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Autore: Laura012    30/05/2013    0 recensioni
Lute guardava fuori dalla finestra. Quel giorno era stato troppo stressante per lei, iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli, erano biondi e lisci. Non aveva mai pensato all'esistenza di un mondo dove le sembianze umane fossero solo un costume, ed era il materiale che prevaleva. Il vetro, la carta, erano cose nuove per lei, non aveva mai visto quei materiali sotto altre forme, eppure si era innamorata del vetro.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Lute aveva 15 anni, e come una normale ragazza, frequentava il liceo artistico. Amava dipingere, quando lo faceva non teneva conto del tempo che passava, a volte erano le sue compagne di classe a dirle che dovevano cambiare aula, altre volte non le sentiva e solo il suono della campanella la risvegliava dal suo mondo. Lute aveva i capelli biondi e lisci, cadevano come la seta, i suoi occhi erano azzurri chiari, ricordavano il cielo, sì, il bellissimo cielo mattutino che andava via via a scurirsi. Le sue labbra erano rosa e sottili, il suo naso delicato e leggermente all'insù, sulle guance una spruzzata di lentiggini che se non ci badavi non si vedevano nemmeno.
Era appena uscita da scuola, sua madre le aveva lasciato i soldi per comprare i fogli da disegno. Camminava a passo lento, la cartella portata a tracolla, di tanto in tanto, la faceva oscillare leggermente a destra, indossava una maglietta beige lunga e dei jeans grigi, sotto il braccio una cartelletta di cartone rossa.
Appena entrò nel negozio i suoi occhi s'illuminarono, adorava quel posto, poteva sentire l'odore delle matite nuove, del carboncino, delle tempere. Ogni volta che entrava lì dentro si perdeva in mille sensazioni, comprò un album da disegno e dopo aver fatto tre giri per il negozio, sfiorando i pennelli, sbirciando tra le varie marche di acquerelli e provando le varie matite, uscì e si diresse verso casa.
Lute non sapeva che qualcuno la stesse guardando, non sapeva che voleva ucciderla, e non sapeva che quando le venne addosso aveva sbagliato mira e il taglierino le era scivolato di mano. Si ritrovò a terra, sopra di lei una ragazza dai capelli castani e gli occhi verdi la guardava con odio, si mordeva il labbro infastidita.
Si alzò lasciando libera la ragazza dal suo peso, poi le porse una mano per aiutarla, Lute accettò quella mano senza pensarci, ma la presa che sentì era molto forte, e una fitta di dolore attraversò la sua mano. Sebbene lo sguardo della sconosciuta era pieno di odio, la sua voce parve gentile e calma quando si scusò di essere caduta addosso.

- Non fa niente, stai bene? - chiese Lute cercando di capire l'espressione sul volto dell'estranea.
- Sì, tutto a posto e tu? -
- Solo qualche graffio, non è niente. - rispose.
- Scusami, ma ora devo proprio andare. - cercò di congedarsi la ragazza.
- Aspetta. - Lute la fermò mettendole una mano sulla spalla, la ragazza ebbe un sussultò, si girò lentamente guardandola dritta negli occhi.
- Come ti chiami? - chiese la bionda sorridendo.
- Amanda. - rispose, poi si girò e si allontanò lentamente.
Lute si sentiva strana, come se qualcosa dentro di lei stesse cambiando, raccolse in fretta il sacchetto e la cartelletta e filò spedita a casa.

- Amanda. - La chiamò un ragazzo.
- Cosa? - Rispose lei, intenta a legarsi i capelli in una ciocca.
- Perchè non l'hai uccisa? - chiese, Amanda conosceva l'espressione su quel volto, era uguale a quella di suo padre quando la sgridava, era impressionante quanto lui le assomigliasse, mentre lei non aveva preso niente.
- Ho sbagliato mira. -
- Amanda, tu non sbagli mai mira. Cosa è successo? Ha cercato di contrattaccare? -
- No. Non credo che sappia del suo potere. - scosse la testa in segno di diniego.
- Allora cosa è successo? -
- Ho sentito qualcosa, come se fossimo compatibili. - Ammise lei, in realtà non voleva confessare tutte le emozioni che aveva sentito quando aveva sfiorato la sua pelle, era come se la conoscesse, aveva un odore così familiare.
- Stai scherzando? Il vetro uccide la carta, non possono essere compatibili. - l'espressione del ragazzo non cambiò, ma Amanda sentì una risata nascergli in gola.
- Smettila di trattarmi come se fossi un materiale, sono una persona. -
- La tua forma umana è solo un travestimento, ritornerai semplice vetro alla fine della tua missione. - Sebbene era suo fratello che le parlava, sembrava più una specie di padrone che parlava alla sua schiava. Non avevano mai avuto un bel rapporto, ma ci rimase male comunque, non si aspettava una frase del genere da un membro della sua famiglia.
- Lo so benissimo. -
- Non ripetere mai più questo errore. - disse infine uscendo dalla sua stanza e chiudendosi la porta alle spalle. Anche amanda aveva finito la treccia e ora la stava fermando con un elastico rosso.

Il vetro taglia la carta, ma non è razza pura. La carta soffoca il fuoco, ma ne subisce i colpi. Il fuoco, scoglie il vetro, ma può anche generarlo.
Nel sogno di Lute quelle parole erano familiari, erano come un rito che si ripeteva ancora e ancora. Era in piedi dentro a una fontana, mentre una ragazza dai capelli castani danzava davanti a lei, in un abito bianco, cantava quella melodia a ritmo con i suoi movimenti.
E' una catena, Lute, capisci? Questo non è solo il tuo inizio, è il nostro inizio, la nostra storia. Doveva finire così, quello che è scritto non lo puoi cambiare, però, puoi prendere dei minuti in più, come ho fatto adesso. Ora non è importante cosa succederà, basta che saremo insieme.
La ragazza aveva smesso di danzare, e ora si stava avvicinando a lei. Lute sentiva che quelle parole non le avrebbe mai dette prima, sentiva che erano sincere. La ragazza le prese la mano e la tirò fuori dalla fontana, Lute vide che le sue braccia erano diventate vetro, e anche il suo volto si stava trasformando. Si sentiva accartocciare su se stessa, si vedeva rimpicciolire, mentre la ragazza che aveva davanti si rompeva e cadeva a terra.


  
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