GRACE CONTRO LA MORTE
Ancora una volta mi ritrovo nel bagno della scuola tutta sporca di sangue con pezzettini di carta igienica attaccati ai capelli. Ancora una volta sono stata rifiutata dal mondo..... ma che senso ha vivere se per vita si intende una stupida barzelletta dove finisci sempre male e dove le persone che ami vengono portate via dalla morte??? E’ stato proprio questo pensiero ad indurmi quel giorno a fare la cosa più pazza della mia inutile vita.                                                                                                                                                 Era un giorno speciale per me perché avrei iniziato le scuole medie; ero molto felice ed emozionata – dato che non sapevo cosa mi avrebbe aspettato-. Appena sono scesa dall’auto di mia madre ho notato subito un gruppo di ragazzine dall’aria antipatica che parlavano a voce alta per farsi notare e già da allora capii che dovevo stargli alla larga. Io visto che non conoscevo nessuno stavo in disparte e non facevo caso alle altre ragazzine che a loro volta non mi calcolavano…… ma, cos’era, anzi chi era……??...... all’improvviso mi si era avvicinata una ragazzina non molto alta, un po’ grassottella, con delle buffe lentiggini sul viso e con gli occhi a mandorla. La prima ad aprire bocca fu lei:- Ciao, sono Nashimi e vengo da Hiroshima.- Io a mia volta mi presentai e così passammo assieme la pausa pranzo e l’intervallo. Eravamo diventate amiche, anzi, eravamo diventate amiche del cuore. Col passare del tempo lei mi raccontò la storia della sua triste vita: mi disse che aveva assistito  alla catastrofe della bomba nucleare quando aveva solo 2 anni e che era riuscita a scappare con sua madre senza rimanere abbrustolita da quel grande calore. Una mattina mi raccontò anche che dopo 10 anni dall’esplosione era morta la sua amica più cara: Sadako. Io rimasi molto colpita dalle disgrazie che quella povera ragazza aveva dovuto subire e decisi di non chiederle più niente per non ricordarle quei brutti fatti.                                                                      Così la vita andava avanti, a scuola non avevo problemi, a casa neanche, fino ad un giorno … era il 14 di aprile del 1956 quando io persi Nashimi, quando io persi la mia ragione di vita a causa delle scorie radioattive accumulatesi nel suo sangue. Non sapevo cosa fare ero persa… le lacrime non bastavano a  colmare la voragine che mi squarciava il petto. Non dormivo, non mangiavo, non studiavo, non avevo ragioni per continuare ad essere la solita Grace. Come se ciò non bastasse a scuola non avevo più nessuno con cui stare e il gruppo di ochette mi perseguitava, mi picchiava, mi umiliava, mi costringeva a fare cose schifose. Ecco perché a fine giornata mi ritrovavo tutte le sante volte chiusa in bagno tutta sporca di sangue con la carta igienica tra i capelli. Un’altra cosa che mi uccideva moralmente era il fatto che mi piaceva un ragazzo al quale io non interessavo minimamente, il suo nome era Jacob.  Un giorno, stanca di soffrire sia fisicamente che sentimentalmente, decisi che non aveva più senso vivere e mi arrampicai sul cornicione del terzo piano della mia scuola e……..  CONTINUA……