Storie originali > Favola
Segui la storia  |       
Autore: biamar    28/05/2013    4 recensioni
Questa è una raccolta di favole aventi animali come protagonisti
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'FAVOLE'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IL GATTO CHE MIAGOLAVA ALLA LUNA

Una bella gatta attraversava frettolosamente il bosco.
Era un luogo denso di pericoli e desiderava esserne fuori prima del tramonto.
Camminava lesta, seguita dalla sua giovane prole, cinque bei gattini che procedevano in fila indiana.
L'ultimo, il più piccolo, era un po' lento e si distanziava sempre di più dal penultimo,
sino a perderlo definitivamente di vista.
Il piccolo, disperato, miagolava con quanto fiato aveva in gola,
ma il suo appello non venne udito dai fratellini, ormai lontani.
Solo e impaurito dalle ombre della sera, si ritirò sotto un grande albero e si addormentò.
Nella notte, una lupa affamata, che si aggirava per cacciare, attirata dal suo odore gli si avvicinò.
Da quando era divenuta mamma, la lupa non se la sentiva di divorare i piccoli di altri animali,
anche se costituivano dei teneri ed appetitosi bocconcini.
Ma non se la sentiva nemmeno di abbandonare a se stesso quel piccolo trovatello.
Lo addentò delicatamente per la collottola e andò a deporlo nella tana che custodiva la sua cucciolata.
Cinque bei lupacchiotti, nati da poco, rannicchiati e con gli occhi ancora chiusi.
Il gattino si sentiva rassicurato al calore e nel riparo della tana.
Mamma lupa ogni tanto entrava per allattare i suoi piccoli, che si attaccavano avidamente ai capezzoli.
Ma un po' di latte restava sempre per il gattino, che si faceva via via più robusto.
Ancora più velocemente crescevano i lupacchiotti: avevano aperto gli occhi ed erano pieni di energia.
Giocavano e si azzuffavano, e il povero micio veniva sbalzato da una parte all'altra della tana come una palla.
Poi, una notte, un riflesso di luce bianca che rischiarava la tana li guidà verso l'uscita.
Giunti all'aperto, rimasero ammaliati, ipnotizzati da quel grande disco bianco che splendeva nel cielo.
A loro si univa la mamma, che, volto lo sguardo alla luna, emise un lungo e acuto ululato, subito imitata dai lupacchiotti.
Però il loro ululato non incuteva timore, ma appariva buffo per il suono ancora dolce della loro voce.
Il gatto, incredulo, rimase a fissare la strana scena, non aveva mai udito simili versi.
Ma i lupacchiotti continuavano ad ululare e il micio, anche se non si sentiva minimamente portato, decise di imitarli,
ma ne uscì solo un miagolio lamentoso.
Riprovò, ma fu anche peggio.
Eppure si sentiva uno di loro, era stato nutrito con lo stesso latte e avevano la stessa mamma.
Ma il gatto non poteva ricordare, non poteva capire di non essere nato lupo.
Ma di essere stato adottato da una lupa compassionevole ed amorevole.

NOTA DELL'AUTORE:
La favola è stata dedicata ad una bella bambina nata in America Latina
ma che vive in Italia, perché adottata da una coppia di coniugi di mia conoscenza.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: biamar