Salve!
È
The Awesome Tomato che viparla! Allora, prima di iniziare, volevo solo
dire una
cosuccia…
Mi dispiace di metterci così tanto a tradurre ma…
beh alcune parti non sono
affatto facili e devo rigirarle in modo da farle capire restando sempre
fedele
all’originale, in più ho un po’ di cose
da fare quindi passano anche giorni
prima che riprenda a tradurre… scusate tanto 3
Capitolo
2
Il
campanello della porta suonò ma
Romano non alzò nemmeno lo sguardo dal punto del tavolo che
stava fissando per
la maggior parte della sua colazione. Finì velocemente il
suo caffè schiumato
ma non si era alzato perché allora, avrebbe dovuto decidere
cosa fare durante
il giorno.
Aveva
trascorso gli
ultimi giorni in casa, sentendosi sempre più infelice. Indossava
una brutta e vecchia T-shirt
che sembrava urlare al mondo il fatto che fosse un recluso e come
provasse ad
evitare in ogni modo il mondo reale.
Non
aveva nemmeno l’energia per farsi da mangiare o
curare i suoi pomodori, non aveva fatto una singola cosa produttiva da
quando
si era lasciato con Spagna.
“Romano!”
Lo chiamò
Veneziano dalla porta “È Spagna, posso farlo
entrare?”
“Cosa?
No!” Urlò
Romano.
“Aww,
sei sicuro?
Credo che dovreste parlare e risolvere la faccenda. Sei diventato
più pigro del
solito e non ti sei nemmeno fatto una doccia in tre giorni!”
Disse Veneziano.
“Stai
zitto!” Sbottò
Romano.
“Allora,
posso farlo
entrare?”
Romano
non si
preoccupò di rispondergli, probabilmente Veneziano non
l’avrebbe ascoltato
comunque e sapeva che non poteva fuggire per sempre da quella
conversazione,
inoltre, un senso di colpa nel petto, gli ricordava che doveva delle
spiegazioni a Spagna riguardo a come l’aveva trattato.
Probabilmente avrebbe
finito per peggiorare le cose ma poteva almeno provarci.
“Hey
Romano” Lo salutò
Spagna come entrò in cucina. Stava sorridendo e se non fosse
stato per il fastidioso
nodo allo stomaco, Romano sarebbe riuscito a far finta che non fosse
successo
nulla e che quella fosse soltanto una normale giornata.
“Che
cosa vuoi?”
Ringhiò Romano.
“Andiamo
adesso, non
pensi che potresti essere un po’ più gentile con
me?” Chiese spagna sedendosi
dall’altra parte del tavolo e prima che Romano riuscisse a
reagire, Spagna gli
prese le mani, la stretta che sicuramente doveva essere di conforto, lo
faceva
sentire come se fosse intrappolato, tuttavia era incapace di
liberarsene.
“Ma
non preoccuparti”
Disse Spagna “Ti perdono, non m’importa quello che
hai detto, so che non sai
controllarti quando sei arrabbiato e impaurito”
“No!”
Sbottò Romano.
Dannazione, Spagna aveva completamente dimenticato tutto quello che si
erano
detti? Si
faceva
davvero trattare come uno zerbino?
“No?”
Chiese Spagna.
“Non
è così semplice, io-” Romano
iniziò ma poi, la voce gli morì in gola e si
sentì improvvisamente le mani
calde e sudate. Dannazione, avrebbe dovuto esercitarsi prima per questa
cosa!
“Aww,
ti senti in colpa? È così
carino! Va tutto bene, ti amo proprio come sei” Disse Spagna.
Le
sue parole ebbero esattamente
l’effetto opposto di quello che avrebbero dovuto e Romano,
tolse bruscamente le
mani da quelle di Spagna e le nascose sotto al tavolo.
“Tu…
Sei un idiota!” Disse
Il
sorriso di Spagna si trasformò
in una smorfia “Cosa c’è che non
va?”
“Adesso
me lo chiedi?” Sbottò
Romano “Non ma l’hai mai chiesto prima! Era sempre
tutto ‘ va bene Romano; non
preoccuparti Romano; lascia
che ti baci
meglio, Romano’! Perché non me l’hai
chiesto prima?”
“Perché
non hai mai voluto parlare
di nulla ed io dovevo fare qualcosa
per farti sentire meglio” Disse Spagna.
Romano
strinse le labbra in una
linea sottile, come si era aspettato, era tutta colpa sua. Era
così complicato
che anche spagna non sapeva come fare con lui. Non meritava una persona
che era
sempre così buona con lui. Non poteva dare indietro a Spagna
anche solo una
parte del suo amore e delle sue cure ed il fatto che Spagna non
sembrava
affatto infastidito da questa cosa, lo feriva di più.
“Perché?
Perché dici
sempre di amarmi? Cos’ho mai fatto per
meritarmelo?” Chiede con voce rauca.
“Ma
tu non devi fare
niente! È questo l’amore” Disse Spagna.
“Non
è fottutamente
abbastanza! Hai idea di come mi senta quando non posso fare nulla per
te e
quando tu devi sempre aiutarmi quando succede qualcosa? Tu mi dici
semplicemente che è tutto ok ma non cambia mai nulla e il
problema torna
sempre! Dio, lo odio, cazzo!” Urlò Romano.
Spagna
stette a
fissarlo come se stesse parlando in una lingua che non capiva
“Romano, non devi
fare niente per me” disse lentamente, come se spiegasse un
concetto base ad un
bambino.
“Ma
io voglio!” Sbottò
Romano “Voglio sentire che sono importante e che tu hai
bisogno di me! Non
riesco a credere che sia io a dirlo ma non è tanto un
rapporto se uno dei due
riceve soltanto e non dà mai nulla in cambio”
L’improvviso
silenzio
che cadde tra di loro, sembrava così pesante e denso che
Romano pensava di
poterlo quasi toccare. Strinse
i
denti e cercò anche di trattenne il respiro, non
doveva farsi prendere dal panico.
“Io…
non avevo idea
che fossi infelice con me” Disse tranquillamente Spagna.
“Non
è questo” Rispose
Romano e volse gli occhi al tavolo, si vergognava troppo per poter
affrontare
Spagna. Spagna
era
stato buono con lui, molto meglio di quanto avesse meritato, Romano
invece lo
aveva ferito molto durante il corso della loro relazione ed ora, non
riusciva
nemmeno a rompere con lui senza che Spagna sentisse come se fosse colpa
sua.
“Dio,
mi sento una
merda” Disse con un gemito e si appoggiò al tavolo
nascondendo la faccia nelle
sue braccia.
Spagna
non disse nulla
per molto tempo, Romano azzardò un’occhiata in
direzione dell’altra nazione e
lo vide aggrottare la fronte concentrato. Riusciva ad immaginare gli
ingranaggi
che giravano nella sua testa mentre cercava di assimilare le
informazioni
appena ricevute.
“Ok,
fammi capire
bene” Disse Spagna facendo un cenno con le mani per afferrare
meglio ciò che
Romano gli aveva detto “Tu senti che sei inutile e che io non
ho bisogno di te
e questo, è il motivo per cui sei infelice visto che
desideri contribuire in qualche
modo al nostro rapporto?”
“È
quello che ho
appena detto, tu-” Iniziò Romano ma si
fermò quando Spagna si allungò ad
accarezzargli i capelli.
“Aww,
sei diventato
così adulto!” Tubò Spagna.
“Che
cazzo stai
facendo?” Ringhiò Romano schiaffeggiando via la
mano di Spagna.
“Quello
che hai appena
detto è così maturo! Non
avrei mai pensato che il mio piccolo Romano fosse tanto
acuto,
sono così orgoglioso di te!” Disse Spagna.
“Hai
sbattuto la testa
mentre non guardavo?” Chiese Romano.
Spagna
non sembrava aver
sentito una parola di ciò che Romano stava dicendo
“Credo che non debba più
badare a te quindi” Disse più a sé
stesso.
“Di
che diavolo stai
parlando? Non dirmi che stavi con me perché mi vedi ancora
come una colonia!” Urlò
Romano parecchio sconvolto.
Era come… incesto emotivo o qualcosa di simile.
“No,
ovviamente no” Si affrettò a dire
Spagna “Ma ad essere onesti, per me sei sempre stato il mio
piccolo Romano. Non
ho mai realizzato che tu fossi diventato così maturo; non
sapevo che stessi
pensando a queste cose”
Romano
non disse
nulla, se non si fosse trattenuto così tanto a comunicare i
suoi nuovi-scoperti
sentimenti “maturi”, forse non sarebbero mai
arrivati a quel punto.
Spagna
stava ancora
sorridendo ma c’era una punta di tristezza nella sua voce
quando continuò “Sai,
se ti preoccupa così tanto, forse questa è la
soluzione giusta. Credo che avrei
dovuto notare che qualcosa non andava”
“Ti
ho già detto che
non è colpa tua, stronzo” Disse Romano.
“Hmm,
sembra che tu
abbia ancora un po’ di cose da imparare ma non preoccuparti,
sono sicuro
che
migliorerai”
“E
che diavolo
vorrebbe dire?” Chiese Romano.
“So
che vuoi dare
tutta la colpa a te stesso però non è
così che funziona, non è così
semplice.
Questo non è successo per colpa tua ma perché
eravamo… un po’ incompatibili,
credo” Disse Spagna e come notò
l’espressione sulla faccia di Romano, il suo
sorriso divenne ancora più incoraggiante “Aww, non
piangere, aspetta e vedrai,
andrà tutto benissimo”
“Non
hai intenzione di
arrabbiarti con me?” Chiese Romano, la sua voce era impastata
dalle lacrime.
“No”
Disse Spagna
scuotendo lentamente la testa “Avrei dovuto capire che non
sei più il bambino
di cui mi prendevo cura, avrei dovuto trattarti come un adulto alla
pari. Non
c’è da meravigliarsi che non abbia
funzionato”
“Ma-”
“Aspetta,
lasciami
finire. So che sembrerà che non mi interessi affatto quello
che è successo ma
non è vero, io ti amo Romano. Sei davvero importante per me,
mi piacerebbe che
potessimo rincominciare ora che
ti sei tolto questo peso dal
cuore
ma
non credo che cambierebbe comunque
molto, penso che serva ad entrambi un po’ di tempo per
pensarci su”
Disse Spagna.
“Sì”
Rispose Romano e
questa sola parola, prese tutta la sua forza di volontà. La
gola era così secca
che gli faceva male a respirare e Dio, era già successo che
i suoi occhi
bruciassero tanto?
“E
una cosa, se vuoi
iniziare ad uscire con qualcun altro, fai pure, ti farebbe sicuramente
bene.
Fai solo in modo di farmelo conoscere per primo” Disse Spagna.
“Non
puoi essere
serio” Gemette
Romano cercando di non essere sconvolto dalla trasformazione di Spagna
da
fidanzato ad una figura paterna.
“No”
Ammise Spagna “Ma
la prima parte sì, non voglio che tu ti deprimi dentro
quattro mura, ora che
sai meglio che cosa vuoi da una relazione, puoi provare a vedere se
puoi
ottenerlo da qualcun altro”
Romano
odiò come le
parole di Spagna facevano sembrare che il loro rapporto fosse stato un
fallimento, niente di più falso. Avrebbe voluto dirlo lui
stesso ma era come se
le parole fossero intrappolate dentro di lui.
“Ne
ho abbastanza di
relazioni per ora” Borbottò.
Spagna
rise ma Romano
poteva vedere che i suoi occhi erano diventati umidi “Chi lo
sa, magari
torneremo insieme tra un secolo o due. Essendo nazioni, niente dura per
sempre,
prima che te ne accorga, sei alleato con qualcuno che pensavi sarebbe
stato
sempre tuo nemico o ritrovarti in una guerra contro amici ed
amanti” Disse.
“Lo
so!” Sbottò Romano
“Non sono un idiota!”
“Certo
che non lo sei”
Disse Spagna con un sorriso.
Romano
ingoiò il
groppo che aveva in gola, in qualche modo, era arrivato a quel punto
senza
scoppiare a piangere.
“Allora…
adesso?”
Chiese
“Beh,
speravo che
potessimo rimanere amici. Credi che sia possibile?” Chiese
Spagna.
“Um
certo” Rispose
Romano.
“Ottimo!”
Il
silenzio
imbarazzante tornò ma per una volta, Spagna fu veloce a
reagire “Ma wow, guarda
l’ora! Mi piacerebbe restare per una tarda colazione ma ho un
po’ di cose da
fare, magari la prossima volta e pensa a quello che ho detto, va
bene?” Disse.
Romano
osservò come
Spagna si alzò ed uscì dalla cucina, lo
sentì scambiare qualche allegra parola
con Veneziano, poi ci fu il suono di una porta che si apriva e chiudeva
e
Spagna sen’era andato.
“Spagna
è davvero
carino” Commentò Veneziano come entrò
in cucina.
“Allora,
stavi
ascoltando” Osservò Romano.
“Beh,
volevo essere
sicuro che non iniziassi a tirargli addosso niente” Disse
Veneziano, si avvicinò
ed abbracciò Romano da dietro e si appoggiò
contro di lui, a differenza del
solito, Romano non cercò di allontanarlo.
“Romano”
Mormorò
Veneziano premendo la guancia contro la sua schiena.
“Sì?”
Chiese Romano.
“Ora
che ti senti
meglio, andrai a farti una doccia, vero?” Chiese Veneziano.
“Chiudi…
chiudi il
becco!” Ringhiò Romano e cercò di
togliersi le braccia del fratello di dosso ma
finì solamente per cadere dalla sedia, portando il fratello
con sé sul
pavimento.
Romano
era appoggiato
alla ringhiera del balcone a guardare oltre i tetti delle case, preso
dai suoni
della città. Questo era il breve momento che precedeva il
tramonto, quando
c’era un accenno di porpora nel cielo e sembrava che le ombre
esitassero.
Poteva sentire i bambini chiamarsi l’un l’altro
nella strada sottostante,
qualcuno nella casa accanto, stava suonando il piano ed aveva lasciato
la
finestra aperta.
Non
c’era un alito di
vento e chiuse gli occhi per poter apprezzare meglio il brusio della
città.
C’erano così tante persone che facevano le loro
faccende, tornavano a casa da
lavoro, uscivano con gli amici… Questo era Milano, era tutta
gente di Veneziano
ma Romano, era sicuro di poter sentire una connessione con loro. Forse
perché
erano fratelli.
Si
sentiva libero,
realizzò. Il mondo sembrava improvvisamente diverso ora che
non stava più
insieme a Spagna, non che il loro rapporto fosse stato terribile,
Spagna
l’aveva reso davvero felice e lui lo aveva amato davvero con
tutto il cuore,
almeno all’inizio
Fin
da quando era
bambino, Romano era a conoscenza del fatto che a nessuno piaceva tanto
quanto
il fratello e che lo paragonavano sempre a Veneziano. Anche Spagna lo
fece. Per
queste ragioni, l’idea di innamorarsi lo terrificava quando
era più giovane.
L’amore rende così vulnerabili al rifiuto e fa
male.
Accettare
l’amore di
Spagna l’aveva sentito così naturale allora, era
anche sicuro, Spagna era
qualcuno che conosceva e di cui si fidava ed era stato un tale sollievo
diventare suo. La sensazione che provi quando qualcuno ti vuole e lo
accetti è
indescrivibile, non avrebbe potuto chiedere di meglio per un primo
amore.
Faceva
male il fatto
che fosse giunta al termine ma sapeva, che era la decisione giusta per
entrambi. Spagna era ancora importante per lui ma Romano, non pensava
che i
suoi sentimenti fossero gli stessi di prima, in più, Spagna
meritava qualcuno
che ricambiasse il suo amore con la stessa sincerità e
Romano… non era sicuro
di che diavolo volesse a questo punto ma era qualcosa di differente da
quello
che aveva avuto con Spagna.
Romano
aprì gli occhi
e sbatté le palpebre quando vide che era diventato buio,
pensò che avrebbe
fatto meglio a tornare dentro e vedere se a Veneziano servisse una mano
con la
cena.
“È
passato un po’
dall’ultima volta che abbiamo cucinato e mangiato da soli,
eh?” Chiese
Veneziano appena l’altro entrò in cucina.
Romano
fece una
smorfia “Penso di non avere altra scelta se non sopportare la
tua compagnia per
questa volta” Borbottò.
Veneziano
rise con
affetto e Romano decise che sarebbe restato un po’
più di quanto avesse
previsto prima di tornare a Roma.
Se
ci fosse una frase
per descrivere il suo rapporto con Francia, Prussia supponeva che fosse
amici
con benefici. Ogni tanto scendeva a Parigi e si godeva al meglio la
città dell’amore.
Gli piaceva pensare che fosse solo perché il sesso
lì era fantastico ma la
verità era che un’ex nazione, in particolare una
nota per la sua rigorosa forza
militare, non era davvero necessaria o voluta nell’Europa
moderna, i momenti
fugaci nel letto di Francia, gli permettevano di vivere nel passato.
Così,
con un senso di
attesa si buttò sul divano di Francia ed osservò
l’altra nazione versare il
vino nei bicchieri, tuttavia, qualcosa catturò
immediatamente l’attenzione di
Prussia.
“Per
chi è il terzo
bicchiere?” Chiese ed indicò quello che Francia
aveva lasciato vuoto.
“Spagna,
ovviamente”
Disse Francia.
“Cosa
intendi per
‘ovviamente’?” Chiese Prussia.
Francia
si voltò a
guardarlo con un sopracciglio alzato e Prussia, sentì
improvvisamente come se
avesse detto qualcosa di davvero stupido.
“Hai
sentito la
notizia, vero?” Chiese Francia.
“Certo!
Ovvio che l’ho
sentita!” Disse Prussia.
Purtroppo
Francia non
era convinto, sospirò e scosse la testa “Per tua
informazione, Spagna non sta
più insieme a Romano” Disse.
“Oh,
quand’è
successo?” Chiese Prussia il più disinvolto che
poteva.
“Seriamente,
come puoi
essere così fuori dal giro?” Chiese Francia
sgomento.
“Sono
stato un po’
occupato” Disse Prussia, certamente non aveva niente a che
fare sul fatto che passò
buona parte della settimana a giocare a WoW* nel seminterrato di
Germania
emergendo solo quando finiva le birre.
“Beh,
non importa,
credo che non dovrei esserne sorpreso” Disse Francia, porse a
Prussia uno dei
bicchieri e gli diede un’altra occhiata curiosa
“Comunque, che ti è successo
alla faccia? Sei orribile”
“Oh,
ho solo avuto un
po’ di caldo sesso arrabbiato con Ungheria” Disse
Prussia.
Sembrava
che Francia
non riusciva a crederci ma a Prussia non importava molto. Bevve in un
sorso
solo il vino e si asciugò la bocca con il palmo della mano.
“Quindi,
suppongo che
usciremo con Spagna per farlo distrarre?” Chiese.
“Esattamente,
cerca di
comportarsi come se non fosse turbato ma riesco a vedere dentro di lui
e
conosco la miglior medicina, come suoi amici, è nostro
dovere fare in modo che
domani, si svegli in un letto che non è il suo”
Disse Francia.
“Perché
non facciamo
che sia il tuo letto, allora?” Chiese Prussia, in effetti,
non gli dispiaceva
se si svegliassero tutti e tre nel letto di Francia il giorno dopo,
erano
passati anni da quando avevano avuto quel tipo di divertimento. In
passato, ci
furono
gloriose vittorie seguite da del sesso sul campo di battaglia e dopo
un'alleanza. Oggi…
Prussia
cercò di
immaginarsi Germania sbattere Austria contro il tavolo delle conferenze
e
prendere la propria ricompensa dopo averlo battuto in un dibattito
sulle norme
per riciclare i sacchi della spazzatura. Scosse la testa, non era
proprio lo
stesso, il mondo era diventato così poco sexy.
“Questa
è una proposta
che verrà presa in considerazione” Disse Francia
con una risatina “Ma per
quanto mi possa piacere, vorrei aspettare fino a quando lui non
sarà un po’
meno vulnerabile”
“Non
pensavo avessi
degli standard” Disse Prussia.
“Ad
essere onesti, a
volte mi ritrovo a pensarci quando mi sveglio a causa del tuo
russare” Osservò
Francia.
Prussia
non ebbe il
tempo di trovare una buona risposta che il campanello della porta
suonò
interrompendo il loro litigio giocoso, Francia andò ad
aprire e ritornò con
Spagna al seguito.
“Oh,
quindi non è un
incontro sulle dispute di confine dopotutto. Mi hai mentito,
Francia” Fu la
prima cosa che disse Spagna come entrò nella stanza ed i
suoi occhi si posarono
su Prussia che stava sul divano.
Prussia
ghignò ed alzò
il bicchiere in segno di saluto “Hey, io sono stato ingannato
con la promessa
di fare sesso, almeno tu avrai qualcosa di meglio di quello che ti
aveva detto”
Disse.
“Lascialo
perdere”
Disse Francia e mise un bicchiere di vino nella mano di Spagna
“Sono dell’idea
che tu debba dimenticare tutti i tuoi problemi ed andare avanti a
sembra che tu
non riesca a farlo senza un po’
d’incoraggiamento”
“Onestamente,
sto
bene” Disse Spagna.
“Allora
usciremo
comunque e festeggeremo la tua nuova indipendenza, sono venuto fin qui
e sarà
meglio che ottenga qualcosa da tutto questo” Disse Prussia.
Così,
finirono in un
locale che piaceva a Francia ma presto, realizzarono che Spagna non si
stava
divertendo tanto quanto avrebbe dovuto quindi, passarono ad un bar
più
tranquillo e dove potevano cercar di parlare senza urlare e far
diventare
secche le loro gole. La prima volta che poté, Prussia mise
dell’alcol nella
mano di Spagna e lo esortò a berlo tutto.
Catturò
lo sguardo di
Francia e sollevò le sopracciglia per indicare che far
ubriacare Spagna, era il
suo contributo per quella faccenda, se fossero davvero andati a parlare
di
sentimenti e relazioni, sarebbe stato meglio che fosse stato Francia a
guidare
la battaglia su quel fronte.
“Quindi”
Iniziò
Francia “Vuoi parlare del mal d’amore tra te e
Romano?”
“Perché
continui a
parlarne? Sto bene!” Insistette Spagna.
“Eppure
stai buttando
giù tutto piuttosto velocemente” Disse Prussia,
proprio mentre
stava per dare a Spagna un altro drink, questo gli fece guadagnare un
altro
sguardo glaciale da parte di Francia.
“Smettila
di farlo bere se vuoi che vada da qualche parte con la
conversazione” Disse
Francia.
“Va
bene, va bene” Disse Prussia ed optò per scolarsi
lui il drink.
“Davvero,
non ho molto
da dire, cioè, preferirei parlare di
qualcos’altro, come quel grosso livido che
hai” Disse Spagna indicando la faccia di Prussia.
“Ho
sentito che è
andato a letto con Ungheria” Disse Francia.
“Oh!
Congratulazioni!”
Disse Spagna e diede a Prussia una forte pacca sulla spalla, questo
portò
Prussia a realizzare che la sua piccola ed innocente bugia,
probabilmente era
state una cattiva idea. Se spagna sapeva qualcosa, il mondo intero
l’avrebbe
scoperto presto e questo,
avrebbe
finito per arrecargli delle vere ferite da parte di Ungheria in più, non voleva che
Spagna scoprisse che il livido
sel’era procurato facendo incazzare il suo ex-ragazzo.
“Sì”
Ha detto con una
risata “Ma non dirlo a nessuno, ok? Conosci Ungheria,
negherebbe semplicemente
tutto”
Spagna
canticchiava
annuendo “Sì, lei è sempre
così, mi ricorda un po’ Romano quando è
in quello
stato d’animo” Disse, dopo cadde in silenzio e
fissò il bicchiere sul tavolo.
“Mi
mancherà tanto”
Disse poi.
“Oh,
adesso fa male ma
sono sicuro che presto troverai qualcun altro” Disse
diplomaticamente Francia.
Qualcuno
che era,
sperava, di gran lunga più attraente del brutto fratello di
Italia, pensò
Prussia ma non era abbastanza ubriaco per dire queste cose stupide.
“Sai,
era un po’
difficile ma c’era qualcosa di così sincero in lui
e io mi sono sempre sentito
così protettivo verso di lui, ero sempre sicuro di sapere
esattamente come si
sentisse, non importava quanto cercava di nasconderlo”
Continuò Spagna, prese
il bicchiere e lo portò alla bocca, dopo aver preso un
sorso, le sue labbra
formarono un sorriso malinconico.
“Tranne
di recente, credo,
non avevo idea che fosse maturato così tanto da voler
prendersi qualche
responsabilità in un rapporto. Passerà un
po’ di tempo prima che mi abitui
all’idea che il mio piccolo Romano è
cresciuto” Disse.
“Allora,
se non l’hai
realizzato prima, questo rende il vostro rapporto-”
Iniziò Prussia ma Francia,
gli diede un calcio sotto al tavolo.
“Oh,
so dove vuoi
arrivare, ne ho sentiti abbastanza di quei commenti quando stavo con
lui e
questo, non era quello che intendevo, voglio dire, ora che non
è più così
insicuro, è naturale che volesse rompere, liberarsi di me e
cercare qualcosa da
solo, non è una brutta cosa” Disse Spagna.
Prussia
decise di non
dire niente, se Spagna si fosse messo a piangere, gli avrebbe dato
più alcol
per farlo sentire meglio; se avesse maledetto Romano e desiderato la
sua morte,
lui l’avrebbe incoraggiato; se avesse voluto un po’
di magnifico sesso come
conforto, Prussia gliel’avrebbe fornito, tuttavia, non aveva
la più pallida
idea su come comportarsi quando Spagna stava davvero male ma cercar di
trovare
qualcosa di buono in tutto questo, era troppo complicato ed altruista
per lui
da comprendere.
Così,
decise di
sedersi e guardare Francia che confortava Spagna, Prussia non aveva
idea di
come Francia fece ma in un qualche modo, riuscì ad ottenere
un vero sorriso da
Spagna – o forse era solo il fatto che Spagna non era il tipo
di persona che
resta giù per troppo tempo, in entrambi i casi, ascoltare la
loro
conversazione, lo fece sentire come se fosse la terza ruota e che quei
due, si
erano dimenticati che fosse lì.
Un
po’ irritato,
afferrò una delle bottiglie sul tavolo e si versò
un altro drink, era meglio
così, decise. Lui non voleva davvero venir coinvolto in
cazzate sdolcinate come
quelle.
***