E
dopo…esattamente…anzi…circa…6
mesi…se non di più…sono tornata!!!! Ci
sonoooO!!!!! Vi chiederete tutti il perché
della mia assenza…anzi…mi vorrete direttamente
uccidere…ma ho voluto correggere
tutta la storia prima di continuare a postare…e dal momento
che ne ho anche
cominciate altre…la cosa mi ha preso più tempo
del previsto…
Ebbene!
L’ho
ripostata tutta corretta così chi comincerà a
leggere solo adesso…non sarà
troppo spaventato da chiudere la pagina di colpo…
A
tutte coloro,
invece, che hanno aspettato tutto questo tempo…posso
soltanto rivolgere un
gigantesco GRAZIE e scusarmi con tutta me stessa…ma so che
non è morto nessuno
per l’attesa…XD
Non
faccio una
risposta per ciascun commento per questa volta..ho troppa fretta di
tornare con
il capitolo 28…ma dalla prossima volta riavremo la solita
routine!!
Vi
voglio un bene
immenso…
Grazie,
ragazze!!!
CHAP
28
Maggio.
Un mese
agli Esami di Stato.
Quattro
mesi alla partenza dei ragazzi.
*
-Maryyyyy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
sbraitò Chiara dalla sua camera.
Stava
ripassando la lezione di fisica ed era rimasta completamente al buio.
Si
alzò dal
letto ed aprì la porta per urlare nuovamente.
-Idiotaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-.
Non udendo
risposta, uscì per irrompere nella stanza della sorella.
-Mi spieghi
come hai fatto a far scattare la luce?-.
Quella si
voltò verso di lei, si tolse le cuffie e la
guardò stranita.
-Parlavi
con me…?- le domandò.
Chiara
sbuffò.
-Quanti
elettrodomestici hai acceso contemporaneamente?- tagliò
corto.
-Non…molti…solo…il
pc…la piastra in bagno…la lavatrice…la
lavastoviglie…- balbettò la ragazza.
La sorella
le riservò uno sguardo di gelo, prima di sbattere la porta
alle sue spalle.
Entrò
in
salotto alla ceca e, nella stessa maniera, raggiunse
l’entrata, dove si trovava
il quadro elettrico.
Proprio
quando riportò la luce in casa, il telefono
squillò.
-Vado
io!!!- urlò Mary, aprendo di scatto la porta.
-Troppo
tardi…- le sorrise maleficamente la sorella, prima di
rispondere. –Pronto…?-.
-Chiara…sono
Chuck…- disse il ragazzo, dall’altro capo del
telefono.
Quella
sbuffò.
-‘palle
‘sti due…Mary!!!- strillò poi, senza
appoggiare il telefono alla spalla,
facendolo trasalire.
-Te
l’avevo
detto che dovevo rispondere io…- la rimbeccò
l’altra, prima di prendere la
cornetta e farle capire, con un leggero calcio sul fianco, di tornare
in camera
sua.
-C’è
ancora
qualcuno…?- sentì dire a Chuck, che era rimasto
appeso per tutto quel tempo.
-Se
interessa…ci sono io…- rispose Mary.
-E a te chi
ti vuole? Passami qualcuno di più interessante…-
scherzò lui.
-Come
vuoi…allora aspetta quanto arrivo allo zoo, gabbia delle
scimmie, e ti passo il
mio ragazzo…-.
Chuck non
rispose, come al solito, aspettando che lei cominciasse nuovamente.
-Ciao…-
disse infatti.
-Ciao…-
fece lui.
-Non ci
sentiamo
da…esattamente…un’ora…a cosa
devo questo onore…?- domandò allora.
-Golf?- si
limitò a dire.
-Golf, che
cosa??-.
-Golf…quello
sport…in cui…- cominciò lui, ma venne
interrotto.
-E fin qui
c’ero arrivata…dico…come
mai…?-.
-Così…avevamo
voglia di fare qualcosa di nuovo…e
quindi…Pat…ha proposto questo…per
domani…-.
Mary
scoppiò a ridere.
-Tu…tu
ricordi come giochi a golf…vero…?- chiese,
riprendendo fiato.
-L’ho
mai
detto quanto odio “A big Package for you???”?-.
*
Ore 10:00
del mattino. Albergo.
-Ma quanto
sono figo…?- si chiedeva Pierre, rimirandosi allo specchio.
Pat
alzò
gli occhi dal giornale per guardarlo con disgusto.
-No,
davvero! Guardami! Non sto troppo bene vestito così?-
domandò ancora al
ragazzo, che era tornato alle sue letture.
-Pierre…è
un normalissimo completo da golf…- borbottò
quello, chinando nuovamente il
capo.
-Che
c’entra? Tu non noti come sta addosso a me!!-.
-Sempre il
soli…- stava per rispondere l’amico, quando David
irruppe nella stanza.
-Dite se
non sono stupendo!!- esclamò, parandosi in mezzo alla porta.
Patrick
sbuffò sonoramente.
-Meraviglioso!-
rispose Pierre, andandogli incontro.
I due
presero la rincorsa e poi saltarono per darsi una panciata a
mezz’aria.
-Non mi
mettono in risalto il culo?- domandò poi il bassista,
voltandosi a guardarsi il
fondoschiena.
-E guarda
qua come traspaiono gli addominali!!- aggiunse il cantante, inspirando.
-State parlando
di semplici pantaloni…e una maglietta della
Lacoste…- li demoralizzò Pat,
leccandosi il dito per voltare pagina.
-Ma tu non
noti come stanno addosso a noi!!- disse David raggiante.
-È
quello
che ho detto io!- intervenne Pierre sorridendo, continuando a rimirarsi
i
muscoli.
-Come
volete…- sibilò il ragazzo, chiudendo la rivista
e scattando in piedi.
-Okay, ci
sono!…No aspetta…com’era?-.
Chuck se ne
stava in mezzo alla sua stanza d’albergo, sgombrata del
letto, con un’asta
dell’armadio in mano.
Jeff e Seb,
seduti per terra, lo guardavano sorridendo.
-Mi spieghi
come mai tutta questa ostinazione ad imparare? Non ce la farai mai in
mezz’ora…- disse il primo, alzandosi in piedi e
prendendogli la “mazza” dalle
mani.
-E
poi…Mary
lo sa già che fai cagare…- aggiunse
l’altro, appoggiando le spalle al muro.
Il ragazzo
rivolse il dito medio nella sua direzione, per poi tornare a
concentrarsi.
-Allora...devi
piegare leggermente le gambe e i
gomiti…così…- stava infatti spiegando
il
chitarrista. –…sgombrare la mente…e
concentrarti sull’obbiettivo…-.
-Sì…poi
mi
giro e torno a sedermi…- si lamentò quello,
gettandosi all’indietro sul letto.
-Che sei
melodrammatico…- lo prese in giro Seb, per poi alzarsi a sua
volta.
L’amico
gli
cedette l’asta dell’armadio, allontanandosi.
Il ragazzo
prese posizione e si esibì in un perfette tiro immaginario.
-Vaffanculo!!-
fece Chuck, voltandosi dall’altro lato.
Seb rimase
a guardarlo stranito.
-Ma che
ha?- domandò a Jeff, per poi sventolarsi una mano davanti
agli occhi come a
dire: “Ma è pazzo?”.
Il
chitarrista sorrise e fece spallucce, sdraiandosi a sua volta.
*
Ore 10:30
del mattino. Casa di Marta.
-Eccoli!!!!!-
esclamò la ragazza, balzando in piedi al trillo del citofono.
Kekka
roteò
gli occhi per poi seguirla.
I ragazzi
le aspettavano sul marciapiede e improvvisarono un applauso vedendole
uscire
dal portone.
-Grazie,
grazie…lo sappiamo!- disse Kekka sorridendo e facendo un
inchino.
David le
andò incontro e le porse la mano, facendole fare un giro su
se stessa.
-Allora la
tenuta da golf non sta da Dio soltanto a me!- commentò,
guardandola.
Quella gli
schioccò un bacio sulla guancia sotto lo sguardo schifato di
Pat, Chuck e Jeff.
-Che cosa
volete??- si lamentò il bassista, abbracciando la ragazza.
-Noi….??
Niiieeeenttteeee….- commentarono i tre, prima di salire
nella macchina di Pat.
Anche Marta
e Pierre, dopo qualche scambio di opinioni su quanto fossero stupendi
ad andare
in giro in quel modo, li raggiunsero.
-E le
Scissors Sisters??- domandò la ragazza sistemandosi sulle
gambe del cantante,
dato l’eccessivo affollamento del veicolo.
-Ci
raggiungono lì…non ne ho capito bene il
motivo…ma hanno detto così…- rispose
Seb,
sconsolato.
-PoveropiccoloSeb!-
lo prese in giro Kekka chiudendo la portiera accanto a sé,
evitando per
pochissimo la mano di David.
-Terraaaaa!!!!!!-
urlò Jeff dopo circa mezz’ora, catapultandosi
fuori dalla macchina.
-Il…collo…-
si lamentò Chuck massaggiandosi la nuca, rimasta piegata per
tutto il tempo.
-Le
gambe…non mi si piegano più…- aggiunse
Seb, facendo stretching.
-Esagerati!-
li ripresero Marta e Pierre all’unisono.
-Stateci
voi piegati in quattro, tipo sottiletta, per trenta
minuti…poi vediamo
l’esagerazione…- ruggì il chitarrista,
appoggiandosi alla macchina.
-Adesso…-
cominciò Pat, affacciandosi al finestrino di Kekka e David
–Se i signorini si
degnassero di scendere dal paese del pomicio…noi qui siamo
arrivati…- finì,
voltando le spalle e avviandosi verso l’ingresso dei campi.
-Eh?-
fecero i due, separandosi all’istante.
-Niente…-
disse Marta gesticolando con la mano, prima che Pierre le passasse un
braccio
intorno ai fianchi per avviarsi a loro volta.
-Allora…entriamo…?-
domandò Jeff agli altri.
Chuck e Seb
si voltarono contemporaneamente verso l’amico.
-Noi…aspettiamo…prima
o poi…dovranno pur arrivare…-.
-Okay…ci
vediamo dentro…-.
*
-Buongiorno…-
mormorò un uomo sulla cinquantina, dietro la scrivania
all’ingresso.
I ragazzi
continuavano a guardarsi intorno col naso in su, scrutando le pareti, i
quadri,
gli oggetti fragili, in ogni particolare.
Solo Pat
sembrava
trovarsi a proprio agio in quel luogo.
-Buongiorno…-
rispose infatti, rimarcando fortemente l’accento francese.
Tanto che
anche gli altri se ne stupirono.
-Posso
esservi utile?-.
L’uomo
si
era alzato e sfoggiava un impeccabile completo elegante, uno sguardo
sprezzante
e il tipico atteggiamento snob da riconoscere a chilometri di
lontananza.
Patrick si
voltò verso Marta e Kekka, facendo loro
l’occhiolino, prima di cominciare a
parlare…in francese.
Le due si
diedero una forte pacca sulla fronte, separando poi le dita per
guardare
meglio.
L’uomo,
infatti, era rimasto stupito dall’atteggiamento del loro
amico, aspettandosi un
ragazzo irriverente e in vena di scherzi, e adesso discorrevano in
quella
lingua semisconosciuta alle ragazze, per prendere i vari accordi.
-Allora…?-
domandò Marta quando smisero di parlare e quello si fu
allontanato.
-Abbiamo il
campo tutto per no…- stava per vantarsi lui, quando un forte
fracasso provenne
dall’esterno.
-Ma che
ca…- stava per chiedere David, ma venne zittito dallo
sguardo di Pierre, ancora
inquietato dall’aria aristocratica che si respirava.
I sei
raggiunsero in fretta l’entrata, spiaccicandosi contro la
porta a vetri.
Il primo a
prendere iniziativa fu Jeff, che si fece largo per abbassare la
maniglia.
E il primo
a vedere la scena fu Pat, che ebbe giusto il tempo di rimanere a bocca
aperta,
incapace di proferire parola.
-La…la…la…mia…mi…la…mia…au…aut…-
balbettò a ripetizione, prima che gli altri lo sorpassassero
per avvicinarsi.
Il motorino
di Chiara giaceva appoggiato al marciapiede mentre le due sorelle erano
in
piedi e si accarezzavano la nuca imbarazzate.
Chuck e
Seb, invece, erano chinati sulla macchina per stimarne eventuali danni.
-Pat…Patrick,
ti prego…non ti arrabbiare…- cominciò
Chiara, avvicinandosi al ragazzo che non
aveva ancora parlato, prima che anche Mary intervenisse.
-Era lei a
guidare!!- si discolpò infatti, più velocemente
di quanto si possa pensare.
-Pat…scusa…era
da tanto che non lo prendevo…poi ho visto Chuck e
Seb…mi sono distratta…-
continuò la sorella, imbarazzatissima.
-E ti sei
scaraventata contro l’auto del nostro amico…- la
precedette Pierre, chinandosi
a sua volta accanto ai due.
-Non
l’ho
fatto apposta…-.
-Mancava
solo questa…- commentò Jeff, sedendosi sul
paraurti.
Intanto,
Patrick li fissava, limitandosi a spostare freneticamente lo sguardo
dagli uni
alle altre, senza riuscire a parlare, né emettere suoni.
Solo David
sembrò accorgersi del suo stato, e spostò Kekka
giusto in tempo…appena un
secondo prima dello scoppio.
-TU! Alzati
IMMEDIATAMENTE da lì!!- urlò il web-guy,
indicando Jeff. –VOI! Toglietevi
davanti!!- continuò,
sbracciando per
levarsi di torno i tre.
–E…voi…DUE…-
tentennò, indicando le sorelle che avevano
socchiuso gli occhi per la paura. –Ma vi rendete conto che
questa macchina è
stata portata qui direttamente dal Canada???? Avete idea di quanto mi
è venuta
a costare??? Di quanto ho pagato il trasporto via mare???? Ne avete
almeno una
piccola???? NO!!!- sbraitò infine gesticolando, prima che
Pierre lo bloccasse
per un braccio.
-Pat…era
uno scherzo…- disse d’un fiato.
-Il rumore
erano loro che cadevano dal motorino…- aggiunse Chuck,
sorridendo all’amico.
Il web-guy
si voltò lentamente verso di loro.
-Sapete
cosa ci faccio con le mazze da golf, adesso??-.
*
-Allora…questo
è il vostro spazio…siete già muniti di
tutto?- domandò lo stesso uomo
dell’entrata, mostrando il campo ad un ancora irritato Pat.
-Non si
preoccupi…ho già pensato a tutto…-
rispose il ragazzo, insistendo sull’accento.
-Perfetto…in
quanto ad esperienza…voi rock star…-
cominciò.
David e
Pierre si guardarono infastiditi, per poi tossire leggermente.
Pat si
voltò nella loro direzione.
-Forse i
miei amici gradirebbero qualcuno che li seguisse nel gioco…-
disse.
Per tutta
risposta i due cominciarono a tossire in modo ancora più
violento, ma il
segretario si era già allontanato.
-Rock
star?? Mi ha dato della rock star???- sbottò incredulo Jeff,
appoggiandosi al
muro.
-Compatitelo…-
cominciò Seb. –Siamo dei ragazzini che vogliono
imparare lo sport snob per
eccellenza…è già tanto se siamo qui
dentro…-.
David
sbuffò, per poi voltarsi e abbracciare Kekka.
-Ecco…-
li
interruppe Chuck. –Credo che anche questo dia
fastidio…- finì.
-E
certo…-
commentò Mary, facendolo voltare.
-Io
intendevo…in
maniera eccessiva…- aggiunse il batterista, dandole un bacio
sulla fronte.
-Io,
invece, dico di separarvi elegantemente!- esclamò Patrick
passando in mezzo,
sia a loro che agli altri due.
-Uffa!-
sbuffarono insieme Kekka e Mary. –Sei perfido…-
continuò la prima.
-Senza
cuore…- si unì la seconda.
Gli insulti
avrebbero potuto continuare, ma furono interrotte dall’arrivo
di qualcuno.
-Buongiorno…-
disse il ragazzo che arrivò loro alle spalle.
Marta e
Chiara si voltarono di scatto.
-Oddio…-
sussurrò la prima, portandosi una mano alla fronte.
-O
mamma…-
aggiunse la seconda, per poi sorridere in maniera smisurata.
Kekka e
Mary si guardarono per un attimo, prima di parlare.
-Ciao…-
dissero contemporaneamente, agitando la mano.
Quello
sorrise loro, avvicinandosi ancora.
-E adesso
che hanno…?- commentò sottovoce Pierre
nell’orecchio di Seb.
-Credo…credo
lo trovino carino…- rispose il ragazzo, per poi continuare
ad osservare la
scena.
-Ciao a
tutte…-.
-Tu devi
essere l’insegnante…- sorrise Marta.
-Emh…no
mi
dispiace…quello è mio
padre…sarà qui a momenti…- rispose
lui, facendo cambiare
improvvisamente le espressioni delle quattro.
-Ah…-
fu
l’unica cosa che riuscì a dire Mary.
-Sono
venuto perché siete gli unici oggi...ma devo
andare…- aggiunse, tornando a
stringere loro la mano.
-E Chuck si
domanda…ma che cazzo è venuto a fare allora??-
commentò sottovoce, facendo
sorridere Pierre e David.
Mentre il
ragazzo si allontanava, si avvicinarono per unirsi al discorso e
captare
eventuali commenti.
-Ci pensate
se adesso il padre è una fotocopia di
quell’insegnante…- cominciò Mary.
-Quale…quello
della Jamaica…?- domandò Kekka, sorridendo
perfidamente a Chuck.
Il ragazzo
si voltò verso Pat ed arrossì.
-Sì…l’uomo
dalla pazienza di acciaio con quest’imbranato
qui…- continuò la ragazza,
dandogli un bacio sulla guancia.
-Potrebbe
essere…- cominciò Marta.
–Com’era che si chiamava…?- chiese poi,
prima di
essere interrotta.
-Buongiorno
a tutti! Io sono Leonardo…vogliamo cominciare…?-
esclamò infatti l’uomo, che
arrivava trafelato.
La tre
scoppiarono a ridere improvvisamente, seguite man mano da tutti gli
altri.
L’unico
a
non divertirsi era proprio Chuck, che le guardava tra
l’imbarazzato e il
minaccioso.
-Say Hi,
Chuck…!- disse Kekka mentre si teneva la pancia.*
-È
uno
scherzo, vero?- domandò quello, passandosi una mano sulla
nuca.
Mary, ormai
per terra dalle risate, annuì.
*
-Allora…questa
è la prima fase del gioco. Il campo è diviso in
buche e il punteggio viene
calcolato in base al numero di tentativi prima che la pallina vi venga
mandata
dentro…tutto chiaro…?- domandò
l’uomo, il cui vero nome era Roberto.
Jeff e
Pierre, che lo avevano guardato a bocca aperta per tutto il tempo, si
limitarono ad annuire sincronizzati.
-Amore!!
Amore, guarda!!!!- esclamò Marta, facendo trasalire il
ragazzo.
-Che
succede…?- domandò quello dolcemente,
avvicinandosi e sorridendo.
-Quella e
la mia pallina!!- continuò, indicando un puntino lontano.
-Cazzo…-
commentò
il cantante. –E…e come hai fatto…?-.
-Me lo ha
insegnato Seb…- rispose lei, cominciando a giocherellare con
la mazza.
-Perché…Seb
sa giocare…?- chiese Pierre voltandosi verso
l’amico, che proprio in quel
momento si stava esibendo in un tiro perfetto.
-Okay…forse
un po’…- commentò sbuffando, per poi
prendere a fissare la sua pallina.
-Dai, che
non sei poi tanto male…-.
Da circa un
quarto d’ora Mary cercava di accrescere l’ego del
suo ragazzo.
-Infatti…non
ci metto niente a centrare il finestrino della macchina con la
pallina…per
queste cose ci vuole bravura…- rispose quello, sconsolato.
-Finiscila!-
lo riprese lei. –Alzati e provaci…che ti costa??
Io mi tappo gli occhi!-.
Chuck la
guardò di traverso prima di scuotere la testa.
-Per
favore…- disse quella, sbattendo le palpebre.
-Io
tiro…ma
non voglio commenti…-.
Si
avvicinò
alla pallina e respirò profondamente, preparandosi a tirare.
Dopo
qualche secondo sollevò la mazza a mezz’aria e
colpì con tutta la forza che
aveva.
-Ahia,
cazzo!!!- urlò Jeff in fondo al campo, massaggiandosi la
pelata.
Come unica
reazione, Chuck si sdraiò per terra, evitando di farsi
vedere.
-Io…mi
rifiuto…- disse David, sedendosi sull’erba.
-Non
scherzare…tu adesso vieni qua e ci provi insieme a me! Pensa
che io non ho mai
toccato una mazza da golf e ti consoli…- lo riprese Kekka,
cercando di
sollevarlo da terra.
-E che
c’entra…? Io in Scozia disturbavo i vecchietti con
le suonerie…qui non ho
neanche un cellulare…- si lamentò il ragazzo,
lasciandosi issare.
-Invece di
lamentarti…vieni almeno qui a dirmi come si fa…-.
-Prendi la
mira e tira…- si limitò a rispondere.
-E fin qua
ci arrivavo anche da sola…-.
-Io non
sono un’insegnante…c’è
Roberto per queste cose…-.
-Ma lui
è
vecchio…- si lamentò lei, mettendo il broncio.
-Che dici?
Guarda che è stupendo! Se lo guardi bene è anche
più sexy di me!- esclamò
David, indicando l’uomo in lontananza.
-Ah, questo
sicuramente, perché ho già un’idea sul
dove scaglierò questa pallina, se non la
smetti di fare lo spiritoso e vieni immediatamente qui…-.
-Tutto bene
qui…?- domandò Roberto, avvicinandosi a Chiara e
Seb.
I due
annuirono per poi sorridere.
-Allora non
credo ci sia bisogno della mia presenza…il ragazzo ha
talento…- asserì
indicando il chitarrista con lo sguardo, per poi allontanarsi.
Chiara
alzò
lo sguardo, sorridendo al ragazzo che l’aveva abbracciata.
-Adesso
però dovresti insegnarmi qualcosa tu…hai
talento…- lo prese in giro, andando
verso la pallina.
-Con molto
piacere…- scherzò lui, avvicinandosi.
–Allora…per prima cosa devi
concentrarti…poi…- continuò,
aiutandola ad impugnare meglio la mazza.
-Avevamo
detto niente atti osceni sul campo da golf, o sbaglio…??-
domandò Pat,
facendoli trasalire.
-Ma
vaffanculo, Patrick…!- esclamò la ragazza,
mollando il bastone in terra.
Quello
sorrise perfidamente, prima di esibirsi nel trentesimo tiro perfetto
della
giornata.
*
-Basta!!
Per favore!! Vi prego!! Guardatemi, sono in ginocchio!!- si lamentava
Pierre,
quando ormai il sole cominciava a bruciare davvero troppo.
-Lo hanno
preso le pulci…?- scherzò Mary sottovoce,
cercando di scorgere la sua pallina
in lontananza.
-No, ho
fame!!!- continuò il ragazzo, piegandosi con la schiena.
Marta
abbassò il capo, per cominciare a fissarlo perplessa.
-La vuoi
finire??- gli domandò a denti stretti.
-Solo se mi
portate via da questo posto!! Voglio mangiare!!-.
-Però…che
figli maleducati quella signora…- disse David
nell’orecchio di Jeff, che rise.
-Infatti…tutto
questo casino in un luogo pubblico…- si aggiunse Pat,
posando la sua mazza da
golf nella sacca, e prendendone una nuova.
-Ditemi che
voi non avete fame…- li provocò Pierre, alzando
lo sguardo con aria da
saputello.
-Io…sì…-
sussurrò Seb, alzando la mano.
-E che
c’entra? Tu ce l’hai anche dopo
mangiato…Non sei affidabile…- lo prese in giro
Chiara.
-Mi
associo!- esclamò Kekka, sorridendo e facendogli mettere il
broncio.
-A dire il
vero…anche io preferirei fare una pausa…- si
intromise Chuck cercando di
centrare la sacca con la mazza, da cinque metri di distanza.
-E quando
mai…?- tossì Mary, voltandosi
dall’altro lato.
-E va
bene…andiamo…Ma dove la tenete la
sportività?- si lamentò Pat, prendendo la
borsa in spalla.
Pierre e
David si voltarono a guardalo.
-Ah, io non
commento!- fece il primo, alzando le mani.
-Concordo
pienamente…- aggiunse il secondo, aprendo la porta e
lasciando passare le
ragazze.
-Allora la
cavalleria non è morta…- commentò
Marta entrando, prima di fulminare con gli
occhi il suo ragazzo.
Pierre
abbassò lo sguardo e continuò a camminare.
-Scusa
Pat…tu dici andiamo…ma dove…??-
domandò Jeff, chiudendo la porta alle sue
spalle quando tutti furono entrati.
-Non ho la
faccia di uno che pensa a tutto?-.
-Sì,
Patrick…come dici tu…- commentò
Chiara, accarezzandogli la spalla.
-Visto che
c’è un posto dove mangiare anche qui??-
commentò infatti, quando si trovarono
all’interno di una sala piena di tavoli.
-Beeelllooo…-
disse ironico Chuck, guardandosi intorno.
Mary gli
diede uno schiaffo sulla nuca per farlo tacere.
-Che
c’è??
Ti sei guardata intorno??- le chiese il ragazzo sottovoce.
Quella
annuì. –Ho notato anche tutti gli snob che ci
stanno fissando…finiscila…- lo
riprese, per poi sorridere a Pat.
Il web-guy
squadrò tutti per un attimo, prima di fare un cenno ad un
cameriere ed
avvicinarsi al primo tavolo che gli capitava a tiro.
-Pat...-
cominciò Seb, sedendosi. –Mi fai davvero
schifo…- commentò, mentre quello lo
guardava interrogativo.
-Almeno lui
conosce le buone maniere…- borbottò Chiara,
spostandosi da sola la sedia.
Intanto
Pierre si era avvicinato a Marta e l’aveva fatta accomodare.
-Hai visto
che non era morta…?- le domandò, mettendosi
accanto a lei. –Stava solo
riposando…- finì, tornando a guardare stranito
davanti a sé.
Quella
alzò
le spalle e la sua attenzione venne attirata da qualcun altro.
-Hai visto
quante forchette ci sono???- stava infatti chiedendo David a Kekka,
credendo
che nessuno lo avesse sentito mentre, invece, tutti si erano accorti di
lui.
Non ci fece
caso e ne prese una in mano, cominciando a giocherellarci.
-Che qualcuno
lo fermi…vi prego…- piagnucolò Kekka,
dandosi una manata in pieno viso e
lasciando scivolare le dita, per non guardare quello che stava
combinando.
Per tutta
risposta Pierre si alzò, gli prese la posata dalle mani e la
scaraventò dentro
un vaso poco lontano.
-Che cazzo
fai??- esclamò Pat, sollevandosi rapidamente.
-Patrick…fatti
un calmante…ti sentirai meglio…- gli disse Mary,
versandogli dell’acqua.
Dopo alcuni
minuti, passati ad attendere che qualcuno arrivasse per le ordinazioni,
Seb
ruppe il ghiaccio.
-Non vi
ricorda quella volta che c’eravamo appena conosciuti?-
domandò infatti,
abbracciando Chiara.
-A me
sì!-
rispose Mary, sorridendo.
-Certo…con
la proposta indecente di questi due scemi…-
commentò Marta, guardando Pierre e
David.
I due
risero, prima di essere interrotti da qualcun altro.
-Ci
pensate…solo otto mesi fa eravamo dei perfetti
sconosciuti…- disse infatti
Chuck.
Tutti
annuirono senza riuscire a dire qualcosa.
Ognuno
aveva in mente uno di quei discorsi in cui poi alla fine si piange.
Uno di quei
discorsi pieni di “Grazie”, di “Vi voglio
bene”.
E invece
nessuno parlò.
Ero andati
là per divertirsi…e pensare che solo quattro mesi
dopo tutto sarebbe finito,
non avrebbe fatto altro che angosciarli.
Pat era
l’unico a guardarsi intorno.
Voleva
imprimere quei momenti a fondo nella memoria.
Scrutava
gli sguardi dei suoi amici, delle ragazze e cercava di ricordarne ogni
minimo
particolare.
Loro
avrebbero avuto il ricordo di un amore…a lui
invece…cosa sarebbe rimasto?
-Tutte
queste stoviglie inutili non vi ricordano anche quella
volta…-.
Chuck lo
distolse da quei pensieri.
David rise,
annuendo. –La cena peggiore della mia vita…-
asserì, portandosi il bicchiere
alla bocca.
-Noi che
giocavamo con il pane…- rise Seb, imitando la mossa del
lancio.
-E Liliane
che ci sgridava: “Siete dei rozzi!!”-
cominciò Pierre, modificando il tono di
voce. –Ti ricordi, Jeff?- aggiunse poi, voltandosi verso
l’amico.
Quello
alzò
lo sguardo dal piatto e annuì con aria assente, tirando gli
angoli della bocca
in un evidentissimo sorriso forzato.
-Sì…che
poi…lo siete davvero!- li prese in giro, per poi sistemare
una piega della
tovaglia particolarmente fastidiosa. Segni del nervosismo per quello
che stava
pensando.
-A proposito
di Liliane…- cominciò, infatti, per cogliere
l’attimo di ilarità collettiva. –Viene
in Italia la settimana prossima.- disse tutto d’un fiato,
prima di recuperare
al volo il tovagliolo di stoffa e portarselo al viso.
Due secondi
di silenzio.
Due secondi
di silenzio prima che David, assimilate le parole dell’amico,
sputasse tutto
l’acqua che stava per ingoiare.
-Che
cosa??-.
Ancora
una volta…
VI
VOGLIO BENE…Al prossimo capitolo! xx
*So che
questa può sembrare difficile da capire! Ma è una
storia lunga…! In
pratica…dalla prima volta che abbiamo visto “A big
package for you”, Kekka
continua a ripetere la frase che Chuck ha detto
all’insegnante di golf nello
sketch della Jamaica, ovvero: “Say hi, Leonard!”
insistendo sul fatto che è una
cosa stupida…! Io personalmente non la capisco questa
ragazza…(XD) ma mi ha
detto di inserirla come cosa ed io l’ho fatto! Siamo pazze!