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Autore: ThankYouIdols    30/05/2013    22 recensioni
Lei, lui, un'isola.
A causa di un naufragio i due sono costretti a vivere insieme per una settimana su un'isoletta inabitata nell'atlantico.
Che tra loro nasca qualcosa?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - L'amore non esiste.


Aumentai la distanza e, imbarazzata, cambiai immediatamente discorso.
«Come passeremo i giorni? Non c'è molto da fare qui.» Sospirai, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Si guardò attorno pensieroso. Era evidente che anche lui era perplesso quanto me.
«Tu di solito che fai a casa?» Mi domandò passandosi le mani tra la folta chioma di capelli biondo platino.
«Beh, leggo.» In effetti passavo le giornate a leggere, studiare o disegnare. Ma era diverso, perchè
mi trovavo nella mia stanza, nel mio piccolo mondo.
«Anche io.» Gli angoli delle sue labbra si protesero verso l'alto.«Cosa leggi di solito? Io punto molto sui fantasy.»
Non avrei mai pensato che un ragazzo come lui potesse essere interessato alla lettura. Sapevo che gli adolescenti la reputavano una cosa da sfigati, soprattutto i maschi.
«Mi piacciono i libri che parlano di amore. E' l'unico modo che ho per conoscere a fondo questo sentimento, riesco a vivere ciò che l'autore ha messo per iscritto, è una bella sensazione. L'unica cosa negativa è il fatto di arrivare a credere che un amore del genere possa esistere nella realtà e, siamo sinceri, l'amore non esiste.» Mi penetrò con il suo sguardo, e stava ascoltando ogni singola parola con un'attenzione che non avevo mai visto prima d'ora.
Ci fu una breve pausa, poi lui ruppe il silenzio.
«Sono assolutamente d'accordo con te.» Affermò guardandomi con la coda dell'occhio, mentre si sfilava con velocità i vestiti. Quell'azione mi lasciò perplessa, faceva caldo, ma era sopportabile.
Quando rimase con i soli boxer addosso, si levò in piedi, ed io mi feci scappare una risata vedendo i cuoricini bianchi che facevano contrasto con il blu scuro del tessuto.
«Sei proprio sicuro di non essere checca?» Dissi divertita.
Abbassò lo sguardo, notando l'insolito motivo sul suo intimo “mascolino”.
«No-non sono miei.» Balbettò, mentre le sue guance si dipingevano di un rossastro che lasciò intuire il suo imbarazzo e la sua ovvia innocente bugia.
«Dai, non c'è niente di male ad ammetterlo. Trovo sexy i ragazzi che hanno un tocco di rosa nella loro vita.» Usai un tono seducente, avvicinandomi lentamente a lui e disegnandogli dei cerchi sui suoi pettorali.
«Davvero?» Replicò lui con voce altrettanto provocante.
Mi avvicinai ancora di più, vedendolo fissare la mia bocca, poi lo allontanai con una leggera spinta sorridendo.
«No, stavo scherzando.» Gli feci la linguaccia, mentre lui mi scalciò la sabbia contro. Mi coprii il volto in tempo, impedendo che mi entrasse negli occhi.
«Vuoi la guerra? Bene, e guerra sia!» Esclamai togliendomi le scarpe e scagliandogli contro ancor più granelli di sabbia di quanto avesse fatto lui poco prima.
Passammo un quarto d'ora a rincorrerci e scappare come due bambini che giocano ad acchiapparella. O per lo meno credevo che fosse un quarto d'ora, avendo completamente perso la cognizione del tempo non portando un orologio.
«Pine, attenta allo scoglio!» Gridò con un ghigno disegnato sul volto.
«Non sono stupida, non ci casco.» Risposi io continuando a correre all'indietro, finendo in un batter d'occhio dentro l'acqua.
«Io ti avevo avvisata.» Disse facendomi l'occhiolino e raggiungendomi in acqua.
Ero completamente inzuppata, dalla testa ai piedi, e solo allora mi resi conto che non avevo alcun tipo di ricambio, mentre il cielo si stava andando a scurire.
«Siamo nell'oceano?» Mi chiese tentando di schizzarmi, ma io schivai il getto, annuendo alla sua domanda.
«Allora ci sono gli squali.» Il tono che usò era pacato, e sembrava non preoccuparsene. All'inizio pensai che stesse solo scherzando, fin quando mi ricordai di aver letto sul quotidiano di un ragazzo fatto letteralmente a pezzi da uno squalo bianco, nell'atlantico.
Un brivido mi percorse la schiena, ma non sapevo se fosse dovuto all'acqua ghiacciata o al terrore di essere sbranata. Cominciai a correre verso la riva non molto lontana, eppure il tempo che impiegai mi sembrò infinito, forse a causa dell'attrito che rallentava i miei movimenti.
Niall mi venne dietro, afferrandomi per un polso prima che potessi essere del tutto tranquilla. A quel tocco il cuore aumentò vorticosamente la frequenza dei battiti, ma cercai di non darlo a vedere.
«Lasciami.» Tentai di scivolare dalla sua presa, senza ottenere alcun risultato.
«Hai paura?» Domandò divertito, quando di divertente non c'era proprio nulla.
«Non lo so, tu che dici? Ho solo diciassette anni, non ho voglia di mettere fine alla mia vita.» Mi strattonai con forza, e lui finalmente decise di lasciarmi andare.
«Non avevo intenzione di farti preoccupare, Pine.» La sua espressione cambiò e la comicità lasciò il posto al rammarico.
Quando il mio piede lasciò la prima impronta sulla terra asciutta la sabbia ci si attaccò sotto, fastidiosamente.
«Credo sia ora di mangiare.» Dissi a Niall mostrandogli la noce di cocco che avevamo lasciato a pranzo.
«Ti concedo l'onore di aprirla.» A quelle parole risi, ricordando il tentativo malriuscito del biondo per aprire il frutto andato perso.
Presi la noce tra le mani e la scaraventai con rabbia contro il suolo più volte, ma sembrava che volesse a tutti i costi rimanere intatta.
«Non ci riesco, neanche una piccola crepa.» Sospirai delusa dopo averci provato per una cinquantina di volte.
«Allora per questa sera ci toccherà usare le provviste che avevo messo in riserva nella cava.» Disse chiudendosi tra le spalle.
«E non potevi pensarci prima?»

«Era spassoso vederti incazzata contro un frutto.» Alzai gli occhi al cielo, ma ero troppo affamata per fargli la predica, così lo affiancai e insieme ci dirigemmo verso il nostro rifugio.
Mangiammo delle bacche e qualche banana, per poi entrare nella capanna e distenderci su quello che doveva essere un letto.
Ero esausta, così chiusi gli occhi appena mi chinai, ma proprio quando stavo per entrare nel mondo dei sogni, uno starnuto mi disturbò.

«Ti stai raffreddando, togliti i vestiti.» Bisbigliò Niall, girandosi verso di me. «Tranquilla, non sono un maniaco, solo non voglio che tu ti ammali, soprattutto qui. Non abbiamo neanche un medicinale appresso.» Fu come se mi lesse nel pensiero, precedendomi prima che potessi guardarlo di sbieco e urlargli un "no" contro.
Con titubanza abbassai la zip che si trovava sul fianco destro e mi sfilai i vestiti umidi.
Al contatto con il suo corpo nudo – tranquille, portava i box, non fatevi strani pensieri perversi – mi venne la pelle d'oca, provando anche un po' di imbarazzo.
Mi cinse la vita, attraendomi a sé e circondarmi con braccia e gambe. Il cuore mi martellava nel petto, e ebbi la vaga sensazione che se ne rese conto, perché udii una vibrazione all'altezza del suo collo.
Decisi di rimanere in silenzio, per evitare altre gaffe o provare disagio. Il suo corpo era così caldo che riuscii a tranquillizzarmi e, in pochi minuti, crollai sfinita in un profondo sonno.

 

***

Oddio, continuate a seguirmi *-*
Siete così fantastiche, vi ringrazio una per una, davvero!
Non c'è molto da dire su questo capitolo, si commenta da solo lol
Tra poco ricomparirà la nonna HAHAHAHAHA
Vi ricordo che per lasciare una recensione devono essere più di 10 parole,
altrimenti mi arriva come messaggio e non sempre riesco a leggerli :c
Ora vi lascio in pace, giuro!

Vi amoooooo

  
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