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Autore: EffeStylinson    31/05/2013    6 recensioni
-Che cosa dovrei fare, Lou? Dimmi cosa vuoi che faccia.- Mi pizzicano gli occhi, ma accuso il colpo e cerco di restare in piedi per quanto posso.
-Fingere di non amarmi.- Duro. Senza emozioni. Senza eccezioni.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trying not to love you
 

"When a voice from behind me, that was fighting back tears
Sat right down beside me, and whispered right in my ear
Tonight I’m dying to tell you

That trying not to love you, only went so far
Trying not to need you, was tearing me apart

Now I see the silver lining, from what we’re fighting for
And if we just keep on trying, we could be much more..."






http://www.youtube.com/watch?v=KuofE13pFCM


-Devi smetterla di starmi sempre appiccicato, smettila di guardarmi continuamente in quel modo e smettila di toccarmi davanti a tutti, come se non fosse abbastanza quello che sto rischiando per te!
Smettila, Harry. Fai l'adulto una volta tanto e non mettermi sempre in condizioni di dover smentire la nostra relazione. Perché sono stanco di tutta questa storia ed è solo colpa tua e dei tuoi modi così poco discreti se siamo sotto pressione. E' tutta colpa tua!-
 
-Che cosa dovrei fare, Lou? Dimmi cosa vuoi che faccia.- Mi pizzicano gli occhi, ma accuso il colpo e cerco di restare in piedi per quanto posso.

-Fingere di non amarmi.- Duro. Senza emozioni. Senza eccezioni.

Lo guardo e mi chiedo se crede davvero in quello che sta dicendo. Non può crederci sul serio.
Mi fissa negli occhi cercando tra le mie lacrime un assenso. Sta aspettando una mia risposta e mi fa capire che non ha intenzione di andarsene finché non gliel'avrò data perciò annuisco flebilmente.
Allora sbatte la porta così forte che temo possano venire giù i vetri, poi sparisce.
 


Sono passate due settimane da quanto accaduto.

Due settimane che non rido più.

Due settimane che non piango più.

Due settimane che ho imparato a fingere di non amarlo.


Ci sto mettendo tutta la forza di volontà che riesco a trovare e, qualche volta, quando lui non è nei paraggi quasi mi convinco di star facendo un buon lavoro. 

Mi convinco che forse sto imparando a fingere come vuole lui, come vogliono tutti.

Mi convinco di non amarlo, che magari si è trattato di una cotta, ma che ora per la prima volta ne sto uscendo.

E' tutto più facile così; si soffre meno, si finge meno, ma si ama meno e questo mi fa più male di qualsiasi altro dolore che avremmo potuto evitare se  fossimo stati soltanto buoni amici.
 

Ma insani pensieri come questi valgono soltanto per poco, hanno senso solo se lui non è nei paraggi. Possono aleggiarmi nella mente soltanto quando sono solo in casa e la sua presenza non mi scalda.

Ooh perché quando lui è nei paraggi, bè è tutta un'altra storia.

E' una storia che non saprei raccontare. E' una di quelle storie uniche, irripetibili, ricche di tutto. E' una storia che ha il sapore d'infinito.

Quando Louis è nei paraggi preferirei esser cieco piuttosto che non fissare i miei occhi su quel corpo creato per essere la mia dannazione, creato a posta perché il mio sguardo vi ci posasse con la stessa necessità che ha una farfalla di posarsi su di un fiore o un uomo di bere acqua, un bisogno forte e innegabile.

Non capisce che preferirei esser sordo piuttosto che non poter sentire la sua risata cristallina rimbombarmi nelle orecchie e accompagnarmi nei passi distratti di questa vita troppo frenetica per un diciottenne incallito come me.

Non si accorge che preferirei avere il corpo paralizzato da testa a piedi piuttosto di sapere di non poter stringere le mie braccia attorno al suo collo bianchissimo e soffice, preferirei che mi tagliassero il naso se le mie narici non potessero più inebriarsi di quell'odore penetrante e delicato come una carezza di primo mattino.

Preferirei non esistere se non posso essere suo.
 

Ma sto imparando a fingere, lo giuro. Sto cercando di non amarlo.

Eppure, tra un impegno e l'altro, mi chiedo continuamente se ci sto riuscendo.

Mi sembra di potercela fare, ma di non volerlo davvero.

Mi chiedo se qualcuno da qualche parte nel mondo, ditrutto dal sentimento di un amore impossibile, abbia inventato delle lezioni per imparare a fingere i sentimenti. 

Vorrei davvero sapere se esistono esercizi utili per impedire al cuore di balzarmi nel petto ogni volta in cui entra in una stanza, se esista un modo per distogliere i miei occhi da lui, un modo per evitare loro di illuminarsi fino a lacrimare se solo apre bocca per parlare o arriccia il naso o mi lascia assaporare quel sorriso speciale che è solo suo e di nessun altro.

Bè, se tutto questo esiste io voglio imparare. 

Devo imparare perché sono ancora ben lontano dal fingere di non amarlo.
 
 

Stamattina mi sono svegliato nel mio letto, da solo. 

Ho deciso di tornare nella mia vecchia stanza, forse evitarci per un pò ci aiuterà.

Louis non ha battuto ciglio quando mi ha visto portare via le mie cose dalla camera.

Penso sia d'accordo con la mia decisione, penso che abbia capito le mie intenzioni.


Anzi no, non so cosa gli passi per la testa.

Il punto è che lui non dice mai nulla, non so mai cosa pensi davvero, che cosa sente davvero.

Si nasconde dietro la sua maschera di arroganza e freddezza condita di un continuo sorriso forzato e con quella si muove tra la gente e persino con me non riesce a toglierla.

Mi ferisce, perché ci sono stati giorni, ci sono stati attimi in cui sono riuscito a vedere la verità in lui e di quella verità mi sono innamorato come non saprei più fare. 

L'ho amato dal primo momento e poi mi sono dimenticato che cosa sia l'amore.

E vorrei solo poterlo vedere nudo, poterlo amare nudo. 

Non mi basta più vedere i vestiti finire sul pavimento, è troppo poco. E' troppo facile.

 Io voglio togliergli tutti i vestiti solo per poi continuare a spogliarlo strato dopo strato fino ad arrivare all'anima. Io voglio la sua anima nuda. Tutto qui.

E c'ho provato, ho perso il conto delle volte in cui ho provato a mostrargli davanti uno specchio quale sia la verità, ma lui distratto mi spinge via ogni volta e poi scappa.

Louis non si fida di nessuno, ancor meno delle persone che ama.

E' contraddittorio, ma per lui è la più normale delle cose.

Sarà che suo padre l'ha abbandonato quando invece avrebbe dovuto proteggerlo a costo della sua stessa vita, sarà che è cresciuto troppo in fretta e con responsabilità troppo grandi che lo hanno portato a diventare forte e inflessibile a tutto pur di non spezzarsi mai.

Eppure lo avrei voluto. Avrei voluto che invece del suo solito silenzio lui mi avesse chiesto spiegazioni, che avesse urlato, qualsiasi cosa al posto di quel maledetto silenzio. Ma niente.

E' così che funziona tra noi: io mi arrabbio, piango, gli dico cosa provo e lui annuisce senza dire nulla e solo quando è al limite, come due settimane fa, mi sputa addosso il suo veleno e poi come se nulla fosse torna quello di sempre.

E io sono qui che lo aspetto. Non riesco ad andarmene, non saprei come lasciarlo andare a questo punto perciò semplicemente gli guardo le spalle anche quando lui me le volta.

Perché potrebbe non voltarsi mai più e io resterei comunque a badare che nulla possa fargli troppo male. Se si fa male lui, mi faccio male anche io.
 
 

Stasera la folla è più ecciatata e chiassosa del solito, mi piace quando succede. 

Mi piace perdermi nel rumore delle voci che si uniscono alle nostre in un solo coro.

La musica ha questo strano modo di curare il cuore della gente, mette a tacere ogni pensiero, ogni dispiacere si dissolve sulle note di una canzone che finisce.

E stasera mi lascio cullare perché ne ho bisogno.

Liam e Zayn si stanno stuzzicando a suon di ridicole battute, Niall sorseggia dell'acqua dalla sua bottiglietta mentre Louis guarda la folla sfoggiando il suo sorriso migliore. E io sono in un angolo un pò nascosto che li osservo tutti e godo di questi momenti magnifici in cui sono con i miei migliori amici e con l'amore della mia vita che sorride al mondo intero e io ne sono così terribilemente geloso.

E' un istinto irrefrenabile quello che mi spinge a camminare verso di lui, prima piano poi sempre più veloce, le gambe vorrebbero correre, non ce la fanno più a stare senza di lui.
 Mi avvicino e quando gli sono proprio a pochi centimetri e la mia mano si alza per toccargli la spalla ecco che improvvisamente l'allontano, quasi stessi per commettere il più grave degli errori.

Proprio in quel momento lui si volta a guardarmi.

Dopo due settimane, per la prima volta, lo vedo. 

Ecco la mia verità. Eccolo, Louis.

Il nulla è stato cancellato dalla devastazione del suo sguardo.

 In un solo attimo nei suoi occhi ci sono stati paura, delusione, tristezza, rabbia e poi ancora delusione e ancora paura.

Si starà forse chiedendo perché io mi sia avvicinato, ma non  l'abbia toccato. Io lo tocco sempre, gli sfioro un braccio, gli accarezzo il viso, gli sposto i capelli dalla fronte solo per dirgli che l'amo e ora che le mie mani hanno esitato e poi sono sfuggite al suo corpo il suo equilibrio è crollato.

Scappo dal suo dolore e mi rintano nella musica aspettando che anche questo concerto finisca.
 
 

L'orologio segna le tre del mattino proprio quando la notte è sempre più buia.

Il concerto è finito da un pezzo ma io non ho sonno e sono uscito a prendere un pò d'aria e godermi la vista dal nostro attico. 

I tetti mi sono sempre piaciuti, sono così vicini al cielo e così lontani dai problemi di tutti i giorni.

Louis non mi ha rivolto la parola nè io a lui, ma so che qualcosa dentro di sè è cambiata.

Sento dei passi salire le scale e lo riconosco.

 E come non poterei, con quei piedini piccoli e decisi, un passo felpato e leggero come piuma.

 Riconosco sempre le cose che amo.


Si avvicina mentre io gli sono di spalle e continuo a fissare il cielo stellato. Si siede accanto a me.
 
-Perché l'hai fatto?- mi chiede d'un tratto con un'apprensione nella voce che non fa parte di quel Louis freddo e distaccato. E' un Louis nuovo stanotte.

-Cosa?- gli chiedo anche se so perfettamente a cosa si stia riferendo.

-Perché hai ritirato la tua mano? Perché non mi hai toccato?- è la voce della disperazione che parla.

-Perché sei stato tu a chiedermelo. Perché sto cercando di non amarti, Louis!- sbuffo piano.

Allora sembra aver ritrovato il suo normale vuoto.

-E come procede?- mi dice come se mi stesse chiedendo se con gli antibiotici il mio mal di denti stia passando.

-Procede.- dico.

Prende un grande respiro e poi butta tutto fuori abbassando le spalle.
E' faticoso, lo so bene.

-Stasera mi sono sentito solo per la prima volta da quando ti ho incontrato- inizia cercando dentro sè le parole giuste.
 
Abbandono il cielo scuro e mi volto verso di lui.
 Trema appena all'ombra della luna gialla, le mani non smettono di torturarsi l'un l'altra e il bianco della sua pelle riflette nel buio, accecante e pura come non mai.

-Vedere le tue mani allontanarsi da me mi ha fatto franare il terreno sotto i piedi. Ti ho visto scappare da me e una voragine mi ha trascinato giù e ho avuto paura. Perché Harry,tu mini il mio terreno, tu sei la mia frana, il mio terremoto, la mia tempesta e il mio acquazzone in piena estate e mi fa paura, mi fai paura perché con te mi devo confrontare e non mi sento all'altezza, non mi sento abbastanza perché  ci provo ad essere vero e non ci riesco. Perciò ti ho detto di non amarmi e ho provato a non amarti.
Ma la verità è che provare a non amare te mi stava togliendo la vita.
Provare a non desiderarti mi stava distruggendo quindi sono qui per chiederti di riprendermi, perché io senza te non vedo via d'uscita. 
Perché senza te sarei un navigante senza bussola, destinato a perdersi nei mari senza più ritorno.
Riprendimi, Harry. Perdonami. Metti le tue mani su di me, traccia sul mio corpo il percorso,sii il mio nord.- 

Le sue parole sono tutto.

Se un giorno qualcuno mi chiedesse che cosa sto aspettando quando lui si arrabbierà ancora e mi chiederà ancora di smettere di amarlo io risponderò che sto aspettando un navigante che cerca la sua bussola. Perché potrebbe perdersi e io dovrò indicargli la strada e non c'è modo che io mi rifiuti e non c'è modo che lui non venga a cercare il suo nord.

Lo bacio, lo spoglio.
Stanotte ho fatto l'amore con la sua anima.
Era nuda, era bella, era soltanto per me.
 
 
 
Cause trying not to love you
Oh, yeah, trying not to love you

Only makes me love you more
 
  
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