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Autore: xlamborghiniall    30/05/2013    10 recensioni
Lei ormai può solo ricordare, ma solo per poco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morta dentro, innamorata di un ricordo.


'Ballavo da più di due ore e mi facevano male i piedi, quei tacchi mi stavano letteralmente distruggendo.
La festa di Nicole era sicuramente la più bella dell’anno e mi stavo divertendo molto.
C’era molta confusione e in quel momento avevo perso Mike, il mio ragazzo.
Decisi di andare a prendere da bere e riposarmi su uno dei comodi divanetti bianchi latte della discoteca.
Presi un drink analcolico e andai fuori per sedermi così per prendere un po’ di aria.
Arrivai fuori e la scena che vidi fu orribile.
Mike si stava baciando appassionatamente con Clodette, la sua compagna del corso di filosofia, che gli ronzava intorno da circa due mesi. Andai da lui e gli tirai uno schiaffo versandogli il resto della bibita addosso, dopo di che iniziai a correre sempre più veloce, sempre più lontano da lui. Mentre correvo rivedevo la scena che pochi minuti prima mi aveva sconvolto.
Amavo Mike e lui mi aveva tradita e illusa. Mi fermai su una panchina per riposarmi e iniziò a piovere. Almeno le lacrime si sarebbero confuse facilmente con la pioggia.
I miei capelli lisci perfetti ora si erano afflosciati tutti come spinaci e erano bagnati. Il vestitino nero e bianco aveva raggiunto un colore grigiastro e marroncino per colpa della corsa che mi aveva riempita di fango. Non oso immaginare come era il mio viso, il trucco sbavato e molto probabilmente assomigliavo più ad un panda che a una ragazza. Non passava nessuno, la strada era deserta, erano circa le 2.00 di notte e così mi spaventai quando sentii un rumore di passi.
Alzai la testa e vidi un ragazzo che camminava con passo svelto e a testa bassa.
Non mi aveva notato, tranne quando era a pochi centimetri da me. Alzò la testa e i nostri occhi si incrociarono per la prima volta. Occhi verdi, profondi mi fissavano colmi di curiosità e pena. Portava un cappellino di lana verde militare che gli copriva i capelli, probabilmente ricci.
"Mi scusi, tutto apposto?" chiese con il suo tono di voce basso e profondo che ancora oggi mi rimbomba nelle orecchie come se fosse la prima volta che lo sento.
Mi limitai a riabbassare lo sguardo e annuire.
“A me non sembra” disse sedendosi accanto a me sul lato vuoto della panchina.
“Cosa ci fa una bella ragazza come te a quest’ora di notte seduta da sola su una panchina, pensa se avessi incontrato un maniaco al posto mio” continuò lui sempre tranquillo.
“Chi mi dice che tu non lo sei?” dissi con la voce spezzata dal freddo.
“Ti posso assicurare che non lo sono” disse scoppiando a ridere di gusto e  togliendosi la felpa viola che portava per appoggiarla sulla mia spalla.
“E’ quello che diresti se tu lo fossi” dissi sorpresa dal suo gesto.
Smise di ridere e mi sorrise.
“Bhe vogliamo stare qui al freddo a discutere sul fatto che io sia un pazzo maniaco o vuoi 
un passaggio a casa?” disse sempre con quel sorriso angelico sul volto.
“Non importa, posso tornare da sola” dissi alzandomi in piedi e rendendogli la felpa.
“In queste condizioni? Poche storie e vieni che la mia macchina è parcheggiata qui vicino” dicendo questo mi porse la mano.
Un po’ titubante la presi.
Il nostro primo contatto.
In quel momento una scossa mi prese in tutto il corpo, avevo come il sospetto che non sarebbe stato l’ultimo, ma il primo di tanti.
Camminammo per un centinaio di metri, la mia mano intrecciata alla sua. Me la stringeva forte come se potessi sfuggirgli come fa una farfalla quando apri troppo la mano con cui la tieni.
In lontananza notai la macchina, una range rover, a quel tempo una delle macchine più belle e più famose in circolazione.
“Sei ricco?” domandai d’impulso voltandomi a guardarlo.
Ancora una volta i suoi occhi verdi incontrarono i miei.
“Ancora non mi hai riconosciuto?” chiese non rispondendo alla mia domanda.
“Dovrei sapere chi sei?” .
Domanda su domanda, cosi non avremo risolto nulla.
“Come io sono Harry Styles, dei One Direction!”.
Ora che lo guardavo meglio riconoscevo quei tratti che avevo visto alcune volte in foto o come sfondo del telefono di ragazzine del quartiere.
“Ehm… non ti avevo riconosciuto, sai non ascolto quel genere, preferisco il rap o il rock…” dichiarai arrossendo mentre salivamo in macchina.
“Dove ti porto?” chiese con tono quasi infastidito.
"Via Gea 14 grazie”. Senza proferir parola mise in moto l’auto e partì.
Dopo meno di 10 minuti mi ritrovai davanti casa mia.
“Ehm Grazie Harry…” dissi sussurrando e aprendo la portiera.
Lui uscì e mi segui. “
Ehi aspetta, questo è il mio numero” disse porgendomi un post-it giallo, facendo rispuntare il sorriso sul suo viso.
Lunatico.
"Come ti chiami?" mi chiese non notando una mia risposta.
"Sophie" dissi semplicemente per poi rientrare in casa di corsa.
Se l'avrei richiamato? Oh si.
Quell’incontro mi aveva fatto dimenticare Mike ed è stata la cosa migliore che mi sia capitata nella vita, ma questa è un altra storia.'


“Allora è cosi che vi siete conosciuti te e il nonno!” esclamò Juliette, la mia nipotina,  che aveva ascoltato tutto il mio racconto con la bocca che si apriva di più ogni frase che dicevo. “Esatto, me lo ricordo ancora come fosse successo ieri, invece è successo 70 anni fa…” dissi sorridendo amaramente.
“E poi cosa è successo?” chiese Katerine, la gemella, anche lei molto presa dal racconto.
“Come ho detto quella è un'altra storia che vi racconterò poi… abbiamo tempo” dissi.
“Andate che mamma è arrivata” continuai indicando dalla finestra l’auto rossa di mia figlia che aveva appena parcheggiato davanti casa mia.
“Ciao Nonna” dissero le gemelle in coro prima di darmi un bacio e correre dalla mamma.
Oh mia figlia Valerie come era bella anche se aveva quasi 45 anni. Assomigliava tantissimo a suo padre.
I capelli ricci castani scuro, gli occhi verdi e penetranti e lo stesso fisico snello.
Il viso angelico e perfettamente proporzionato al corpo, le labbra carnose e rosee che quando sorridevano aprivano delle fossette dolcissime.
Le guardai andare via dalla finestra, erano ancora così giovani, avevano tutta la vita davanti.
Raccontargli quella storia mi aveva fatto tornare in mente tutti i ricordi con Harry, deceduto quattro anni prima.
Mi mancava così tanto.
Mi fermai a pensare, poi di punto in bianco mi alzai.
Anche se ero vecchia e le mie ossa scrocchiavano ad ogni mio movimento salii più rapidamente possibile le scale della soffitta.
Quando entrai sapevo esattamente cosa volevo fare. Andai verso un armadio di legno che un tempo era stato l’armadio di camera mia. Lo aprii e vidi i vestiti di Harry.
Presi una delle sue magliette bianche e la portai al viso, il suo odore era ancora impresso nella stoffa.
Mi riportò alla mente tanti ricordi, di tutte le volte che lo avevo minacciato di cambiare stile perche quelle magliette le aveva sempre addosso.
Sorrisi al ricordo di una volta che gliene tagliai una e lui per punizione mi tagliò una ciocca di capelli mentre dormivo. Rimisi apposto la maglietta e chiusi l’armadio. P
oco distante c’era un baule. Il suo baule.
Lo aprii ed era pieno di CD, DVD e album vari dei One Direction.
Decisi di portare giù il baule e che trascinai a fatica giù per le scale.
Misi il primo CD dentro il mio vecchio stereo e la musica partii. La musica riecheggiò nell’aria e quando ascoltai la sua voce ancora giovane, di quando aveva 18 anni, un brivido mi percorse la schiena e le lacrime iniziarono a scendere, canzone dopo canzone. Finì Up All Night e misi Take Me Home. Rividi tutti i DVD, tutti i filmati e le foto, comprese quelle del matrimonio, tutti le premiazioni a cui avevano partecipato.
Nessuno di quei ragazzi era ancora vivo.
Nessuno dei miei migliori amici lo era.
Quando finii di guardare le loro cose era ormai sera.
Non ero ancora stanca, non avevo fame, avevo solo il bisogno di ricordare.
Quindi presi un foglio e iniziai a scrivere una lettera lunghissima, piena di parole che venivano dal cuore.
Li scrissi tutti i dettagli della nostra vita insieme, ogni attimo felice o triste.
Dopo ore interminabili fini di scrivere e mi gettai esausta sul divano.
Ero stesa mi accarezzavo il mio tatuaggio con scritto “yolo” ovvero “you only live once”.
Si quello era per loro.
In loro memoria.
Anche se loro non c’erano più qui nel mondo terrestre continuavano a cantare in paradiso per gli angeli.
Continuavano a fare concerti, loro erano destinati per quello, e insegnavano agli angeli a cantare.
Dopo di che andai a letto e chiusi gli occhi.
Quella notte fu l’ultima della mia vita e raggiunsi felice e con l’anima in pace Harry e i ragazzi in paradiso pronta per vivere una nuova vita con loro, come avevamo sempre fatto.


 


Ok gente, questa è la mia prima os, non mi uccidete. 
Trovate che nella gif qua sopra Harry sia a dir poco tenerissimo?  fjheru
Non è una os rossa perchè non sono capace di scriverla, o provato a farla, ma è venuto fuori uno schifo, quindi ho evitato ahaha.
Spero che questa storia vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate magari c:
un bacio xx
- xhoranwife

 

  
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