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Autore: robyale    30/05/2013    0 recensioni
Uno sparo, una vita in frantumi e una follia dettata dal dolore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un anno.
365 maledettissimi giorni sono passati da quando ti ho persa,questa volta per sempre.
365 giorni da quando ho cercato di convivere con il dolore, non potendolo rinnegare, senza ottenere buoni risultati.
Ed ora eccomi qui, nell’ultimo luogo dove avrei pensato di commetere il mio folle gesto e con in mano il passaporto per averti di nuovo vicina a me: un pistola.
Mi ero imposto di accettare quel tormento per te, amore mio, quella tortura che mi è stata inflitta da un ammaliante quanto impostore destino... Quello stesso destino che mi ha regalato la vita,ma che in un istante si è portato via la persona con cui avrei voluto trascorrere il resto della mia esistenza: te,Clarissa...
- - -
Quel giorno ero molto nervoso: avrei chiesto alla mia amata di sposarmi; ormai convivevamo da tre anni ed eravamo fidanzati da cinque.
Era una splendida domenica di Luglio, quel giorno non era tanto afoso, per fortuna. Lo avevo preso come un incoraggiamento, non sapendo quello che di lì a poco sarebbe accaduto.
Di domenica non lavoravo, per cui uscimmo a fare una passeggiata sul corso principale di Milano. C’era una confusione mai vista prima.
Ci fermavamo ad ogni vetrina. Ogni cosa che facevamo era emozionante con te. Mentre stavi  guardando la vetrina di una gioielleria mi arriva un chiamata, così mi allontano per risponedere. Non mi andava di parlare di lavoro, ero troppo emozionato, per cui mi scusai e terminai la breve conversazione con il mio collega.
Ripongo il cellulare nella tasca, e appana alzo lo sguardo mi si presenta una scena che mai e poi mai avrei voluto vedere: un rumore improvviso, la confusione dei passanti etu che cadi...BANG!!!
Un colpo di pistola, un battito in meno del mio cuore.
Mi sentivo come se avessero premuto il tasto rallenty, proprio così. Vedevo le persone urlare e disperarsi , e volevo avvicinarmi, vedere cos’era successo,ma non avevo la forza di muovermi.
Un solo momento e succede l’inverso, invece;non ci capisco più niente. Le persone corrono, una pattuglia di carabinieri giunge sul posto e trovo, non so come, la forza di avvicinarmi, per vedere uno spettacolo raccapricciante: tu distesa per terra, in una pozza di sangue, che diventavi sempre più bianca e sento delle grida,le mie.
Senza forze mi accascio a terra, improvvisamente non sento più il cuore, ma al suo posto un enorme macigno che provoca solo dolore, molto dolore. L’unica cosa che dico prima di cadere nel buio è:”Salvatela”.
- - -
Mi sveglio in ospedale. Intorno a me molti dottori. Ero molto confuso, ricordavo solo scene sconnesse.
All’ improvviso mi salt in mente tu, Clarissa e pronuncio la fatidica domanda:”Come sta Clarissa?”.
E dopo qualche esitanzione, mi giungono le parole che mai avrei voluto sentire:”Mi dispiace ma la signorina non ce l’ha fatta...”. Non sento più niente, il dottore continua a parlarmi, ma io non lo ascolto.
Il dolore al petto si triplica, io non riesco a reggere tale intensità e per sfogarmi piango, come tutti i giorni, ormai, per affievolire la sensazione di nullità dovuta alla tua perdita.
- - -
Non so se sto facendo la cosa giusta ora: posso permettermi di infondere alle persone che amo questa sofferenza? I miei genitori, la mia adorata sorellina... eppure dopo un anno non sono risucito a sminuire il vuoto al petto. Sono andato avanti, come hai visto, ma non sono riuscito ad accettare il fatto che non potrò più  averti tra le mie braccia,al sicuro. Tu eri perfetta per me.
Molti dicono che nella vita ti innamori una sola volta. E io questo lo so.
Per questo motivo ho fatto la mia scelta di raggiungerti. Sono stanco di questa angoscia che mi perseguita, basta.
Porto la pistola alla tempia. Sorrido, dopo tante lacrime versate, perché so che finalmente troverò la pace che da tanto tempo non trovavo.
Vi voglio bene mamma e papà, ti voglio bene Martina.
La sofferenza  mi ha spinto fin qui, il limite che devo oltrepassare per ritrovare un fiero, e aggiungerei al momento latitante, sorriso sul mio volto.
Premo il grilletto e... BANG! Un colpo. Un colpo che ti ha tolto la vita, un colpo che mi ridona  la felicità. 
  
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