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Autore: Stateira    16/12/2007    19 recensioni
La pioggia batteva sempre più forte sui vetri spessi della finestra, e io gli chiesi di dormire nel mio letto.
A L/Light tribute.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ironico, vero

Gli chiesi di dormire con me.

 

La pioggia batteva sempre più forte sui vetri spessi della finestra, e io gli chiesi di dormire nel mio letto.

 

Non ho mai avuto paura dei temporali, nemmeno da bambino, e non fu per paura che gli chiesi di restare lì con me.

 

Lo chiamai persino Elle. Non Ryuzaki, Elle. Non fu per motivo preciso, è che Elle mi è sempre sembrato il suo nome più vero.

 

Lui si raggomitolò su se stesso in un modo assurdo, piegando le ginocchia quasi fino al mento. Potevo vedere i suoi occhi che mi osservavano dietro a tutti quei ciuffi disordinati di capelli neri, attenti, ma in qualche modo più umani del solito, quasi come se una sovrumana stanchezza lo avesse conquistato, imponendogli di abbassare un po’ la guardia.

Era leggibile, a tal punto che per un momento pensai di poter scorgere il suo nome galleggiare dentro al suo sguardo.

 

Entrambi eravamo leggibili.

 

Io dovevo apparire spaventato, anche se non lo ero; e debole, ed esausto, e forse tentato di arrendermi. Arrivai a chiedermi che cosa sarebbe accaduto, se in quel momento io mi fossi avvicinato un po’ di più a lui, e gli avessi sussurrato nell’orecchio che sì, sono proprio io, sono proprio io Kira. E poi basta, stare lì a guardare come avrebbe reagito, che cosa avrebbe detto, se ancora una volta sarebbe riuscito a spiazzarmi. In un certo senso mi sarei aspettato una risposta degna di lui, qualcosa tipo “E allora ti arresterò. Ma lo farò domattina.”

Ci avrei sperato, perché passare la notte a dormire assieme a lui mi sarebbe apparso come confortante, poco importava quale potesse essere la minaccia che incombeva su di me il giorno dopo.

 

Niente di tutto ciò, ad ogni modo, io non dissi nulla e lui non disse nulla. Ci limitammo, e limitarsi è davvero una parola grossa, a guardarci negli occhi finchè non ci si chiusero da soli. Allora lasciammo perdere e continuammo per un po’ a sbattere le palpebre ognuno per contro proprio. Lo sentii borbottare un tenue “buonanotte”, e mi venne da sorridere.

 

Mi raggomitolai un po’ anch’io, come non facevo da tanto tempo, tentando di guadagnare con lui il maggior contatto possibile. Chiusi gli occhi circondato da una sensazione infantile di tepore, qualcosa che a tutt’ora non sarei in grado di descrivere se non banalmente come bello.

Bello, sì. In fin dei conti è la parola più giusta.

 

Fuori continuava a piovere e piovere, ma io stavo bene, mi sentivo avvolto dal respiro enigmatico di Elle, scaldato dal tepore soffuso che lui emanava da sotto i suoi indumenti sformati e leggeri. Mi nascosi fra la sua spalla e il suo collo, lui mi appoggiò il mento sulla fronte, e ci addormentammo così. Come bambini, come amanti.

 

Non ricordo di aver mai dormito tanto bene in vita mia, protetto e scaldato, al riparo da tutta quella pioggia là fuori, lontano e irraggiungibile dai fulmini, indifferente ai tuoni.

 

Ironico, vero?

 

Con lui mi sentivo al sicuro.

 

 

 

 

 

ANGOLINO!

 

Cinquecento parole tonde di omaggio ad una delle cose più belle dell’universo manga degli ultimi anni. Una relazione nel vero senso della parola.

 

Il mio grazie a tutti quelli che si sono fermati a leggere questa flashfic, e che mi hanno dedicato un minuto del loro tempo per una recensione!

  
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