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Autore: The Awesome Tomato    22/04/2013    2 recensioni
Né Prussia né Romano, cercavano una nuova relazione, specialmente non tra di loro, ma in qualche modo finiscono per diventare più vicini di quanto avessero mai creduto o cercato. Prumano con altre parings come accompagnamento. Il rating è per il linguaggio.
Genere: Angst, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 
La casa era completamente silenziosa, eccetto per il suono di Prussia che si grattava il sedere. Di solito c’era sempre qualcosa da fare; la casa di Italia tendeva sempre ad essere piena di vita, parlare, ridere, piangere e rompere cose. Ora era tutto finito perché Italia aveva trascinato Germania fuori per una passeggiata. Solo loro due.

Prussia dovette affrontare il difficilissimo dilemma di decidere se andare con loro, così da infastidirli o lasciarli andare da soli, così da poter rompere Germania con i suoi commenti sconci quando sarebbero tornati indietro con tutti i capelli e vestiti in disordine. Alla fine aveva deciso per la seconda opzione, specialmente perché immaginava che ci fossero meno possibilità di indurre Germania a proibirgli di andare ancora a trovare Italia con lui. E Prussia ci teneva davvero tanto a tornare a trovarlo in futuro. Era carino.

Sospirò e si mise a guardare il soffitto mentre stava coricato sul divano. Germania ed Italia l’avevano lasciato solo cinque minuti fa ed era già stufo.

Ci fu il suono improvviso della porta che veniva aperta e chiusa sbattendola.

“Già tornati?” Chiese Prussia alzandosi sui gomiti. “Non potevi resistere di più, eh West? Itakins, se vuoi avere un vero-”

Ma al posto di suo fratello e quell’Italia piccolo e carino, c’era il fratello non così carino di Italia che se ne stava in piedi alla porta, faccia rossa, acido ed arrabbiato come se avesse appena morso un pomodoro crudo.

“Che cazzo ci fai qui?” Romano chiese, come se la stessa esistenza di Prussia fosse un brutto spettacolo per i suoi occhi.

“Anche io sono felice di vederti, cosa ci fai tu qui?” Chiese Prussia.

“Io vivo qui!” Ringhiò Romano.

“Sì ma Italia ha detto che saresti stato con Spagna per il finesettimana” Disse Prussia.

“Dovevo, e beh…” Iniziò a dire Romano ma si fermò “Non devo giustificarmi con te! È casa mia e posso venire e andarmene quando mi pare! Quindi scendi da quel fottuto divano prima di spargerci sopra i tuoi disgustosi germi-patata e costringermi a bruciarlo!”

“Spagna ti ha buttato fuori? Non mi sorprenderebbe, so che è stupido ma dubito che abbia la pazienza di ascoltare i tuoi sproloqui pietosi per tutto il tempo” Disse Prussia con una risata, gli è sempre piaciuto vedere Romano che perdeva le staffe, cosa che accadeva ogni volta che pronunciava una parola in sua presenza. Era davvero divertente vedere il rossore diffondersi sulla faccia di Romano e sentirlo farfugliare arrabbiato delle parole senza senso finché non inciampa in queste e diventa ancora più frustrato.

Romano strinse le labbra in una linea sottile; le sue spalle iniziarono a tremare. Prussia sentiva il suo sorriso allargarsi – stava per iniziare il suo divertimento.

Ma poi, senza altre parole, Romano gli diede le spalle e marciò al piano superiore. Prussia fissò nella sua direzione fino a quando non sentì il suono di una porta sbattere e scuotere tutta la casa facendo cadere un quadro di Italia che si trovava appeso al muro.

“Huh” Fu tutto ciò che disse. Qualunque cosa fosse successa con Spagna, doveva aver scosso Romano più del solito.

Prussia incrociò le mani dietro alla testa e cadde di schiena sul divano, ora si annoiava di nuovo.
 


Romano sbatté la porta della sua stanza chiudendola dietro di sé ansimando a denti stretti. Quel… quel bastardo! Che diritto aveva di starsene sul divano come se fosse il suo fottuto proprietario? Odiava Prussia quasi quanto odiava Germania, tutto quello che rendeva Prussia un po’ più tollerabile, era che lui non stava attaccato a Veneziano rubando tutto il suo tempo.

Maledizione. Romano si asciugò gli occhi con il dorso della mano e cadde sul letto, l’ultima cosa che aveva bisogno di sentire, era che Veneziano era fuori da qualche parte con quell’idiota. Aveva sperato che lui e suo fratello fossero soli così da cucinare qualcosa e potersi distrarre da tutto ma ora, la casa era infestata da tedeschi.

Nascose il viso nel cuscino sentendosi solo ed infelice. Era proprio fortunato, ora Veneziano sarebbe stato così preso dall’ammasso di muscoli biondo che non si sarebbe mai accorto che qualcosa turbava il fratello e se Veneziano non l’avesse notato da solo, sarebbe stato la fine perché Romano non gli avrebbe detto niente senza un po’ d’incoraggiamento.

Venne distratto dai suoi pensieri quando il suo stomaco emise un basso ringhio; giusto, non era riuscito a mangiare nulla a casa di Spagna prima di essere buttato fuori. Si domandò se avessero servito qualcosa in aereo ma non riusciva a ricordarlo.
Romano si alzò in piedi e si asciugò il viso fino a quando non sembrava tornato normale, sperava. Doveva andare in cucina a preparare qualcosa da mangiare ma realizzò che non voleva farlo se Prussia fosse stato ancora lì, di questo ne era certo, perché lui era come una brutta macchina che non se ne va, non importa quante volte lavavi la camicia.

Accidenti a lui, pensò Romano. Questa era anche casa sua, poteva fare quello che voleva, non aveva ragione di sentirsi intimidito da quell’albino fallito che non sapeva quand’era l’ora di smettere d’esistere. Veneziano non gli aveva chiesto se poteva invitare Prussia quindi, Romano non era obbligato ad essere cortese con lui.

Incoraggiato da questa cosa, Romano sbloccò la porta e l’aprì per poi marciare giù dalle scale fino al piano terra, Prussia era ancora coricato sul divano con una gamba a penzoloni sullo schienale.

“Bene, guarda chi è tornato, non riuscivi a stare separato da me per molto tempo, huh?” Commentò Prussia.

“Chiudi il becco” Ringhiò Romano. Piangere l’aveva aiutato a sbollire la rabbia ed ora si sentiva semplicemente esausto e non voleva iniziare ad urlare contro a Prussia, non ne valeva nemmeno la pena.

Sperava che Prussia restasse sul divano ora che ne aveva fatto il suo castello ma oggi non era proprio la giornata di Romano. Non era riuscito ad aprire più d’un anta in cucina prima di essere interrotto da quella fastidiosa voce rauca.

“Ottimo, stavo iniziando ad avere fame” Disse Prussia.

“Non cucino per te!” Sbottò Romano. Si voltò giusto in tempo per vedere Prussia tirare una sedia e sedercisi sopra nel modo sbagliato,  appoggiando le braccia e la testa sullo schienale.

“Tu sei il padrone di casa, io l’ospitato. Devi cucinare per me” Prussia ora sorrideva e questo bastava per far ribollire il sangue a Romano.

“Tu non sei il mio ospite, non ti ho invitato, quindi vattene fuori da qui prima che ti tiri contro un bollitore! Te lo meriteresti in ogni caso” Disse.

“Hey, non fare così, ora che West e tuo fratello sono usciti, ci siamo solo noi due a farci compagnia. Dovremmo usarlo a nostro vantaggio”

“Per fare cosa?” Chiese Romano insospettito guardando al suo fianco per assicurarsi che il bollitore fosse lì vicino nel caso gli fosse servito.

Nel vedere la sua reazione, Prussia si lasciò sfuggire una sonora risata “Guarda la tua faccia! So perfettamente a cosa stai pensando!” Nascose il viso tra le braccia continuando a ridere e Romano sentì dei brividi lungo la schiena.

“Sta zitto! Idiota!” Ringhiò.

Prussia lo guardò con un sorrisetto divertito “Hehe, non c’è bisogno di arrossire in quel modo, non sei neanche lontanamente carino come Italia, quindi non preoccuparti. Poi, sei il ragazzo-giocattolo di Spagna e se voglio continuare ad essere invitato a-”

Romano prese il bollitore e lo lanciò contro Prussia, l’ex nazione ebbe solo il tempo di alzare le mani per coprirsi la faccia ma venne comunque colpito all’angolo dell’occhio sinistro.

“Ow! Perché diavolo l’hai fatto?” Chiese mentre si alzava in piedi.

“Chiudi il becco e lasciami solo!” Ringhiò Romano, non pensava ancora chiaramente e la sua mano tremante, stava già cercando la padella che sapeva si trovasse lì vicino. Da qualche parte, nascosto dalla rabbia, sapeva che non era colpa di Prussia se si sentiva così infelice ma doveva prendersela con qualcuno e Prussia gliel’aveva praticamente chiesto.

Fortunatamente, la porta d’ingresso venne aperta e la voce felice di Veneziano si sentì prima che Romano avesse la possibilità di far conoscere il viso di Prussia ad eventuali altri oggetti da cucina.

“Hey Romano! Non sapevo che fossi qui. Pensavo saresti restato da Spagna per il finesettimana e huh, perché l’occhio di Prussia è gonfio?” Chiese Veneziano mentre entrava in cucina. Romano fu molto più che irritato nel vedere che non tutti i bottoni della sua camicia erano abbottonati.

“Ha avuto un incidente, fottuto idiota, sempre a dietro a parlare delle sue gloriose battaglie ma tutti possono vedere che non ha riflessi e la sua difesa fa schifo!” Disse imbronciato.

“Forse non mi aspettavo che mi venisse lanciato contro un bollitore quando sono un ospite qui?!” Rispose Prussia. Si tolse una mano dall’occhio e sibilò per il dolore ma  il suo ghigno si rifiutò di sparire dalla faccia “Comunque bel tiro ma non così bello come sarebbe stato il mio”

“Che sta succedendo qui?” Arrivò un’altra voce e Germania entrò in cucina.

“Romano e Prussia si stanno tirando contro degli oggetti” Disse Veneziano.

“Perché?” Chiese Germania lanciando un’occhiataccia a Prussia.

“Hey, io non ho ancora lanciato niente! Ha iniziato lui!” Protestò subito Prussia.

“Devi aver fatto qualcosa per provocarlo, lo fai sempre” Disse Germania. Quando Prussia aprì la bocca per discutere, Germania lo zittì con lo sguardo.

“Dovresti farti dare un’occhiata” Disse Veneziano indicando il livido che si stava formando sul volto di Prussia.

“Buona idea. Itakins, lo farai tu!” Rispose Prussia con entusiasmo.

“Lo farò io quando sarai più calmo” Intervenne Germania.

“Non essere così duro con lui” Come Veneziano disse così, a Romano venne voglia di dargli un pugno. Veneziano era così preso dall’essere gentile con quel sacco d’immondizia teutonica da non notare che c’era qualcosa che non andava in suo fratello?

“Sì, ascolta Italia. Tutto quello che ho fatto è stato dire che Spagna-”

“Non dire niente su Spagna!” Sbottò Romano che desiderò poi di non averlo mai fatto.

Lo sguardo di tutti i presenti si era improvvisamente posato su di lui, ogniuno con un’espressione differente. Veneziano era accigliato e preoccupato, Germania confuso mentre il sorriso di Prussia, non poteva essere più compiaciuto.

“Visto? Che ti avevo detto? È completamente matto!” Disse Prussia.

“Romano, che c’è che non va?” Chiese Veneziano, in altre circostanze, Romano avrebbe detto tutto al fratello su quella faccenda dato che c’era pasta ed un incoraggiamento sufficiente da parte di Veneziano ma era anche certo che non avrebbe detto una parola finché quei due fossero stati lì.

“Niente” Borbottò.

“Non può non essere niente se hai quasi cavato l’occhio a mio fratello per questo” Commentò Germania

“Tu sta zitto! Non devo dire niente a te!” Rispose Romano e si sentì come se tutti fossero contro di lui e l’ultima cosa che voleva, era restare lì e lasciare che gli facessero la predica nella sua cucina.

Fortunatamente, Germania non stava più bloccando l’entrata così, Romano poté uscire e marciare nella sua stanza al piano superiore.

“Hey Romano, dove stai andando? Sto per iniziare a preparare la cena, non vuoi darmi una mano?” Lo chiamò Veneziano.

“Non ho fame!” Urlò Romano sopra la propria spalla.
 


Un’ora più tardi, Romano era ancora chiuso nella sua stanza, poteva sentire l’odore della pasta che stava cucinando Veneziano al piano di sotto ed il suo stupido stomaco si rifiutava di smettere di brontolare. Non voleva andare giù, non importava quanto fosse affamato.

Gli altri, probabilmente si stavano divertendo. Romano poteva immaginarseli ridere e mangiare la loro pasta dimenticandosi completamente di lui. Forse erano anche felici che lui non fosse là a rovinare l’atmosfera. Beh se questo era ciò che volevano, l’avevano ottenuto. Romano non sarebbe mai andato di nuovo giù. Era affamato e sarebbe morto lì e magari allora, Veneziano si sarebbe sentito in colpa ed avrebbe desiderato di essere stato un fratello migliore.

La sua autocommiserazione lo faceva sentire davvero soddisfatto quindi, fu parecchio scocciato quando sentì bussare alla sua porta.

“Romano, posso entrare?” Chiese Veneziano provando poi ad aprire la porta senza aspettare la risposta, non ci riuscì perché era bloccata “Romano per favore, apri la porta”

“Perché dovrei?” Chiese in risposta Romano.

“Perché voglio parlare con te. E ti ho portato della pasta” Disse Veneziano.

“Ma io non voglio parlare con te” Rispose Romano nonostante stesse già camminando verso la porta per aprirla per colpa del suo stupido stomaco traditore.

Cercò di prendere soltanto il piatto di pasta e richiudere subito la porta ma Veneziano scivolò dentro ad una velocità sorprendente e si sedette sul letto di Romano incrociando le gambe. L’espressione sulla sua faccia era più seria del solito e Romano sapeva che metà del motivo per cui gli aveva portato la pasta, era che Veneziano sapeva di dover usare una scusa per entrare in camera sua.

“Allora Romano-” Iniziò Veneziano.

“Quei due se ne sono andati?” Chiese Romano interrompendolo.

“Huh? No, stanno guardando la tv” Rispose Veneziano “Povero prussia, domani avrà un bruttissimo livido”

“Bene” Disse Romano.

“Che cosa ti ha detto?” Chiese, Romano sapeva che l’avrebbe domandato ma sperava che aspettasse abbastanza a lungo per fargli inventare una scusa ma visto che non gliene veniva in mente nessuna, decise di sedersi in terra e concentrarsi sul piatto che aveva in mano.

“Stai zitto, sto mangiando” Borbottò e prese una forchettata di pasta.

Sentiva su di sé gli occhi di Veneziano mentre mangiava e Romano, fece del suo meglio per ignorarlo ma suo fratello sapeva essere una forte presenza quando si concentrava. Sapeva che avrebbe dovuto essere grato che Veneziano fosse lì per parlare con lui ma non poteva fare a meno di essere di malumore. Avrebbe voluto avere il fratello tutto per sé e non doverlo condividere con qualcuno quando si sentiva così triste.

“Ti senti meglio ora?” Chiese Veneziano quando vide Romano mettere da parte il piatto vuoto.

Romano incrociò le braccia e si mise a fissare altrove.

“Bene” Disse felice Veneziano “Quindi puoi dirmi che cosa ti preoccupa”

“Non c’è niente che mi preoccupa” Rispose Romano.

“Allora perché hai lanciato un bollitore contro Prussia?” Chiese.

“Perché è un idiota e se lo meritava!”

Veneziano restò in silenzio per un secondo, poi chiese “Romano, cos’è successo tra te e Spagna?”

“Niente” Disse nuovamente Romano. Odiò il fatto che quella sola parola servì per farsi tradire dal proprio corpo; le sue guance erano in fiamme, la sua voce un po’ più alta del solito ed era sicuro che se si fosse messo a ripensare a quello che aveva detto e fatto, si sarebbe messo a piangere. Diavolo, era così dannatamente probabile. Avvicinò le proprie gambe al petto e le abbracciò stringendole più vicino.

“Non dovresti tenerlo per te ma parlarne, penso che ti farebbe sentire meglio che tirare oggetti contro Prussia” Disse Veneziano.

Romano non ne era poi così sicuro, lanciare oggetti contro Prussia era parecchio soddisfacente secondo lui tuttavia, farlo implicava il dover stare nella stessa stanza dove si trovava l’ex nazione e questo, lo faceva sentire peggio del solito.

“Spagna è…” Iniziò sentendo un forte dolore al petto pronunciando il nome dell’altra nazione. Non voleva proprio parlare di quello che era successo ma pensò che forse, era meglio dire tutto a Veneziano prima che lo venisse a sapere da qualcun altro. Tutta Europa sarebbe venuta presto a conoscenza di tutto.

“Io e Spagna non stiamo più insieme” Sbottò nascondendo il viso tra le ginocchia per non vedere la reazione di Veneziano.

“Cosa? Che è successo?” Chiese sorpreso Veneziano.

“Non ha importanza” Risposte Romano con voce soffocata.

“Ha fatto qualcosa? Ti ha detto qualcosa?” Chiese Veneziano e Romano poteva sentire della rabbia nella sua voce, cosa davvero insolita.

“Lui non ha fatto nulla di male, è solo un fottuto idiota” Disse, il nodo che aveva alla gola, gli rendeva difficile parlare. Quasi desiderava di riuscire a piangere, in modo da potersene liberare.

“Cos’è successo?” Chiese nuovamente Veneziano.

Romano non disse nulla, non era sicuro di poter esprimere a parole ciò che provava, c’era un modo per descrivere il nodo di dolore e dubbi che si teneva dentro da settimane, che diventava sempre più grande ogni momento che passava con Spagna?

Spagna non aveva fatto niente di male, mai! Se l’avesse fatto, sarebbe stata comunque una cosa insignificante. Tutte le volte che Romano si sentiva infelice o insicuro, Spagna lo abbracciava stretto, sorrideva e gli diceva che tutto si sarebbe sistemato. In un primo momento, era una cosa meravigliosa avere qualcuno che non ti allontanava quando il tuo umore era dei peggiori e non riuscivi a smettere di sputare parole offensive.

Lentamente però, Romano iniziò ad accorgersi che non cambiava nulla, Spagna lo faceva sentire meglio solo per un po’ ma non avevano mai parlato di ciò che causasse così tanto dolore e disagio in Romano. Era come spazzare il pavimento e nascondere tutta la polvere sotto al tappeto, poteva funzionare per un po’ ma dopo, qualcuno avrebbe spostato quel tappeto e rivelato a tutti la verità.

Romano non poteva prendere l’iniziativa, ogni volta che provava, la gola gli si chiudeva e diceva sempre il contrario di ciò che provava. C’erano state molte volte in cui aveva desiderato che Spagna fosse stato un po’ più perspicace ed avesse chiesto cosa ci fosse che non andava invece di coccolarlo e sussurrare parole dolci sul suo collo.

Ma non era colpa di Spagna, non proprio, Romano non poteva farci niente, per lui era davvero difficile esprimere i propri sentimenti, non poteva certo incolpare Spagna per aver fatto ciò che riteneva giusto.

“Romano, cos’è successo?” Chiese nuovamente il fratello.

“Niente” Rispose Romano “Solo… abbiamo deciso di prenderci una pausa”

Più precisamente, lui aveva rotto con Spagna dicendo che non ce la faceva più, che era fottutamente stanco di tutto e di come Spagna non facesse nulla per aiutarlo. Ricorda vagamente che l’altro cercò di calmarlo, come aveva sempre fatto ma subito dopo, Romano disse qualcosa di molto peggio e poi… poi pure la pazienza di Spagna si esaurì. Non succedeva molto spesso ma quando finiva, Spagna diventava una persona completamente diversa, diventava la nazione che aveva conquistato terre lontane e fatto cadere in ginocchio antiche civiltà.

Romano non si ricordava le esatte parole che si scambiarono, tutto era sfocato fino al momento in cui tornò a casa e trovò Prussia che aveva dichiarato il divano come di sua proprietà. Tuttavia, anche se le parole non erano chiare, si riusciva a ricordare perfettamente il tono che ha usato ed il dolore e la rabbia negli occhi di Spagna.

“Aww, sono sicuro che andrà tutto bene” Disse Veneziano.

Romano era determinato a scambiare le parole del fratello per un ronzio fastidioso. Questo era tutto ciò che avrebbe voluto fare ma il dolore dentro di lui aveva deciso di diventare più forte in quel preciso momento e non riuscì a fermare i singhiozzi che iniziarono a scuotergli il corpo. Strinse di più le ginocchia e pianse, non ebbe nemmeno la forza di fermare Veneziano che andò ad abbracciarlo.

Questa volta non sarebbe andato tutto per il meglio, Romano lo sapeva.
 


“Davvero, mi piacerebbe che ti comportassi bene almeno una volta nella tua vita” Disse Germania.

“Io non ho fatto niente, il fratello d’Italia è pazzo” Rispose Prussia

“Quindi dovresti sapere di non irritarlo” Osservò Germania.

“Ah quindi stai dicendo che è tutta colpa mia?” Chiese Prussia indicandosi l’angolo dell’occhio sinistro, ormai gonfio che gli rendeva difficile vedere qualcosa.

“No ma non sei proprio innocente”  Disse Germania con un sospiro seccato. Sembrava che volesse aggiungere qualcosa ma iniziarono a sentirsi i suoni attutiti del pianto che proveniva dal piano superiore.

Germania alzò immediatamente il volume della tv così da non dover sentire nulla.

Qualche tempo dopo, Italia tornò al piano terra, era solo e sembrava molto più malinconico del solito. Prussia non credeva di averlo mai visto così triste, nemmeno quella volta quando si erano accorti che nessuno si era ricordato di andare a fare spesa e quindi non avevano il formaggio per la pizza.

“Va tutto bene?” Chiese Germania appena Italia si sedette sul divano di fianco a lui.

“Romano non si sente molto bene” Disse tristemente Veneziano.

“Lo spero, dopo quello che mi ha fatto, merita di sentirsi male!” Disse Prussia sperando si ottenere un po’ della comprensione di Italia.

Italia si girò a guardarlo curioso “Huh, stai ancora parlando dell’occhio? Con il modo in cui ti sei sempre vantato di come non ti arrendevi mai se ti sparavano in guerra, stai prendendo quel livido molto seriamente” Disse innocentemente facendo fare a Germania uno sbuffo divertito.

Prussia si chiese se il suo piccolo e grazioso Italiano fosse effettivamente in grado di nascondere così abilmente delle offese in mezzo alle frasi o forse, era semplicemente innocente ed all’oscuro di tutto.

Passò il tempo a rifletterci sopra riuscendo a costruire un’impressionante linea del tempo, poi non fece altro che incrociare le mani dietro la schiena e tornare a prestare attenzione alla televisione.
  
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