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Autore: ziamaynes    29/05/2013    4 recensioni
E’ appena sceso da quello che è il treno che lo ha portato nel campo di concentramento.
Esita anche a chiamarlo treno, quello.
Ha una divisa, un triangolo rosa cucito all’altezza del cuore.
Zayn presume che sia un modo per distinguerlo da quelli che non sono sbagliati, come lo è lui.
[Partecipante al concorso indetto dal gruppo "Ziam is the w(g)ay." su Facebook.]
Genere: Angst, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mulhouse, Francia. 17 febbraio 1939

Era un giorno tranquillo nella cittadina dell’Alsazia, e Zayn aveva sfruttato l’occasione per andare a comporre qualche poesia in un parco vicino la sua villetta a schiera.

Aveva solo 16 anni e la sua unica ispirazione era scrivere, ed in un’epoca di guerra era una delle poche cose che poteva occuparlo mentre nella nazione confinante migliaia di persone stavano morendo.

Ma gli andava bene così, comunque, meglio essere un povero scrittore che un soldato, e sapeva che probabilmente sarebbe morto sul campo di battaglia.

Il mondo stava andando in rovina, e lui lo sapeva benissimo, ma lui preferiva concentrarsi su qualche parola messa in rima più che sul dolore di tutta quella gente.

Era un pensiero puramente egoistico, ma in fondo, aveva ragione.

Perché immaginare delle persone in dei forni crematori quando poteva ripercorrere la sua infanzia?

Ma poi, smise di pensare quando lo vide arrivare da lontano, la giacca di pelle e un paio di jeans rovinati e «Ciao, Liam», gli disse quando ormai gli era vicino.

Sapeva che sarebbe arrivato, quello era il loro posto e lo sarebbe sempre stato.

Un bacio sulle labbra, come saluto, e qualche parola dolce sussurrata all’orecchio dell’altro mentre iniziavano ad appartarsi dietro gli alberi, lasciando tutti i vestiti e gli accessori sul prato.

E tra gli accessori quell’orologio, che, in un certo senso, gli avrebbe rovinato la vita.

Mulhouse, Francia. 4 settembre 1940

Lo hanno convocato dalla Gestapo con un semplice “Sappiamo quello che sei”.

E lui corre lì, perché non vuole che venga fatto del male alla sua famiglia. E’ tutto quello che gli resta.

E’ stato schedato come omosessuale e nemmeno lo sapeva, per quella stupida denuncia fatta l’anno prima, dopo che gli era stato rubato l’orologio.

«Fanculo» si limita a dire, stringendo i denti, mentre entra nel commissariato.

Il sorriso tirato che aveva si spegne, vedendo tutti i ragazzi della comunità omosessuale che frequenta tenuti legati su qualche sedia malandata.

E così viene subito preso e legato anch’egli.

Riconosce Liam, occhio nero e le nocche delle dita sanguinanti. Devono averli picchiati, Zayn ne è sicuro. E ora ha paura, perché sa che gli sta per capitare lo stesso.

Ma non oppone resistenza quando il primo calcio gli colpisce la pancia, o un pugno gli frantuma la mascella.

Lui non è stupido, non come gli altri, che vengono torturati con bastoni spezzati o a cui vengono tolte le unghie.

Vede il sorriso dei massacratori mentre continuano a provocare emorragie a quelli che in altre occasioni avrebbe considerato suoi amici.

Lui sta zitto, mentre li vede morire, mentre piangono perché a casa c’è la loro madre che in tavola ha già messo la cena.

Per due settimane lì dentro, lui non ha sentito niente, se non i gemiti strozzati di quei ragazzi interrotti da altre percussioni.

Ha solo 17 anni.

Schirmeck , Francia. 13 maggio 1941

E’ appena sceso da quello che è il treno che lo ha portato nel campo di concentramento.

Esita anche a chiamarlo treno, quello.

Ha una divisa, un triangolo rosa cucito all’altezza del cuore.

Zayn presume che sia un modo per distinguerlo da quelli che non sono sbagliati, come lo è lui.

Schirmeck , Francia. 25 maggio 1941

Quella mattina l’appello è stato più veloce del solito.

Zayn non capisce, fin quando non viene annunciata un’esecuzione pubblica.

Dentro di sé sta urlando, mentre vede che il suo Liam viene portato via.

Urla il suo nome, si dimena, ma tutto ciò che ottiene è un bastone sulla schiena e una bellissima visuale di quella che è l’esecuzione.

Liam è piegato a terra, un secchio di metallo sopra la testa. E’ nudo, e non gli è rimasto nemmeno un briciolo della sua dignità.

Zayn pensava sarebbe stato solo un colpo di fucile nel petto, come è successo a tutti, in fondo, non vuole che soffra più di questo. Lui lo ama.

Ma cambia idea, quando vede un paio di cani sguinzagliati davanti a Liam.

Chiude gli occhi, ma qualcuno lo costringe ad aprirlo con un pugno nelle costole.

Non dice niente, mentre vede il suo ragazzo fatto a brandelli da quelle specie di bestie.

Piange, non può fare altro che quello. E dentro di sé vorrebbe urlare, ma si limita a singhiozzare come un bambino.

Sa che la sua vita non ha più senso, anche se, ha appena 18 anni.

Perché è questo a cui miravano quei nazisti.

Miravano a distruggere tutto quello che era una persona; si inizia con il nome, si finisce con la vita.

E nel suo caso, dove era visto come uno psicopatico, una minaccia per il destino del mondo, Zayn sapeva di essere morto già quel 4 settembre.

Ed ora era morto di nuovo, vedendo il ragazzo che amava venir sbranato da quei bastardi cani tedeschi.

«Uccidetemi» sussurra, e «definitivamente» si trova ad aggiungere subito dopo.

« Il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove centinaia di migliaia di ebrei, zingari, omosessuali, polacchi e prigionieri di altre nazionalità sono stati uccisi, non è solo un'importante occasione per i cittadini europei di ricordare e condannare l'enorme orrore e la tragedia della shoah, ma anche per condannare il pericoloso risorgere dell' antisemitismo , specialmente degli incidenti antisemiti, e per imparare ancora la grande lezione circa i pericoli di sacrificare le persone su basi di razza, origine etnica, religione, politica ed orientamento sessuale. »

Ci tengo a ringraziare Pierre Seel, unico omosessuale ad aver testimoniato le torture inflitte ai gay durante la Terza Guerra Mondiale.

E grazie anche a chi ha letto questa specie di schifo, ennesima mia fan fiction deprimente.

Ed infine, Marina & The Diamonds, per avermi accompagnato durante la scrittura.

Con amore,

Floriana.

  
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