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Autore: wearefrjends    29/05/2013    17 recensioni
«Ti porterò via di qui.» affermò convinto, mettendo le mani sui fianchi «Hai un ultimo desiderio a disposizione. Esprimilo, io ti porterò anche in capo al mondo.» Lo guardai con aria sorpresa, aspettandomi una risata, ma notando il suo sguardo capii che era serio.
Ci pensai un po’ e dopo qualche minuto capii dove volevo andare, dove avevo da sempre voluto andare.
«Voglio andare a fare surf, voglio provare il brivido di uno sport estremo. In Australia.» calcai la voce sull’ultima parola. Australia. Avevo sempre avuto un debole per quel continente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero rinchiuso in quella stanza ormai da due mesi. Le flebo attaccate al mio corpo non si potevano nemmeno più contare da quante erano. Il mio fisico si stava indebolendo sempre di più e i miei occhi erano perennemente incorniciati da delle profonde occhiaie blu.
 
Sentii bussare alla porta e pochi secondi dopo una figura scura entrò nella camera. Cercai di metterla a fuoco e quando sollevò le tendine della finestra capii chi era.
 
«Buongiorno, già sveglio?» mi domandò, sorpreso di trovarmi già alzato a quell’ora.
 
«Non riuscivo a dormire..» feci una piccola pausa «..come al solito.» un piccolo sbuffo mi uscì dalle labbra e sentii il mio amico sedersi sul letto, di fianco a me.
 
«Ci sono qui io a farti compagnia.» fece un piccolo sorriso e con fare protettivo mi accarezzò i capelli, o almeno quello che ne restava.
 
«Grazie, Louis.» mi appoggiai alla sua spalla e chiusi gli occhi, perdendomi nei pensieri.
 
Louis era stato l’unico a rimanere, a rimanere anche dopo aver scoperto della mia malattia. Il cancro ai polmoni mi aveva ormai colpito da più di una anno, e fino ad allora ce l’avevo fatta a tenerlo sotto controllo, con la chemio e tutti i farmaci. Ma quando peggiorò non ci fu nulla da fare e dovetti ricoverarmi in ospedale.
I miei genitori erano morti già da un po’, ero figlio unico e l’unica persona che restò al mio fianco fu solo lui, Louis; tutti gli altri miei amici mi abbandonarono.
 
Lui mi tenne la mano quando fui ricoverato per la prima volta, mi tenne la mano quando mi dissero che il cancro era ritornato e mi tenne la mano quando mi diedero tre mesi di vita.
Era come un fratello maggiore per me.
 
«Sono stanco.» mi risvegliai dal torpore e guardai Louis negli occhi.
 
«E’ normale, la chemio distrugge, Liam..» lasciò la frase in sospeso, come se volesse aggiungere qualcos’altro.
 
«Non intendevo quello..» mi tirai su a sedere, arrivando alla sua altezza «Sono stanco di stare chiuso qua dentro. Non voglio finire i miei giorni qui.» feci un gesto indicando la stanza minuscola. La pianta era quadrata, piccolissima, le pareti erano colorate di verde acqua e il pavimento era bianco; l’odore permanente di ospedale ormai mi dava la nausea e mi sembrava sempre di soffocare.
 
Louis mi squadrò per un attimo, cercando di capire se fossi serio. Poi si alzò di scatto e gli occhi gli si illuminarono.
 
«Ti porterò via di qui.» affermò convinto, mettendo le mani sui fianchi «Hai un ultimo desiderio a disposizione. Esprimilo, io ti porterò anche in capo al mondo.» Lo guardai con aria sorpresa, aspettandomi una risata, ma notando il suo sguardo capii che era serio.
 
Ci pensai un po’ e dopo qualche minuto capii dove volevo andare, dove avevo da sempre voluto andare.
 
«Voglio andare a fare surf, voglio provare il brivido di uno sport estremo. In Australia.» calcai la voce sull’ultima parola. Australia. Avevo sempre avuto un debole per quel continente.
 
«Va bene.» detto questo, senza neanche salutarmi, uscì dalla stanza, lasciandomi da solo a chiedermi cosa sarebbe successo.
 
 
* *
 
 
Due ore dopo era tornato con due biglietti in mano, per sola andata, per l’Australia.
 
«Louis, sei sicuro che sarò abbastanza forte?» i dubbi incominciarono a tormentarmi quando staccai dal mio braccio la prima flebo.
 
«Lo sei sempre stato. Sei stato abbastanza forte per affrontare la malattia, lo sarai anche per questo.» mi fece l’occhiolino aiutandomi a staccare tutte le spine che mi collegavano alle macchine.
 
«E se ci beccano?» ancora dubbi, montagne di dubbi.
 
«Cos’hai da perdere?» staccò l’ultima spina «Al massimo se ci vedono, ti riportano in camera. O al massimo verranno a prenderti in Australia, ma sarà comunque troppo tardi.» cercò di essere il più delicato possibile con l’ultima frase, lasciandomi intendere che il cancro avrebbe avuto la meglio su di me prima che mi trovassero.
In fin dei conti quelli sarebbero stati i miei ultimi giorni di vita, dovevo decidere io come passarli.
 
«Andiamo!» esclamai per poi prendere sotto braccio Louis e avventurarmi per il viaggio che avevo atteso tutta la vita.
Per il mio ultimo viaggio.
 
 
* *
 
 
«Guarda un koala!» spiaccicai il naso contro il finestrino dell’auto «Un canguro!» non riuscivo a trattenere le mie emozioni, e per ogni cosa che vedevo mi mettevo a urlare facendo ridere Louis.
 
Dopo le lunghissime ore di volo, eravamo finalmente giunti in Australia. Sentivo il mio corpo indebolirsi, ma cercavo di lottare in tutti i modi contro la stanchezza.
 
Passai una mano sulla testa, ormai priva di capelli e mi rivolsi a Louis.
 
«Cosa farai quando arriverà quel giorno?» mi riferivo al giorno della mia morte, Louis lo capì subito.
 
«Non lo so, ma non voglio tornare a Londra. Lì eri l’unica persona a cui mi fossi veramente legato. Mi piacerebbe andare a vivere in America.» guardai attentamente il profilo del mio amico, perso nei suoi pensieri, immaginandomi cosa avrei fatto io se avessi avuto ancora da vivere. Forse sarei rimasto a vivere a Londra, avrei voluto costruirmi una famiglia e vivere una vita felice, serena. Ma non sempre le cose vanno come si vuole.
 
«Però in questi giorni non voglio più sentirti dire cose del genere, voglio che tu ti diverta.» disse Louis scendendo dalla macchina. Lo imitai, presi le valigie ed andammo al nostro hotel. Era tardi e i giorni successivi sarebbero stati faticosi.
 
 
* *
 
 
Erano stati i cinque giorni più belli della mia vita. Avevamo visitato tantissimi posti, tra cui bellissimi parchi dove si trovavano alcune delle specie più belle che avessi mai visto; avevamo fatto delle gite in barca, abbronzandoci e facendo i tuffi in mare. Non mi ero mai divertito così tanto. E Louis era un’ottima compagnia, sempre sorridente e pieno di idee nuove.
 
Quel giorno andammo finalmente fare surf, non mi rimaneva più tanto tempo perché il mio corpo stava per cedere.
 
Avevamo indossato entrambi la tuta da surf e con le nostre tavole sotto braccio ci dirigemmo verso la spiaggia.
 
Louis incominciò a correre.
 
«Chi arriva ultimo paga la cena.» lo guardai mentre prendeva la rincorsa per poi buttarsi in mare; non feci niente per vincere, gli avrei pagato volentieri la cena. Lui mi aveva regalato un po’ di vita in quei giorni.
 
«Non si fa così! Torni indietro, Tomlinson» il nostro istruttore incominciò a urlargli dietro e a rincorrerlo. Mi scappò una risata che nascosi subito quando l’uomo si girò a guardarmi.
 
 
Per la seguente ora facemmo degli esercizi sdraiata sulla tavola, per imparare le basi. E quando incominciammo ad andare in acqua iniziò il vero divertimento.
Ridevamo, scherzavamo. Sentivo l’aria accarezzarmi e l’acqua avvolgermi, le sensazioni migliori. Non pensai neanche una volta alle mie condizioni quel pomeriggio.
 
Solo quando mi sentii privo di forze mi ricordai.
 
«Tutto bene?» Louis mi vide un po’ stanco e in effetti lo ero. Decidemmo di fermarci un po’ e andammo in un parco. L’ambiente era dominato da un enorme salice; i sui rami ricadevano a terra, dandogli un aspetto triste, senza vita. Un po’ quell’albero mi rappresentava.
 
Ci appoggiamo al tronco, io ormai privo di forze con la testa appoggiata alla spalla di Louis.
 
«Grazie.» sussurrai all’orecchio del mio amico.
 
«E di cosa?» sembrò veramente sorpreso, come se per lui chiunque avesse fatto qualcosa del genere per me.
Non gli risposi, sentii le forze abbandonarmi e mi lasciai accarezzare i capelli dal suo tocco. Dovevo trovare le parole giuste per rispondergli.
 
«Sai, a volte vorrei ricominciare tutto da capo..» feci un respiro profondo e vidi Louis farsi attento alle mie parole «..vorrei ricominciare la mia vita e cambiare alcune cose, molte cose.» le lacrime incominciarono a pizzicarmi gli occhi, sapevo sarei crollato.
Louis rimase in silenzio e gliene fui grato; così ricominciai a parlare.
 
«Ho sempre pensato che la mia vita sarebbe stata felice, senza problemi. Pensavo che le cose brutte non potessero accadermi e che potessero succedere solo alle altre persone. Mi sbagliavo. Il male è dappertutto, il male puoi trovarlo introno a te, nelle persone che ami, nell’amico più fidato. E a volte puoi trovarlo anche dentro di te.» feci una pausa e asciugai con una mano le lacrime che si erano fatte strada sulle mie guance.
 
 
«Liam..» Louis passò una mano sulle mie guance per aiutarmi ad asciugarle.
 
«Quando mi dissero del cancro tutti mi abbandonarono, tranne te. Anche gli amici con cui uscivo sempre, gli amici in cui avevo creduto. Capii che la vita era ingiusta e per niente facile. Così mi posi l’obiettivo di battere il cancro per poi costruirmi una vita come si deve. Ma dopo un anno si è ripresentato e il mondo mi è crollato addosso per una seconda volta.» quella era stata in assoluto la parte più difficile da raccontare. «La mia vita in quest’ultimi anni è stata un vero inferno. Io ti devo ringraziare per avermi regalato questi ultimi giorni di felicità e di divertimento. Ora posso andarmene da qui felice.» sospirai «Certo, questa non era la vita che avrei voluto, ma tu l’hai resa migliore. Grazie.»
 
Mi trovai faccia a faccia con il mio amico e lo abbracciai. Lo abbracciai come mai avevo fatto. Era come se volessi aggrapparmi a qualcosa, per non cadere, per non scivolare. Ma ormai era troppo tardi. Esalai un ultimo respiro e mollai la presa, per poi accasciarmi sul corpo di Louis, privo di vita.
 
Il cancro aveva vinto. Avrei tanto voluto che tutto non andasse così, ma a volte il destino è più forte di noi.





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Crediti per il banner a @louisdelilah_

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