Ciao mamma,
sai quante volte ho iniziato con questa frase?
Ho sempre voluto scriverti una lettera, una di quelle belle, non quelle che ti scrivevo con il solito ‘ti voglio bene e bla bla bla’. Ho sempre voluto dirti che ti voglio bene come i bambini, non come gli adulti. E sai perché? Perché i bambini vogliono bene, sempre.
Ho sempre voluto dirti quanto mi piace sognare,ma come i bambini. E ti ripeto, sai perché? Perché i bambini hanno nelle mani le chiavi dei loro cuori e ci possono fare quello che vogliono. Gli adulti hanno nascosto la loro chiave e non hanno intenzione di trovarla perché ‘’giocare a nascondino è una stupidaggine’’.
Ho sempre voluto ringraziarti perché non hai ostacolato i miei sogni, anche se li credevi ‘troppo infantili’.
Non ti nascondo che ho sempre pensato che tu fossi ancora una bambina: tu non sei come loro.
Ma ora arrivo al punto: grazie per non esserti fermata davanti al mio ‘mamma voglio vedere i One Direction’.

Hai capito che, in un certo senso, loro mi hanno salvata.
Perché tu hai capito che con loro non potrò mai essere sola, perché loro hanno questa forza: sono con te, ovunque.
Hai capito che la loro voce mi fa sentire unica.
Sai, mamma, loro sono i miei idoli ma questo lo avevi già capito. Lo sono perché hanno cercato, in qualsiasi modo, di realizzare il loro sogno. E ce l’han fatta. Hanno realizzato il loro sogno, ma quello che non sanno è che ora sono l’esempio per ogni ragazza che li ama.
Mamma, io sono innamorata di loro ma non quell’amore platonico, l’amore quello vero, quello che ti fa venire le farfalle nello stomaco. E sai quant’è difficile per me essere così lontana da loro? E’ difficile, forse troppo, ma ho imparato a conviverci.
Loro mi fanno sognare, e sai che per questo vengo giudicata? E detto sinceramente, mamma, non me ne importa.
Perché grazie a quei fantastici ragazzi, io ora so come si fa a sognare.

Grazie a quei fantastici ragazzi, io sono più forte.

E, mamma, grazie a quei ragazzi ho capito come ci si innamora.
Mi giudicano per la musica che ascolto? Scusate, non pensavo che sognare fosse un crimine.