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Autore: Mizuki    15/12/2007    1 recensioni
Dichiarare il proprio amore a qualcuno? A volte può essere una vera e propria impresa! Leggere per credere! ^^
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo

 

Ciao! Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo!

Ringrazio Hinao85 e Gaara4Ever per le recensioni ^_^  Sono davvero contenta che questa fic vi piaccia!

Spero che questo capitolo non vi deluda^^

A presto!^^

 

 

Titolo: “DICHIARARSI? UNA vera impresa!! 

Autrice: Mizuki

Parte: 4/?

Pairing: HanaRu

Desclaimers: I pg di Slam Dunk appartengono a Takehiko Inoue.

Nota: I dialoghi sono tra " " mentre i pensieri tra * *

Dediche: A Yukari ^___^ E ai lettori più fedeli ^_-

 

 

 

episodio 4: -disavventura in casa akagi-

 

 

 

Quel giorno il cielo era nuvoloso, e rispecchiava appieno l'animo dei due ragazzi che si apprestavano a trascorrere un noioso pomeriggio immersi nello studio...

Ma Hanamichi e Kaede non avevano scelta: se volevano continuare a far parte del club di basket dovevano recuperare le loro insufficienze.

Mentre il rossino suonava il campanello di casa Akagi, arrivò anche Rukawa. Fu Haruko ad aprire loro la porta.

Appena vide il moro si agitò, e dopo averli lasciati entrare inciampò nel gradino dell'ingresso.

Kaede prontamente la sorresse, cingendola per la vita e impedendole di cadere.

Haruko arrossì, e felice come una Pasqua per essere finita tra le sue braccia, ringraziò il moro.

Hanamichi fece una faccia scura. Anche se il gesto di Kaede aveva evitato che la ragazza si facesse male, quel contatto fisico tra i due non gli andò giù.

Rukawa vide il suo sguardo di fuoco, e immaginò che fosse rivolto a lui perchè geloso di Haruko. La cosa lo ferì, ma non poteva sapere che in realtà, la gelosia che provava il rossino, era per lui, e non per la sorella di Akagi...

Prima che Kaede e gli altri riuscissero ad entrare nel salone, il campanello suonò di nuovo. Ma mentre Haruko stava per andare ad aprire, Sakuragi la bloccò con un braccio, dicendo, piuttosto infastidito, che l'avrebbe fatto lui.

Sembrava volesse impedire un altro eventuale, quanto improbabile, contatto fisico tra la sorella di Akagi e Rukawa.

Haruko guardò il rossino, perplessa per la sua reazione. Kaede invece, credendo  di essere la causa del suo gesto, si sentiva sempre più triste...

- Ciao compagni di sventura! - salutò allegro Miyagi dopo che Hanamichi gli ebbe aperto la porta.

Dopo la sua entrata in scena l'atmosfera si rilassò. Qualche minuto più tardi fece la sua comparsa anche Mitsui.

Una volta che il quartetto delle insufficienze fu al completo, Akagi non perse tempo, e li riempì di libri da memorizzare.

I ragazzi si fecero coraggio e iniziarono la loro giornata di studio.

Il salone era avvolto nel silenzio, ognuno cercava di concentrarsi a modo suo.

Rukawa giocherellava con la matita, con la faccia spalmata sul libro di testo e poca voglia di applicarsi, Hanamichi si metteva le mani tra i capelli disperato, mentre tentava di risolvere un esercizio di matematica, Mitsui poggiava i piedi sul tavolo, appollaiandosi comodamente sulla sedia, e Miyagi inviava continuamente sms ad Ayako, con la scusa di chiederle cose che non capiva...

Ma le urla di Akagi riportavano subito l'ordine...

Dopo aver sgobbato diverso tempo sui libri, Haruko, rimasta col fratello per aiutare i giocatori nello studio, decise di preparare il thè per tutti e fare un break.

I ragazzi erano entusiasti. Sembrava avessero vinto alla lotteria. Avrebbero fatto di tutto pur di smettere di studiare, anche per soli cinque minuti.

Ma un imprevisto era in agguato...

- Ragazzi, il thè è finito - annunciò Haruko all'improvviso. - Vado a comprarlo! Torno subito. -

Prima che Akagi potesse aprire bocca per farli tornare a studiare nell'attesa di sua sorella, per sottrarsi, Miyagi disse:

- Ti accompagno! E' già sera! Per una ragazza è pericoloso andare in giro da sola! -

Si vedeva lontano un miglio che era un pretesto per uscire di casa e stare lontano dai libri.

A Ryota si accodò anche Mitsui: - Hai ragione! Vi seguo! -

Piuttosto irritato, Takenori disse: - Vengo anch'io. Non lascio mia sorella da sola con due teppisti come voi! -

- Ehi! Non lo sono più! - si lamentò Hisashi.

- Mi raccomando Hanamichi, tu e Rukawa non scannatevi! Akagi non gradirebbe se gli sfasciaste la casa! - scherzò Miyagi prima di uscire insieme agli altri, facendo strepitare il rossino.

Nel giro di pochi minuti Kaede e Hanamichi si ritrovarono soli.

Calò improvvisamente un silenzio che ben presto si fece opprimente.

* Non credevo che avrei avuto occasione di restare solo con Rukawa. Potrei approfittarne per dichiararmi... Ma sarà il caso farlo qui? Dato che siamo a casa di Akagi, Rukawa non dovrebbe reagire troppo male. La situazione sarebbe a mio favore... Però devo fare in fretta... Non vogliooo! Su Hanamichi! Via il dente, via il dolore! *

Dopo aver valutato pro e contro, deciso a confessare i suoi sentimenti, il rossino richiamò l'attenzione di Kaede, che intanto, imbarazzato per il silenzio nella stanza, fingeva di studiare.

- Rukawa, io sono

°DLIN DLON

Hanamichi non poteva crederci. Era stato interrotto ancora. E per di più il fastidioso suono del campanello non cessava.

Possibile che Akagi e gli altri fossero già tornati, e che si fossero dimenticati le chiavi di casa?

Il rossino andò ad aprire la porta, e si ritrovò davanti una vecchietta rompiscatole. Doveva essere la vicina.

- Tu chi sei? - chiese la donna, trovandosi davanti uno sconosciuto.

- Sono un amico dei figli dei signori Akagi. Al momento sono fuori. Vuole che riferisca loro qualcosa? - rispose Hanamichi gentilmente.

L'anziana signora lo guardò con sospetto, poi disse: - No, non importa. Passerò più tardi. -

Dopodichè se ne andò.

Sakuragi fece spallucce e tornò nel salone.

Appena lo vide ricomparire, Kaede, impaziente di scoprire cosa volesse dirgli prima dell'interruzione, gli chiese: - Di cosa dovevi parlarmi? Prima stavi dicendo qualcosa... -

Hanamichi si agitò all'istante, si era quasi dimenticato della sua dichiarazione... Poi cercò di rispondere: - Ecco... volevo dirti che

°DRIN DRIN

La sfortuna lo perseguitava. Perchè avevano inventato il telefono?

Dopo venticinque squilli, assordato ed esasperato da quel suono, Sakuragi rispose al telefono.

E se ne fregava se era da maleducati farlo, perchè in casa d'altri.

- Pronto? No, ha sbagliato numero. Le ho detto che ha sbagliato numero! Questo non è un sexy shop! -

Dopo aver riagganciato con rabbia, Hanamichi incontrò lo sguardo di Rukawa, che arrossì e abbassò gli occhi.

Ricordando la parola che aveva appena pronunciato, in men che non si dica, anche il rossino divenne color pomodoro.

A toglierli dall'imbarazzo fu una seconda telefonata.

Sakuragi si fiondò a rispondere, contento per quella chiamata provvidenziale.

Sperava che non fosse l'uomo di poco prima però, quello che non riusciva a ordinare online i frustini.

- Pronto? -

- Lo sapevo che avresti risposto! - esclamò l'interlocutore ridacchiando.

- Miyagi! Che vuoi?! - domandò Hanamichi irritato.

- Volevo assicurarmi che tu e Rukawa non vi foste uccisi a vicenda! - scherzò Ryota piuttosto divertito - A proposito, passamelo se è ancora vivo! -

- Molto spiritoso! Fa attenzione che Mitsui non ti rimandi all'ospedale! - disse il rossino indispettito, per fargliela pagare.

- Ehi! - rispose Miyagi, preso in contropiede.

- Ti saluto! - Detto questo Hanamichi gli chiuse il telefono in faccia.

Poi si voltò verso Kaede con l'intento di dichiararsi. Risoluto disse:

- Rukawa, io dovevo parlarti dei miei

- POLIZIA! MANI IN ALTO! -

Hanamici e Kaede si voltarono in direzione della voce che aveva parlato, spaesati. Che stava succendendo? Che ci faceva lì la polizia?

- Voi due! Mani sulla testa! - aggiunse uno dei due agenti che aveva fatto irruzione con una pistola puntata verso i due ragazzi in mano.

- Ehi, ma che significa tutto questo? - chiese il rossino esterrefatto.

- Mani sulla testa ho detto! -

Hanamichi, a malincuore, eseguì l'ordine. Lui e Rukawa si guardarono interrogativi.

- Di cosa siamo accusati? - chiese poi il moro.

Il poliziotto scosse la testa, e rise beffardo: - Due estranei si trovano in una casa i cui proprietari sono fuori. Direi... furto! -

I due giocatori erano increduli. Ma finalmente capirono.

Doveva essere stata la vicina a chiamare la polizia, scambiandoli per ladri!

- Il figlio del proprietario è nostro amico! - cercò di spiegare il rossino all'agente.

- Si, certo, come no - disse il poliziotto - A proposito Kaji - si rivolse poi al suo partner - controlla che i proprietari non siano legati da qualche parte qui in casa -

- Non c'è nessuno! Quello che ho detto è vero! Se chiama il mio amico glielo confermerà! - ribadì Hanamichi.

- E come facciamo a sapere se è davvero lui? Su non fare storie, dovete seguirci in centrale. -

- In casa non c'è nessun'altro. - confermò l'altro agente, di ritorno dal suo giro di ispezione.

- Ora siete convinti? - domandò il rossino in tono trionfante.

- Questo non prova niente. Adesso dobbiamo perquisirvi. Kaji, io penserò al rosso. Tu controlla l'altro -

- Cosa? Non potete! Noi non abbiamo fatto niente! - si ribellò Hanamichi.

Ma non riuscì a fare niente per impedire la perquisizione.

Rukawa cercava di mantenere il sangue freddo, il rossino invece non pensava affatto a mascherare la sua rabbia.

Mentre Kaede veniva perquisito, il numero dieci dello Shohoku notò qualcosa che lo fece andare su tutte le furie, e non lo tenne per :

- Ehi, il tuo amico sta "toccando" il mio amico in modo strano - disse a denti stretti al poliziotto che stava controllando lui. Stava per esplodere.

Rukawa era visibilmente a disagio, ma non aveva detto niente per evitare ripercussioni da parte degli agenti.

- Dannazione Kaji! Smettila di fare queste cose con quelli che ti piacciono, o dovrò arrestare anche te! -

- Perchè la porta è aperta? - domandò all'improvviso una voce nota.

Akagi e gli altri erano tornati!

- Che ci fa qui la polizia? - chiese Takenori disorientato, vedendo degli agenti in casa sua - Hanamichi, Rukawa, volete spiegarmi? - domandò furioso.

- Ecco Akagi - disse il rossino rabbioso, rivolgendosi ai due poliziotti - Ora ci credete? -

- Lei è Takenori Akagi? - chiese l'agente.

- Si - rispose il capitano senza capire.

- Può farci vedere un documento? -

Piuttosto infastidito, Akagi tirò fuori dalla tasca il portafoglio e mostrò al poliziotto la sua carta d'identità.

- Bene - disse l'agente soddisfatto. - Conosce queste persone? - domandò poi, puntando il pollice alle sue spalle, verso Rukawa e Sakuragi.

- Si, li conosco. Ma cos'è successo?! Hanno fatto qualcosa? - Takenori stava perdendo la pazienza.

- Credevo fossero qui per te - bisbigliò Miyagi a Mitsui.

Lui lo guardò in cagnesco.

- Meno male - aggiunse Ryota tra e .

Hisashi lo guardò interrogativo. Cosa intendeva?

Intanto il poliziotto si decise a dare delucidazioni ad Akagi:

- Una vostra vicina credeva che i tuoi amici fossero ladri, e ci ha chiamati -

- Grazie a quella pettegola stavano quasi per arrestarci! Ci hanno perfino perquisiti! - sbottò Hanamichi.

- Avrei voluto vedervi! - commentò Miyagi soffocando una risata. Ma lo sguardo truce del numero undici dello Shohoku, gli fece passare la voglia di scherzare.

- Agenti - continuò poi il rossino - Non credete di doverci delle scuse? -

Il poliziotto che lo aveva perquisito disse:

- Ci dispiace per questo malinteso. Beh, noi c'è ne andiamo. -

L'agente di nome Kaji, mise una mano sulla spalla di Kaede per scusarsi con lui, seguendo l'esempio del collega; ma il suo comportarsi amichevolmente, era solo un pretesto per poterlo toccare ancora.

Hanamichi se ne accorse subito, e come un fulmine, prese Rukawa per un braccio e lo allontanò dal poliziotto.

Il moro lo guardò sorpreso, anche poco prima aveva preso le sue difese...

- Calma, non sapevo fossi il suo ragazzo - disse l'agente.

Il rossino e Kaede avvamparono, spiazzati.

Hanamichi mollò subito subito la presa dal braccio di Rukawa. Quest'ultimo ritornò così alla dura realtà: Sakuragi non era geloso di lui, probabilmente era stato il suo forte senso di giustizia a spingerlo ad aiutarlo con quel poliziotto. Non che lui ne avesse bisogno, non si era difeso solo perchè era successo tutto troppo velocemente, cogliendolo alla sprovvista.

Irritato per essere giunto a quella conclusione, Kaede chiarì l'equivoco all'agente: - Non è il mio fidanzato. E' innamorato della ragazza laggiù -

Con gli occhi indicò Haruko. Lei però, non poteva sentire i loro discorsi, a causa della confusione creata dalle chiacchiere di Mitsui, Miyagi e suo fratello, che faceva a sua volta baccano per cercare di zittirli.

Il tono di voce brusco usato da Rukawa, e l'ambiguità della sua frase, sorpresero sia il rossino che il poliziotto.

* Questa è chiaramente gelosia * pensò l'agente Kaji.

Hanamichi arrossì, Kaede aveva detto 'Non è il mio fidanzato', come se non ci fosse stato nulla di male, nel fatto che un uomo stesse con un altro uomo. Poi aveva aggiunto 'E' innamorato della ragazza laggiù', ed era sembrato che la cosa lo infastidisse. Il cuore di Sakuragi iniziò a battere forte.

Rendendosi improvvisamente conto delle parole pronunciate, Rukawa sprofondò nell'imbarazzo. Ma se avesse cercato di giustificarsi sarebbe stato peggio, così rimase in silenzio, nella sua agitazione interiore...

Fu Hanamichi a parlare per primo e a smorzare la tensione. Doveva far sapere a Kaede che Haruko non gli piaceva più, forse aveva qualche speranza con lui...

- Rukawa, io non sono più innamorato di Haruko - disse il rossino fissandolo intensamente negli occhi. Sembrava che con quello sguardo volesse fargli capire che amasse lui...

Il poliziotto, che aveva assistito alla scena, pensò: *Allora il rosso lo ricambia! Che dichiarazione maldestra però... *

Solo Kaede non comprese il messaggio di Hanamichi: * Ma se non le piace la Akagi, di chi è innamorato? Quand'eravamo nell'ascensore mi ha detto che amava qualcuno... *

- Ehi Kaji! Ma ti sbrighi? Dobbiamo andare! Se gli devi chiedere il numero di telefono fai in fretta! - lo richiamò il suo collega.

- No, è già impegnato! - esclamò l'agente Kaji ad alta voce - Possiamo andare -

Alle urla dei due poliziotto tutti si zittirono, e arrossendo, si chiesero se avessero capito bene. L'agente Kaji voleva uscire con un uomo?!

Le facce di Rukawa e Sakuragi divennero ancora più rosse di quelle dei loro amici. Poi, come se niente fosse, i poliziotti andarono via, e tutto ritornò alla normalità.

Haruko preparò finalmente il thè, e lo servì ai giocatori dello Shohoku.

Dopo una pausa durata più del previsto, i basket-men ricominciarono a studiare.

Non passarono neanche dieci minuti, che il rumore di un oggetto infranto riecheggiò in tutta la stanza.

Tutti si voltarono nella direzione da cui proveniva il suono, rimanendo a bocca aperta.

Haruko, aveva fatto cadere una delle tazze in cui avevano preso il thè, e che stava raccogliendo per portarle in cucina e lavarle.

Ma non era questa la ragione che li aveva lasciati senza parole.

La ragazza aveva rotto la razza alla vista di Rukawa a petto nudo!

Si era tolto tranquillamente il maglione, e aveva detto: - Che caldo... -

Erano in pieno inverno.

Guardarono Kaede come se fosse pazzo. Poi Akagi lo fece subito rivestire.

- Rukawa, forse hai la febbre - ipotizzò Miyagi.

- Lebbre? Sono sano come un rettile - rispose il moro sorridendo.

Tutti spalancarono gli occhi scioccati. Le risate gli si bloccarono in gola. Rukawa... aveva sorriso! Stava forse per arrivare la fine del mondo?!

Miyagi si mise a pregare: - Per favore dei, non fatemi morire così giovane... Non l'ho 'ancora fatto', e Ayako non vuole neppure uscire con me... Non conosco altre donne. Ovviamente Haruko è off-limits, il gorilla mi ammazzerebbe...

Se non voglio passare a miglior vita ancora vergine, credo che mi toccherà farlo con un uomo... Mi accontenterò di te - disse a Mitsui, sorridendo.

Hisashi arrossì, e con un grugnito imbarazzato, rispose: - Che cavolo dici?! -

Mentre Haruko stava quasi per perdere i sensi, Kaede ricominciò a blaterare cose strane. Così Ryota, disse qualcosa che illuminò tutti sul comportamento anomalo del moro: - Rukawa, sembri ubriaco! Ma che cosa c'era in quel thè? -

Cominciando a sospettare cos'era successo, Takenori domandò:

- Haruko, ma cos'hai messo nel thè di Rukawa? -

- Il latte, perchè? - rispose la sorella.

Akagi aprì il frigo, e controllò la confezione del latte. Era intatta.

- Haruko, il cartone del latte non è stato toccato. L'hai scambiato con quello del vino... -

Haruko sgranò gli occhi e si portò una mano alla bocca - Oh no! Mi dispiace! -

- Ecco perchè il mio thè aveva un sapore così strano - disse Mitsui, che come Kaede, aveva preso il thè con il latte.

- Ma come hai fatto a sbagliarti? - chiese Miyagi perplesso.

Haruko, un imbarazzata, distolse lo sguardo e rispose:

- Le confezioni del latte e del vino erano vicine, e io non ci ho fatto caso -

In realtà le cose erano andate diversamente...

 

°FLASHBACK°

Dopo aver messo l'acqua nel bollitore, Haruko si perse nelle sue fantasie:

* Rukawa è a casa mia, a casa mia! Non ci posso credere! Pur di aiutarlo nello studio, stanotte non ho chiuso occhio per ripassare tutte le materie! Non devo perdere nemmeno un secondo di lui! *

Così, da un angolo nascosto della cucina che dava sul salone, si mise a spiare Kaede.

* Presto, dov'è il cellulare? Devo fargli una foto! * pensava Haruko agitata.

* Oh no, la memoria del telefonino è già piena! * si disperò, dopo aver scattato all'incirca mille foto di Rukawa.

Poi sentì fischiare il bollitore e ritornò alle sue faccende. Dopo aver versato il thè nelle tazze, riprese a osservare ogni movimento di Rukawa. Distratta, aprì il frigo, e senza guardare, prese quel che credeva il latte e lo aggiunse al thè di Kaede e Hisashi...

°END FLASHBACK°

 

- Scusate, ma anche se Haruko ha messo il vino invece del latte nel thè, come ha fatto Rukawa a ubriacarsi? -

Tutti spalancarono gli occhi ed esclamarono: - E' vero! E' strano! -

- Io ne ho messo solo un goccio - dichiarò la ragazza.

- Rukawa non regge gli alcolici! - gridò Miyagi, additandolo sconvolto.

Poi lui e Mitsui scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia.

* Hanamichi sorrise, pensando: * Che carino *

- Chi legge i manga erotici? - chiese a scoppio ritardato Kaede, più serio che mai, capendo male la frase di Ryota.

Hanamichi e Haruko diventarono rossi, mentre Miyagi e Hisashi si scompisciarono ancora di più.

- Ahhhhhhh! - urlò improvvisamente la sorella di Akagi, attirando l'attenzione di tutti.

Kaede si stava sbottonando i pantaloni, dicendo: - Fa proprio caldo qui -

- Sakuragi, portalo nella mia stanza. Qui c'è una ragazza - ordinò Takenori.

- Non importa - disse Haruko.

Tutti la guardarono come se fosse una maniaca. Così la ragazza cercò di giustificarsi: - C-cioè, posso andare io di sopra... -

- Questi qui hanno bisogno che li aiuti con lo studio - disse Takenori, indicando con il pollice Mitsui e Ryota.

- Ehi, noi abbiamo un nome! - brontolò Miyagi.

- E poi siamo suoi senpai! - aggiunse Hisashi offeso.

- Hanamichi, come mai non protesti? Mi aspettavo una frase del tipo: 'Io non faccio da balia alla kitsune!' - lo sfottè Ryota.

Tutti fissarono il rossino curiosi, in attesa di una risposta.

- Non potrei mai perdere l'occasione di vedere Rukawa ubriaco! - mentì Hanamichi, dicendo quello che gli altri si aspettavano di sentire.

Poi, anche se incontrando qualche resistenza da parte di Kaede, spinse il moro verso le scale e lo portò in camera di Akagi.

Una volta nella stanza, Sakuragi mise le mani sulle spalle di Rukawa, e teatrale gli chiese: - Quanto ti senti male? Puoi ascoltare quello che ho da dirti? -

Voleva riprovare a dichiararsi... Il fatto che Kaede fosse brillo, e non potesse respingerlo con freddezza, c'entrava giusto un pochino...

Invece di rispondere, Rukawa si buttò inaspettatamente sul letto di Takenori, trascinandosi dietro il rossino, ancora appoggiato a lui.

Hanamichi gli finì addosso. Il suo cuore andò a mille.

- Che buon profumo... - sussurrò Kaede a due millimetri dal suo collo.

Sakuragi lo guardò stupito, mentre un brivido attraversava il suo corpo...

- Mi aiuteresti a togliere i pantaloni? Ho caldo! - domandò poi il moro, rompendo l'incanto.

Hanamichi divenne bordeaux.

- Va a sciacquarti la faccia in bagno se hai caldo, invece di spogliarti in casa altrui! - urlò il rossino, scosso per "l'invito" di Rukawa.

Kaede lo prese in parola, e veloce, scattò in direzione del bagno. Ma dopo qualche passo iniziò a barcollare, e Hanamichi prontamente lo sostenne.

Il moro gli cadde praticamente tra le braccia.

I due si guardarono intensamente, poi Sakuragi mise tra loro una distanza di sicurezza e condusse Rukawa in bagno.

Hanamichi si fermò un attimo sulla soglia della porta del bagno per allacciarsi una scarpa, e quando alzò lo sguardo vide Kaede... nella doccia! Completamente nudo!

Sgranò gli occhi, diventando un tutt'uno coi suoi capelli.

- Se hai caldo, vieni qui anche tu Sakuragi. La doccia è grande - disse il moro candidamente.

Hanamichi, incredulo, arrossì, e nel tono più arrabbiato che riuscì a usare urlò: - Ma se siamo in pieno inverno! -

Poi, per sottrarsi a quella situazione imbarazzante, aggiunse:

- Io vado di là -

Ma non fece in tempo a muovere un passo, che sentì un tonfo. Rukawa era caduto nella doccia.

Il rossuno corse subito da lui, preoccupato che si fosse fatto male, ma Kaede se la rideva, divertito per quello scivolone.

Così, anche se piuttosto imbarazzato dalla nudità dell'altro, lo aiutò ad uscire dalla doccia, e gli trovò un asciugamano.

Poi il moro, si lasciò cadere sul pavimento, lamentando un'improvvisa stanchezza.

In quella sosta forzata, Hanamichi vide un'opportunità per dichiararsi, e la colse al volo: - Rukawa... devo dirti una cosa... Io...

Non riuscì a terminare la frase, le parole gli morirono in gola.

Kaede si era alzato di scatto e l'asciugamano che lo copriva gli era... scivolato di dosso!

Il rossino, a quella vista, dimenticò i suoi propositi, e iniziando a gesticolare agitato, farfugliò: - R-Rukawa, rivestiti! Sei in casa d'altri! E se ti vedesse Haruko? -

- Scommetto che le piacerebbe... - rispose il moro, palesemente ubriaco, lasciando Hanamichi di sasso.

- Ma che dici! Dai vestiti! - lo incitò il rossino.

Sotto le sue insistenze, Rukawa infilò a malapena i boxer. Poi, lui e Hanamichi tornarono in camera di Akagi.

Il rossino, quel pomeriggio, non aveva intenzione di arrendersi tanto facilmente, così decise di provare ancora una volta a dichiararsi:

- Rukawa, è da tanto che volevo dirti una cosa. Io... Ahh, ma che fai?! -

Kaede aveva apeto il balcone ed era uscito fuori in boxer!

- Ah, che bel vento fresco! - esclamò Rukawa, ancora accaldato per l'alcol che aveva in circolo.

- Buongiorno! - salutò poi allegro una signora che abitava di fronte, intenta a ritirare il bucato.

Questa lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite, diventando all'istante color pomodoro. Poi alzò la mano per salutare timidamente Kaede, e una pioggia di vestiti volò in tutte le direzioni. Il bucato venne portato via dal vento.

Aveva completamente dimenticato di averlo in mano...

Mentre la signora si disperava e cercava di afferrarlo, Hanamichi fece rientrare in casa il moro, prima che combinasse altri guai.

Una volta dentro, il rossino obbligò Rukawa a rivestirsi. Poi Kaede, improvvisamente assonnato, si sdraiò sul letto di Akagi e si addormentò.

Dopo circa mezz'ora si svegliò. La prima cosa che vide fu il viso di Hanamichi, lo stava fissando.

Rukawa lo guardò in modo strano, pensando: * No, non può essere successo davvero. Era solo un sogno... *

I ricordi della sua sbronza non potevano essere reali...

- Come ti senti? - gli chiese Sakuragi.

- Ah... bene, grazie - rispose Kaede, piacevolmente sorpreso per quell'interessamento.

- Allora andiamo di sotto, ci staranno aspettando - disse Hanamichi.

Era troppo imbarazzato per restare solo con Rukawa, dopo quello che era successo quando era ubriaco.

                                

 

                                ----------------

 

I due tornarono nel salone dagli altri, che appena li videro, iniziarono a parlare concitatamente:

- Ehilà, bentornati! Potevate mandare una cartolina! - fece ironia Miyagi.

- Ma dove eravate finiti?! Sono passate due ore! - li rimproverò Akagi.

- Un'ora - precisò Hanamichi, seccato per la predica.

- Rukawa, vuoi che ti prepari un caffè? Avrai mal di testa immagino... - chiese Haruko, preoccupata per le condizioni del moro.

- No! Per carità! - esclamarono tutti in coro, temendo che lo facesse ubriacare di nuovo.

- Rukawa,vorrei proporti una sfida - disse poi Mitsui. Il suo tono era serio.

Kaede lo guardò interessato, e curioso.

- Una gara... di bevute! - concluse la frase Hisashi scoppiando a ridere, seguito a ruota da Miyagi.

Il moro lanciò un'occhiataccia al numero quattordici. Aveva creduto che si stesse riferendo al basket...

Non trascorsero nemmeno cinque minuti che i signori Akagi rientrarono in casa , così, essendosi ormai fatta ora di cena, tutti andarono via.

Sakuragi e Rukawa si ritrovarono a camminare nella stessa direzione...

Mentre erano persi nei loro pensieri, una signora che veniva dalla direzione opposta, con due buste di spesa in mano, salutò Kaede e lo sorpassò.

Rukawa sgranò gli occhi, e impallidendo si fermò in mezzo alla strada. Era la signora del bucato, quella del suo sogno!

Allora era successo davvero!

Il suo viso andò in fiamme. Come avrebbe fatto a guardare ancora Hanamichi negli occhi dopo ciò che aveva combinato quel pomeriggio?

La risposta arrivò un attimo dopo.

Chissà se ha ritrovato i vestiti - ridacchiò il rossino, riferendosi al bucato della signora, volato via dal vento.

Sentendo quelle parole, Kaede si rilassò di nuovo, e immaginandosi la scena, si lasciò sfuggire un sorriso divertito.

Poi i due ripresero a camminare, e svoltato un angolo si ritrovarono... in mezzo alla festa del paese!

- Oh, è vero! Era oggi! - disse Hanamichi guardandosi intorno - Mia madre mi ha chiesto di comprarle dei dolcetti che vendono alle bancarelle! Devo fermarmi un attimo! - aggiunse subito dopo rivolgendosi a Rukawa.

- Ah! Non ho portato le chiavi di casa... E anche i miei sono qui alla festa! -

ricordò all'improvviso il moro - Resterò qui anch'io - disse dopo aver riflettuto un .

Sakuragi lo guardò contento. Non aveva osato sperare che Kaede rimanesse con lui... Poter passare la serata insieme a Rukawa, fuori dalla scuola, da soli... equivaleva quasi a un appuntamento!

 

 

 

Fine episodio quattro…

Continua…

 

 

 

 

  
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