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Autore: michiyo1age    31/05/2013    3 recensioni
Piangere era davvero sfiancante.
Spesso si era trovata nella stanchezza post-pianto, distrutta annientata dai suoi stessi occhi che, gonfi e reticenti, volevano chiudersi per riposare e dimenticare quando non era possibile farlo. Tirava su con il naso neanche avesse il raffreddore e passava incessantemente le dita e alle volte i pugni sugli occhi arrossati per placare quelle sensazioni.
[Auguri Asu!]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Outburst

Piangere era davvero sfiancante.

Spesso si era trovata nella stanchezza post-pianto, distrutta annientata dai suoi stessi occhi che, gonfi e reticenti, volevano chiudersi per riposare e dimenticare quando non era possibile farlo. Tirava su con il naso neanche avesse il raffreddore e passava incessantemente le dita e alle volte i pugni sugli occhi arrossati per placare quelle sensazioni.

Non era il pianto in sé ad abbattere tutte le sue energie, ma era proprio il momento in cui tutte le lacrime si erano esaurite e rimaneva con lo sguardo accigliato a fissare il mondo coperto da un velo scuro.

In quei momenti la miglior cura era dormire, riposare. E non era mica difficile. Il corpo si sentiva totalmente sopraffatto dall’attività e si abbandonava quasi immediatamente alla pace. Il risveglio era ancora meglio perché, come dopo aver fatto una lunga corsa, il sonno è rilassante. Per di più dopo un bel pianto ci si sentiva completamente ricaricati.

Lei lo sapeva bene, ed era esperta. Aveva pianto per tristezza, per disperazione, per gioia, per abbandono, per solitudine anche per eccesso di risate. Quello che mancava alla sua collezione ben ricca di esperienze era piangere per rabbia, perché Hinata Hyuuga non riusciva ad arrivare a quei livelli di nervosismo. Mai.

Se si arrabbiava era sempre e solo con se stessa, alle volte perché non era stata abbastanza forte, altre perché avrebbe potuto impegnarsi e altre ancora per la mancanza di coraggio nelle situazioni più critiche.

Eppure il resto del mondo non era certa privo di biasimo agli occhi della piccola Hyuuga, ma il suo animo dolce e la sua remissività congenita non le avevano mai permesso di fare una rimostranza a chi-che-sia.  Soprattutto perché Hinata si era sentita sempre dalla parte del torto. Non poteva di certo sollevarsi con persone  più grandi di lei come il padre o Neji-nii-san perché sarebbe stato irrispettoso da parte sua, neanche poteva correggere comportamenti sbagliati dei suoi compagni di squadra perché ognuno aveva la stessa autorità, né aveva il cuore di correggere i più piccoli con parole aspre, perché loro stavano imparando e tramortirli non sarebbe servito a niente.

Neanche con Naruto, con il quale ormai passava la maggior parte del giorno e della notte, si era mai arrabbiata, nonostante di argomenti per urlate sporadiche ce ne sarebbero stati. Anche lì, sentiva di non avere diritto di correggerlo su quello che faceva.  Naruto poteva essere indelicato, casinista, alle volte troppo poco noncurante delle sue azioni, testardo e anche troppo espansivo per i suoi gusti.

Espansivo con le altre.

Eh si, la piccola Hinata, così dolce, carina e accomodante era anche gelosa. Non si direbbe da una personcina in apparenza così a modo e arrendevole, ma il suo buon cuore alle volte non riusciva a eliminare tutta la malizia del mondo, perché alla fine dei conti, Hinata Hyuuga era un essere umano, di straordinaria gentilezza, ma un essere umano.

Ed era la ragazza di Naruto Uzumaki, non sembrerebbe, ma non è proprio la cosa più semplice del mondo. Perché volere per sé una furia che di mestiere sembra salvare donzelle in pericolo non è proprio rilassante. Non si sa perché, ma ogni volta Naruto doveva abbracciare, prendere per mano, sorridere con il suo bellissimo sorriso ad una marea di principesse, sacerdotesse, kunoichi o figlie di Daimyo che si erano andate a cacciare nei guai proprio nella giurisdizione del Paese del Fuoco.

-Oh Grazie Naruto- da una, -Ti ringrazio infinitamente- dall’altra con un tale corredo di moine e sorrisi che davvero verrebbe da…

Da niente, non era nel suo carattere arrabbiarsi.

Ma in quello di qualcun altro si.

-Verrebbe da  spezzargli l’osso del collo-

-No Sakura, da rompergli il naso- la corresse Ino.

-Ma come può trattarti così?-

-Ma come può essere così stupido!- Le tre konohaniane si  girano verso Temari  che non aveva aperto bocca da quando era arrivata. Non era abituata alle loro ciarle, diciamo femminili, e allora era rimasta diligentemente in ascolto fino a quando  aveva notato che alle rimostranze fatte all’Eroe di quel villaggio mancava quella fondamentale.

-Naruto Uzumaki è un idiota- continuò guardandola dritto negli occhi –Devi fartene una ragione-

Tutti sapevano che la gentilezza e gli eufemismi  non erano pane per i suoi denti ed anzi la schiettezza era la sua qualità più apprezzata, ma alle volte poteva essere un po’ troppo brusca. –Senti, Hinata. Te lo dice una che sta con il supposto genio di questo villaggio. Gli.uomini.sono.TUTTI.stupidi-

Affermazione vera come il mondo ed eterna come il cielo. Sia Ino che Sakura annuirono approvandola su tutta la linea.

-Il tuo problema è che, non solo Naruto è stupido in quanto uomo, ma è anche idiota in quanto se stesso-

-Ma-ma veramente…-cercò di ribattere, ma fu interrotta dal monologo che Temari stava perpetrando ai danni dell’Uzumaki.

-In più è un cascamorto da far schifo, tutti gli insegnamenti del suo maestro non si sono limitati al ninjutsu, te lo dico io. E se non fosse perché è un sempliciotto…-

Hinata si era alzata di scatto e aveva sbattuto le mani sul tavolo, con il viso rosso, ma non di vergogna: -Non ti permetto di parlare così di Naruto-kun! Forse è quello che puoi vedere te, ma ti assicuro che lui non è affatto così!-

Aveva alzato la voce contro un’altra persona, più grande di lei, di grado superiore al suo , tra l’altro straniera e non si sentiva per niente in colpa. Non era di certo una cosa normale.

Ma normale non era neanche il sorriso soddisfatto dipinto sul viso della kunoichi di Suna.

-C-Che c’è?- sbottò Hinata cercando di mantenersi sprezzante, dopotutto aveva insultato il suo ragazzo in tutti i modi possibili.

-E’ questo che deve tirar fuori Hinata. Un po’ di sana e naturale rabbia- sottolineò  l’ultima parola con un gesto della mano.

-Cosa?- aveva messo tutta quella farsa, solo per farla urlare?

-Se tu continui a fare la pastorella buona e gentile, lui penserà che nulla ti possa dare fastidio. Quando dicevo che gli uomini sono stupidi, non mentivo, anzi sono cretini. Non sono cattivi o lo fanno a posta, ma se non gli indirizzi, loro fanno i cavoli loro senza un sol pensiero nella testa. Prendi me: per Shikamaru  il ritardo è qualcosa di assolutamente insignificante, cosa può mai cambiare tra un’ora o un’altra quando la vita e lunga? Beh per me non è così. L’ora stabilita è sacra e l’attesa insopportabile. Se non avessimo più volte litigato su questo punto, ora lui non verrebbe a prendermi per andare a mangiare alle otto come ci eravamo messi d’accordo-

Potrebbe sembrare un po’ strano, ma pochi minuti dopo, Shikamaru veramente si venne a riprendere la sua donna, con l’espressione svogliata di sempre, lamentandosi delle seccature precisine, ma pur sempre in orario.

-Hinata, però ha ragione- insistette Ino dopo averli salutati entrambi –Non puoi star male per qualcosa che  lui ti fa e lui non sa neanche di farti-

-Lo credo anch’io. Naruto può sembrare stupido, ma tu sai meglio di me quanto ti voglia bene e non penso che sarebbe contento di sapere che tu ci soffri.  Non dico di arrabbiarti e urlare perché non è nelle tue corde come farebbe Temari…o anche noi, ma…farglielo notare sarebbe utile-

 

Sarebbe utile…nessuno aveva detto che sarebbe stato facile.

Perché poi andare a scatenare un terremoto nella loro vita pacifica? Dai, non ce ne sarebbe stato alcun motivo, dopotutto erano felici, no?

Giusto, non c’era alcun motivo di fare una scenata per nulla.

Stava ancora piangendo, questa volta per le cipolle troppo forti che stava tagliando per il ramen di quella sera. Naruto le aveva promesso che avrebbero passato la serata in casa, visto che, dopo la missione, sarebbe arrivato distrutto. Le aveva dato qualche giorno primo la chiave dell’appartamento e lei, prima di cucinare, aveva ritenuto giusto disinfettare ogni superficie e buttare via la collezione di cartocci del latte e scatole vuote di ramen istantaneo. Sperava che non se la sarebbe presa per un affronto tale.

Come Hinata non aveva mai alzato la voce con lui, neanche Naruto aveva  mai provato un qualsiasi malanimo nei confronti della sua ragazza. Agli occhi del mondo sembravano davvero la coppia perfetta, soprattutto se si stavano ad ascoltare gli strilli che a volte uscivano da casa Nara, sia di Yoshino sia della futura nuora.

Maledette cipolle!

Non poteva toccarsi gli occhi per non peggiorare le cose, ma aveva un’enorme smania di potersi strofinare per bene e far passare quel fastidioso pizzicore. Una volta finito, andò a lavarsi le mani e il riflesso dello specchio le fece vedere una ragazza profondamente turbata da un ortaggio, ridicolo!

E ora le si chiudevano pure gli occhi!

Cavolo, doveva cucinare.

Guardò l’orologio: non era poi così ritardo poteva riposarsi per qualche minuto, solo qualche minuto. Si diresse verso al letto che sapeva di pulito e si accorse che per la prima volta in vita sua che se la stava prendendo comoda. Aveva sempre ubbidito all’istante e non aveva mai rimandato nulla in tutta la sua carriera di kunoichi, di figlia e di amica. Forse per una volta non sarebbe caduto il mondo. Per dieci minuti poi.

Fu svegliata da una lieve carezza sulla guancia e dal pesante odore di fango e sudore.  L’unica cosa che vide furono i talloni di Naruto che sparivano dietro alla porta del bagno. Ma che ore erano?

Tardi!

E lei doveva ancora fare tutto! Si alzò di scatto a cominciò a ronzare come una forsennata intorno al tavolo e a i fornelli, pentendosi e maledicendosi ogni singolo istante per la sua pigrizia. Dalla vasca l’Eroe di Konoha poteva solo sentire un grande clangore di pentole e passettini veloci che ripercorrevano poco più di un metro decine di volte: sorrise sotto l’acqua provocando la fuoriuscita di tante bollicine.

Certo che la sua Hinata sapeva essere parecchio buffa.

 

-Buooono- Naruto si batté con soddisfazione la pancia ora piena di ottimo ramen cucinato dalle manine dolci della sua cara Hinata che ora, diligentemente, stava preparando il tè per entrambi.

Ogni volta si comportava come se fosse la sua dolce mogliettina e Naruto non riusciva proprio a non approfittarne : si portava persino il grembiule da casa.

-Com’è andata la giornata?-  chiese mentre cominciava a lavare le ciotole.

Ohh che mogliettina perfetta!

-Ho riaccompagnato la moglie del ciambellano fin nelle sue stanze. Ha insistito!-  si passò una mano nei capelli –Dovevi vedere i rotoli che aveva appesi! Te lo dico io, i fondali erano fatti d’oro. Mi ha fatto vedere anche la vista del suo giardino-

-Pensavo che avessero rapito il Ciambellano, non sua moglie- un’altra donna!

-Nono, era Munewara-sama-

-Questo me l’avevi detto, non avevo capito che fosse la moglie-

-Ah no?- Era davvero bello osservarla lavare, si sentivano solo gli “splash” provocati dalle stoviglie e dalla spugna. I lunghi capelli blu notte riflettevano la luce diventando ancora  più brillanti. Lui li sapeva morbidi e profumati. Gli venne una voglia incontrollabile di affondarvici il naso per far combaciare il ricordo alla realtà. L ’abbracciò da dietro abbassandosi verso il collo.

Ma c’era un problema.

Hinata era rigida, ferma, fredda, rinchiusa in un silenzio così assoluto che sembrava che non respirasse nemmeno.

Il mostro distruttore della gelosia stava acquisendo sempre più forza nel cuore e nell’animo della ragazza la cui mente cominciò a creare forti scene tra il suo Naruto e quella donna probabilmente repressa, di mezza età, che si approfittava della sua ingenuità e del suo buon cuore per appagare i sensi che il marito, votato al lavoro, non sapeva soddisfare.

-Hina-chan?- chiese dubbioso.

Ma Hina-chan era stata rimpiazzata da tutt’alto essere vivente. Sciolse l’abbraccio e lo fissò negli occhi furente: -Basta! Basta! Basta! Basta con queste donne, ragazze…tutte! Tutte queste che ti girano intorno come se non avessi la ragazza. Sono io e basta, ok? Tu devi smetterla di….di…Basta insomma!-

Naruto rimase fermo interdetto mentre lei se ne andava chiudendosi la porta dell’appartamento alle spalle.

Sinceramente, non aveva capito nulla di quello che le aveva detto e l’espressione basita era tutta per quella reazione che non si sarebbe mai aspettato.

Hinata lo trovo lì, nella posizione in cui l’aveva lasciato. Non c’erano voluti più di due secondi per farla vergognare delle parole che gli aveva tartagliato addosso senza alcun senso. Che reazione stupida!

-Scusa- bisbigliò, gettandosi tra le sue braccia –Scusa, scusa, scusa-

Le accarezzò piano la testa dubbioso: che doveva dirle? Ti perdono? Di che cosa?

-Ehm…- tentò.

-Scusa- ripeté Hinata –E’ che sono gelosa delle altre.-

Un’enorme senso di soddisfazione pervase il cervello di Naruto che ancora non aveva collegato parole ad azioni, ma cominciava ad elaborare. Checché ne dicesse la gente, Naruto Uzumaki non era stupido, forse un po’ lento davanti situazioni ovvie, parecchio testardo, ma non un idiota. Quello che non riusciva a capire è come Hinata potesse mai essere gelosa, come potesse solo pensare che non ci fosse solo lei nei suoi pensieri.

-Che stupida che sei- Ok, alle volte, quando gli era richiesto di fare attenzione con le parole si mostrava un po’ cretino.

Lei in tutta risposta, tirò su con il naso  e ne convenne.

Le alzò il viso per far si che potessero guardarsi negli occhi. –Non dire così-

-Mi sono comportata da stupida. Lo so che devi farlo per forza, ma alle volte vorrei che stessi lontano da loro- ammise vergognosa cercando di non perdersi nella purezza degli occhi di lui. Poteva benissimo leggere nel suo sguardo che non solo non aveva capito nulla della sue preoccupazione, ma che l’idea di un’altra non era neanche lontanamente contemplata. Alla fine aveva fatto tutto da sola.

-Sono una stupida, davvero. E meno male che ho te per non peggiorare- sorrise.

-Sai che di solito dicono il contrario?- Le circondò con le braccia la vita prima di abbassare le labbra verso le sue.

-Solo…- era a pochi centimetri –Potresti tenerle a distanza?-

-Ma chi?-

-Le altre- su questo voleva essere ferma.

-Perché? esistono?-

Era così bella e dolce, così candida, ma i suoi occhi testimoniavano la fermezza e l’importanza in quelle richiesta. Probabilmente le era costata molto.

-Se lo vuoi così tanto-

La risposta la trovò nuovamente nel suo sguardo. Lei vi scorse invece un desiderio più scuro e profondo, lo stesso che attanagliava lei. Alzò le punte di piedi per baciarlo, mentre le sue  mani le circondavano il viso.

 

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Salve salve!!
Prima cosa e più importante:  BUONI 18 ANNI ASU!!!!<3<3<3
Eh si questa naruhina è dedicata  tutta a te!
Mi scuso per il fatto che sia estremamente datata infatti chi segue le scan noterà che ci sono cose che ormai non esistono più  e spero mi perdonerete se ho voluto lasciare il tutto avvolto nel passatoXD Infatti solo ora sono cosciente del cambiamento tra l'idea di Hinata che avevo all'inizio della guerra e quella che ho ora, infatti ora sarebbe tutto da rifare.
Mi sono divertita a giocare con la rabbia di Hinata che è qualcosa di strano, ma non esistente. La cosa importante era far vedere l'anima tradizionale della remissività  giapponese a confronto con una nuova coscienza che si è svegliata in questa ragazza grazie alla sua particolare attenzione per Naruto.
Sarei felice di discuterne con tutti voi!
Alla prossima!

   
 
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