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Autore: angelad    29/05/2013    4 recensioni
Un piccolo paesino di campagna. Una ragazza adolescente con un caratterino niente male, ignara di molte cose. Un padre ferito e inquieto. La loro vita sembra procedere per il meglio, ma qualcosa turba la loro serenità. La vita porta sempre a farsi delle domande e a volte il passato irrompe nel presente senza aver la possibilità di contrastarlo...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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L’uomo tento di replicare cercando di afferrarla per un braccio: “Jo, ascolta…”, ma la ragazza si scostò con un forte strattone: “No! Non ascolterò nulla! Anzi, sai che ti dico? Accetto la sua proposta e me ne vado da qui! Non voglio rischiare la vita per uno come te… Con me hai chiuso… Non mi importa cosa succederà stanotte…” e detto questo si avviò verso l’uscita senza che nessuno tentasse di fermarla.
 
 

Amore è…. Infinito

 
 

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Tyson aveva vinto.

Non solo stava per mandarlo all’altro mondo, ma il suo piano per distruggerlo aveva funzionato in pieno.
Aveva perso tutto quello a cui era maggiormente legato.

Prima sua moglie.

Adesso anche sua figlia.

L’odio che provava nella sua anima l’avrebbe logorata fino alla fine dei suoi giorni, rendendola una donna infelice, mai del tutto soddisfatta. Aveva infranto la promessa fatta a Kate quella notte, non era riuscito ad evitare di distruggere l’animo della loro bambina..

Erano rimasti soli e potevano chiudere i conti: “Scrittore anche lei se n’è andata, ti ha abbandonato..”.

“Non posso di certo biasimarla, ne aveva tutte le ragioni.. Le ho rovinato la vita..” rispose Castle continuando a fissare la porta, ancora incredulo.

“Beh rilassati. Tra pochi minuti potrai chiedere scusa a tua moglie personalmente, almeno ti sarai levato un peso dalla coscienza. Non ho nessuna intenzione di risparmiarti, non  l’ho mai avuta. Volevo solo distruggerti definitivamente, in modo che vedessi la morte come una liberazione. Quasi come un regalo..”.

La follia di Tyson aveva quasi raggiunto il suo limite ultimo e Castle aveva capito che la situazione sarebbe degenerata da un momento all’altro.

Aveva il cuore a pezzi. Non gli importava cosa sarebbe successo di lì a poco, il suo unico pensiero rimaneva Johanna.  Jim ed Alexis si sarebbero presi cura di lei.. Le augurò con tutto il cuore che Jeremy la rendesse felice e l’aiutasse a superare questo difficile momento.

Lui aveva fatto tutto ciò che umanamente era possibile, ma non era bastato.
Non aveva molto da recriminarsi, ma non avrebbe avuto altro tempo per sopperire alle sue mancanze.

Chiuse per un momento gli occhi e pregò che sua figlia potesse un giorno perdonarlo, poi, quando li riaprì, vide che il suo assassino aveva la pistola in pugno, pronto a colpirlo.

Sicuro gli intimò: “Avanti, facciamola finita. Fa ciò che devi e mettiamo fine a questa follia.”.

Lo spietato assassino non si fece di certo pregare e con aria trionfante sibilò: “Con immenso piacere..” e si preparò a far fuoco.

Castle chiuse di nuovo gli occhi preparandosi a ciò che stava per accadere: il suo pensiero volò alle tre regine del suo cuore: “Johanna, Alexis vi amo con tutto il mio cuore, spero che un giorno riuscirete a ricordarmi con affetto… Kate, amore mio, sto arrivando, vienimi incontro..”, ma improvvisamente un rumore del tutto inatteso lo riportò alla realtà e lo costrinse a ritornare vigile.

Ciò che vide, però, non lo tranquillizzò: Tyson era caduto a terra, abbattuto da qualcosa che gli aveva fatto perdere l’equilibrio. Riconobbe la figura esile di sua figlia nell’istante in cui quel criminale tentò di liberarsi del suo corpo da dosso, per rimettersi in piedi.

La ragazzina, però, oppose tutta la resistenza possibile, consapevole che non ce l’avrebbe fatta ancora per molto. Era riuscita nel suo intento perché aveva utilizzato il fattore sorpresa. Si stava guardando intorno alla disperata ricerca di qualcosa che le venisse in aiuto e, una volta trovatolo, non esitò ad utilizzarlo.

Pochi attimi prima che l’uomo riuscisse a liberarsi di lei, gli fracassò sulla testa il vaso di ceramica, scrutato poco prima sul mobiletto lì vicino, facendolo svenire.

Castle era rimasto basito ed attonito durante tutta la scena, Johanna aveva dimostrato coraggio da vendere.

“Papà, sveglia! Hai intenzione di darmi una mano a legare il bell’addormentato o lasciamo che si svegli e porti a termine la sua vendetta? Avanti non perdiamo troppo tempo, la polizia sta arrivando, ma non voglio correre il rischio di dovermi di nuovo cimentare con i deliri di questo pazzo!”.

“La polizia sarà qui a minuti? Ma come è possibile?”.

“Oddio papà, l’ho chiamata io! Se non ricordi male possiedo un cellulare e Maurice, che stava casualmente passeggiando sul nostro piano, oltre ad avermi procurato una corda in men che non si dica, mi ha suggerito di chiamare il 12esimo distretto. All’inizio, quando mi sono identificata ed ho chiesto aiuto, sono rimasti un po’ basiti, poi mi hanno assicurato che sarebbero arrivati subito. Quell’ispettore Ryan, così mi sembra che si sia presentato, non ha voluto nemmeno sapere l’indirizzo.. Mah… Qui a New York siete parecchio strani..”.

Rick, mentre fissava la corda con nodi ben stretti sui polsi di Tyson, sorrise visibilmente: “Non è un comportamento tanto strano. Tuo zio Kevin conosce benissimo la collocazione di questa casa.
Tua madre lavorava al 12esimo e sia l’ispettore Kevin Ryan sia l’ispettore Javier Esposito erano i suoi colleghi, nonché i suoi migliori amici…”.

Johanna lo guardò sorridendo: “ Quindi stiamo per conoscere un’altra parte della nostra famiglia?”.

L’uomo annuì e la ragazzina rispose: “Ne sono davvero felice..”.

Si alzò dal corpo inerme di Tyson, in modo che suo padre potesse darle il cambio a tenerlo fermo nel caso si fosse svegliato. Si passò una mano sul viso e si accorse che la tensione accumulata in quelle ultime ore le era ricaduta improvvisamente sulle spalle. Nell’istante in cui aveva agito la scarica d’adrenalina che le aveva attraversato le vene l’aveva resa vigile e lucida, ora che il suo effetto incominciava a sparire, la stanchezza stava prendendo il sopravvento su di lei.

Così andò verso la cucina per prendersi un bicchiere d’acqua, confortata dallo sguardo dal padre..

Aveva corso un bel rischio, ma ne era valsa la pena, finalmente erano liberi.

Fece scorrere l’acqua dal rubinetto un bel po’, poi lavò la faccia sperando di liberare un poco gli occhi dalle terribili occhiaie che dovevano essere apparse sul suo bel viso. Quando si apprestò a bere, la porta del loro loft si aprì di slancio andando a sbattere senza ritegno contro il muro adiacente.

Una donna di colore sulla quarantina avanzata, non molto alta, ma con ancora un bel corpo, fece quasi irruzione gridando: “Richard Alexander Castle, io e te dobbiamo parlare! Ho voglia si strangolarti con le mie mani, scrittore da strapazzo!”.

Immediatamente venne raggiunta da due uomini, uno dai tratti tipicamente ispanici e l’altro con alcune caratteristiche fisiche le rimandarono alla mente gli irlandesi. Cercarono di fermarla, ma la donna appariva molto decisa e si avvicinò senza alcun indugio a suo padre.

Rick, nell’udire il suono della sua voce, non potè far a meno di sorridere divertito e la salutò: “Lanie, a che dobbiamo l’onore? Non avevamo richiesto i servigi del coroner.. Il nostro malcapitato è ancora vivo..”.

 La donna alzò ancor di più il tono di voce: “Il coroner servirà a te, se non la pianti di fare affermazioni idiote! Sparisci da New York molti anni fa senza dire una parola, portandoti via la creatura della mia vita e speri che adesso io ti getti le braccia al collo in segno d’amicizia?”.

 Lo scrittore scoppiò a ridere: “Anch’io sono contento di rivederti Lanie! Non puoi immaginare quanto mi siete mancati..”.

“Non ci provare, non fare il sentimentale con me. Con Kate poteva funzionare, ma con me non attacca mio caro. Dovrai fare molto di più per farti perdonare!!!” disse posando le mani sui suoi fianchi ed assumendo un atteggiamento ancora arrabbiato.

I due uomini rimasti in disparte fino a quel momento si avvicinarono a Castle e decretarono: “Lanie ha ragione fratello. Abbiamo diritto ad una spiegazione, ma prima, mandiamo questo lestofante in gattabuia una volta per tutte! Non credere di cavartela così a buon mercato”.

Presero Tyson sotto la loro custodia consegnandolo ad un poliziotto che era arrivato insieme a tutti loro e, dopo avergli impartito ordini ben precisi, tornarono indietro sui loro passi e fissarono Castle con aria interrogativa.

Non si erano minimamente accorti della presenza di Johanna, non l’avevamo minimamente notata.

La ragazzina decise di godersi la scena, ebbe la sensazione che si sarebbe divertita. Appoggio i gomiti sul balcone della cucina ed aspettò il susseguirsi degli eventi.

Lanie ritornò sul discorso: “Adesso ci devi spiegare il perché.. per quale assurdo motivo hai preso tutto ciò che rimaneva della tua vita e sei fuggito. Non ti azzardare a dire che l’hai fatto per proteggere Johanna da quello lì, perché noi avremo potuto aiutarti con tutta l’anima.. Bastava solo che lo chiedessi e avremo fatto qualunque cosa. Avremo infranto qualunque regola per voi..”.

“Lo so bene Lanie, ma..”

“Concordo su tutta la linea. Noi adoravamo Kate, eravamo come una famiglia. Non ti fidavi più di noi?” domandò l’ispanico.

“Certo che mi fidavo di voi Javier! Che domande fai? Solo che in quelle circostanze è stata la scelta migliore che potessi fare, non avevo altre soluzioni..” tentò di spiegare lo scrittore.

“Continuiamo a rimanere allibiti, soprattutto perché non ci hai dato un segno di vita per 17 anni.. neanche una cartolina, una fotografia della nostra nipotina.. chissà come sarà cresciuta..” disse la donna con una punta di malinconia che Johanna percepì immediatamente.

 La giovane si ricordò delle parole dette da suo padre, mentre raccontava la morte di sua madre e collegò che quella donna era stata la migliore amica di Kate. La stessa donna che si era presa cura di lei, mentre il mondo di suo padre era crollato come un castello di carte sferzato dal vento.

Decise allora di farsi avanti e di raggiungerli: “Credo che tu lo possa constatare da sola. Non credo di dovermi presentare..”.

Nell’udire la sua voce, i tre si voltarono e rimasero con la bocca spalancata. Johanna avanzò verso di loro e andò a posizionarsi accanto al padre che le strinse un braccio intorno alle spalle.

La squadrarono da capo a piede senza dire una parola, ma l’espressione dei loro volti parlava da sola.
La ragazzina non potè far a meno di sorridere divertita: “Beh papà sono riuscita a zittirli. Non credevo
 fosse così facile, vero Lanie?”

Solo la patologa riuscì a rispondere: “In effetti è così, ma ci hai lasciato senza fiato.. Sei talmente…”

“Uguale a lei! Sì, lo so. Me lo dicono tutti e sono arrivata alla conclusione che sia davvero un grande complimento”.

“Lo è, lo è…” rispose Esposito continuando a fissarla.

Johanna sfoderò il suo miglior sorriso: “ La nostra è una lunga storia e avremo tanto tempo per spiegarvela, perchè io vorrei conoscervi meglio. Se per voi non è un problema, s’intende.. So che mamma vi voleva molto bene e mi piacerebbe volervene anch’io..”.

Lanie si avvicinò a lei e la abbracciò di slancio: “Non sarà mai un problema tesorino! Tu sei mia nipote, credi davvero che ti lascerò in pace ora che sei tornata? Con me potrai confidarti su tutto ciò che vuoi.. a proposito, parliamo di cose serie. Una bella ragazza come te non può non avere un fidanzato…”.

Johanna rise: “In effetti ce l’ho… Si chiama Jeremy ed è molto carino…”.

“Molto bene! Ora ti insegnerò come vanno trattati gli uomini….” e presala sottobraccio, si allontanarono dalla parte maschile del gruppo.

Castle gridò: “Non traviarmela e non farti ingannare da quell’aria da cerbiattina! È molto meno ingenua di quel che sembra..”, ma non poté non essere felice della scena che aveva sotto gli occhi.

Era bello essere di nuovo tutti insieme, essere di nuovo una famiglia.

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla: “E’ davvero una brava ragazza bro, sei stata molto in gamba nel crescerla”.

Rick, però, non era del tutto d’accordo: “Io non ho fatto niente, anzi ho commesso molti errori con lei. Nonostante tutto, però, Johanna è una ragazza straordinaria come sua madre. Ha molto in comune con lei e io ne sono entusiasta.
È forte e intraprendente, dolce ed adorabile, ma è anche frustrante ed impulsiva, testarda e complicata, ma, proprio come con Kate, ne vale assolutamente la pena. Non importa se mi farà diventare pazzo…
Io la amo con tutto me stesso e sono davvero molto orgoglioso di lei…”.

Aveva espresso quelle considerazioni ad alta voce in modo che i due fratelli di un tempo potessero sentire, ma in realtà stava parlando a se stesso.

Il loro lungo esilio era finalmente finito.

Avrebbero potuto vivere liberamente nella loro città, vicino alle persone che amavano. Johanna avrebbe potuto avere la vita che aveva sempre desiderato.

Dopo molto tempo anche  dentro al suo animo ferito ritornò ad affacciarsi un briciolo di felicità e di speranza,  tutto grazie alla fuga di una dolce ragazzina.

Il tempo insieme passò talmente velocemente che era giunta quasi l’alba, quando i tre amici decisero di ritornare al distretto.

Castle e Johanna rimasero soli nella loro casa.

Si sedettero entrambi sul divano sprofondandoci dentro. Castle allungò le gambe, mentre Johanna decise d’accovacciarsi sopra di lui, raccogliendosi in posizione fetale contro il suo vecchio.

L’uomo le accarezzò i capelli dolcemente poi intavolò un discorso che prima non avevano potuto affrontare: “Tesoro, perché sei tornata indietro? Credevo che te ne fossi andata…”.

Johanna si voltò di scatto: “Papà, guardami negli occhi. Davvero credevi che ti avessi abbandonato nelle grinfie di quel maledetto? Che avrei rinunciato a te, dopo aver saputo come è morta la mamma? Ho solo fatto il suo gioco, gli ho fatto credere che fosse riuscito a convincermi a passare dalla sua parte. Non ho mai creduto che fosse realmente colpa tua.. Fingendo di andarmene ho guadagnato quel poco tempo che mi ha permesso di avvertire la polizia e di darti una mano concreta a sbarazzarti di quel maniaco o ci avrebbe uccisi entrambi..”..

Castle le diede un bacio sulla fronte: “Sai per un attimo ho davvero creduto di averti perso…”.

Johanna sorrise: “Ma papà, così mi deludi.. Non hai apprezzato la mia interpretazione alla Rogers? In fondo ho nelle vene il sangue della nonna.. Lei era un’ottima attrice e io ho cercato di renderle onore..”.

“Se fosse stata qui avrebbe rischiato l’infarto, quando hai rotto quel vaso da milioni di dollari sulla testa di Tyson..”.

Castle rise di gusto, seguito a ruota da sua figlia.

Johanna poi gli accarezzò una guancia e lo fissò seria.

“Voglio che ora mi prometti una cosa: non pensare mai più che io possa abbandonarti… 

Io ti voglio bene papà…

Sei la persona più importante del mondo e non mi perderai mai più…”.

Il cuore di Rick si fermò per un momento.

Sua figlia non aveva mai detto quella frase, mai.

In tutti quegli anni il loro rapporto era sempre stato troppo burrascoso per lasciare che sentimenti del genere potessero vedere la luce. Era estasiato, quasi commosso, ma più di ogni altra cosa era felice.

Passò una mano sotto la schiena di Johanna e con un rapido gesto la attirò contro il suo petto stringendola forte e baciandole la testa senza fermarsi: “Anch’io ti voglio bene Johanna e mi dispiace se ti ho fatto soffrire”.

La ragazza gli accarezzò la schiena: “Non ti scusare più papà. Stanotte ho capito quanto sono stata fortunata ad avere un padre come te, perchè sono sempre stata al primo posto nel tuo cuore, nei tuoi pensieri e nella tua anima. Non potevo e non posso chiedere di più..”.

Rick si limitò a stringerla ancora, a coccolarla e a farle sentire quanto amore era in grado di dare..
Sperando che quella notte così speciale non finisse mai…..

“Papà, ho ancora una domanda da farti…” chiese ad un tratto Johanna.

“Tutto quello che vuoi, amore mio”.

La giovane cercò i suoi occhi: “Cosa ti ha detto la mamma quando stava morendo nelle tue braccia? Non dirmi “niente” perché non ci credo! Cosa ti ha fatto promettere?”.

L’intelligenza di quella ragazzina lo stupiva ogni volta di più. Respirò profondamente e decise di accontentare il suo desiderio: “Nell’istante in cui si rese conto della mia presenza nonostante fosse molto debole, Kate aprì gli occhi e cercò il mio sguardo. Tentò di parlare molte volte, ma io ero in preda al terrore e non l’ascoltai. Poi quando incominciò ad agitarsi per attirare la mia attenzione, riuscii a concentrarmi su quello che stava tentando di comunicarmi. Mi disse che il colpevole del tuo rapimento era 3xk e che se n’era appena andato da lì. Che ero in pericolo… ma soprattutto che tu eri in pericolo… mi fece promettere che se il capitano Gates e i suoi amici non lo avessero catturato avrei dovuto portarti via da New York, lontana dai guai..” si fermò un istante a riprendere fiato, quei ricordi erano sempre molto dolorosi.

Poi continuò: “Non solo, mi fece promettere che se non fosse sopravvissuta tu non avresti mai dovuto sapere che lei si era sacrificata. Lei non voleva assolutamente che tu ti ritenessi responsabile della sua morte, che provassi lo stesso terribile dolore che lei aveva dovuto ospitare nel suo cuore per buona parte della sua esistenza. Preferiva che la odiassi, piuttosto che saperti straziata dal rimorso per il resto della tua vita…”.

“Per questo mi hai raccontato tutte quelle bugie..- sospirò profondamente- in fondo volevate solo proteggermi…”.

Rick la baciò sul viso: “Sei ancora arrabbiata con noi?”.

“No.. mai… Vi devo tutto…” disse tornado ad abbracciare il padre.

Un dolce profumo di ciliegie arrivò al naso di Rick, segnale che anche sua moglie era lì con loro.

Grazie per essere qui amore mio, hai visto? Alla fine non ti ho deluso, sono riuscito a proteggerla.. a salvarla dalle sue grinfie…

Verrò presto da te, ho ancora disperatamente bisogno di te.. Abbiamo molte cose da dirci..

Un freddo pungente si impadronì di lui, ma Castle non tremò, anzi ne fu felice. Sapeva che da quel momento in poi tutto sarebbe andato per il meglio.

Aveva ancora da sistemare alcuni particolari per il loro rientro, ma ci avrebbe pensato in un altro momento.

In quel momento voleva solo godersi il dolce abbraccio della sua bambina.
 
 




Angolo mio!
Questo è l’ultimo capitolo vero della storia, il prossimo è solo un piccolo epilogo dove vi spiegherò alcune cose.
Avete visto? È andato tutto per il meglio, Johanna e Riccardone sono salvi e si sono ricongiunti con la loro famiglia.
Il loro rapporto è cambiato davvero e Johanna ha detto al suo papà che gli vuole bene.. Tenerella..
Vi ringrazio adesso, perché non so che non sarò in grado di farlo nell’ultimo capitolo.

Grazie a tutte voi che avete letto. La storia non era delle più allegre, è strana  e complicata… So che seguirla è stato difficile a tratti, per questo vi dico grazie di cuore.

Grazie a chi ha recensito, a chi ha solamente letto ed a tutte le ragazze del gruppo che mi hanno sempre lasciato dei post molto carini!

Grazie a te Rebecca… Mi hai sopportato ed aiutato durante la stesura, quando ero in fibrillazione ventricolare per il titolo che non mi veniva (e lo hai beccato in pieno senza sapere davvero dove sarei andata a parare, mitica!) e anche per il banner (e hai avuto anche l’apprezzamento di chi sai tu.. cosa non da poco).. Per tutte le belle frasi che mi hai detto… Insomma, <3 per te!

Ci sentiamo ancora per l’epilogo! Alla prossima!!! 

  
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