Tratterò
le lagrime, fingerò di star bene, quando
invece vorrei solo urlare.
Un
giorno scapperò lontano, lontano da qui dove sembra che nemmeno gli scarafaggi
che camminano nel fango abbiano rispetto di me.
Scapperò
dove potrò piangere, dove potrò camminare a testa alta.
Dove forse riuscirò a
sorridere.
Ma
so benissimo che mi limiterò solo a sognare di farlo, perché ho troppa paura, o
solamente perché mi avete inchiodato a questa terra, con pesanti catene di ferro.
Non
potrò mai volare perché mi avete tagliato
le ali, però non potrete mai impedirmi di sognare.
E
quando verrà la notte, e io mi addormenterò, sognerò di volare e piangere.
Non
vedrò le vostre facce, i vostri sorrisi non proverò il dolore dei vostri
sguardi sulla mia pelle, e sapete perché?
Perché
voi non farete mai parte dei miei sogni.
Credete
di conoscermi allora mi giudicate,
pensate che non possa provare dolore perciò
mi torturate.
Contate le gocce del sangue
che sgorga dalle ferite del mio cuore.
Non
vi siete mai chiesti cosa provo. Per voi
sono solo cenere.
Ho
imparato ha camminare, ha urlale in silenzio, ha leccarmi le ferite.
Parlo
da sola allo specchio, sapete?
Nessuno di voi mi ha mai
offerto la vostra amicizia.
Mi
taglio le mani, suonando il violino.
Sperando che la musica
copra il silenzio che ho dentro.
Non
mi copro mai l’inverno, non prendo medicine quando sono malata, tocco la stufa
calda sperando di bruciarmi, credete che sia pazza.
Voglio solo morire, ma non
ho il coraggio di uccidermi.
Fingo
di essere ciò che non sono, sperando che un giorno mi accettiate.
È questa convinzione che
mi fa provare la paura di farlo.
Non
ho mai chiesto niente di particolare alla vita.
Ma secondo voi per me
neanche respirare è dovuto.
Odiate
tutto di me, rendendomi ogni giorno uno strazio insopportabile.
Non
vi importa delle mie lacrime.
Credete che non ne
possegga.
Non
vi importa di me.
Vi considerate troppo
santi per rivolgere la parola a un’impura come me.
Vi
guarderò dall’alto in basso, anche se il
mio sguardo sarà solo di invidia.
Sputerò
sul vostro cammino e sulle vostre facce.
Devo farvi credere di
essere superiore.
Non
chiederò mai pietà,
il mio orgoglio me lo
impedisce.
L’unica
cosa che mi conforta e che quando brucerò all’inferno, non vedrò più le vostre
facce.
E finalmente potrò
piangere.
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Scritta
di getto, con le lacrime agli occhi.
È
un periodo che stanno succedendo troppe cose sbagliate e non ce la faccio più.
Questa
“drabble” è la fotocopia di come mi sento, e la voglia che ho di sfogarmi con
qualcuno, anche se sono troppo orgogliosa per farlo.
Spero
che non siate troppo cattivi con le recinsioni.