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Autore: Dama DeLupottis    29/05/2013    6 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov. Anna

- Amore, dove vorresti andare?- domanda Manuel con una dolcezza che in questo momento mi dà quasi fastidio.

- In piscina…- rispondo d’acchito mantenendo lo sguardo fuori dal finestrino. Sono così nervosa e tesa che l’unica cosa che vorrei fare adesso è sfogarmi contro qualcosa, qualcuno o semplicemente contro l’acqua.

Cosa c’è di meglio del nuoto? Il pugilato? Forse! Ma non credo sia adatto a me, anche se in questo momento un sacco pieno di sabbia da prendere a pugni non mi dispiacerebbe affatto. Anzi quasi quasi preferirei quello ad un ragazzo che mi sorride e mi accarezza dolcemente la mano. Proprio così, al momento preferirei quel sacco al mio ragazzo, che totalmente ignaro della tempesta che c’è dentro di me continua a parlare e osa addirittura contraddirmi:- Ehm…veramente io pensavo ad una passeggiata in centro…-

- Si ok, vada per quella…- rispondo atona, senza mostrare un briciolo di gioia, niente…qualcun altro oggi ha pensato bene di portarmi via anche quella.

Sono una cretina lo so: sto passeggiando per le vie del centro, mano nella mano con colui che di solito mi fa battere il cuore, ma non provo nulla. Riesco ancora a sentire la freddezza con cui Dario mi ha congedato, sembrava tanto un addio…

Eppure non lo era, non poteva esserlo perchè gli addii di solito sono sempre meravigliosi, nel senso che sono carichi di sentimenti, di sorrisi e di lacrime che ti fanno capire quanto una persona tenga a te e viceversa. O almeno questo vuol dire…nei film. Si può chiamare addio il saluto di una persona che ha cancellato qualsiasi sentimento sentisse verso di te? Si può chiamare addio o semplicemente menefreghismo? Perché è questo ciò che ho letto nei suoi gesti, è questo ciò che la sua voce mi ha trasmesso, ed è questo che ancora adesso mi fa stare così male, nonostante so benissimo che non dovrebbe importarmene più nulla.

- Ehi, ma che cos’hai? Sei così silenziosa…non è da te!- esclama Manuel in tono apprensivo

Scuoto la testa, nel tentativo di cacciare questi brutti ricordi e confesso in tutta sincerità:- Scusa è che…ho la testa altrove!-

- Stai pensando a loro?-

Perfetto! Una semplice domanda, che va a complicare ulteriormente la situazione nella mia mente, che era già alquanto intricata senza che ci entrasse un nuovo volto ben conosciuto: quello di Massimo. Non potrò mai dimenticare il suo sguardo: stupito, ma non solo, amareggiato forse, o deluso. Mi guardava come se fossi un’altra persona da quella che aveva conosciuto, e in parte era vero, ma in parte, ero sempre io, e anche se non lo vedevo da un po’ di tempo, gli volevo ancora molto bene; inoltre le sue parole mi avevano colpito, in senso buono ovviamente, visto che aveva dimostrato che gli ero mancata, ma che tuttavia mi avevano lasciato dentro una tristezza enorme, quasi un senso di colpa.

- E’ stata dura rivederli entrambi oggi!-

- Lo capisco…ma... insomma…ora sei con me, non ne hai più bisogno… dimenticali!- conclude mettendomi un braccio intorno alle spalle.

Immediatamente mi sottraggo a quell’abbraccio ed esclamo un po’ infastidita:- Non è così facile!- 

Di una cosa sono sicura: lui non sa niente e non può certamente capire come mi sento in questo momento!

- Va beh dai, ti parlo dei dettagli del nostro viaggio ok? Ho già programmato tutto l’itinerario! Sarà fantastico! Certo…dovremo correre un po’ ma credimi, ne varrà la pena!-

Ah certo! Il nostro viaggio a Nuova Delhi, al quale mancano solo due settimane….prima ne ero così entusiasta….perchè adesso sembra non importarmene più niente? Perché riesco solo a pensare a lui, o nel “migliore” dei casi a loro? Mi verrebbe quasi voglia di chiamarlo, giusto per dirgliene quattro, ma sono convinta che se lo facessi soffrirei ancora di più. Forse mi serve solo tempo, devo solo dimenticare e sono convinta che prima o poi ci riuscirò, d’altra parte…come lui ha fatto con me.

- Allora che ne pensi?- domanda tutto ad un tratto Manuel

- E’… grandioso…perfetto….davvero perfetto! Hai fatto un ottimo lavoro!- sorrido cercando di nascondere il fatto che io non ho ascoltato nemmeno una parola del suo programma dettagliato, ma non ho il coraggio di dirglielo visto il suo entusiasmo.

- E quindi? Quale opzione preferisci? La prima o la seconda?-

Oh cazzo! C’era un’opzione? Beh io sicuramente ne ho due: o sparo una risposta a caso sperando di azzeccare quella che avrei dato se solo avessi ascoltato o gli dico la verità per poi avere sulla coscienza l’ennesimo sguardo triste della giornata.

- Non mi hai nemmeno ascoltato vero?-

Sospiro e mi arrendo, non posso continuare un’uscita così: - Mi dispiace Manuel, oggi non è giornata! Ti spiace riaccompagnarmi a casa?-

- Certo!- annuisce mostrandomi uno dei volti più tristi che abbia mai visto.

In macchina nessuno dice una parola, poi al momento di scendere cerco di scusarmi ancora, ma capisco che ormai è tutto inutile, e quindi mi avvio verso la porta di casa sperando di riuscire a farmi perdonare in seguito.

- Ciao stellina! Allora come è andata la visita?- mi aggredisce Vayda con la sua solita ondata di allegria, che al momento cozza decisamente col mio umore.

- Cosa ti ho detto almeno un centinaio di volte?- domando mentre come un automa appoggio la borsa e mi tolgo giacca e scarpe.

- Di non chiamarti stellina! Pardon! Comunque… todo bien?-

- Sì devo tornarci tra un anno!-

- Fantastico! Puoi finalmente dimenticarti dell’ospedale per un bel po’!-

- Non credo di riuscirci!- mi lascio sfuggire buttandomi sul divano

Vayda all’improvviso diventa seria e mi domanda:- L’hai rivisto?- annuisco e non aggiungo altro, anche perché non saprei cos’altro vorrei dire.

 - Come è stato?- aggiunge vedendo il mio silenzio

- Freddo e falso! Si comportava come se fra noi non ci fosse stato niente di più che un’amicizia finita male… ma la cosa peggiore è che da quello che ho visto sono mancata di più a Massimo che a lui!-

- O forse lui è soltanto più bravo a nasconderlo!-

- Può darsi! Ma fa male lo stesso!-

In effetti Vayda potrebbe non avere tutti i torti, ma alla fine le cose non cambierebbero più di tanto: anche se sapessi che lui ci sta ancora male, non mi sentirei certo meglio…anzi, forse starei anche peggio!

- Cosa posso fare per aiutarti?-

- Niente! Neanche Manuel è riuscito a distrarmi!-

- Ma lui è un uomo! E se io ti portassi a fare un po’ di shopping?-

- Ma tu non dovresti studiare…visto che tra due settimane te ne vai in Bulgaria?-

- Sì, ma non ce la faccio a vederti così! Mi fai troppa pena!-

- Ma smettila! Se vuoi me ne vado io a fare un giro così non devi sopportare la vista del mio muso lungo…-

- Ma figurati! Lo facevo per te!-

- Bene allora se vuoi fare qualcosa per me datti una mossa a studiare…non voglio averti sulla coscienza! Non preoccuparti per me! Domani sarò come nuova!- esclamo sperando di convincere anche me stessa. Mi avvio alla mia camera, indecisa se mettermi a studiare o a dormire…

 
Pov. Massimo

Oggi è il giorno libero di Antonella, il che vuol dire che passerò la mia pausa pranzo qui nel mio studio, perché sinceramente non ho proprio voglia di andare al bar per essere elogiato da falsi amici colleghi che vogliono soltanto la mia rovina per migliorare la loro posizione, né tantomeno essere scrutato dai miei pazienti o peggio ancora dai miei studenti.

“A quanto pare la solitudine non è mai così sola” penso mentre vedo Dario sopraggiungere a testa bassa e sedersi appena appena sul bordo di un mobiletto ad osservare le mattonelle del pavimento con lo sguardo fisso e un interesse che decisamente non meritano.

- Hai incontrato Anna vero?- mi azzardo a domandare

- Purtroppo!-

- Già ti capisco! Sono rimasto sconcertato anch’io! Anzi a dir la verità sono preoccupato…-

- Per cosa?- domanda volgendo il capo in mia direzione

- Beh mi domando se dietro a tutta quell’esteriorità vi sia ancora traccia dell’Anna che conoscevamo, o se si sia trasformata in una di quelle tante bamboline senz’anima di cui il mondo è pieno!-

- Adesso non esagerare! È ancora lei…solo con i capelli più corti e qualche gioiello in più!- risponde come se una persona totalmente rinnovata nel giro di pochi mesi sia la cosa più naturale di questo mondo.

Forse sono io che esagero, forse sono troppo apprensivo nei suoi confronti, in fondo lei può fare quello che vuole, indipendentemente da come la penso io. Già non riesco a farmi ascoltare da mio figlio, come potrei pretendere di farlo con lei, la regina di Testardolandia?

Ad un certo punto bussa alla porta uno specializzando rivolgendosi a Dario:- Professore mi scusi, mi domandavo...qual è l’esatta differenza tra una piezo ed una sarpe?-

- Ma per chi mi hai preso? Per la tua balia? Ce l’hai un libro di chirurgia? Studiatelo!- risponde Dario con uno scatto d’ira a dir poco eccessivo.

- Ehi sta calmo!- dico avvicinandomi a lui, poi rivolgendomi allo studente di medicina che si è avvizzito su se stesso come una foglia secca dico con tono gentile:- Non farci caso, al momento è un po’ … alterato! Te lo spiego io fra dieci minuti!-

 Quando il ragazzo riprende l’uso delle gambe e si decide a lasciarci soli mi rivolgo a Dario con aria di rimprovero:- Dario che ti prende? Perché sei così nervoso?-

- Anna ha un ragazzo!- esclama tutto d’un fiato

- Davvero?- Non ci posso credere! Quella ragazza non la conoscevo proprio più!

- Sì! Cioè ma ci pensi? Ci siamo lasciati da soli tre mesi e lei si è già rifatta una vita!- dice cominciando a camminare per la stanza, agitando le braccia in modo confuso.

- Beh! E’ quello che dovresti fare anche tu! Prendi esempio da lei!- esclamo senza pensarci troppo. So che come consiglio fa schifo, ma è tempo che anche lui si svegli fuori e dimentichi questa storia una volta per tutte e per il bene di tutti.

- Ma per piacere! Figurati se con tutto il lavoro che ho da fare mi metto in cerca di donne!-

Ecco questa risposta me l’aspettavo, e difatti so già come controbattere:- E se il lavoro avesse deciso di darti una mano?-

Gli indico con lo sguardo la dottoressa Marta Morandi, arrivata nella nostra clinica un paio di mesi fa, una ragazza niente male: alta, magra, castana con i capelli sempre raccolti in una coda alta e liscia, gli occhiali neri con una montatura gigante e il sorriso sempre sul volto. Non ce li vedrei male insieme!

- Ma chi? Quella? Ma sei pazzo? È già da due mesi con noi e non ha ancora capito che da qui non si riesce a faxare la roba in reparto!-

- Perché non le dai una mano?- lo incoraggio come si fa di solito con un bambino piccolo.

Con mio grande stupore, mi prende alla lettera e le si avvicina dicendo:- Ehi ciao! Serve aiuto?-

- Oh ciao Dario! Sì grazie…hai idea di come far funzionare questo coso?- sembra quasi emozionata di parlare con lui. Sì direi che siamo sulla buona strada!

- E’ semplice! Non funziona! Hanno più volte tentato di ripararlo, ma ancora i documenti si perdono per l’ospedale…le uniche cose su cui si può fare affidamento per portarli in reparto sono le proprie gambe!-

- Oh allora sarà meglio che mi sbrighi…sono già in ritardo con le visite!- e fa per andarsene, ma viene bloccata da Dario che non riesce a mascherare il suo sconcerto:- Ferma! Ma che fai? Mi stai prendendo in giro? Guardati un attimo intorno…studenti…. nullafacenti che aspettano un qualsiasi tuo ordine…. ti dicono niente?-

- Ah già hai pienamente ragione!- si volta in direzione di uno studente e gli domanda con cortesia: - Ehi scusa, potresti farmi il favore di portare questi fogli in reparto e consegnarli…- Dario sbuffa e subito la interrompe:- Oddio cosa mi tocca sentire! Porta immediatamente questi fogli in reparto e consegnali alla caposala…hai quindici minuti!- conclude porgendo in malo modo i fogli al ragazzo che immediatamente annuisce e sparisce dietro la porta.

- Ma…non sei stato un po’ troppo duro?- domanda Marta.

In effetti ha ragione, questo è un piccolo assaggio del vecchio Dario, che ogni tanto torna a farsi sentire quando quello “nuovo” è un po’ in preda al nervosismo, ma che al contrario di quanto si possa pensare non sbaglia mai a valutare una situazione, e ha sempre una risposta pronta a tutto:- Chi io? Ma scherzi!? Non ti rispetteranno mai se gli chiedi per favore! Tu sei una dottoressa, loro non sono niente, tu dai i comandi, loro li eseguono! E tanto per non essere accusato di insensibilità, al massimo ti concedo di fargli un sorriso, o di ringraziarli ma solo quando hanno portato a termine il loro compito. Regola numero uno: mai dare troppa confidenza agli studenti, devono temerti e rispettarti, ma devono anche sentirsi apprezzati quindi…regola numero due: fagli i complimenti quando e solo se li meritano, in questo modo impareranno a non odiarti e tu diventerai un modello di comportamento per loro….ah e regola numero tre: non dargli mai troppo spazio per muoversi, visto che ancora non sono autonomi, hanno bisogno di scadenze, di essere messi sotto pressione, soltanto così impareranno cosa vuol dire lavorare in questo posto dove lo stress è più concentrato dell’ossigeno che respiriamo!!-

Sì insomma…come dicevo prima…è un po’ duro, ma… non posso dargli torto! Gli specializzandi sotto la sua supervisione stanno sempre un passo avanti agli altri: sanno cosa fare, quando e dove al contrario degli altri che passano la maggior parte del loro tempo a chiedere aiuto.

- Oook! Grazie dei consigli…me li appunterò!- risponde Marta

- Non c’è bisogno…mi basta solo che tu li metta in pratica!- conclude sorridendo prima di congedarla definitivamente.

Quando anche Marta sparisce dalla nostra vista, Dario si avvicina nuovamente a me scuotendo la testa e sorridendo lievemente:- E quella secondo te potrebbe essere la mia futura donna? Manca solo che dica “scusate se esisto, non volevo disturbare!”- conclude imitando una voce femminile che riesce a far sorridere anche me, prima che la mia coscienza mi faccia tornare serio:- Solo perché è gentile non puoi fargliene una colpa!-

- Dico soltanto che non fa per me! Tutto qua!-

Qual è la donna che fa per lui? Me lo sto ancora chiedendo! E non ditemi che è Anna, perché lo credevo anch’io, ma a quanto pare nemmeno una coppia così tanto affiatata era riuscita a superare quel grande ostacolo strutturale…formato solo da due numeri, che purtroppo…erano troppo distanti per riuscire a congiungersi pienamente.

“ Il dottor Albani è atteso in segreteria. Il dott. Albani comunichi con la segreteria!”- annuncia una voce meccanica

- Eccoci….fine della pausa! Ci si vede collega!- saluto Dario con una pacca sulla spalla e m’incammino verso l’ennesimo pomeriggio monotono che mi aspetta…


Pov. Anna

Ho cercato di studiare tutto il pomeriggio, con successo praticamente pari a zero: sono stata ferma ore e ore sulle pagine del libro senza capirci niente, ma facendo finta di farlo solo per evitare che Vayda che studiava accanto a me si distraesse a causa mia.

Poco prima di andare a dormire mi arriva un messaggio da Antonella: “ Domani colazione insieme? Ti prego non dirmi di no! Un bacione, buona notte!” sorrido ed invio un messaggio di conferma. Ogni tanto, io e lei ci diamo appuntamento al solito bar, facciamo colazione con le brioches appena sfornate, chiacchierando e ridendo insieme, poi Antonella mi dà un passaggio fino all’università e prosegue verso l’ospedale. Quando lo facciamo, la giornata inizia sempre con il piede giusto, e si sa che quando l’umore è ok, difficilmente le cose possono andare storte, o almeno possono essere viste un po’ più dritte di come siano in realtà!

Mi addormento con il sorriso e con la convinzione che domani sarà un giorno migliore.

La mattina, vista la mia scarsa puntualità, non ho sicuramente tempo di chiedermi se quello che sto per affrontare sarà un giorno proficuo o meno e quindi mi limito a prepararmi di fretta rimandando il giudizio alla sera.

Quando entro nel bar, con soli tre minuti di ritardo, Antonella è già seduta al tavolo: indossa una gonna beige con giacca abbinata, una camicia bianca e scarpe decoltè dello stesso colore del tailleur. Antonella è la raffinatezza in persona, non solo per quanto riguarda il suo abbigliamento classico, ma anche per i suoi modi di fare: per esempio in questo momento tiene le gambe accavallate, disposte obliquamente, la schiena dritta e la testa reclinata di lato mentre è intenta a sfogliare un quotidiano. Io non riuscirei mai a stare in una simile postura, e se anche m’impegnassi a farlo, ne verrebbe fuori una statua rigida che implora con lo sguardo di cambiare posizione, mentre lei, sembra comodissima, ha una grazia che da molto tempo le invidio!

- Ciao tesoro!- mi sorride non appena mi vede e ripiega il giornale:- Allora? Come va?-

- Devo proprio dirtelo, o puoi immaginarlo da sola?- dico mentre mi siedo un po’ come mi capita.

- No non c’è bisogno che tu me lo dica, so già tutto! Tra l’altro devo dire che Massimo ieri è tornato a casa totalmente sconvolto!-

Il cameriere, che ormai conosce a memoria il nostro menù ci porta la colazione, e quando si allontana le dico:- E’ colpa tua! Dovevi prepararlo!-

- Non pensavo che un cambio di look potesse toccarlo così tanto! E’ sempre stato piuttosto insensibile a queste cose…come del resto quasi tutti gli uomini che conosco!-

- Beh…se ne farà una ragione…tanto non mi vedrà per un bel po’ di tempo!- preciso, quasi come se volessi tranquillizzare me stessa

- Ehm…a proposito…dovrei chiederti un grandissimo favore…- comincia a dire in tono titubante

- Dimmi pure…- rispondo tranquilla pensando “cosa mai potrà chiedermi di così terribile…”

- Sabato prossimo è il compleanno di Massimo…ma lui ovviamente non ne vuole sapere di festeggiare…e stavo pensando di passare il weekend nella nostra casa in montagna…e mi chiedevo se ti andrebbe di venire visto che il posto c’è…-

In montagna? Con Massimo? Sono tre mesi che lo evito…mi suona alquanto strano…

- Antonella io…non credo sia il caso!-

- E invece lo è… a Massimo manchi veramente tanto, e anche a me e ad Andrea farebbe molto piacere!-

Uffa! Eccola che comincia a farmi sentire in colpa… come faccio a dire di no alla persona che considero quasi come mia mamma? Anzi…meglio di una mamma…come le mamme dei film: dolci, comprensive, amiche del cuore…

- E va bene…ci vengo!- dico in tono di resa

- Grazie mille! Davvero! Ne sarà felicissimo!- esulta illuminandosi per un attimo, poi si rabbuia un pochino e tornando un po’ seria e leggermente nervosa aggiunge: - Ehm non vorrei esagerare nel chiederti i favori, ma…ci verresti lo stesso se venisse anche Dario?-

- Che cosa?- faccio un quasi un salto sul posto nel sentire pronunciare il suo nome:- No, io…non ce la faccio! E’ troppo per me!-

Passi l’andare in montagna con la famiglia di Massimo, ma con Dario no! Assolutamente no! Già mi ha messo in crisi l’averlo rivisto ieri, se ci passo ancora altro tempo insieme finirò per avere una crisi nervosa, isterica o andare in depressione, non so quale sia la migliore!

- Lo so, ma voi due siete gli unici veri amici con cui gli andrebbe di passare il compleanno…insomma dopotutto sono solo due giorni! Non dovrete nemmeno dormire vicini: tu dormirai in stanza con Andrea, e lui in un’altra stanza in fondo al corridoio!-

- Ma…hai almeno una minima idea della tensione che c’è fra noi due al momento?-

- Sì ce l’ho! Ma sono convinta che per una persona a si tiene per davvero si è disposti a fare qualche sacrificio! E Massimo se lo merita, visto che fa tanto per gli altri, ma nessuno fa mai niente per lui!- conclude mostrandomi uno sguardo triste e impotente.

- Stai cercando di farmi sentire in colpa?-

- Forse!- sorride lievemente

Beh devo dire che ci sta riuscendo alla grande! Insomma…ripensandoci bene ha ragione: Massimo mi è sempre stato vicino nei momenti di difficoltà, mi ha sempre supportato anche quando non gliel’avevo chiesto e anche a costo di mettersi contro il suo migliore amico….e io? Oltre ai numerosi grazie che gli rifilavo ogni volta, cosa gli avevo dato? Un sacco di guai in più che avevano finito per distanziarci.  Forse è davvero giunto il momento di rimediare, e di dimostrargli con questo gesto quanto ancora tengo a lui.

- Va bene ok! Ti prometto che m’impegnerò al massimo per mantenere la calma, ma non ti garantisco niente!-

- Ci riuscirai, ne sono sicura!-

Parliamo ancora un po’, di cose più ordinarie e molto meno sconvolgenti, e poi ci salutiamo davanti alla mia università.

Le lezioni stranamente scorrono in fretta, ma proprio nel momento in cui sto cominciando a capirci qualcosa di meccanica razionale mi arriva un sms di Antonella: “ Purtroppo non sono riuscita a convincere Dario, mi ero illusa di potercela fare, ma con lui è una causa persa! Mi dispiace, almeno ci ho provato!”

Nel leggere quel messaggio il mio volto diventa subito triste, mi dispiace così tanto…sia per lei, sia per Massimo. Ma cos’ha che non va quel deficiente? Pensavo fosse una persona più sensibile, o almeno che ci tenesse un po’ ai pochi amici che ha!

 Colta dal nervoso rispondo: “ Fammi fare un tentativo! Ti farò sapere! Un bacione!” poi subito cerco fra la rubrica quel nome che purtroppo non ero mai riuscita a cancellare, lo seleziono e scrivo “ Ti devo parlare. Dimmi posto e ora, non accetto un rifiuto…” premo invio, prima che mille dubbi mi possano assalire…forse era un po’ crudo come messaggio, ma a lui son sempre piaciute le persone concise quindi, mi adeguo ai suoi standard.

 Immediatamente arriva la risposta, tremo un po’ nello schiacciare il tasto per visualizzare il messaggio, poi trovo il coraggio e leggo “ Alle 8, al bar sotto casa”. Perfetto, freddo e conciso. Devo dire che al momento siamo proprio affiatati! Povera me!

Cerco di tornare a concentrarmi sulla lezione, ma tanto so già che non ci riuscirò, visto l’ansia che ora ho addosso. Che cosa gli dirò? Cosa posso dire meglio di Antonella, la fata dello charme e della gentilezza? Un tempo avrei contato sul fatto che lui avesse un debole per me, si sa che con i cattivi questo funziona sempre, ma ora...le cose erano piuttosto cambiate, e l’unica che rischiava di farsi male stavolta ero io!

 
Pov. Dario

Che nervoso! Prenderei a pugni qualcuno, e invece posso solo sfogarmi a voce sugli specializzandi, che in fondo non hanno colpa. La colpa è solo mia, ma forse anche il destino è contro di me visto che ieri me la fatta rincontrare, o meglio…ci ha fatti scontrare. E adesso mi sembra di tornare all’inizio di tutto: a io che cerco di respingerla, e lei che continua a ronzarmi intorno, io che cerco di mostrarmi freddo, mentre invece sto ribollendo dentro. Sì è così non posso farci niente, da quando ho saputo che Anna ha un ragazzo mi sono tramutato in bestia, forse perché non mi aspettavo che mi dimenticasse così in fretta…è un po’ come se tutta la splendida storia che abbiamo vissuto insieme valesse di meno, come se tutte le emozioni che abbiamo provato fossero state sminuite di colpo. E la cosa che mi fa arrabbiare di più sono io, che non riesco a pensare ad altro, che me la prendo con il mondo intero quando mi accorgo di non essere così forte come credevo e mi sommergo di lavoro, perché è soltanto mentre opero che ritrovo me stesso, la mia sicurezza, la mia solita forza.

Raggiungo il bar, sono in ritardo di circa un quarto d’ora, ma per così poco non ritengo necessarie le scuse. Quando la vedo in lontananza la mascella automaticamente mi si contrae, sento ogni muscolo indurirsi mentre passo per passo mi avvicino.

Ci salutiamo con un semplice ciao, poi una volta accomodati al tavolo e ordinato un aperitivo, decido di saltare i convenevoli e vado dritto al punto:- Allora? Cosa devi dirmi di così importante?-

- Ho saputo che non hai accettato l’invito di Antonella…-

- Non vedo perché dovrei discutere di questo con te!- esclamo duramente

- E invece sì, visto che non hai accettato a causa mia!- ribatte con fermezza

- Come fai ad esserne così sicura?- domando piccato, soprattutto nel mio orgoglio

- Mh vediamo: adori la montagna, Massimo è il tuo migliore amico, con cui sei già uscito altre volte, con sua moglie ti trovi bene e con suo figlio pure…non soffri il mal d’auto e per fortuna non lavori il sabato e la domenica…-

- In realtà a volte lavoro anche di sabato!- preciso

- Dovrei credere che uno come te non possa decidere liberamente di avere un weekend libero? Ma chi vuoi prendere in giro?-

- Ok d’accordo! Non ritengo che sia il caso di…-

- Passare due giorni in mia presenza?- m’interrompe, facendomi innervosire

- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per separarci, vuoi rovinare tutto così?-

Sì è quello che penso! Rovineremmo tutto, o almeno, io lo rovinerei di sicuro, perché non riesco a starle accanto come un semplice amico, preferisco essere lo stronzo che fa l’indifferente mentre spera che un giorno questa piaga guarisca, o che per lo meno smetta di sanguinare… e se sto con lei questa cosa non è affatto realizzabile.

- Dico solo che Massimo è un amico con la a maiuscola e merita di passare un compleanno felice, al di fuori di questa città, lontano dal lavoro e da tutti i problemi da cui voi siete perseguitati!-

Questo è vero, ma penso che io e Anna insieme potremmo recare a lui più fastidio che giovamento. Come potrebbe essere felice di stare con noi vista l’aria che tira?

- Credi che sarebbe contento di vedere i suoi amici che si evitano a vicenda?- cerco di farla ragionare

- No! Ma è proprio questo il punto! Insomma…che ti prende? Mi stai evitando e non ne capisco il motivo!-

- Sto semplicemente accettando il fatto di non far parte della tua vita!- ma come fa a non capire? È palese!

- Ma tu ne fai comunque parte… in un modo o nell’altro… sei parte di me…-

- Oh sì! Una parte molto importante visto da come mi hai sostituito così in fretta!- Ecco l’ho detto!

- Ah ma allora è questo!? Sei…sei geloso di Manuel?- domanda stupita e innervosita allo stesso tempo

- Non sono geloso, mi dà solo fastidio che tu abbia ricominciato a vivere così facilmente. Vuol dire che in fondo non ero proprio così fondamentale come mi avevi fatto credere…-

- Mi stai dando della bugiarda? Eh?- domanda alzando leggermente il tono di voce, e attirando inevitabilmente l’attenzione di tutti su noi:- Non osare mai più mettere in discussione quello che ho provato per te! Mi hai capito? Ti ricordo, che se fosse stato per me, noi staremmo ancora insieme!-

- L’ho fatto per il tuo bene!- esclamo a bassa voce sperando invano che gli altri riprendano a fare gli affaracci loro.

- D’accordo! E allora che cosa vuoi da me adesso? Con quali diritti pretendi di giudicare le scelte che ho fatto?-

- Hai ragione! Scusa!- ha ragione, non posso ribattere stavolta…ha vinto lei, come al solito.

Nel sentire le mie scuse il suo volto si distende, anzi diventa quasi triste mentre dice:- Dario io… non ti ho sostituito, anzi, tengo ancora molto a te, e tu lo sai, visto che non sono brava a nascondere le cose! Tuttavia devo essere sincera: il tuo atteggiamento di ieri mi ha profondamente ferito, eri così freddo e distaccato, sembrava che non te ne importasse più niente di me…-

- M’importa ancora invece! Voglio solo che tu sia felice!-

- Lo sono!- esclama con convinzione

- Ok…allora, come ti ripeto, io lo sono per te!- cerco di convincermi di volere questo davvero, di essere felice sul serio, ma l’unica cosa che sento sono enormi stilettate al cuore: lei è felice, ma per merito di un altro, non certo mio…e questa cosa non mi dà pace.

- E quindi? Vieni o no?- domanda regalandomi il primo sorriso della serata

- Tu credi davvero che potremmo riuscire a stare insieme senza litigare? A comportarci come persone normali, o addirittura a far finta di essere amici?-

- Sì!- risponde seria e decisa: -O almeno io, per Massimo sarei disposta a farlo! Ma se tu non sei in grado… non posso obbligarti!-

- Mh brava! Ottima mossa quella di fare leva sul mio orgoglio! Vedo che non hai perso il tuo tatto!- dico sorridendo, poi tornando serio, prendo la mia decisione:- E comunque….accetto! Ma prima di vantarti delle tue doti persuasive, sia chiaro che lo faccio solo per Massimo!-

- Ok, perfetto! Allora ci vediamo!- conclude alzandosi frettolosamente dalla sedia: ha raggiunto il suo scopo e ora è pronta a fuggire.

Ci salutiamo senza neanche una stretta di mano e poi ognuno va per la sua strada. Mi ha convinto, mi sono fatto convincere, ma forse non lo faccio solo per Massimo, lo faccio perché posso negarlo quanto voglio, ma mi manca la sua presenza. Lei invece è stata chiara: a Massimo tiene ancora così tanto da accettare di passare due giorni con me, mentre può vivere felicemente anche senza di me. Sì perché comunque non do molto peso alle sue ultime parole, visto che infondo il suo unico obbiettivo era quello di convincermi. E infatti mi ha convinto soprattutto di una cosa: dell’ex migliore amico le importa ancora, e molto, dell’ex amore della sua vita no, o forse solo un pochino. Belle soddisfazioni che mi dà la vita privata! Poi mi chiedono perché vivo del mio lavoro…almeno quello c’è sempre e non mi tradisce mai! Io e il bisturi siamo una coppia vincente…mentre io e Anna…purtroppo non lo eravamo.


 
Ciaoo ragazze… in questi giorni ho trascurato sonno e studio per finire quest’altro barboso capitolo…perdonatemi se è lungo, ma non volevo troncarlo! Per il prossimo mi servirà più tempo, visto che la gita in montagna voglio descriverla bene, ponderando ogni gesto e parola! Fatemi sapere cosa ne pensate…siate sincere non mi offendo, anzi, i consigli sono ben accetti! Ciao ciao!
  
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