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Autore: KivaKi_theBlackShadow    29/05/2013    1 recensioni
E se l' Abstergo in contemporanea a Desmond avesse rapito un'altra assassina?
E se ella potesse fare la differenza per la salvezza del mondo?
Come andrebbe a finire?
Cosa ne sarebbe di noi?
E se invece fosse semplicemente inutile, un'altra insulsa vita sacrificata per un bene superiore.
Genere: Comico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Desmond Miles , Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio, Warren Vidic
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui, seduta su un freddo sedile di una metropolitana.
Sono le 21.30, due anni fa a quest’ora sarei nel fienile ad accordare la chitarra approfittando dell’assenza degli adulti.
Con i ragazzi era diverso.
Ok, magari non era tutto rose e fiori.
 
Alle 5.30 del mattino buttati giù dal letto, 50 flessioni e poi un giro di corsa per il monte Connor; infine un’abbondante colazione. Tutto il giorno allenamento, studio ed aiutare gli adulti con i loro mestieri. Alle 20.30 finiva la giornata, tutti a farsi una doccia e poi gli adulti sarebbero scomparsi dietro il colle Watersoon per discutere.
Era in quel momento che noi ragazzi avevamo un po’ di svago.
Prendevamo i nostri strumenti ed andavamo nel fienile a suonare.
Altri socializzavano, altri ancora preferivano tirare i sassi alle galline oppure arrampicarci sugli alberi e saltare di tetto in tetto. Era una delle poche parti divertenti dell’allenamento, oltre al combattimento.
Poi alle 23.00 tornavano gli adulti, per quell’ora eravamo tutti sotto le coperte ancora vestiti perché non avevamo fatto in tempo a cambiarci.
Quelli si che erano bei tempi!
 
Scendo dalla metro ed imbocco le scale mobili assieme alla folla.
Indosso un bel paio d’anfibi, un chiodo di pelle, e sotto una camicia bianca, giacchetta nera con una cravatta a scacchi, pantacollant con un paio di pantaloncini di jeans neri.
Esco finalmente dalla bolgia di persone per ritrovarmi sul marciapiede di Warren Street. È li che lavoro, al Larry’ s Night. Sono una semplice barista.
Mamma quanto odio questo lavoro!! Arrivo a casa con la testa che scoppia.
Ora però è meglio che mi muova, altrimenti Jock diventa “Hulk”.
Larry Jock, il mio capo.
Eccolo, sulla porta del locale, un tipico figlio di papà che non ha altro da fare nella vita che rompere le palle ed andare a riempirsi di steroidi per far colpo sulle ragazzine.
-Sei in ritardo Kimi – la voce di Jock mi obbliga ad alzare il muso da terra per guardarlo in faccia. Mento lungo con una fossetta al centro che nell’insieme sembra che abbia un culo in faccia. Occhi nocciola e solita camicia rosa leggermente sbottonata per mostrare il petto senza peli.
-La prego, gliel’ho già ripetuto milioni di volte. Mi chiami col mio vero nome, o se lo è già dimenticato? Gwen! – si, mi chiamo Gwen, di secondo nome Kimi e il mio cognome è Liluye. Che volete che vi dica, sono nomi indigeni americani!
-Entra e smettila di rispondere, ti chiamo come mi pare!...Raggiungi Jonathan dietro al bancone –
Jonathan, pompato, abbronzatissimo e con i suoi capelli castani intinti nel gel ogni mattina ma fa innervosire ogni volta che apre bocca. Sentire il suo inglese ti fa venire voglia di ucciderlo!
Tsk! Deficiente, è stupido come una gallina.
Mi sfilo il chiodo e lo raggiungo dietro al bancone. Raccolgo i capelli neri nel mollettone.
Sono pronta per servire i clienti.
-Ehi, Triste mietitrice! Come butta? Come mai questo ritardissimo ritardo? –
Eccolo mai una volta che si faccia i cazzi suoi!
-Oh, ma che bello vederti Jonathan! E spero che abbia captato il sarcasmo... quand’è il tuo compleanno? Perché ho trovato il regalo perfetto per te!-
-Figo! E quale?-
-Un vocabolario!-
-Capito, capito. Meglio rimorchiare le bionde che le mietitrici –
 
Sono le 5.30, finalmente il locale ha chiuso e posso tornare a casa. La metro a quest'ora è chiusa, meglio cercare un taxi
-Hei Kimi! Domani puntuale che abbiamo un ospite speciale! – mi urla il capo mentre attraverso la strada.
Come se dovesse ricordarmelo, domani arriverà la famosa concorrente di uno di quei reality show spazzatura. Emily Daughton, si, mi pare si chiami così.
Bionda e anoressica, sempre con uno di quei cani da borsetta.
La gemella sfigata di Paris Hilton.
Disgustoso! Meglio non pensarci.
 
Finalmente a casa! Mi butto sul divano e mi tolgo subito tutto rimanendo in mutande e camicetta.
Poi vado in cucina a prendermi una birra per poi raggiungere la finestra e godermi il panorama del ponte di Brooklyn illuminato.
È l’unico lato positivo del mio monolocale, che per la cronaca è pure affittato!
Incomincio a bere pensando al passato. Sam, Amanda e Dakota i miei ragazzi con cui suonavo la sera nel fienile.
Sam, alto, capelli neri, occhi grigi ed una voce fantastica. Lui cantava. Io ed Amanda suonavamo le 2 chitarre. Ah, Amanda, capelli rosso ramato corti alla maschiaccio e 2 occhi verdissimi. Poi cera Dakota, biondo occhi verde acqua con una macchiolina castana di fianco alla pupilla su ambe 2 gli occhi, il più pazzo della compagnia, suonava la batteria. Era troppo divertente vederlo scatenarsi con i piatti! Per fortuna che gli adulti erano troppo lontani per sentire il baccano, altrimenti non so cosa ci avrebbero fatto.
 
“Che sonno, ho già finito la bottiglia.”
Mi slaccio la camicetta e mi metto la solita maglietta nera della mia band preferita che uso come pigiama.
Mi corico sul letto e…
 
 
Mi risveglio con la sveglia che non la smette di strillare. La prendo e le tolgo le pile prima che mi spacchi i timpani.
È l’una e mezzo. Accendo la tv e guardo il meteo mentre mi preparo per uscire.
Oggi è sabato e di sabato pomeriggio vado a fare la cameriera in un ristorante cinese per arrotondare lo stipendio.
 
“Sono le 16.41, ora che ci penso non ho ancora mangiato.”
Ho finito di portare pesce fritto ai tavoli, mi fermo al bar davanti a casa per mangiare una fetta di pizza e bere della birra.
Si, lo so. Ho gli orari scombussolati ma che ci posso fare.
 
Mezzoretta dopo esco e torno a casa. Mi faccio un pisolino e mi risveglio con il campanello che suona.
“Speriamo che non sia Thomson. Gli devo pagare l’affitto di questo mese. Sicuramente lo vuole in anticipo per pagarsi i debiti.”
-Buona sera Gwen. Sono qui per il mio affitto.- “si, è Thomson”.
-un attimo e lo prendo...-
-...eccolo, ora se non le dispiace avrei di meglio da fare - e gli sbatto la porta in faccia.
 
Sono già le 19.00, mi preparo e vado a fare la spesa.
Esco dal palazzo ed una ventata di smog mi sovrasta.
Mi incammino per raggiungere il supermarket. È già buio, certo siamo in ottobre.
 
Al market c' era una coda cavolo!
M'incammino verso casa con la borsa della spesa.
Una volta arrivata prendo la pasta dal sacchetto e incomincio a bollirla.
Sugo al pomodoro e penne. Proprio il massimo, altro che aragoste! Proprio!!
Non che quando sono arrivata qui mi aspettassi molto, però speravo di trovare un lavoro migliore, almeno quello! Tuttavia mi devo ritenere fortunata ad averne trovato uno.
Ma che sarebbe successo se fossi rimasta lì. Intendo, che futuro avrei avuto??
Fare qualche missione per poi metter su famiglia aspettando la battaglia finale, quella tra gli Assassini e quei tizi con la A. La A di Abstergo Industies, i Templari. Non ho ben capito ma, secondo quei fanatici dei miei, vorrebbero portare la pace nel mondo ma con mezzi troppo orrendi per raccontarli.
Bah! Chissà... gli auguro solo una morte dolorosa per tutto quello che hanno fatto…..tutto.
 
Sono le 21.33, eccomi che esco di casa per raggiungere quella topaia di pub.
Esco dal portone del condominio e giro il vicolo buio che porta a Tie Street per raggiungere la piazza con la fontana da cui prendere la metro.
Hey! Sento dei passi oltre ai miei.
“Strano, di solito questa strada è deserta.”
Faccio finta di niente ma nel frattempo scruto la mia ombra per controllare che non ci sia nessuno.
Ma in realtà ci sono altre 2 ombre un po' più lontane, evito di girare la testa.
“Ma cosa sto a farmi le seghe mentali! Saranno clienti del bar qui di fronte che escono.”
Comunque meglio aumentare il passo...anche il loro è aumentato!
Giro lievemente la testa per cercare di vedere chi sono.
Sono 2 uomini in giacca e cravatta, si accorgono che li sto guardando, mi rigiro, e incomincia l’ inseguimento.
Corro cercando di raggiungere la fine del vicolo ma uno dei 2 mi mette una mano sulla bocca e con l'altra mi prende per la nuca.
Io incomincio a dimenarmi e gli tiro un bel calcio ed una gomitata tornando a correre ma l'altro uomo mi si butta addosso facendomi cadere a terra.
-L'anca, che dolore cazzo!!-
Sento la sua mano prendere la mia testa e sbatterla a terra 1, 2, 3 volte.
-Stron…zo!-
Puoi vedo una siringa che si avvicina e…
  
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