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Autore: fravgolina    30/05/2013    4 recensioni
Anche i maghi sono persone, anche i maghi muoino. Gli ultimi istanti insieme di Ron e Hermione.
“Non puoi fare l’impossibile–cough cough–non puoi salvare chi è ormai perduto”
[Prima classificata (con mio sommo stupore) al contest "Verranno a chiederti del nostro amore" di BogartBacall]
[Partecipa al V turno de La Sfida dei Grandi Autori della Triade di fa92]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Disclaimer:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di © J. K. Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro


Ma io ti amo lo stesso… non dimenticartene

Rose, Hugo e tutti gli altri erano appena usciti e lui si era ritrovato solo con la sua Hermione. Dei folti capelli castani di lei non rimaneva molto – per via della chemio – e in testa portava un orribile cappellino, sferruzzato da Molly Weasley e abbellito da una semplice H. “Almeno non è marrone…” aveva pensato Ron vedendolo per la prima volta.

Hermione gli sorrise e a lui venne voglia di piangere – anzi piangeva, perché quella cosa umida sulla sua guancia era a tutti gli effetti una lacrima. «Ron…» gli sussurrò lei roca, allungando debolmente una mano per asciugargli il volto. «No-cough cough-non piangere.»

«No certo, ovvio! E chi piange?! In fondo, mia moglie sta solo morendo per uno stupido cancro!!!» sbottò lui frustrato, ma ancor prima di chiudere bocca se ne era già pentito, perché nello sguardo triste di Hermione poteva leggere che l’aveva ferita, ancora. “Aveva ragione – lei ha sempre ragione – ho lo spessore emotivo di un cucchiaino, miseriaccia!” pensò poi, amareggiato.

Ma la sua sposa lo sorprese alzando gli occhi al cielo e scoppiando a ridere – una risata roca, soffocata, era tutto quello che i suoi polmoni devastati dalle metastasi le permettevano. «Ron, hai proprio lo spessore emotivo di un cucchiaino! Non cambierai mai…» sussurrò la sua voce provata mentre lei scuoteva la testa divertita, riuscendo a strappare al marito un debole sorriso, che però sulle labbra di lui aveva un sapore amaro e scivolò via rapido.

Lei lo guardò intensamente, con malinconia infinita: «Ron, è inutile che ti tormenti», ma il rosso pensò che lui non era come lei, che era Hermione quella coraggiosa, quella che non perdeva mai la calma. «Devi accettarlo, io l’ho fatto da tempo… e anche i ragazzi» proseguì lei accorata, mentre Ron imprecava mentalmente: “Come se fosse facile per un mago, per un Auror, per uno che ha combattuto contro i Mangiamorte ed è sopravvissuto, accettare il fatto che non può fare nulla per salvare la donna che ama”.

Perché la verità nuda e cruda era quella: non c’era nulla che lui potesse fare. La magia può far ricrescere le ossa e curare molte malattie, ma contro il cancro è impotente quanto la tecnologia e la scienza dei Babbani. Aveva pensato che, forse, la Pietra Filosofale avrebbe potuto far qualcosa per lei, ma quello stupido sasso era stato distrutto molti anni prima.

In un attimo di follia aveva perfino fantasticato su Voldemort e suoi Horcrux, ma poi si era ricordato del terribile prezzo di quella magia perversa: nemmeno l’Oscuro Signore poteva creare la vita dal nulla, l’aveva dovuta rubare ad altre persone, uccidendo degli innocenti e dilaniando la propria anima. Non era quello che Ron voleva per lei – e comunque non sarebbe più stata la sua Hermione, come Tu-Sai-Chi non era Tom Orvoloson Riddle.

Così, attraverso la patina delle lacrime che gli inumidivano gli occhi minacciando di traboccare nuovamente, guardò la moglie morente, adagiata su un anonimo letto d’ospedale, prendergli una mano tra le proprie e cercare con lo sguardo la sua attenzione, e si perse nella profondità di quegli occhi color cioccolato.

«Ron… ascoltami» gli disse lei e il suo tono era sicuro e mortalmente serio, come quando doveva spiegare qualcosa di importante e aveva bisogno che l’altro capisse – era il suo tono da maestrina per cui una volta lui la prendeva in giro e di cui ora non poteva fare a meno.  «Non puoi fare l’impossibile-cough cough-non puoi salvare chi è ormai perduto.»

«Ma io non voglio perderti… come farò senza di te? Hermione, io…» mormorò con voce spezzata dall’angoscia, ma lei lo interruppe, accarezzandogli dolcemente una guancia e intrecciando le dita esili tra i suoi capelli ramati: «Ron, tu non mi perderai, mai, io sarò sempre con te… nel tuo cuore» disse, la sua voce poco più di un sussurro stentato e i suoi occhi fissi in quelli di lui.

«Ti amo. Hai lo spessore emotivo di un cucchiaino, Ron Weasley, ma io ti amo lo stesso… non dimenticartene» aggiunse poi sorridendo e con un ultimo sforzo lo attirò verso di sé e lo baciò con passione – come quel primo giorno, durante l’evacuazione di Hogwarts – dopodiché giacque inerte tra le braccia di lui. «Anch’io ti amo» singhiozzò convulsamente Ron, sciogliendosi in lacrime.


***


Dopo un tempo che sembrava infinito la porta della stanza si aprì, lentamente, e Ron uscì nel corridoio – gli occhi rossi e gonfi come i capelli scompigliati dalla lunga veglia. Andò dritto verso Hugo e Rose e li abbracciò forte – stretti stretti, come quando erano bambini – e Harry seppe che la sua migliore amica non c’era più.

Poi, mentre distrattamente si accarezzava la cicatrice saettata che da anni e anni aveva smesso di tormentarlo, pensò a sua madre e capì che si sbagliava: Hermione sarebbe sempre stata con loro, perché i nostri cari non ci abbandonano mai, non davvero.

Perché, in fondo, l’amore è la magia più forte di tutte. Più forte del dolore e delle tentazioni, più forte anche delle nostre debolezze e dei nostri difetti e persino più forte della morte: l’amore è tutto quello di cui si ha bisogno. Raggiunse Ron e si abbracciarono, confortandosi a vicenda, come già troppe volte avevano fatto in passato.


***


R.I.P.

19 SETTEMBRE 1979 – 14 FEBBRAIO 2025

QUI RIPOSA HERMIONE JEAN GRANGER, IN WEASLEY

DOTATA DI UN’INTELLIGENZA FUORI DAL COMUNE E MAGA DI GRANDISSIMO VALORE
HA
CONTRIBUITO ALLA SAVEZZA DEL MONDO MAGICO

FONDATRICE DEL COMITATO PER LA RIABILITAZIONE DEGLI ELFI POVERI E ABBRUTITI
(C.R.E.P.A.)


MA SOPRATTUTTO MOGLIE, MADRE, FIGLIA E AMICA INSOSTITUIBILE

RIMARRÀ NEI NOSTRI CUORI, ORA E PER SEMPRE



fine




Note:

Per ragioni di coerenza la narrazione è anacronistica, infatti seppure ambientati nel futuro (2025 d.C.) i fatti sono narrati al passato.

Nel testo sono presenti un paio di frasi estrapolate da
"All you need is love" dei Beatles:
- Non puoi fare l’impossibile[-cough cough-]non puoi salvare chi è ormai perduto
“Nothing you can make that can't be made / No one you can save that can't be saved”;
- l’amore è tutto quello di cui si ha bisogno
“Love is all you need”                                   (traduzione mia).



L'angolo di frav:

Orignariamente questa Oneshot è stata scritta per il contest "Verranno a chiederti del nostro amore" di BogartBacall alias Sweet Cupcake, classificandosi (con mio sommo stupore) al primo posto.
Alla coppia Ron/Hermione era abbinata la canzone "All you need is love" dei Beatles e il momento a me assegnato era "addio (istanti prima di morire)". Ho voluto immaginare una situazione molto tragica e umana, perché i personaggi saranno anche maghi, ma sono soprattutto uomini (credo che sia questo che li rende interessanti e che permette ai lettori di immedesimarsi con loro); spero di esserci riuscita senza banalizzare la situazione.

La revisione attuale partecipa al V turno de "La Sfida dei Grandi Autori" della Triade di fa92.


  
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