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Autore: Andremisia    29/05/2013    3 recensioni
Lo guardava come non l'aveva mai guardato nessuno. Non sapeva cosa stesse pensando ma, nei suoi occhi, riusciva a scorgere gli stessi sentimenti che pervadevano anche lui: paura,sollievo,rammarico.
«T-Tiger» tossicchiò non appena riuscì a parlare. «T-Tiger...»
«È morto» rispose Weasley.
Si svegliò di soprassalto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lo so.  E' una vita che non aggiorno, ma i problemi familiari che credevo risolti, si sono ripresentati, senza sapere che il peggio doveva ancora venire. Non ho potuto dedicarmi alla scrittura e di conseguenza vi ho abbandonati. Sono desolta, oltre che mortificata e chiedervi scusa  so che non basta. Non posso promettervi aggiornamenti costanti almeno fin quando la situazione non si sarà risolta del tutto, vi prego di capirmi e magari anche sostenermi, come avete fatto fino ad adesso.  Non posso fare altro che ringraziarvi, sperando che questo capitolo vi piaccia. Siamo oramai alla svolta! Vi ringrazio per le bellissime recensioni e ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite, scelte e ricordate! Grazie infinite!









         Filo rosso

                                               E poi non c’è più né piacere, né dolore, ma solo buio che cede alla luce.
 — Henry Miller





I corpi erano distesi l’uno ai piedi dell’altro, privi di qualsiasi mobilità. La stanza era cosparsa da una polvere sottile che dominava l’aria e riempiva i polmoni. Tutto era immobile e apparentemente privo di vita.

 Hermione Granger e Draco Malfoy erano privi di qualsiasi cosa.

Minerva McGrannitt si inginocchiò ai loro piedi, mentre il suo Patronus raggiungeva Madama Chips.

 

                                                                                                          ***

«Non ho idea di cosa sia accaduto, Minerva. Le loro condizioni sono gravi, ma proprio non riesco ad intuire cosa possa aver dato vita a tutto questo. I danni più seri sono al cervello. Credo che entrambi riscontreranno una grave amnesia, se dovessero farcela. Dubito che ci potranno aiutare a capire.»

«Come è potuto accadere? Nella mia scuola, sotto i miei occhi! Che Godric mi perdoni! Come ho potuto essere tanto negligente? Avrei dovuto intuire che c’era qualcosa sotto!»

«Dovremmo avvisare i familiari, nel caso…Dobbiamo farlo.»

«Avviserò i Malfoy e i signori Granger.»

 

                                                                                        ***

La lettera della preside l’aveva distrutta. Narcissa Malfoy perse tutto il suo aplomb, nel momento in cui lesse le poche righe che comunicavano cosa era accaduto al suo unico figlio. Lucius la sorresse, mentre le sue ginocchia toccavano il costoso tappeto persiano dello studio e le lacrime e il dolore deturpavano il suo viso.

 Draco, il suo unico amore.

 

Il signor Granger aveva il petto bagnato dalle lacrime di sua moglie, che piangeva disperata nel suo abbraccio. La lettera della preside aveva devastato loro l’anima, mentre leggevano cosa fosse accaduto alla loro unica figlia. L’abbracciò ancora più forte, quando sua moglie urlò disperata invocando ripetutamente il nome di sua figlia.

Hermione, il loro unico amore.

 

                                                                            ***

L’infermeria era buia e silenziosa. La signora Granger era accasciata sul corpo immobile di sua figlia. A nulla valevano le nozioni di medicina in quel caso. Era la magia la colpevole, anche questa volta. Narcissa era seduta composta sulla sedia accanto al letto di suo figlio e gli stingeva forte la mano. Ogni tanto guardava il viso pallido di quella ragazzina e i riccioli scuri adornare il suo volto come una corona di fiori.

L’Hermione di Draco.

 

                                                                                 ***

Per la prima volta, la codardia di Blaise Zabini e Theodor Nott fu messa da parte in nome di un sentimento forte e indissolubile: l’amicizia. Raccontarono tutto ciò che sapevano su Draco ed Hermione, della maledizione, delle ferite. Raccontarono del particolare attaccamento che entrambi avevano sviluppato l’uno con l’altro e l’improvvisa ritrosia di Draco verso Hermione.

 Quando se ne andarono, Minerva McGrannitt si accasciò sulla grande poltrona senza forze. Aveva degli indizi, ora occorreva una soluzione.

 

                                                                                    ***

« Mi compri quella?» Draco interruppe suo padre, indicando una mano avvizzita su un cuscino.

«Ah! La mano della Gloria!» esclamò Sinister abbandonando l’elenco di Malfoy e avvicinandosi a Draco. «Se vi inserite una candela fa luce, ma solo a chi la regge! E’ l’amica fidata di ladri e scassinatori, suo figlio ha molto gusto, signore!»

«Spero bene che mio figlio riesca a fare qualcosa di meglio, che non il ladro o lo scassinatore.» disse Malfoy freddamente. Sinister si affrettò ad aggiungere « Ma certo, signore! Non volevo certamente offendere…»

« Però se i suoi voti non migliorano, quella potrebbe essere l’unica attività adatta a lui…» disse ancora più freddamente.

« Non è colpa mia!» lo rimbeccò Draco «Tutti quegli insegnati hanno i loro prediletti… Quella Hermione Granger…»

«Avrei creduto che ti fossi vergognato a farti superare in tutti gli esami da quella ragazzina proveniente da una famiglia di Babbani!» sbottò Malfoy.

 

 

 

La squadra dei Serpeverde scoppiò a ridere.

«Per lo meno, nessuno della squadra di Grifondoro si è dovuto comprare l’ammissione.» commentò Hermione aspra. «Loro sono stati scelti per il talento.»

L’aria soddisfatta di Malfoy vacillò.

«Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue.»

 

 

«Una cosa però la so: l’ultima volta che è stata aperta la camera dei segreti, un mezzosangue è morto. Perciò scommetto che è soltanto una questione di tempo….uno di loro ci rimetterà la pelle. Spero proprio che sia la Granger…»

                                                                                                     ***

«Vi credete essere superiori, perché maneggiate una bacchetta. Siete voi i puri? I vostri pregiudizi hanno rischiato di ammazzare nostra figlia, nella vostra ultima guerra. E ora, la sta ammazzando la magia! Il vostro mondo è il migliore? Vostro figlio è nelle stesse condizioni della mia! Vostro figlio è superiore? Il suo sangue è più forte?» la voce gelida della signora Granger rimbombò nella stanza, raggiungendo le orecchie dei coniugi Malfoy, che si voltarono a guardarla.

«Sin dal primo momento mia figlia si è dimostrata di essere più che degna di fare parte di questo mondo. Lei è mille volte migliore di tutti voi messi assieme. Vostro figlio l’ha disprezzata e umiliata, come se fosse la più infima tra le creature. Mia figlia vi ha salvato!» sbottò con la voce tremante.

«Ho già posto le mie scuse a sua figlia, signora. Non è il momento delle accuse. Anche mio figlio sta morendo! Cosa crede? Che io stia bene? Che il mio cuore non si sia spezzato entrando qui? Queste recriminazioni sono fuori luogo, se le risparmi.» Narcissa ostentava una calma che non le apparteneva.

 Poi si diresse verso il comodino, bagnò una pezzuola fresca e la passò sul volto pallido di suo figlio.

«A dispetto delle apparenze, mio figlio ama Hermione. E’ migliore di me e di mio marito, ha superato tutte queste idiozie per lei. Non le permetterò di dire neanche una sola parola su di lui. Mi ha capito?»

La signora Granger abbassò il viso, guardando verso sua figlia. Cosa sapeva di lei? Anche lei amava quel ragazzo? Hermione non aveva raccontato più nulla sulla sua vita magica, dopo essere ritornati dall’ Australia. Il rimorso corrose quel poco di cuore che le era rimasto; aveva già perso sua figlia, molto tempo addietro.

                       

                                                                            ***

 

Piangeva, senza riuscire a frenare i singhiozzi. Lacrime calde bagnavano il cuscino. Si trovava a metà fra due mondi, a nessuno dei quali lei apparteneva veramente. Non era una babbana, ma non era nemmeno completamente una strega. Draco Malfoy non smetteva mai di ricordarglielo.

 

Gli aveva dato un bel pugno sul naso, così avrebbe imparato a non essere sempre il solito sbruffone. Poteva usare la bacchetta, ma la soddisfazione di una scazzottata alla babbana era impareggiabile.

 

 

Draco Malfoy non era più lo stesso. Era successo qualcosa, se lo sentiva. Non la insultava più per i corridoi, non la spintonava facendole cadere tutti i libri. Era più pallido del solito e molto distratto. I suoi occhi erano perennemente rossi e il suo respiro pesante era udibile fin dai primi posti. Giocherellava con il cibo, mentre fissava il vuoto. Non rispondeva alle domande dei suoi amici. Si stava isolando, La Torre di Astronomia era diventato il suo rifugio…Suo padre era ad Azkaban, ma era davvero questo il suo solo problema?

 

                                                                             ***

« Minerva sei venuta a capo di qualcosa? Come possiamo salvare i nostri ragazzi?» chiese madama Chips con ansia.

I Malfoy e i Granger si protesero verso la professoressa.

«I ragazzi erano vittime della maledizione del Filo Rosso. Non conosco ancora quale sia il fattore scatenate. Non possiamo fare niente per loro, tranne che aspettare. Dovranno salvarsi da soli, temo.»

 

                                                                                ***

Hermione è seduta sul grosso davanzale del bagno dei Prefetti. I piedi penzolano, muovendosi al ritmo di una canzone che suona solo nei suoi pensieri.

Draco ha i capelli scarmigliati, di un biondo molto più vivace del solito. Con la bacchetta ha pulito il pavimento, prima di sedersi appoggiando la schiena contro il muro, di fronte a lei.

Si guardano senza proferire parola.

Draco le sorride e poi guarda altrove. Hermione ricambia, guardandolo fisso.

Si sentono felici, leggeri. E’ una bella giornata e nessuno dei due sente il bisogno di qualcos’altro. Si bastano a vicenda.

«Stiamo bene qui. Non andiamo via.» E’ Draco a parlare, guardandola negli occhi.

«Non possiamo stare qui in eterno. Non è reale, lo sai.» dice lei con fare saccente.

«Non voglio. Non voglio ritornare indietro. Se lo facciamo, ci perderemo. Non voglio perderti.»

Hermione saltà giù e corre verso di lui. Lo abbraccia e appoggià il viso nell’incavo del suo collo.

«Neanche io voglio perderti, Draco. Dovevamo farlo, dovevamo spezzare la maledizione. E’ stata la scelta giusta. Ci ritroveremo, io lo so! Questa cosa che c’è fra di noi, sarà più forte di tutto. Fidati di me, ti prego.»

«Solo un altro po’, Hermione. Concedimi solo un altro po’ di tempo insieme a te.» disse, trovando le sue labbra.

 

 


  
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