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Autore: brendy    28/05/2013    10 recensioni
“Questo lavoro mi sta decisamente mandando fuori di testa” dice “Diventare un fotografo non è affatto facile”
“Immagino”
“Sono sicuro che sia meglio stare qui a leggere, tutto il giorno”
“Dubito fortemente ma ho terminato solo il primo anno del liceo e quindi, mi va bene così”
Lui la guarda, mentre tra le mani stringe un libro di Oscar Wilde. Sfoglia per alcuni secondi le pagine e legge alcune righe, per poi chiuderlo e posarlo al suo posto.
“Chi sei quindi?”
Posa la tazza di thè ai piedi dello sgabello e gli sorride “Ginger” sussurra.
“Incantato di conoscerti, Ginger”
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stanhope Row

 

In Stanhope Row, non troppo lontano dal bar prima della chiesa, si può intravedere il cartello bianco della piccola libreria sotto la scalinata. La scritta blu sul cartello dice solo ‘Kyaneos’ e la gente raramente si ferma mentre percorrere velocemente la via per raggiungere l’ Hyde Park. La stanza non è affatto grande; le pareti ricche di libri di svariate misure e colori, le pagine ingiallite e consumate per via delle svariate volte che sono state lette. Affianco alle due finestre che fanno filtrare la scarsa luce del sole di Febbraio c’è il camino antico, acceso d’inverno al posto del calorifero che sicuramente, è troppo caro.
Il bancone in legno è quasi vuoto se non fosse per la cassa chiusa e il computer acceso illuminati da una piccola lampadina, mentre nell’angolo, seduta su uno sgabello malridotto c’è Ginger Laine, impegnata a divorare le righe ordinate del libro che ha tra le mani.
Sono le 19.47 di un normalissimo giovedì e la biblioteca di seconda mano, come sempre, è silenziosa e vuota perché oltre ai solitissimi clienti Ginger non riceve mai gente nuova e le va bene così, per questo mette una foto tra la pagina 50 e 51 e si alza, afferrando il portafoglio per pagare Dylan, il ragazzino del bar che le porta sempre il caffè rigorosamente macchiato e con un velo di cacao.
Lo ringrazia con un sorriso e controlla il display di quello che si può definire un catorcio e non un cellulare che ha tra le mani e scuote la testa, stanca di stare là dentro quando il suo appartamento, esattamente sopra il negozio, ha bisogno di essere riordinato.
Ginger può definirsi particolare.
Particolare per i lunghi capelli rossicci ma decisamente tendenti all’arancio che lei tende a detestare per via dei nodi che si formano ogni giorno. Particolare per le lentiggini che le ricoprono le guance e il naso alla francese, per le labbra carnose e troppo rosse.
Ginger è particolare nei suoi collant scuri e rigorosamente bucati in qualche punto delle esili gambe, nelle maglie troppo grandi di gruppi musicali sconosciuti e per la matita mangiucchiata che usa per raccogliersi i capelli quando sono di troppo.
È particolare negli occhi grigi e freddi, per la voce a malapena udibile e per il braccio sinistro completamente ricoperto di tatuaggi.
È particolare e per questo viene definita una ragazza curiosa, sempre sola.Ginger non sembra interessata a farsi nuovi amici e forse, non sa nemmeno come fare per farsene. Per questo motivo, quando la campanella sopra la porta suona lei non alza nemmeno lo sguardo, convinta che sia Zayn venuto per fotocopiare qualche pagina del libro di scienze, oppure è Liam, che tra poco inizierà a raccontarle della sua esibizione al pub e di quanto gli piacerebbe diventare famoso.
I minuti passano e niente di ciò che ha previsto accade, quindi alza lo sguardo e storce il labbro quando un forte tuono fa sobbalzare il ragazzo che si trova davanti.Deve fare davvero freddo fuori perché il ragazzo ha il cappello calato a nascondergli i capelli scuri e la sciarpa nera a coprirgli il mento e le labbra rosse per via del freddo.
“Tutto bene laggiù?” chiede timidamente, osservandolo mentre si libera del giaccone verde scuro, rimanendo con una semplice felpa arancione e una maglietta bianca di due taglie in più della sua.
“Hai un posto dove posso sedermi e lavorare?” dice, la voce bassa e i libri stretti sotto braccio, mentre con la mano libera si toglie il cappellino in modo da farle notare la folta capigliatura riccia. “Sai, ho solo bisogno di un po’ di tempo..Nel caso servisse, posso comprare qualcosa”
Ginger guarda attentamente le guance colorate di rosa, gli occhi stanchi e il sorriso dolce, quasi infantile.
“Alla fine del terzo scaffale e no, non serve che tu compri nulla”
Il ragazzo annuisce e segue le indicazioni appena ricevute; posa tutta la roba sulla sedia e si siede goffamente, affondando il viso sul libro aperto ed evidenziato.Ginger lo osserva più del previsto perché è raro che qualcuno si fermi nella libreria, la gente va per prendere libri di seconda mano che sono decisamente più economici e ancora non capisce perché sia dovuto entrare proprio li, quando a cinque isolati c’è un bookshop decisamente migliore, dove il calorifero funziona e il tetto non perde acqua.
“Potrei fare il thè, nel caso avessi freddo”
Gli si avvicina e il ragazzo le sorride gentilmente, tutto sommato lei vuole solo essere gentile e offrirgli qualcosa di caldo, dato il tempo e il poco calore che da il camino.
“Hai dello zucchero? Perché credo che potrei svenire se non prendo qualcosa di dolce al momento”
“Certo, arrivo subito”
Ginger esce dalla porta del retro e sale le scale, fino ad arrivare al suo appartamento.
È piccolo. Un monolocale pieno di scatoloni, pigne di libri quasi ovunque, una cucina con al centro un tavolo dove può mangiare anche se raramente lo fa e il soggiorno, dove sul divano dorme Shanty, la gatta. Le accarezza la testa e lancia un’occhiata veloce alla camera da letto dove non va mai e si stringe nel maglione beje, prende tre bustine di zucchero e una fetta di Apple Pie e torna giù, sperando che il ragazzo non se ne sia andato via.
“Tieni, ho pensato ti avrebbe fatto bene mangiare qualcosa”
Gli porge la fetta di torta e la tazza di thè bollente, afferrando poi la sua per poi tornare a sedersi nell’angolino.
Lo straniero si alza senza fare troppo rumore e con la tazza in mano, inizia a muoversi liberamente tra i libri.
“Ti dispiace se do un’occhiata?”
La ragazza scrolla le spalle, tornando a leggere da dove l’avevano interrotta sperando di poter finire quel capitolo decisamente noioso.
Passano i minuti o forse le ore, non sa di preciso da quanto tempo il ragazzo sia li dentro e poco le interessa, anche perché la biblioteca ha orario continuato e lei non dorme, non sente il bisogno di dormire quindi come ogni sera, continuerà a leggere sorseggiando te e fregandosene se questa volta, ci sarà qualcuno a tenerle compagnia.
“Questo lavoro mi sta decisamente mandando fuori di testa” dice “Diventare un fotografo non è affatto facile”
“Immagino”
“Sono sicuro che sia meglio stare qui a leggere, tutto il giorno”
“Dubito fortemente ma ho terminato solo il primo anno del liceo e quindi, mi va bene così”
La guarda, mentre tra le mani stringe un libro di Oscar Wilde. Sfoglia per alcuni secondi le pagine e legge alcune righe, per poi chiuderlo e posarlo al suo posto.
“Chi sei quindi?”
Posa la tazza di thè ai piedi dello sgabello e gli sorride “Ginger” sussurra.
“Incantato di conoscerti, Ginger”


“E’ davvero carino qui” aggiunge, giocando con il cordino del braccialetto “è tuo?”
Ginger annuisce; era ormai una settimana che Harry veniva nella libreria, una settimana in cui non facevano altro che parlare.
“E che significato ha il nome?”
“E’ il colore dell’oceano in greco”
Harry le sorride e continua a camminare tra gli scaffali, a prendere libri, a sfogliarli e a leggerne qualche riga per poi rimetterli al proprio posto. Finisce il muffin al caramello e torna a concentrarsi sul libro di fotografia, notando che ormai il sole è sparito e le strade di Londra sono diventate buie.
“Chiudo alle dieci, lo sai vero?”
Harry sospira e si volta velocemente, la matita tra il pollice e l’indice che picchietta leggermente sul foglio e lo sguardo stanco.
“Come? Non puoi aspettare ancora un po’. Ho ancora alcune cose da finire.”
“Non hai una casa in cui studiare?”
“Troppo rumore, ai miei coinquilini piace molto il caos” ridacchia.
Ginger pensa che non dovrebbe importarle, che dovrebbe dirgli che deve chiudere la biblioteca e che lui deve andarsene invece annuisce e lo rassicura, dicendo che tutto sommato, non le dispiace rimanere li ancora un po’.
Sono le 23.00 quando Harry chiude il quaderno dalla scrittura ordinata e ripone tutto nello zaino, mantenendo il silenzio che c’era prima.
“Qual è il tuo preferito?” indica le file ordinate di libri dietro le sue spalle “Tra tutti dico, qual è quello che ami di più?”
Ginger si guarda attorno, la coperta in pile sopra le sue spalle per riscaldarla e l’espressione indecisa sul viso.
Conosce a memoria ogni singolo libro di quella biblioteca, compresi quelli che ha venduto nei tre anni in cui ci lavora e gli piacciono incredibilmente tutte le storie che essi raccontano.Le piacciono quelle belle e che hanno sempre quel dannatissimo happy ending che non la stanca mai, quelli gialli dove si diverte a cercare l’assassino e che difficilmente indovina.Le piacciono quelle d’avventura anche se non le fanno mozzare il fiato e adora anche quelle infinitamente tristi, dove si ritrova a piangere sulle pagine, essendo troppo coinvolta dalle emozioni che esse gli trasmettono.
“Ognuno ha la sua storia, non posso scegliere. Li amo tutti”
Harry la guarda un attimo e alza gli occhi al cielo perché una risposta del genere da lei, se la sarebbe aspettata.
“Impossibile, te ne deve piacere uno per forza. Uno che rileggeresti sempre, senza stancartene mai”
“Mi spiace Harry, ma non ne ho uno preferito”
Lui annuisce e torna a cercare tra gli scaffali, a guardare i titoli e gli autori per poi prendere un piccolo libro dalla copertina rossa e sedersi sulla sedia accanto al camino, iniziando così a leggere in silenzio le prime pagine.
Ginger lo guarda per un tempo che le pare infinito e con le pupille ormai troppo pesanti per via del sonno, si addormenta li, rannicchiata su quello sgabello mentre Harry continua a starle attorno.
Non si preoccupa del fatto che sia ancora uno sconosciuto, ne che la libreria sia aperta e che probabilmente Harry non la chiuderà quando se ne andrà. Si addormenta col calore delle fiamme del camino e con la mente piena di storie dei suoi amati libri, che la proteggeranno, anche questa volta.Si sveglia la mattina dopo con le fusa di Shanty, che fa lo slalom tra le sue gambe.
Si tocca i capelli aggrovigliati e si massaggia dolcemente le tempie, mentre sente un piccolo formicolio al piede destro, per via della posizione scomoda in cui ha dormito per tutta la notte.
Il camino è spento e il computer è ancora acceso con la pagina di YouTube aperta su una canzone dei Pink Floyd e Ginger sorride, perché alla fine Harry non ha dei gusti così brutti.
Sente il bollitore dell’acqua fischiare e dopo essersi bevuta il thè, sale in casa per cambiarsi il felpone con una maglietta grigia con sopra disegnato le fasi della luna e sotto dei nuovi collant, concludendo infine con un paio di anfibi rovinati per via degli anni.
Passano due ore prima che lei si accorga del libro rosso sulla sedia, quella dove Harry aveva passato l’intera nottata a leggere.

Tutti hanno un libro preferito, questo è il mio, spero ti piaccia (:

Amabili resti.
Come sei scontato, Harry. Pensa e sorride, iniziando a sfogliare le pagine e a leggere tutte le righe sottolineate dal ragazzo.


“Un giorno di questi finirai per cadere”
La voce di Liam le fece distogliere le sguardo dalla mensola impolverata e gli fece un semplice cenno del capo, a mo di saluto.
Lo osservò sedersi sul divano e cambiare il canale della tele su un programma di calcio e scosse la testa, tornando a sistemare la cucina.
Ginger non è affatto ordinata, semplicemente sta iniziando a lasciarsi alle spalle ogni cosa che riguardi il suo passato e i suoi vecchi sentimenti e ha deciso di farlo adesso e non può tirarsi indietro o non ne avrà più il coraggio.
“Zayn passa più tardi?”
“Si, deve fotocopiare dei nuovi capitoli sulla mente umana”
Liam continua ad annuire, forse fingendo di ascoltarla o forse prestando davvero attenzione alle sue parole.
Forse può capire il perché fino a qualche anno fa si era presa una mega cotta per lui; sarà stato per gli occhi marroni, per il sorriso dolce e per i lineamenti già maturi, da uomo quasi.
O forse per il modo che ha di fare con le persone, per la voce sempre gentile e per i suoi toni educati.
Si, Liam le piaceva davvero tanto e dire che la sua era una semplice cotta era davvero una grandissima stronzata ma adesso le era passata.
Le era passata poco dopo che lui era entrato nella libreria mano per mano con Hannah, la sua attuale fidanzata che sta decisamente troppo simpatica perfino a lei per avere il coraggio di odiarla o anche solo trovarle un difetto.
Non nega di esserci stata male, ma alla fine le è passata perché Liam è suo amico, perché è importante per lei e perché vuole vederlo felice e questo le va bene, questo le è dovuto andar bene.
“Dormito poco anche stanotte?”
“Non proprio” scende dalla scala traballante e si sistema meglio i capelli nella treccia “mi sono addormentata in libreria”
Liam rotea gli occhi e si incammina verso il frigo, prende del succo di mele e ne riempie due bicchieri e forse Ginger capisce il perché gli piaceva così tanto; per la dolcezza nei movimenti, per il suo essere sempre ragionevole nelle cose e preciso.
“Ti ricordi di quell’esibizione al pub dove ci saranno gli sponsor?”
“Certo”
“Ci verrai vero? Perché Zayn ha già detto di si e quindi.. beh, vorrei che tu venissi”
L’unica cosa che si sente è la risata cristallina di Ginger che si espande nell’aria “Certo che ci sarò Payne, non me la perderei per niente al mondo”
Liam le bacia la guancia, le augura buona fortuna per il suo giro di pulizie ed esce dalla porta con il sorriso sul viso dopo aver ricevuto un messaggio di Hannah.
Ginger è strana, proprio per questo si affeziona alle cose stupide e tiene ricordi di ogni cosa.
Per questo non dorme mai in camera sua e non ci entra, perché quella stanza è così piena di ricordi che si sente soffocare e non può permettersi di sprofondare.
Per questo inizia dalla cucina per poi finire in soggiorno; perché ci sono ricordi che non fanno mancare l’aria.


Il negozio la tiene occupata.
È sempre così alla fine; ha nuovi libri da sistemare e nuovi scatoloni da buttare via, ha le bollette da pagare alla fine del mese e deve ancora comprare una tavola per riparare il soffitto.
Sua mamma le ha lasciato una scatola piena di libri che lei ha già letto e che non le servono più, Zayn le ha portato i suoi che dice gli servano solo come abbellimento e non fanno altro che prendere polvere.
Ginger aggiunge libri ogni volta che può alla libreria. Ogni volta che li trova o glieli danno.
Li trova nei bar quando la gente li dimentica e non torna a riprenderseli oppure nel parco quando va a camminare di notte o alla mattina presto.
Il negozio la tiene occupata ad ogni minuto della sua giornata e Ginger non si lamenta.
Le piace essere intrappolata tra le parole, essere racchiusa tra le righe e riconoscersi nelle pagine.
Le piace il lavoro che fa ogni giorno e si ricorda quando era più giovane, più stupida e con ancora troppi progetti irrealizzati alle spalle che trovava leggere una cosa noiosa e da stupidi, perché per lei i libri non facevano altro che riempire la testa delle persone di stronzate.
Poi però Zayn, una sera in cui le cose andavano male, le ha mostrato l’unica via di fuga per lei possibile.. attraverso un libro.
Si arrotola le maniche del maglione fino al gomito e sbuffa, dando un’ultima occhiata agli scatoloni vuoti e si lascia scostare i capelli dal venticello fresco di Marzo che entra dalla porta aperta.
Sta finendo di leggere ‘La solitudine dei numeri primi’ quando delle mani gli coprono gli occhi e una voce bassa la fa spaventare.
“Quindi è questo il tuo preferito?”
Harry Styles, maglietta blu, felpa grigia e skinny jeans la guarda divertito; le mani nelle tasche e gli occhi inspiegabilmente verdi quella mattina la scrutano attentamente.
“Spaventi tutti in quel modo?”
Harry cammina fino al bancone dove ci appoggia un sacchettino marrone chiaro e va a posare la borsa a tracolla affianco alla sedia, dove passerà tutto il pomeriggio per studiare.
“Ti ho portato una cosa” le indica il pacchetto che lei corre subito ad afferrare.
Dentro c’è un muffin al cioccolato, un caffè macchiato e un libro vecchio, già letto parecchie volte.
Ginger alza un sopracciglio e Harry la ignora, continuando a sistemare tutte le sue cose sul tavolo.
“E’ il libro preferito di Niall, uno dei miei coinquilini”
‘Cherì’ non male, forse un po’ troppo triste.
Ginger si muove tra gli scaffali prima di trovare un posto al nuovo acquisto della mattinata e senza farsi troppi problemi, si siede accanto ad Harry invadendo così il suo spazio personale.
“Ho già fatto colazione, ma grazie lo stesso” dice, rifiutando sia metà muffin che un po’ di caffè “e comunque non hai risposto alla mia domanda”
“Quale?”
“E’ il tuo preferito?”
“No ho un preferito Harry”
“Bene” dice soltanto, ma Ginger può scommetterci l’intero negozio che la conversazione non si fermerà e che lei, non potrà finire il libro per colpa della parlantina di quel ragazzo che da quasi un mese, continua a venire li ogni giorno, sempre per più ore “però hai letto il mio, vero?”
Ginger abbassa lo sguardo, pensando al libro che Harry le ha lasciato sulla sedia e che adesso è sopra il mobile della sua camera da letto.
“Perché ti piace così tanto?”
Harry si porta la matita tra le labbra e la guarda per alcuni secondi.
“Credo che avesse qualcosa di particolare, diverso da tutti gli altri libri. Saranno state le parole, il modo in cui ogni frase sembrava sempre più melodiosa se coordinata con quella precedente o melodiosa con quella successiva. Io sinceramente non lo so, era solo.. qualcosa di più rispetto a tutti gli altri libri”
Annuisce, soddisfatta della risposta e addenta il muffin, ripensando alle parole che Harry aveva sottolineato e iniziando a pensare al perché lo avessero colpito in quel modo, al perché potessero assomigliare a qualcosa nella sua vita.
Forse glielo chiederà un giorno, forse sarà Harry stesso a dirle ogni cosa di lui ma fino ad ora, non cercherà di immischiarsi troppo nella sua vita, dopotutto resta pur sempre uno sconosciuto.
“Ehi, ma questo è ‘Nessuna identità’, dev’essere bello”
“Non male”
“L’hai letto?”
Ginger annuisce, divertita dall’espressione buffa del ragazzo mentre sfoglia le pagine e sorride osservando chissà cosa.
“Posso prenderlo?”
“Non è una biblioteca Harry”
Si scrolla i ricci, afferra la borsa a tracolla e lancia uno sguardo all’orologio sul muro che segna le quattro meno dieci; il suo corso di fotografia sta per iniziare.
“Lo leggo in classe e poi te lo riporto, promesso. Voglio discuterne con te”
Ed esce dalla porta con quel sorriso innocente in faccia e con un leggero ritardo nella sua tabella di marcia ma ad Harry, di come si facciano le fotografie con il fisheye in quel momento, non gli importa proprio niente.

Il 13 marzo, esattamente un mese e mezzo dal loro primo incontro, Ginger stabilisce che Harry sia davvero un personaggio.
Un protagonista un po’ particolare, di quelli persino difficili da descrivere perché non sai mai farti un quadro preciso del suo carattere.
“Allora, ti è piaciuto?”
“Si, ma devo dire che ci sono rimasta male quando lei, alla fine, flirta con il sospettato”
“Prevedibile”
Harry la guarda per alcuni secondi e si memorizza nella mente i lineamenti dolci del profilo, le ciglia lunghe che si muovono ogni tanto e la bocca che si muove ogni tanto quando mima le frasi che sta leggendo.
Harry ne ha conosciute di ragazze belle, ne ha fotografate tante anche mentre camminava per strada e che non avrebbe visto mai più.
Ne ha viste di bionde, di more, rosse, con i dreadlocks e con i tagli più strani. Quelle con gli occhi chiari, verdi o azzurri, marroni, neri e ghiaccio. Quelle con la pelle leggermente abbronzata, pallida, marchiata da tatuaggi e quelle con la pelle scura.
Ragazze con corpi perfetti, curve giuste e sensuali.Quelle con la voce sexy e quelle con la voce troppo stridula o acuta.
Harry ne ha viste davvero tante e le ha immortalate tutte con una foto, soprattutto quelle con cui ci ha scambiato un semplice ‘ciao’ di sfuggita ma mai nessuna gli è rimasta impressa in quel modo.
“Che c’è?”
Ginger lo riporta alla realtà e lui si sente leggermente in imbarazzo, essendo stato colto in fragrante mente la guardava.
“Posso farti una foto?”
“Certo che no” ridacchia lei, sorridendo ad una donna appena entrata nella libreria.
Harry tira fuori la macchina fotografica e inizia a fare foto agli scaffali, ai libri e allo sgabello malconcio a cui lei è tanto affezionata.
Alla fine, la foto gliela fa. Lei non se n’è accorta ed Harry ha negato, dicendole semplicemente che ha fatto foto a Shanty.
Ginger lo fulmina con lo sguardo e torna a sistemare gli altri libri che il ragazzo le ha portato, compreso il preferito di Louis, l’atro suo coinquilino.
“Se continui a portarmi regali, finirà che il tuo appartamento sarà vuoto”
“E’ un rischio che mi piace prendere” dice soltanto, prima di uscire dalla libreria con un nuovo libro in mano, che restituirà tra nemmeno tre giorni.
E Ginger si guarda attorno, ormai metà libreria urla il nome di Harry e lei non sa a che cosa porterà tutto ciò però per il momento non si pone domande e continua ad accettare i sorrisi che lui le regala, alla colazione che le porta ogni giorno e alle chiacchierate che si fanno.
Accetta i pareri sui libri e ribadisce nella sua mente che Harry Styles, è forse il personaggio più complicato e particolare che qualcuno potesse mai creare.


“Allora Ginger, quando mi presenterai questo Harry?”
Il fumo esce dalle labbra di Zayn e riempie l’aria del salotto del suo appartamento, mentre Shanty gironzola per casa lasciando impronte fresche sul pavimento.
“Non vedo perché dovrei”
“Perché ti piace”
“E’ particolare”
“Ti piace e anche tanto, vero?”
Ginger allora sbuffa, immerge un Oreo alla vaniglia nel latte e ignora volutamente gli sguardi che l’amico le sta lanciando.
“Forse un po’ troppo” bofonchia, sentendo le guance colorarsi di rosso.
Zayn sorride, spegne la sigaretta nel posacenere e accende la play, invitandola ad una partita perché sa che è l’unico modo in cui parlerà, dopotutto la conosce così bene che gli viene naturale comportarsi come se sapesse già la risposta alle sue domande.
Passano diverse ore in quell’appartamento e il ristorante cinese è come al solito troppo pieno e hanno troppa fame per aspettare che si liberi un posto.
Camminano per tutto l’Hyde Park fino a quando non trovano il chiosco degli hotdog e stanno fuori fino all’alba, fino a quando gli occhi a fatica riescono a rimanere aperti e le ossa iniziano a sentire freddo per via dell’umidità mattutina.
Zayn osserva Ginger e pensa, che alla fine, questo Harry Styles possa farle davvero bene.

Alla fine, per quanto le costi ammetterlo, Zayn ha ragione.
Fottutamente ragione.
Harry Styles, ventidue anni di sorrisi e fossette, di ricci e occhi infiniti, di converse bianche e pantaloni stretti, è in assoluto la persona più imprevedibile che lei conosca. E’ la notte del 5 aprile e Ginger non sa cosa fare.Non le piace la notte, non sa come occupare quel tempo sperando che il sonno arrivi per cullarla tra le braccia di Morfeo, fino a quando il sole del giorno dopo non la sveglierà ricordandole che è iniziato il nuovo giorno, apparentemente uguale ma decisamente diverso da quello precedente.La luce è accesa e il libro di Sparks è tra le sue mani.
“Ancora alzata?”
La voce è bassa e lei alza lo sguardo, quasi stupita.
Harry è li, stretto nel suo maglione nero e con il cappellino arancione a coprirgli i ricci.
“Come mai qui?” ribatte.
“Non riuscivo a dormire”
Ginger lo guarda attentamente e si chiede cosa gli sia passato per la testa al ragazzo da convincerlo a prendere la metro, fare cinque fermate e camminare per ben sei isolati alle tre meno cinque di notte, da solo, per venire qui. E se lei stesse dormendo? E se la libreria era chiusa? Scosse la testa, eliminando l’immagine di Harry davanti alla porta buia, con in mano il solitissimo sacchettino di cartone.
“Ho portato il thè" dice  "a Louis non dispiacerà”
“Ne sono sicura”
E mette l’acqua nel bollitore, mentre il ragazzo va a riscaldarsi attorno al fuoco ormai quasi spento.Il thè è bollente ed Harry lo riempie di latte per poter finalmente prenderne un sorso in modo da riscaldarsi la gola secca.
“Vieni, voglio mostrarti un posto”
Gli prende la mano e lo porta in una vecchia stradina di Londra, un po’ fuori Piccadilly Circus e più lontano del parco.
Entrano dalla porta sul retro e lo trascina per le scale antincendio, arrivando così fino alla terrazza, dove Harry nota subito uno scatolone e sorride, notandoci la pila di libri che ci son dentro insieme ad una coperta, immaginandosi tutte le volte in cui lei ha passato la notte quassù.
Ginger lo trascina fino al muretto, poco più lontano della grata e si siedono, mentre lei gli passa il pile bianco con cui si avvolgono entrambi. L’alba è quasi vicina e il vento freddo non sembra infastidire nessuno dei due e sembrerebbe una di quelle scene da romanzo, quando lui finalmente si accorge di provare qualcosa per lei ma Harry non è così, Harry se n’è accorto il primo giorno che è entrato da Kyaneos e l’ha vista.
Se l’è domandato quando hanno iniziato a parlare e quando si è interessato a conoscere più cose di lei, anche le più banali.
L’ha confermato a se stesso, quando dopo due mesi interi, non ha fatto altro che passare pomeriggi a fingere di studiare per esami che non ha mai avuto e a fare tardi, sempre di dieci minuti, per via del loro non-appuntamento delle due.
“Sono felice che tu mi abbia portato qui”
Ginger si stringe nella coperta e porta le gambe contro il petto, appoggiando il mento sulle ginocchia.
“Sono felice che tu non sia riuscito a prender sonno stanotte”
Sente Harry appoggiare la guancia calda sulla sua testa e rabbrividisce al contatto.
“Sei decisamente strano Harry Styles”
“E la cosa ti va bene?”
“Direi proprio di si”
E con un gesto veloce, posa lentamente le sue labbra sulla guancia, facendogli capire che se vuole può osare.
Che se vuole, per lui, abbassa le difese che si è costruita perché alla fine Zayn ha ragione, Harry è sicuramente qualcosa di positivo nella sua vita.


“Stai uscendo?”
Harry è davanti al bancone, con due ciambelle glassate tra le mani.
Ginger gli sorride e scuote la testa “Devo prendere delle cose dalla signora qui affianco, torno subito”
Lui annuisce e mentre lei abbandona la libreria, lui si siede su quella che ormai è diventata la sua sedia, forse anche la libreria è un po’ sua, perché potrebbe raccontare più cose lei di Harry di quanto lui possa dirne di se stesso.
Ginger torna con dei nuovi libri tra le mani che sistema velocemente dove meglio crede.
“Stavo pensando” dice, attirando l’attenzione del ragazzo “hai qualcosa da fare venerdì sera?”
“No, perché?”
“Liam da una specie di concerto e mi ha chiesto di andare e io ho pensato che beh, sarebbe stato carino invitarti e che magari, avrei potuto farti conoscere i miei amici e anche Zayn, lui ti piacerà sicuramente e tu potresti portare Niall e Louis che sembrano davvero simpatici.. ma se dirai di no ovviamente va bene lo stesso perch-”
“Va bene alle nove?”
Ginger annuisce “Perfetto” sussurra, mordendosi un labbro e dondolandosi sulla punta dei piedi, imbarazzata.
“E’ una specie di appuntamento?”
“Dipende da come vuoi interpretarlo”
“Tu che valore gli dai?”
“Vedremo” e gli fa la linguaccia, tornando a nascondersi nel suo mondo.
Harry non fa altro che pensare a quanto sia adorabile e a quanta voglia abbia di dirle che è bellissima, ma non lo fa e continua a leggere il paragrafo di arte, constatando che l’arte vera sta in quella stanza, tra gli scaffali e l’odore di pagine consumate. Sta nei sorrisi, nel thè e nei discorsi senza senso che ci sono tra loro. L’arte è nel loro rapporto, nei loro modi di fare, di essere. L’arte per Harry, è sicuramente Ginger.

Il Naive Club è pieno.
Harry ha una mano sul suo fianco e la tiene stretta a se, non volendo perderla di vista in mezzo a tutto quel caos.
Niall e Louis stanno chiacchierando con Zayn, mentre il barista porge loro un’altra pinta di birra, che accettano con un sorriso sulle labbra. Lei sorride e richiama l’attenzione di tutti verso Liam, che sta iniziando a strimpellare le prime note e intonando le prime parole attraverso il microfono, che fa espandere la sua voce in tutto il locale.
Ginger batte le mani e urla e Liam le rivolge un occhiolino che Harry non si fa scappare.
Non è geloso, semplicemente gli prudono le mani per il fastidio dell’intimità che c’è tra i due nonostante ci siano altre centinaia di persone tra loro. Appena Liam finisce, un boato di applausi gli rimbomba nell’orecchio, così come la voce allegra di Ginger.
“Che ne pensi?”
“E’ fenomenale, ci sa davvero fare”
Lei annuisce contenta di sentirsi dire quelle parole da Harry.
“Raggiungiamolo”
Harry la segue dietro le quinte, lanciando occhiate ai suoi amici e ricevendo in cambio una strana occhiata da Zayn, insieme ad un sorrisino. Non fa in tempo a domandarsi il significato di quello sguardo che si trova davanti Liam, che adesso sta stringendo tra le braccia il corpo esile di Ginger, come se lo conoscesse a memoria.
“Sei stato grande Leeyum, davvero!”
“Bugiarda” le bacia la tempia e le stringe il fianco.
“Dico sul serio, eri incredibile”
“Non ce l’avrei fatta senza il tuo supporto”
“Stronzate” e ride e lo riabbraccia, contenta per il successo che ha ottenuto il ragazzo.
Quando Liam alza lo sguardo, finalmente si accorge di Harry e si irrigidisce un po’ e Ginger lo nota perché si allontana e si volta ad osservare il ragazzo dagli occhi verdi.
“Oh giusto, Liam questo è Harry”
Harry gli sorride e gli porge la mano, educatamente.
“Harry”
Liam la stringe velocemente, come se fosse stato obbligato ed Harry vorrebbe chiedergli quale sia il suo fottuto problema, ma non lo fa.
“Credo che andrò a prendere qualcosa da bere”
“Si, faresti meglio”
Ginger osserva Harry allontanarsi e non riesce a capire perché Liam sia stato così tagliente, non è da lui.
Il locale è ancora pieno e Harry non torna, così Ginger segue Liam nella camera costumi, dove ha la giacca e la chitarra, in modo che dopo possano raggiungere gli altri.
“Harry, quindi” sbotta “carino”
“Si, molto”
“E ti piace?”
“A quanto pare”
Liam annuisce, controllando velocemente da chi fossero i tre messaggi ricevuti.
“Perché non me l’hai detto?”
“Perché io e lui non siamo ancora niente di preciso!”
“Credevo fossi il tuo migliore amico”
“Certo che lo sei Liam, semplicemente volevo assicurarmi che la cosa fosse.. giusta, stabile”
Liam la guardò per alcuni secondi e strinse maggiormente la mascella; le labbra serrate in una linea dritta ed inespressiva.
Ginger davvero non capiva perché faceva così, non ha nessun diritto di intromettersi in questo modo nelle sue scelte ed Harry è così giusto per lei che quasi si meraviglia ad averlo capitolo solo adesso.
“E ti sembra il caso di portarlo qui?”
“Non mi hai detto che non potevo farlo”
“Certo che no, perché tu non mi hai mai detto che ti vedevi con qualcuno”
“Non hai il diritto di dirmi queste cose” abbassa lo sguardo, improvvisamente colpita da quanto le piacciano le punte degli anfibi “Io non ho fatto queste scenate Liam, ti sono sempre rimasta accanto e ho accettato le tue scelte, la tua relazione. Quindi si, ho portato Harry perché mi piace, perché volevo farvelo conoscere e mi dispiace se mi aspettavo che tu lo conoscessi, al posto di aggredirlo in quel modo”
“Cosa significa per te?”
“Cristo Liam! Io-io non lo so okay? Non so cosa succederà tra una settimana o tra un mese. Non so nemmeno se Harry vorrà rivedermi o se io e lui siamo qualcosa. Non so nemmeno se mi piaccia in quel modo e non so cosa significa per me, so solo che lo voglio accanto adesso”
Un rumore di passi che si ferma dietro le sue spalle e poi un colpo di tosse, quasi imbarazzato.
“Non sapevo cosa preferissi..” Harry le passa il bicchiere azzurro e osserva la scena, non sapendo bene che cosa dire “i-io credo che andrò a casa”
E si gira, chiudendosi la porta alle spalle e andandosene.
Ginger aspetta qualche secondo, afferra la giacca e raggiunge la porta, sentendosi improvvisamente a corto di ossigeno e tremendamente in colpa.
“Stai andando?”
Si volta a guardare Liam che adesso sembra così dispiaciuto che le viene la nausea.
Ginger ha letto molti libri in vita sua e quindi per lei anche Liam è come un libro; la copertina sicuramente viola, le pagine gialline e le righe ordinate, senza una sbavatura.
Ginger conosce a memoria quelle pagine e forse, le rileggerebbe altre mille volte perché le piace farlo, ma salterebbe alcuni capitoli, soprattutto quelli in cui le cose vanno storto.
Ginger conosce Liam, conosce la sua storia per questo lo guarda teneramente e annuisce, annuisce alle scuse silenziose che il ragazzo le sta chiedendo e apre la porta.
“Non posso permettermi di rovinare anche questo”
E corre, corre tra la gente ubriaca che balla e le va addosso.
Si spinge lontano dal bancone, declinando il cocktail gentilmente offerto e ricambiando l’occhiata fugace di Zayn.
Esce dalla porta principale e si sente il cuore in gola quando nota Harry alla fine del marciapiede.
Lo chiama più volte ma lui la ignora, dandosi dello stupido da solo convinto che adesso sia in grado di sentire anche la sua voce.
“Harry!” gli afferra il polso e lui finalmente si ferma, finalmente si volta per guardarla.
“Non c’è bisogno che tu mi spieghi Ginger, davvero” dice brusco “Io e te dopotutto non siamo niente quindi non vedo perché mi hai rincorso”
Harry balbetta sull’ultima parola e Ginger lo trova adorabile e decisamente bellissimo.
Ed è tutto quello che sa; è bellissimo.
Harry è un libro che Ginger non ha mai letto ma non ha nemmeno avuto la certezza che potesse esistere, perché è impossibile che possa esistere un libro con così tante sfaccettature e colpi di scena.
Con così tante righe e parole nuove, magiche, incantevoli.
Harry è un libro nuovo, introvabile.. Harry è raro.
Harry è una storia che Ginger vuole reggere, scoprire ed imparare a memoria. Vuole rileggerla dopo anni e scoprire cose che le erano sfuggite.
Ginger vuole Harry e non può lasciarlo andare.
“Ti spiegherò tutto Harry, ti dirò quello che vuoi promesso. Ma vieni con me, non andartene”
Harry la guarda per alcuni secondi e poi annuisce, seguendola per tutto il tragitto fino alla libreria, stringendole la mano e pensando alle parole giuste da dirle.


Il bollitore sta fischiando e le tazze di thè sono ormai pronte.
Harry è seduto sulla sedia e continua a guardarsi attorno, improvvisamente a disagio nel loro posto. Afferra la tazza fumante e le sorride, non avendo ancora parole da dirle.
“Ginger” la voce è stanca “Perché sono qui?”
La ragazza si volta e lo guarda attentamente, notando in modo particolare la pelle più chiara del solito e gli occhi stanchi, non più sorridenti come gli altri giorni. Eppure Harry è bello anche così, senza il sorriso.
E' bello sempre e lei vuole leggere le pagine della sua storia, le vuole conoscere.
“Chiedimi ciò che ti serve, risponderò ad ogni cosa perché voglio dimostrarti che voglio davvero stare con te”
Si limita ad annuire e aspetta in silenzio, che la voce del ragazzo rimbombi tra le pareti della stanza.
“Ti piace Liam?”
“Mi piaceva, ma tanto tempo fa”
Ginger deglutisce rumorosamente, non sapendo bene se facesse bene a dire quelle cose o meno.
“E voi avete mai..”
“No! Non ci siamo nemmeno baciati Harry. Liam è quella cotta che ti viene quando sei piccola e non riesci a distinguere l’amicizia dall’amore ma non c’è mai stato niente oltre ad abbracci tra me e lui”
Ginger lo guarda e sta in silenzio, perché vuole davvero dirgli che non c’è nulla di cui preoccuparsi, che non ha intenzione di rovinare quello che c’è tra loro.
“Va bene così, davvero”
“Davvero?”
“Si, Ginger” sbotta, alzandosi dalla sedia e camminando verso di lei, accorciando così le distanze tra di loro “Voglio passare i miei pomeriggi tra i libri e portarti la colazione. Voglio anche arrivare in ritardo a lezione per poter prendere il prossimo libro che mi consiglierai”
Le prende la tazza ormai fredda, dalle mani e l’appoggia sul bancone che li affianca.
“Voglio leggere tutti i libri in cui hai lasciato una foto, lo sai? Le lasci sempre, nel pezzo che preferisci, suppongo. Voglio fotografarti anche quando non te ne accorgi, perché non mi importa di fotografare persone che non vedrò mai più, mi interessa scattare fotografie dei tuoi sorrisi, di noi”
Con il pollice le accarezza lentamente il labbro inferiore, sorridendo per via della screpolatura tagliente che riesce a sentire.
“Voglio riparare il tetto da dove entra l’acqua quando piove e bere il thè mentre tu ti addormenti su quello sgabello. Voglio continuare a guardare l’alba e stringerti dolcemente, voglio anche aiutarti a riordinare il casino che c’è nel tuo appartamento”
“Okay, qualcos’altro?”
“Voglio te naturalmente” si china verso il suo viso; i nasi si toccano leggermente e il respiro di Harry si scontra con il suo, facendola rabbrividire “Si, voglio te Ginger, voglio solo te”
E detto ciò la bacia.
È un bacio dolce, un contatto inizialmente timido prima che lei circondi il suo collo con le braccia tatuate e inizi a giocare con i ricci ribelli. Harry sorride e le cinge la vita, continuando a stringerla.
È un bacio che fa bloccare il respiro, aumentare il battito del cuore e ti fa venir voglia di urlare. Uno di quei baci da film o da ultima pagina di uno dei romanzi più belli che abbia mai letto.
Le labbra di Harry sono soffici e i tocchi delicati. Ginger circonda con le gambe fasciate da dei collant rovinati, la vita di Harry mentre lui stringe dolcemente le sue cosce, mormorando qualcosa di incomprensibile nella sua bocca.Lo bacia ancora, come se non ci fosse un domani perché pensa che le labbra di Harry siano state fatte per essere baciate, accarezzate, morse.
Harry la trascina fino al suo appartamento e raggiunge quella che può definirsi una vera camera da letto; i muri azzurrini hanno qualche foto appesa, l’armadio è chiuso e sul comodino, accanto al letto sul quale ha dolcemente appoggiato Ginger, ci sono i tre libri che Harry le ha consigliato di leggere, compreso il suo preferito.Harry le bacia le spalle leggermente macchiate da qualche lentiggine e le sfila la maglietta leggera, continuando a osservare tutte le linee del suo corpo, toccando ogni centimetro della sua pelle e inebriandosi del suo profumo.Ginger sa di caramello, caffè macchiato e thè alla vaniglia con il retrogusto di cannella. Harry la bacia dolcemente, sostenendosi sulle braccia per non pesarle troppo e si sente il cuore uscirgli dal petto quando Ginger si stringe a lui, come se non potesse più farne a meno.Gli accarezza i pettorali, la schiena e gli lascia una lunga scia di baci umidi lungo tutta la mascella e il collo, mordendo delicatamente un po’ di pelle e facendolo gemere.
Harry le sorride, divertito dalle sue guance rosse e dai gesti impacciati ma allo stesso tempo esperti, audaci.
“Bellissima” sussurra catturando le sue labbra “sei bellissima”
Harry sa di menta, di un dolce profumo maschile francese e di cioccolata.
La guarda per tutto il tempo e vorrebbe davvero immortalare quel momento, perché in vita sua non ha mai visto niente di più bello di Ginger.
Del suo corpo premuto contro il suo mentre lui aspetta, si muove lentamente cercando di essere il più dolce possibile. Delle sue labbra gonfie per via del baci e del respiro veloce, mentre si uniscono sempre più. Delle loro parole sussurrate, degli sguardi timidi e dolci, dei baci pieni e del rumore delle lenzuola che li copre. Ed è così bello sentirsi un tutt’uno con Harry e Ginger giura di non aver mai provato una sensazione simile, di non aver mai trovato qualcuno di così particolare come lo è lui, che adesso la sta osservando; i ricci sul cuscino e la fronte leggermente sudata. Harry Styles è un personaggio, proprio per questo Ginger crede di esserne più che innamorata, proprio per questo vuole che sia il protagonista della sua storia.
“Ginger?”
Il ragazzo le accarezza una guancia, le toglie qualche ciocca dal viso e le bacia la fronte.
“So che tu non hai un libro preferito, ma se lo avessi, me lo diresti?”
“Potrebbe essere maledettamente smielata come cosa”
Harry ridacchia e la stringe dolcemente a se, lasciandole un bacio tra i capelli.
“Va bene, mi piacciono le cose smielate ogni tanto”
Ginger scuote la testa e appoggia il mento sul suo petto, osservandolo mentre sorride e le due fossette gli bucano le guance.
“E’ uno dei libri migliori che siano stati creati, sai? Solo che non so bene quante pagine siano, insomma, dipenda quante lui voglia farmene leggere, quante lui ne voglia scrivere. È uno di quei libri che non sai mai come andrà a finire o quello che ci sarà dopo, ad ogni capitolo è diverso, ogni riga affascina più di quella precedente. È davvero un libro incantevole”
“E dimmi, cos’ha di speciale questo libro che altri non hanno?” sussurra, tracciando il contorno del naso
“Il protagonista, suppongo. I suoi occhi così fottutamente verdi e azzurri, ma allo stesso tempo immensi, spiazzanti. Le labbra rosse e i ricci. La voce bassa e un modo di comportarsi decisamente tutto suo. C’è un universo dentro di te che continui a nascondere e mi incuriosisci e voglio imparare a conoscere la tua storia, con tutte le sue sfaccettature sempre se tu beh, se tu me lo permetterai” sussurra imbarazzata “Tu, idiota, sei il mio libro preferito.”
“Decisamente smielata”
“E a chi importa? Sei la storia più bella Harry”
E allora lo bacia ancora, perché ha finalmente capito che non finirà mai di leggerlo, non riuscirà mai a conoscerlo fino in fondo ma vuole provarci perché sono entrambi dei capitoli in sospeso, nascosti in un universo troppo grande e si sono trovati finalmente, tra gli scaffali pieni di storie diverse di Kyaneos nel sottoscala dell’affollata Stanhope Row.

 

  
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