Capitolo Sette:
“Fuori dalla mappa”
Parte seconda
<<
Ciao ragazzi, ho ricevuto il tuo messaggio Vall, che è successo? >> Disse
Matt entrando in aula.
<< E’
successo un casino Matt, quel gran bastardo di Malfoy
ci ha messo in punizione per tutto il mese >> Rispose Alex.
<<
COSA ?! >> Esclamò Matthew. << Che altro hai combinato stavolta?
>>
<< In
verità… >> Cercò di dire Vall, ma Alex completò la frase per lei
<<…E’ colpa mia Matt, mi spiace… >> Disse, strizzando l’occhiolino
alla ragazza senza farsi notare. << Potter si è presentato qui per
parlare con Malfoy e quando quello ha iniziato ad
insultarlo, non ci ho più visto e gli ho urlato contro di piantarla, poi Vall
ha preso e mie difese e, risultato, cinquanta punti in meno e punizione per un
mese… >>
C’era
ancora molta tensione fra Vall e Mattew per la storia di Potter e, anche se i
due si erano chiariti nel frattempo, non gli sembrava una buona idea dire che
era stata lei a prendere le difese di James per prima. Fortunatamente l’amica
parve capire le sue intenzioni e per il momento non lo contraddisse.
<< Bhè complimenti Alex, se volevi affossarci bastava dirlo e
ci inventavamo un modo più creativo per farlo… >> Infierì Matt. <<
Lasciando stare i cinquanta punti… come farete voi due con il Quidditch? >>
<<
Non ne ho idea Matt, ci alleneremo un altro giorno o… non so… mi inventerò
qualcosa! Promesso! >> Rispose Alex.
<< Oh
grandioso… meno male… >> Continuò sarcastico l’amico << E dimmi, mi
avete chiamato qui in tutta fretta solo per darmi queste belle notizie, o
volevi coinvolgere anche me nel tuo prossimo piano per sputtanare la Casata?
>>
Matthew era
visibilmente alterato e Alex non riusciva davvero ad afferrarne il motivo.
<< In
realtà, speravamo che tu ci potessi dare una mano con queste pozioni… Fa parte
della nostra punizione, abbiamo poco tempo per finirle e abbiamo pensato a te…
>> disse Alex.
<<
Ah, certo… come no! >> prosegui Matt. << Sei davvero incredibile…
Francamente Alex, inizio ad essere un po’ stufo di mettere pezze alle tue
cazzate! Tu agisci sempre da incosciente fregandotene delle conseguenze, e fin
lì mi andrebbe anche bene, ma la cosa peggiore, quella che mi fa veramente incazzare è che nelle tue
idiozie trascini sempre anche gli altri >> aggiunse, guardando prima Vall
e poi Potter.
Alex era
pietrificato e non riuscì a controbattere, se ne stava semplicemente lì davanti
all’amico a bocca aperta. Di tutto si sarebbe aspettato da lui, tranne quella
reazione. Pensava davvero quello che aveva appena detto?
<<
Matthew Rive, STUPIDO PEZZO DI IDIOTA! >> Urlò Vall, colpendo il suo
ragazzo con una sonora sberla in pieno viso.
Nella
stanza calò un innaturale silenzio, spezzato solo dal pigro ribollire delle
pozioni ancora sui fornelletti. Vall respirava affannata, con una faccia
dolorante e gli occhi gonfi mentre con la mano sinistra si massaggiava il palmo
dell’altra. Alex e James erano storditi, ancora non si erano resi conto di
quello che era appena successo e fissavano entrambi Matt, che non si mosse di
un millimetro ne proferì parola. Solo dopo qualche attimo, che ai presenti
sembrò durare un eternità, il ragazzo alzò la mano sinistra posandosela sulla
guancia dove era ben visibile il segno delle dita di Vall.
<<
Come ti permetti di rinfacciare queste stronzate a un amico? Soprattutto se non
sai niente! La verità è che sono stata io,
io ho preso le difese di Potter per
prima e Alex è intervenuto dopo per aiutarmi… >> Sibilò Valentine, non
riuscendo a trattenersi un secondo oltre.
<<
Ah, e per la cronaca… Il tuo amico…>> Aggiunse, indicando Alex <<
Quello che; “Si comporta sempre da
incosciente, fregandosene di tutto e di tutti”, per non sò
quale motivo, si stava assumendo tutta la colpa solo per non farti
impensierire… Anzi… sai una cosa? In verità lo so benissimo il motivo, solo che
mi sembra troppo stupido per ripetertelo! >>
Mattew non
mosse un musco per tutto il tempo della sfuriata; solo quando la ragazza ebbe
finito di parlare, con voce atona disse:
<<
Capisco… se volete scusarmi… >> E così dicendo uscì dall’aula, senza
aggiungere nient’altro.
Appena ebbe
varcato la porta, Vall spezzò il silenzio che ancora regnava:
<<
Abbiamo un lavoro da fare >> Disse in un soffio, trattenendo a stento le
lacrime che già gli rigavano un lato della faccia.
Non era
quello il momento per consolarla, in qualche modo Alex lo “sentiva” quindi
prese il piccolo Potter, e iniziò a spiegargli come fare per finire di
preparare le pozioni. Era un compito basilare, che anche un primino era del
tutto in grado di eseguire, si trattava semplicemente di rigirare due volte in
senso antiorario e una volta e mezza in senso orario il contenuto di ogni
calderone perciò, non si diede molta pena a lasciarlo solo mentre lui si
occupava di completare la preparazione della sua pozione, per poi passare ad
altre tre o quattro rimaste incompiute.
Lavorarono in silenzio per circa una ora, ormai
il grosso degli intrugli era bello che pronto e, Alex e James li stavano già
travasando tutti in un unico calderone più grande, “formato Hagrid”,
così l’aveva definito il piccolo Potter. Ne restava solo una da finire e se ne
stava occupando Vall che non aveva più aperto bocca da quando si erano messi
all’opera.
<< AHHH!!! >> Urlò lei, attirando
l’attenzione dei due ragazzi.
<<
Che c’è Vall? >> << Che succede? >> Dissero loro, dirigendosi
verso la ragazza.
La pozione
sulla quale stava lavorando aveva cominciato ad ebollire,
lanciando schizzi incandescenti da tutte le parti.
<<
Vall che hai fatto? >> Chiese Alex allarmato.
<<
Non lo so! ero sovrappensiero… credo di aver aggiunto il sangue di drago due
volte… oddio, che stupida! Non mi sono accorta… >> Rispose lei nel
panico.
La
situazione stava degenerando rapidamente. Dal calderone saliva un denso fumo
giallastro che puzzava terribilmente di uovo marcio e faceva lacrimare gli
occhi, in oltre, le bolle sulla superfice erano sempre più grosse e producevano
schizzi sempre più grandi che andavano a imbrattare il pavimento e il banco o,
nella peggiore delle ipotesi, finivano su di loro scottandogli la pelle
attraverso i vestiti.
<<
Fate qualcosa! >> Gridò James.
Alex agì
d’istinto, tirandosi i lembi della tunica sulle mani per proteggersi provò a
spegnere il fuocherello che ancora bruciava sotto il calderone.
- Speriamo che questo basti – Pensò, dopo
aver chiuso la valvola che alimentava il fornelletto.
<<
Non funzionerà!! >> Avvertì Vall. << Il sangue di drago sta
auto-alimentando la reazione, FINIRA’ PER ESPLODERE! >> Aggiunse
disperata.
- No…no…no… FAI QUALCOSA IDIOTA O STAVOLTA
MALFOY VORRA’ LE VOSTRE TESTE –
<< Intra Proteguo
>> Urlò, estraendo la bacchetta in un batter d’occhio.
Intorno al
calderone l’aria parve vibrare, incandescente per poi formare una perfetta
sfera intorno al recipiente trattenendo all’interno qualsiasi cosa. La barriera
era del tutto invisibile una volta che fu formata, ci si accorgeva della sua
presenza solo perché quando qualcosa la toccava, l’aria in quel punto si
illuminava leggermente d’azzurro e la forza dell’impatto si disperdeva in
piccole onde simmetriche, come quelle prodotte da sassolini lanciati in uno
stagno, che si espandevano su tutta la superfice della bolla.
<<
Wow!! >> Esclamò James, estasiato.
<<
Sbrigati James, sai fare un incantesimo di levitazione vero? >> Gli
domandò Alex.
<<
Ehm… si certo >> rispose lui, estraendo la sua bacchetta. << Ma che
hai in mente di fare? >>
<< Lo
scudo non tratterrà la forza dell’esplosione, dobbiamo sbrigarci! Ho un idea,
fai levitare il calderone intanto, e seguimi! >> Ordinò Alex <<
Anche tu, Vall, non vorrai farti trovare qui quando Malfoy
tornerà vero? >>
<<
No… Certo che no, ma Ale, ci vedranno tutti passare per il castello? Come
faremo? E’ vietato usare la magia per i corridoi e poi dove vuoi andare? Quella
cosa sta per esplodere! >> Rispose lei sobbissandolo
di mille domande.
<< VALL ! non è il momento ! >> Gli urlò, scuotendola per
le spalle. << Ti fidi di me? >> Gli chiese a bruciapelo.
<< Si
certo che mi fido ma… >> Replicò lei… << Bene! Allora seguimi e non
fare domande >> La interruppe.
Alex si
tolse la mantella della sua divisa e la getto sulla Barriera magica cercando di
coprirla alla bella e meglio poi, mandò Vall a controllare che nessuno passasse
per i corridoi.
Fortunatamente
l’aula di pozioni si trovava nei sotterranei del castello e non c’era mai un
gran via vai di gente da quelle parti, eccezion fatta per qualche serpeverde che entrava o usciva dalla sua sala comune, e
Alex doveva essere uno dei pochissimi Grifondoro al
mondo a conoscere meglio del palmo della sua mano quel dedalo di gallerie e
cunicoli, la maggior parte dei quali, finivano con dei vicoli cechi; o almeno
cosi sarebbe parso a chi non sapeva dove guardare.
- L’ho sempre detto che frequentare una serpeverde avrebbe dato i suoi frutti prima o poi –
Pensò ironico.
<<
Alex! da qui non si va da nessuna parte! >> Disse Vall disperata, quando
i tre si trovarono in un vicoletto che terminava davanti ad un solido muro di
mattoni.
<<
Ragazza di poca fede… >> Disse lui sbuffando << Ti ho detto che ti
devi fidare no!? Guarda là! >> Aggiunse, indicando una piccola rosa
scolpita in un mattone.
<<
Quel simbolo indica i passaggi segreti in tutto il castello, ci ho messo un po’
a capirlo, ma poi è stato facile trovarli >> Disse mentre premeva alcuni
mattoni, apparentemente a caso.
<< In
molti passaggi c’è una sequenza, una combinazione… te ne accorgi perché i mattoni
o le pietre hanno tutti delle imperfezioni o dei segni, ci ho messo una vita a
scoprire la sequenza giusta per aprire questo… >> Continuò a spiegare
<< Ma del resto, quando sei determinato non ti arrendi tanto facilmente
dico bene? >>
<< Usavi
questi passaggi quando venivi qui a trovare Cassandra, vero? >> Chiese
Vall Titubante, senza ottenere risposta.
Quando Alex
ebbe finito di inserire la combinazione i mattoni della parete ruotarono su
loro stessi facendo comparire uno stretto passaggio che portava a una
scalinata.
<<
Seguitemi, dobbiamo sbrigarci. >> Disse perentorio.
Erano più
di due anni che non passava per quelle anguste scorciatoie, altre invece, le
aveva adoperate da poco tempo e, in men che non si dica, i tre ragazzi
sbucarono nel corridoi degli arazzi al settimo piano.
<<
Alex, sei sicuro che funzionerà? >> Domandò James dubbioso, avendo
intuito le intenzioni del ragazzo.
<< Deve funzionare >> rispose lui
sicuro. << Ecco ci siamo >> Aggiunse, fermandosi davanti a una
spoglia parete di pietra.
Ci passò
davanti tre volte e poi con fare autoritario disse: << Ci serve un posto
per nascondere una cosa! >>
<<
Santo celo è una follia! >> Mormorò Vall.
In quel
momento, da una crepa del battiscopa di pietra si materializzò una rozza porta
di legno, che aveva tutta l’aria di essere l’entrata di un ripostiglio.
Valentine
era esterrefatta, non credeva ai suoi occhi mentre il piccolo James era al
settimo celo.
<< Ce
l’hai fatta!! L’hai aperta di nuovo! Sapevo che esisteva ancora !! >>
Gridacchio.
<<
James! Per l’amor del celo, stai zitto! >> Lo fulminò Alex. <<
Presto sbrigatevi ad entrare! >> Aggiunse mentre apriva la porta,
controllando che nessuno li avesse notati.
Una volta
dentro ragazzi si ritrovarono in un ambiente completamente chiuso, senza
finestre, poco più piccolo della loro sala comune e illuminato appena da alcune
torce alle pareti. Il chaos lì dentro la faceva da
padrone, il pavimento era cosparso di libri e fogli di carta, per la maggior
parte bruciacchiati, lungo le pareti erano accatastati oggetti di ogni tipo,
manici di scopa rotti, gabbie vuote, bauli e quant’altro. Al centro della
stanza sorgeva un gigantesco cumulo di oggetti che lambiva quasi il soffitto.
Qualsiasi cosa in quella stanza portava gli evidenti segni di un incendio,
alcuni mobili erano parzialmente bruciati, altri ricoperti di uno spesso strato
di fuliggine, altri ancora, erano stati talmente erosi dal fuoco, che non si
riusciva più a capire cosa fossero stati in origine.
<< Visto!
mio Padre L’aveva detto che c’era stato un incendio qua dentro… però strano, mi
ero immaginato questo posto molto più grande! Papà disse di essere fuggito da
qui volando su una scopa… >> Disse Potter felice come non mai.
<<
Non ora James! >> Imprecò Alex, togliendo il mantello dal calderone per
controllare la situazione. << Merda, non ci resta molto tempo! >>
La barriera
non aveva più la forma di una solida sfera, i suoi contorni ora erano
irregolari e in continuo mutamento, in un susseguirsi di espansioni e
contrazioni, aveva in oltre assunto un brillante colore azzurrognolo segno che
era al limite della sopportazione.
<<
Là! Presto! >> Gridò, indicando a Valentine un grosso armadio nero che
sbucava dalla pila centrale.
Valentine
corse ad aprire le ante del mobile che stranamente sembrava essere in ottime
condizioni, se paragonato al resto degli oggetti presenti.
- Chissene frega, anzi meglio, l’importante è che
riesca a contenere almeno un po’ l’esplosione – Pensò Alex, mentre aiutava
James a metterci dentro il calderone.
Ebbero solo
il tempo di richiudere le ante e fare qualche passo indietro prima di sentire
un forte sibilo seguito da un boato assordante che fece tremare tutta la stanza
facendo collassare la pila di oggetti, che si sparsero per tutta la stanza alla
rinfusa.
<<
Incredibile >> Disse Alex tossendo, mentre si avvicinava all’armadio dal
quale uscivano densi vapori gialli, ma che per il resto era miracolosamente
intatto.
<<
Mitico, non li fanno più gli armadi di una volta eh? >> Aggiunse
divertito James, tirando un calcetto sul fondo del mobile ribaltato.
Non fece
nemmeno in tempo a tirare via il piede che l’armadio collassò su se stesso,
come se a tenerlo insieme non ci fosse mai stato nient’altro che aria.
<< Blhèè… Che schifo… >> Protestò Potter, guardandosi la
scarpa destra ricoperta da una densa melassa nera maleodorante, residuo
dell’esplosione che stava colando dai resti dell’armadio, che l’aveva
imbrattato.
<<
Un'altra volta impari… >> L’apostrofò Alex.
<<
Non credo ai miei occhi >> Disse Vall, dietro di loro << Ce l’abbiamo
fatta, e poi… questo posto, ti giuro Alex, per un periodo ho creduto tu fossi
pazzo… bhè scusami, mi rimangio tutto!! >>
Aggiunse, abbracciandolo dalla gioia!
<< Ehy, ragazzi! Guardate che ho trovato mentre mi pulivo la
scarpa! >>
Potter teneva
in mano un piccolo cofanetto, non piò grande di un carillon o di un portagioie,
sicuramente di metallo sembrava d’argento ma era difficile dirlo da tanto era
ricoperto di fuliggine. Nonostante lo sporco però, spiccava subito la fine
lavorazione dei motivi che lo ricoprivano e soprattutto i quattro rubini che ne
decoravano tre lati e il coperchio. Sul davanti invece c’era una piccola
serratura. Il ragazzo provò ad aprirla, ma il cofanetto era sigillato.
<<
Sembra di valore, chissà cosa c’è dentro >> Disse estremamente
incuriosito. << Guardate! C’è un incisione intorno alla serratura!
>> aggiunse strofinando un po’ lo scrigno con la manica della divisa.
<< Hic
memoria conservantur…Intrat
ego ostendam tibi >> Lesse ad alta voce, appena le
parole furono comprensibili.
La
serratura scattò di colpo e il cofanetto si spalancò iniziando a risucchiare al
suo interno le mani di James che cacciò un urlo agghiacciante. Il ragazzo sparì
all’interno come se il suo corpo fosse stato fatto di gas in una manciata di secondi
senza lasciare traccia.
<<
ODDIO, MA CHE DIAVOLO ?!!? >> Gridò Vall. << JAMES!!! >> Gli
fece eco Alex, avvicinandosi allo scrigno ancora aperto.
L’interno
era tutto ricoperto da un raffinato raso rosso, tranne il fondo, dove fluttuava
una strana sostanza nera a metà fra la forma liquida e quella gassosa. Questo
fu tutto quello che Alex riuscì a vedere, prima che il portagioie ricominciasse
a vibrare violentemente mentre una stana forza, alla quale non riusciva ad
opporsi, si impadronì del suo piede destro trascinandolo inesorabilmente dentro
il contenitore.
Vall cacciò
un urlò, mentre Alex veniva risucchiato chissà dove.
- NO! LEI NO! – Furono gli ultimi pensieri
del ragazzo, che, prima di sparire del tutto, puntò la bacchetta contro
L’amica.
Un lampò intensissimo
di luce verde ne scaturì, seguito subito dopo da una rumorosissima esplosione e
un flash accecante, poi, il silenzio.
Quando Vall
si riprese era immersa nell’oscurità più totale, sentiva solo un acutissimo
fischio, ma talmente intenso da riuscire a coprire persino i suoi pensieri, e
le orecchie gli facevano un male cane.
- Cieca?! Sono Cieca?!? NON VEDO NIENTE, SONO
CIECA? – Continuava a domandarsi mentre si sfregava gli occhi in preda al
panico.
Poco a poco
la vista gli ritornò, era comunque buio intorno a lei, lo spostamento d’aria
dell’esplosione di poco prima aveva fatto spegnere tutte le torce della stanza
e l’unica fonte di luce, proveniva dai flebili bagliori verdognoli e dorati
emessi da una massiccia barriera magica di fronte a lei. Lo scudo sembrava
attraversato da una specie di aurora boreale che poco alla volta si spense
facendola ripiombare nell’oscurità.
Provò ad
urlare i nomi degli amici ma, anche se fossero stati lì per rispondergli, lei
non sarebbe riuscita comunque a sentirli. L’unica cosa che percepiva era
nient’altro che quel fischio che gli stava spaccando il cervello.
<< Lumus >>
provò a dire, non sentendo la sua stessa voce.
Fortunatamente
la bacchetta si accese ma la luce gli bruciò gli occhi, costringendola a
chiuderli. Nell’aria c’era un fortissimo odore di Azoto, come dopo un temporale
estivo e quando si fu riabituata alla nuova fonte luminosa, notò che tutta
l’area intorno a lei era carbonizzata. I mobili alle sue spalle non avevano
preso fuoco, semplicemente si erano vaporizzati lasciando solo un po’ di cenere
per terra. Il pavimento di pietra era completamente annerito e l’unico punto
inalterato era un piccolo ovale dove lei stava al centro. Un pensiero
agghiacciante si fece strada nella sua mente…
- No, Ti prego fa che non sia vero… -
Poco più
avanti giaceva a faccia in giù il corpo di Alex con i vestiti fumanti,
stringeva ancora in mano la bacchetta ed era immobile. Al suo fianco, James più o meno nelle stesse
condizioni mentre dietro di loro, intatto, si trovava lo scrigno, aperto,
vuoto.
Londra,
Grimmauld Place Numero 12
Stesso
giorno
Ore 22:30
<<
Dai Harry… Ho appena messo a letto i bambini !
>> Disse Hermione divertita, riuscendo a
svincolarsi come una gatta dalla presa del marito.
<< Ehehe, dove credi di scappare? >> Rispose Harry,
riagguantandola per i fianchi.
A Hermione scappò una risatina quando la voltò prendendola in
braccio, per poi regalargli un lungo e appassionato bacio mentre lei gli
avvolgeva le sue lunghe gambe sottili dietro la schiena.
Era Pazzesco
come anche dopo quindici anni di matrimonio, dopo il lavoro, dopo i figli,
trovassero ancora la voglia e l’energia per quei giochi, gli inseguimenti e le
lotte sotto le lenzuola.
Barcollarono
cosi avvinghiati per tutto il corridoio fino alla camera da letto dove Harry la
depositò delicatamente sull’ampio materasso matrimoniale, lei lo attendeva a
braccia aperte e lui gli fu subito sopra iniziando baciare delicatamente
l’incavo del collo, assaporandone il sapore della pelle, e il profumo cosi… famigliari
e inebrianti allo stesso tempo. Hermione intanto
aveva tuffato le sue dita nei capelli del marito scompigliandoli ancor più del
solito, adorava farlo mentre si godeva le sensazioni delle labbra di lui
pizzicargli prima il collo, poi la spalla, e poi, sempre più giù, fino a
lambirle il seno.
Purtroppo
però, qualcosa rovinò l’atmosfera. Il campanello della cassetta della posta
aveva trillato.
<<
Giurò che domani schianterò personalmente l’imbecille che spedisce posta a
quest’ora! >> Imprecò Harry.
<< Eheheh, sai che mi piaci quando fai il duro! >> Gli
sorrise lei.
<<
Sai che dopo tutto questo tempo, penso ancora che sei la donna più meravigliosa
del mondo >> Rispose lui, scostandogli una ciocca di capelli dal viso.
<<
Oh, la smetta signor Potter, lei è proprio un Don Giovanni, se continua così mi
scioglierò come la neve ad Aprile >> Rispose arrossendo prima che i due
si mettessero a ridere << Dai tesoro, è meglio che vai a controllare, se
è arrivata posta a quest’ora magari è qualcosa di importante >> aggiunse,
tornando seria. << Io intanto controllo una cosa… Mi presti la mappa?
>>
<< Si
certo, è lì nel comò, però sul serio Herm, dagli
tregua, è solo un ragazzino >> Disse Harry.
<<
Voglio solo controllare una cosa… Aveva detto che sarebbe andato a trovare Hagrid dopo cena, voglio solo accertarmi che sia già
tornato…>>
<<
Prometto solennemente di non aver buone intenzioni >> Disse,
picchiettando una volta col la bacchetta su un pezzo di vecchia pergamena
bianca sulla quale immediatamente comparve un preciso e dettagliato cartiglio
di un castello, che lei sapeva fin troppo bene trattarsi di Hogwarts,
con tanto di nome cognome e posizione di tutti i suoi abitanti.
<< Va
bhè, fai come vuoi >> Sospirò Harry mentre si
dirigeva al piano inferiore.
- Che strano… -
<< Herry! >> chiamò da camera da letto, sentendo il
marito correre sulle scale a passi pesanti.
<<
Non trovo James da nessuna parte sulla mappa… >> aggiunse senza togliere
gli occhi dal foglio.
<< Hermione! >> Disse Lui, rientrando in camera da letto
Lei alzò lo
sguardo e appena incrociò gli occhi di Harry, un brivido di sudore freddo gli
attraversò la schiena e il sangue gli si gelò nelle vene.
<<
Sveglia i ragazzi, andiamo a Hogwarts. E’ successo
qualcosa a James… >>
Spero che nella
lettura di questo ultimo capitolo vi siate divertiti almeno la metà di quanto
non abbia fatto io nello scriverlo. Un sacco di “Fili” si innestano in questa
parte della storia, e mi raccomando, non date nulla per scontato! Passando ad
un altro aspettò, questa volta, gentili lettori e lettrici, avrei una richiesta
da farvi: Potete farmi sapere cosa ne pensate del cameo di Harry/Hermione? Ci tengo particolarmente a sapere la vostra
opinione su questa parte perché è stata inserita come tributo e mi farebbe
piacere sapere cosa ne pensate.
Fermo restando che,
con rammarico, ho notato che le persone, difficilmente, superano la lettura del
primo capitolo, ma immagino che questo succeda solo a causa delle mie carenze
in qualità di scrittore, colgo l’occasione per ringraziare quella scarsa decina
che, o per sbaglio o per perseveranza, è arrivata fino a leggere queste parole.
Grazie, e alla
prossima.
Saluti
Alessandro.