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Autore: callmemavy    29/05/2013    3 recensioni
[Hotel Transylvania]La festa di compleanno di Mavis è appena finita, ma i problemi della coppia appena nata iniziano solo ora: il sangue di Jonathan risveglierà gli istinti da predatrice della vampira, il passato nascosto di Dracula verrà a galla e l'attacco di un uomo misterioso metterà in pericolo la vita della coppia oltre a rischiare una guerra fra umani e mostri.
Questa storia è un'avvincente susseguirsi di romanticismo, angoscia ed avventura, che aggiunge molto sentimento a questo splendido film.
Prometto a tutti i lettori che questa storia non rimarrà incompiuta!
Questa sembra essere l'unica fanfiction su Hotel transylvania in italiano al mondo, che tristezza, mi sento tanto solo... RETTIFICO, non è più la sola, ora è solo la prima, che bello!
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di demone'
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Salve a tutti e scusate per il ritardo, mi sono accorto che per migliorare la qualità ed eliminare gli errori dai miei capitoli li devo prima tradurre in inglese(per ), in questo modo la mia rilettura è più approfondita, perciò mi sono dovuto rimettere in pari prima di riniziare a postare qui.

Inoltre, proprio quando ero in pari con la pubblicazione italiana ed inglese, un mio follower inglese, wollaceb, non che il mio beta tester che ringrazio, mi ha dato uno spunto che mi ha permesso di scrivere ulteriori tre capitoli (questo ed i prossimi due) che non avevo previsto e ciò mi ha fatto perdere altro tempo.

Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Un caloroso saluto a DjTozzaHoranPayner 69e Mavis_96 che hanno iniziato a seguirmi :-D


CAPITOLO 19 - La madre che non ho mai avuto - parte 1

Mavis vide che da sopra la porta stavano entrando delle sottili linee rosse che si muovevano come serpenti e che avevano l'odore del sangue del padre, spaventata si alzò e fece qualche passo indietro, verso il centro della stanza.

In poco tempo sul soffitto si formò un cerchio magico simile a quello che aveva visto in infermeria sotto al letto di Jonathan.

-Papà? Che sta succedendo?- Provò a chiedere la ragazza, che sentì il padre borbottava qualcosa, ma non le rispose.

Mavis aveva paura a restare da sola con se stessa, perciò corse verso la porta per provare a raggiungere il padre, ma a pochi passi dalla porta si fermò. Avrebbe voluto uscire, ma c'era qualcosa dentro di lei che le impediva di andare oltre.

La ragazza alzò lo sguardo e notò che si trovava proprio sotto al bordo esterno del cerchio del pentacolo che suo padre aveva tracciato sul soffitto.

-Ma allora questo è un sigillo magico per tenermi intrappolata qua dentro... Papà non mi aveva mai chiusa in una stanza, se lo ha fatto vuol dire che sono veramente grave... e pericolosa. Ma perché... perché mi sta accadendo tutto questo? Che cosa sto diventando?-

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

La ragazza sobbalzò, era immersa nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni e questo rumore estraneo la svegliò come fosse una secchiata d'acqua fredda.

Non era la prima volta che lo sentiva, quindi si guardò intorno in cerca dello zaino di Jonathan che era sul pavimento lungo il breve corridoio che portava all'uscita appoggiato accanto al suo, i due zainetti erano così vicini che sembravano abbracciarsi.

*Lo sapevo che la madre di Jonathan avrebbe chiamato, ma questa volta non dovrò darle alcuna brutta notizia. Anzi, potrei parlarci un po' per fare conoscenza, tanto papà non è qui...* Pensò Mavis che intanto si avvicinò allo zaino.

-Dannazione...- Disse dopo essersi fermata, gli zaini erano fuori dal cerchio magico.

-Ed ora che faccio?- Si lamentò lasciando cadere testa e braccia sconsolata.

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

Il telefono intanto continuava a vibrare.

Mavis guardò in giro in cerca di qualcosa di lungo per tirare a se lo zaino.

-Ci sono!- Disse euforicamente dirigendosi rapidamente verso il letto.

Spinse via il materasso, si inginocchiò e si concentrò sulle doghe; il letto era ricavato da una bara, quindi la più lunga era quella centrale. La ragazza strinse una mano a pugno e dette un paio di colpetti sul lato di quella doga più vicino al bordo per prendere la mira prima di sferrare il vero attacco con cui avrebbe voluto spezzare l'asse.

Mavis caricò il braccio e sferrò un colpo con tutta la forza che aveva.

Pessima idea.

L'asse resse il duro colpo, ma Mavis no, che si lasciò cadere a terra dal dolore tenendosi la mano sfortunata.

-Accidenti che male! Questo sigillo riduce anche le mie capacità fisiche!-

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

Silenzio.

La ragazza alzò gli occhi verso lo zaino.

-Ha riattaccato, lo sapevo che non ce l'avrei fatta...-

Buzzzzzzzz... buzzzzzzzz... buzzzzzzzz...

La vibrazione riprese subito dopo.

-Anzi no, ci sta riprovando, stavolta non posso fallire. Pensa Mavis, pensa...- Disse mentre si rialzava, poi cercò con lo sguardo qualcosa di utile, ma la sua attenzione venne attirata subito.

-Che sciocca, come ho fatto a non pensarci prima...- Disse guardando l'alto candelabro in ferro battuto posto proprio accanto agli zaini, a poco più di un metro all'esterno dell pentacolo.

Mavy prese la coperta color porpora da terra e la lanciò sopra al candelabro dove si impigliò, poi con un forte tirone lo fece cadere. La ragazza lo prese prima che battesse sul pavimento, ma era troppo pesante e continuò la caduta trascinando anche lei con sé.

-Non me lo ricordavo così pesante, forse faccio troppo affidamento sui miei poteri...-

Poi, senza perdere tempo, sfruttò i piedi a zampa di leone come gancio per agguantare uno spallino dello zaino e trascinarlo a se.

-Ti prego, non riattaccare ora, non riattaccare ora!- Ripeté Mavis speranzosa.

Appena lo zaino arrivò a portata di mano, Mavis lo avvinghiò e tirò fuori dalla tasca laterale il cellulare rispondendo il più in fretta possibile.

-Pronto?... Pronto?- Mavis sentì dei rumori dall'altro capo della linea, poi una voce femminile:

-Jonathan? Sei tu? Stavo per rinunciare!- Era la madre di Jonny, ma sullo schermo non apparse nessuno, era una chiamata normale, perciò Mavis portò il telefono all'orecchio prima di iniziare a parlare.

-No signora, sono Mavis.-

-Oh, scusate ragazzi, non volevo introdurmi nella vostra intimità, richiamatemi pure quando avete fatto.- Rispose imbarazzata la signora.

-Intimità?- Chiese Mavis ingenuamente, -Comunque Jonathan non c'è adesso, ma se vuoi possiamo parlare un po'.-

-Parlare un po'? Hai trovato la persona giusta! Mi piace conoscere gente nuova, soprattutto se diverranno presto parte della famiglia! Comunque quando mi hai risposto mi sono quasi preoccupata, Jonathan avrebbe chiuso la chiamata appena avesse visto che ero io, dice sempre che se mi vuole parlare si fa vivo lui, ma sono passati due giorni senza farmi sapere nulla. Lo sa che sono sempre in pensiero per lui, anche se dice sempre che sono assillante! Va be', tu che mi dici? Dove è Jonny? Che fate? Stasera uscite? Dormite insieme o in due letti separati? Passate la nette in ostello, in albergo o a casa tua? Ma fai mangiare tanta verdura al mio topino?...-

-Signora? Signora? SIGNORA! Per favore, mi faccia una domanda alla volta, altrimenti non riesco a risponderle.- Finalmente Mavis riuscì a fermare la madre di Jonathan prima che la tempesta di domande le facesse venire il giramento di testa.

-Mi dicono tutti così... Ma non sono io che faccio troppe domande, sono gli altri che non riescono a starmi dietro!- Si lamentò scherzosamente la signora, prima di riprendere la parola:

-Piccina, scusami, non mi sono ancora presentata, che maleducata! Mi chiamo Zoé, ma puoi chiamarmi semplicemente Zo o Zezé.-

Mavis ridacchiò.

-Che nome buffo! Non lo avevo mai sentito.-

-È abbastanza comune in Svizzera dove sono nata. Significa vita e devo ammettere che mi si addice, vivace come sono! Comunque anche il tuo ti calza a pennello, significa corvino, come il colore dei tuoi capelli, se non ricordo male. È sempre meno comune il nome "Mavis" mi fa piacere che ci sia questa riscoperta dei nomi passati nelle nuove generazioni.-

-Bene signora, ehm scusa, Zezé, Hai ragione, mi piace molto cantare, soprattutto in compagnia di tuo figlio.-

-Vi immagino, siete troppo dolci insieme... Aspetta un momento, voglio fare una cosa.-

Detto ciò, Zoé riattaccò la telefonata, per poi richiamare subito dopo.

Mavis rispose alla videochiamata, ma sul cellulare c'era solo una poltrona vuota.

-Mavis! Aspetta un attimo che arrivo!- La voce di Zoé sembrava lontana.

Poco dopo la donna comparve e si mise a sedere, aveva in braccio tre piccoli bambini abbastanza vivaci. Erano tutti uguali, dimostravano circa cinque anni ed avevano i capelli rossi e riccioli.

-Eccomi qua cara. Volevo presentarti queste tre piccole pesti...-

Ma si interruppe subito, aveva una faccia stupita ed i bambini si strinsero alla madre spaventati.

-Ma che hai fatto al viso?-

Mavis si era dimenticata che il suo aspetto non era molto normale.

-Be'... ecco...- Mavis non sapeva cosa inventarsi, poi le tornò in mente quella stessa telefonata vissuta nella visione.

-Stasera Jonny ed io andremo ad una festa in maschera! Non vedo l'ora!- Disse Mavis cercando si sembrare euforica, fortunatamente le ci riuscì bene.

-Complimenti! Sembravi un vero mostro! Una affascinante ragazza pipistrello... ed il tuo cavaliere chi sarà? Il conte Dracula bhla, bhla-bhla?- Chiese Zoé ridendo.

Mavis fece un sorriso perplesso, non sapeva cosa rispondere, dopotutto ciò che Zoé aveva detto non era molto lontano dalla realtà.

-Ma come mai indossi anche quelle bande?-

-Ah, queste... mi sono tagliata cadendo da un albero.-

-Accidentaccio! Spero non ti sia fatta troppo male! Ma allora anche tu sei agitata come il mio Jonny e queste piccole pesti? A proposito, loro sono Harry, Hubert e Hamish i miei tre gemellini di cinque anni.-

Poi rivolgendosi a loro continuò:

-Fate ciao con la manina.-

I tre salutarono, ma erano ancora titubanti per lo strano aspetto della ragazza.

-Ciao piccoli!- Rispose dolcemente Mavis facendo un cenno con la mano.

La ragazza si era emozionata al punto che gli occhi le divennero lucidi. Era felicissima che la madre di Jonathan era entusiasta di farle conoscere la propria famiglia.

Inoltre si rese conto che gli umani ed i mostri non erano così diversi come pensavano tutti e fu proprio il comportamento dei bambini fece capire a Mavis che gli umani avevano la stessa paura dei mostri, di quella che quest'ultimi avevano degli umani.


Spero che il capitolo vi sia piaciuto, la seconda parte la devo finire di scrivere, ma spero di pubblicarla a breve.

Un saluto a tutti!

Ricordatevi di lasciare qualche recensione!

  
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