Mi sono appena trasferito e non ho idea di dove si trovi. >> 
Mi voltai incrociando lo sguardo di un ragazzo, di circa la mia età, e sorridendo risposi << Certo. Vai sempre dritto, poi al primo angolo gira a destra: lì trovi tutti i bar che vuoi >> 
<< Grazie mille. Piacere, io sono Mark. >> 
<< Isa. Adesso scusami, ma devo proprio andare. >> 
<< Certo, grazie ancora e a presto >> disse. 
Lo salutai con un cenno della mano, poi mi diressi verso casa di Niall.
Una volta arrivata bussai e ad aprirmi fu proprio lui, il quale vedendomi domandò sbalordito << Isa, che ci fai qui? >> 
<< Posso entrare? >> domandai, mettendo da parte il tono bellicoso con cui mi ero rivolta a lui questa mattina, così mi fece passare.
Rimanemmo per un attimo in silenzio, immobili nell’ingresso di casa Horan, poi stanca di quella situazione mi decisi a fare il primo passo e parlare << So tutto. >>
<< Te lo ha raccontato quindi.. >>
<< Si.. >>
<< Bene >> rispose lui freddo, lo avevo davvero ferito.
<< Si, ma non è questo il punto.. Il punto è che mi dispiace, ho reagito male ed ho sbagliato a prendermela con te, ma cerca di capirmi.. Io ero.. >>
<< Ti capisco e scusami tu >> mi interruppe lui e nei suoi caldi occhi blu vidi che era davvero tutto a posto. 
Io lo abbracciai ridendo, avevo di nuovo il mio migliore amico.
Ci spostammo poi in cucina, dove Niall mi offrì dei biscotti su cui entrambi ci avventammo, sembrava quasi che non vedessimo cibo da anni, poi dissi ridendo << Prima ho incontrato un ragazzo che si è trasferito da poco. Non sapeva dove fosse un bar, credo prima stesse sulla luna. >> 
Lui rise a sua volta. << Come si chiama? >> 
<< Mark >> 
Niall, già piuttosto chiaro, divenne ancora più pallido e con voce grave chiese << Come ? >> 
<< Mark >> risposi io stranita. << Perché quella faccia? Lo conosci? >> 
Lui posò il biscotto che stava addentando e serio mi disse << Isa, è uno di quelli che ha picchiato Louis. >> 
Questa volta fu il mio turno di sbiancare: che diavolo ci faceva qui?! Stava cercando Louis per dargli un’altra lezione?! O forse.. Forse sapeva già di me?
<< Non dire niente a Louis. >> 
<< Isa.. >> protestò Niall, ma io lo supplicai << Non voglio farlo preoccupare, non è successo niente, non sanno di me. >> 
<< Isa devi stare attenta, è pericoloso. Non voglio che ti succeda niente. >>
Io sorrisi, cercando di sfoderare il sorriso più rassicurante che riuscissi a fare.

<< Non mi succederà niente, tranquillo. >> 
Niall sembrò calmarsi e anche io mi sentì più tranquilla.
Adesso mi restava solo una cosa da fare, una molto pericolosa e impegnativa, dovevo raccontare tutto a Lena.

Spazio per me.

Salve bellissime c: eccomi qui con un nuovo capitolo, Finalmente Isa sa tutto. Cosa succederà adesso??? Lo scoprirete nella prossima puntata (?) ahahahahha.
Ci tengo a ringraziarvi tutte per le recensioni che lasciate. al prossimo capitolo. xoxo Isa.

   
 
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