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Autore: Chanelin90    29/05/2013    0 recensioni
Questa piccola e strana storia è frutto di un altro attacco d'ispirazione notturna.
Alla fine ho deciso di pubblicarla perchè un pò insolita e magari degna di qualche spunto interpretativo.
La morale spetta a voi.
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Ludwig e Feliciano vengono prelevati dall'esercito tedesco per attaccare una città francese confinante.
Il primo è entusiasta di tenere alto l'onore della sua Patria.
Il secondo, invece, mostra una certa diffidenza e avversione all'idea di partecipare alla battaglia.
Per questo motivo dovrà effettuare una fatidica scelta: essere coraggioso oppure no?
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA DIVISA LACERATA

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Mentre buttavo giù un altro capitolo del “ Il Destino Dell’ Amante” è spuntata fuori un’altra fiamma d’ispirazione.
L’ho scritta talmente di getto che non ero sicura di postarla ma infine, dopo tanto tempo, ho deciso di pubblicarla.
La storia è singolare, ma potreste interpretarla in maniera difforme.
Dopotutto …: è una delle mie storie!XD
Buona lettura a tutti!
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Il primo giorno nell’esercito di Feliciano.
Ludwig venne arruolato lo stesso giorno.
I due si conoscevano: vivevano nello stesso quartiere a Düsseldorf ed erano grandi amici fin dall’infanzia, tuttavia li identificava un  carattere diametralmente opposto.
Feliciano venne prelevato coattivamente e di malavoglia dalla sua abitazione, lasciando moglie e bambini, mentre Ludwig prese parte al plotone d’assalto con un misto d’orgoglio e soddisfazione, quasi fosse un privilegio rischiare la vita per la propria nazione.
Quando bussarono alla sua porta, la valigia era già pronta e sistemata all’angolo della parete.

- Non avrei voluto combattere! Non mi piace uccidere!- si lamentava a bassa voce Feliciano, addestrandosi al poligono di tiro, evitando di farsi sentire e quindi castigare dai suoi superiori pluri-onorati.
- Finiscila, Feliciano!- replicò scocciato Ludwig - Quando gli avversari cadranno a terra sarà un grande godimento! Fidati!-
Feliciano colpì la sagoma di cartone con un proiettile e evidenziò al compagno sottovoce :- Siamo noi gli invasori!-
Ludwig prese la mira col suo fucile di precisione e trapassò la testa della figura di cartone: - Ma sono loro che hanno provocato!-

Giravano delle storie nei vicoli delle cittadine tedesche.
Si vociferava che i francesi, colti da un attacco d’invidia nei confronti dei ricchi e giudiziosi vicini, avessero avvelenato i pozzi con cadaveri infetti e putrescenti ed effettuato attentati terroristici sui binari dei treni che si recavano negli uffici delle periferie e dei centri abitati.
Tutto questo non era più tollerabile.
Bisognava che imparassero la lezione una volta per tutte.

Qualche mese dopo, il Generale diede disposizioni al fine di occupare Nancy, una tra le città più importanti, confinante col perimetro tedesco.
Non appena Ludwig ne venne a conoscenza, esultò facendo un piccolo salto e volgendo il pugno vittorioso al cielo.
Feliciano, dal canto suo, venne colto da un improvviso senso di nausea e andò a vomitare dietro una tenda da campo.
Ciò che ignorava era che in quel luogo dimorava un tenente, chiamato Ivan, famoso per la sua propensione a elargire gravosi esercizi aggiuntivi nei confronti di chi non gli andava perfettamente a genio.

Quando la bile del ragazzo si spiaccicò sulle pantofole d’Ivan,  Feliciano ebbe la prontezza di ritirarsi sopra un albero prima di essere scoperto dal superiore.
Quest’ultimo rientrò molto presto e, accortosi del misfatto, ululò alla luna tutta la notte per scoprire il colpevole.
 Questo, ovviamente, stette ben accorto a non farsi sgamare, tanto che il superiore dovette abbandonare il proposito e prendere disposizioni per ordinare nuove pantofole imbottite.

Quando Feliciano si sentì abbastanza sicuro, scese dal ramo, diretto alla sua tenda, dove dormiva insieme a  Ludwig.
Ma il suo braccio venne trattenuto da qualcuno.

Fortunatamente, si trattava di un compare che conosceva bene.
Lo conoscevano tutti lì.
Alfred, un biondino simpatico e dagli occhi vispi, pronto a vantarsi e a pavoneggiarsi per ogni sua sciocca impresa che si spostava dal “ chi mangia l’hamburger più grosso” alle classiche sfide a braccio di ferro.

- WOW ! FELI! T’ho visto sai?-

- Mi hai visto??- mormorò Feliciano, palesando innocenza per quanto possibile.

- Ma siiiiiii, daiiiii!! Hai vomitato sulle suole del Generale Ivan! Hai avuto fegato! Che coraggio!- esclamò Alfred visibilmente affascinato.

- TI PREGO, ALFRED! Non dirlo a nessuno o me le suoneranno di santa ragione!- implorò il ragazzo.

-  Ehi! Tranquillo amico! Con me il tuo segreto è al sicuro!- assicurò pomposamente il biondino.

Feliciano non faceva troppo affidamento sulla parola di Alfred data la sua propensione a essere terribilmente logorroico, ma sperò con tutto il cuore di non avere ragione.

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Feliciano raggiunse la sua tenda e si arrampicò sul suo letto.
Alfred non fece la spia per davvero e il giovane sperò continuasse a mantenere il sacro silenzio.

Quando salì sul letto a castello, dato che era piuttosto esile dormiva su quello situato in alto, Ludwig lanciò uno sbuffo d’irritazione dato il ritardo del compagno.
Feliciano lo ignorò e rimase a fissare il soffitto, ripensando alle parole di Alfred.

- Cos’è il coraggio Lud?- proruppe filosofico infine.
Il suo compagno di tenda lanciò un grugnito , svegliato nuovamente durante il sonno.
- Quello che tu non hai!- rispose infastidito- Ora dormi! Domani siamo sul campo di battaglia. Quello vero!-
Feliciano non si diede per vinto: - Dico sul serio! Come definiresti il coraggio?-
Ludwig proprio non si figurava il motivo per cui il suo partner dovesse insistere così tanto sopra un argomento tanto futile e filosofico in piena notte, ma, pur di farlo star zitto, si sforzò di soddisfare la sua curiosità notturna.
-  Bah! Suppongo che il coraggio sia quella scintilla d’ardore che ti porta a mettere a repentaglio anche la tua vita per un giusto ideale!- sbuffò insonnolito – Noi, che difendiamo il nostro paese dai nemici, siamo coraggiosi!- aggiunse, coprendosi il naso con la coperta.
Feliciano soppesò attentamente quell’affermazione.
- Quindi..il coraggio ti porta a compiere azioni che tu non vorresti fare ma che fai ugualmente perché sono giuste!-
- Precisamente!- confermò l’altro, mezzo assopito.
- Allora..non credo di esserlo!-
- Infatti, non lo sei! Ora dormi!-
I due affondarono nei rispettivi materassi ma uno di loro non riuscì a trovare pace fino all’alba del giorno successivo.
Incubi e mostri affollavano i suoi pensieri.
I cadaveri della gente che saltava in aria gli trafiggevano le idee.

Il giorno dopo, Ludwig venne svegliato dalle urla e dall’odore acre delle fiamme che ardevano i tessuti.
I francesi li avevano colti di sorpresa.Avevano incendiato tutto.

Si alzò prontamente.
Da bravo soldato, previdente e ligio al dovere, era già vestito e impugnava la sua pistola con entrambe le mani.
 Si rivolse preoccupato all’indirizzo di Feliciano, immaginando che il giovane non si fosse ancora svegliato.
Fu molto stupito nel constatarne l’assenza.

“ Forse è già sul campo di battaglia!” ipotizzò “ Per una volta, si è comportato in maniera dignitosa! Da vero soldato!”
Compiaciuto da quel pensiero, si affrettò a raggiungerlo nella zona di conflitto.

Sfortunatamente, le cose non andarono come previsto.
Il nemico era nettamente superiore a loro come numero e i superiori di Ludwig accusarono di un ipotetico tradimento.

Ludwig, in trincea, non riuscì a trovare il suo amico e cominciò a temere per il peggio.
Scaricò temerariamente tutte le sue armi al fine di difendere la postazione, ma quando venne trapassato da tre proiettili di un cecchino, nascosto sopra un albero, anche le sue forze vennero a mancare.

La sua postazione venne distrutta e i francesi terminarono di assalire il campo.

Agonizzante e  coperto di fanghiglia, dovette assistere all’indegna ritirata del suo battaglione e all’esultanza degli avversari francesi.
Fu allora che comparve Feliciano.
Il ragazzo non presentava ferite e sul suo viso appariva uno sguardo mesto e severo.

- Feliciano..ah..Dov’eri? P..erchè ..sei scap..pato? – s’affannò il tedesco riverso a terra.

-Oggi ho scoperto di essere coraggioso!- dichiarò composto il ragazzo.

Ludwig strabuzzò gli occhi.
- Co..sa? Mi stai…prend..endo in giro!-

- Ho scelto d’intraprendere una scelta dolorosa ma saggia e giusta! Ho rivelato ai francesi la posizione del nostro accampamento !- confessò gravemente.

Ludwig non poteva credere alle sue orecchie.
Feliciano, il suo migliore amico fin da quando erano bambini, li aveva consegnati freddamente al nemico su un vassoio d’argento.
- TU?? TUUUUU??? TRADITORE! VAI ALL’INFERNO! C’hai condannato tutti a morte !-

Feliciano chiuse gli occhi e sospirò profondamente.
-Lo so! Non avrei voluto, ma…ho dovuto!-

Ludwig sentì la morte farsi sempre più vicina ma ancora non riusciva a concepire tanta meschinità da parte del suo familiare compagno.
- Maledetto! Maledetto! Eri ..eri mio amico!-
Non poteva essere vero. Semplicemente non poteva!
- Per questo è stato doloroso!- sottolineò cupo l’altro.

Ludwig lanciò un urlo straziante, provocandosi una fitta penetrante lungo tutto il corpo.
- FIGLIO DI PUTTAN..A!-

- Ora tornerò a casa dalla mia famiglia, Ludwig!- sentenziò con voce seria e pacata Feliciano -  Pregherò per te!-
Girò le spalle, ma prima di percorrere la via di casa abbassò il capo e salutò un ultima volta quello che, una volta, era stato il suo migliore amico : -Addio amico mio!-

L’altro lo vide allontanarsi verso l’orizzonte.
Allungò disperatamente la mano insanguinata come nel tentativo di raggiungerlo, ma ciò che raccolse fu solo morbido terriccio.
- Fermat..i! Ferm..ati! TRA..DITORE! TRA..DI..T…!-

Spirò, lasciando dietro di sé un’uniforme lacerata e dei valori strappati.

FINE


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A voi ricavare la morale di questa storia.
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