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Autore: Firelight_    31/05/2013    7 recensioni
"La verità è che, ormai da un po’ di tempo, Zayn lo fa sentire strano".
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(slash Zayn/Niall, accenni Louis/Harry; jealous!Niall).
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Writer's corner:
 

... omg, ma che cosa mi sta succedendo? Ho pochissimo tempo, perché in realtà dovrei essere a studiare da ore - dato che sono piena di compiti e interrogazioni - e invece ho impiegato metà del mio pomeriggio a scrivere. Il fatto è che, cercate di capirmi, ho visto questa gif: http://25.media.tumblr.com/de3f563f2f66e28ca18d14d851cceece/tumblr_mj2zhgbZdr1s7ol81o1_500.gif e ho subito pensato a Zayn e Niall, quindi non ce l'ho fatta e ci ho scritto su questa cosa. Di recente sto imparando a scrivere di getto, senza pensarci, spero solo che i risultati non siano troppo pessimi! In questa storia abbiamo un Niall geloso e un Zayn iperprotettivo (non riuscivo a resistere), tanto fluff e... well, non è nulla di che, ed è anche molto breve. Ma insomma, dato che è a causa di questa storia che ho lasciato i libri ad ammuffire sul tavolo per ore, non potevo non pubblicarla. XD Spero tanto che vi piaccia e che mi lascerete una recensione, love ya all!

Jun










 


Kiss me.

 
 
 
 

Niall è arrabbiato: si sta ingozzando di patatine al formaggio ormai da ore, è rannicchiato in un angolo del letto della camera d’albergo e non ha voglia di far nulla. Ha rubato il portatile di Zayn dalla sua borsa – sa che il più grande lo sgriderà per questo, ma non gliene importa niente – e sta digitando furiosamente sulla tastiera, senza neppure vedere cosa compaia sullo schermo luminoso.
Liam gli ha inviato una decina di messaggi sul cellulare e, non appena legge distrattamente l’ennesimo “Where R U?!?!?” borbotta un’imprecazione e cancella l’sms senza neppure accennare a rispondere, masticando a bocca aperta. Ha messo su una vecchia canzone di Micheal Bublé e la canticchia sbagliando tutte le note, ma continua comunque a sentirsi i nervi tesi fino al punto di rottura.
“Che cosa c’è di sbagliato in me?” ringhia a se stesso, lasciandosi cadere sul materasso del letto matrimoniale e socchiudendo le palpebre con un sospiro.
Gli fa male la schiena per le ore interminabili che hanno trascorso all’interno del tour bus e, quasi inconsapevolmente, ammette con se stesso che – in un’altra occasione – avrebbe passato la giornata fuori insieme agli altri, ma adesso non è dell’umore adatto. Non sa di chi sia la colpa. O forse sì, forse lo sa fin troppo bene.
Si rigira nervosamente fra le lenzuola, i capelli biondi scompigliati e un broncio infantile sul viso: quel mattino, Harry e Louis hanno litigato. Nulla di grave, una delle loro solite scaramucce che poi si concludono con notti insonni da parte dei compagni di band per tutto il casino che proviene dalla loro stanza. E, come ogni volta, quel bastardo di Louis ce l’ha messa tutta per far ingelosire il suo ragazzo – trovando un pericoloso alleato in Zayn Malik che, come sempre, lo spalleggia persino nelle sue idee più folli. Niall odia la complicità che si è creata fra quei due; ricorda ancora quando li ha trovati chiusi a casa Stylinson a fumare erba di cattiva qualità sul divano costoso, seminudi, gli occhi arrossati e fissi sul soffitto.
Harry non se n’è mai preoccupato granché; non perché non sia geloso del suo fidanzato – anzi, tutt’altro – ma sa che fra quei due non potrebbe mai accadere nulla, perché in fondo è come se fossero fratelli. Fratelli che si baciano sulla bocca quando sono ubriachi, pensa Niall con un moto di stizza, il fastidio che gli martella con insistenza contro le tempie. La verità è che, ormai da un po’ di tempo, Zayn lo fa sentire strano: è sempre stato molto protettivo nei suoi confronti, ma adesso quando gli domanda se non abbia bevuto troppo al pub, o quando lo passa a prendere in auto all’uscita dei locali perché non vuole che vada in giro da solo, Niall arrossisce. Tenta di nascondere l’imbarazzo dietro a una risata rumorosa, Zayn gli pizzica giocosamente un fianco e poi cambia discorso, con un sorriso divertito a curvargli le labbra.
Ma, in quest’istante, pensare a quell’espressione così irritante – e così sexy – lo fa solamente infuriare ancor di più, perché non riesce a cancellare dalla propria mente l’immagine di Zayn che circonda le spalle di Louis con un braccio e se lo stringe addosso fin troppo stretto. I suoi pensieri si concentrano sulla lingua del moro che gli scivola sulle labbra lucide mentre ride, sulle ciglia scurissime che racchiudono i suoi sguardi maliziosi, sulla vena sporgente del collo e sulle gambe fasciate dai jeans, e Niall sta già giocherellando col bottone dei propri pantaloni, emettendo un mugugno sconfitto.
Sta per slacciarlo quando, facendolo sobbalzare spaventato, qualcuno bussa tre volte alla porta, frettoloso. Lui si alza immediatamente in piedi, raddrizzandosi gli abiti e lisciandosi la maglia sul cuore che batte veloce, mentre inciampa maldestro fino ad abbassare la maniglia. Esattamente come si era aspettato, si trova davanti Zayn Malik, i capelli bagnati dalla pioggia, la camicia stropicciata e una sigaretta dietro l’orecchio, tutta accartocciata.
“Sapevo che ti avrei trovato qui” sbuffa Zayn, incrociando le braccia sul petto e scostandolo per poter varcare la soglia, Niall che rabbrividisce al contatto e spera che l’altro non se ne accorga. “Anche se avevi detto che saresti andato da Josh”.
“Non era in casa” mente lui, evitando di guardarlo negli occhi e mordicchiandosi le labbra mentre scruta il pavimento.
“Bugiardo” soffia Malik, sfilandosi la giacca e abbandonandola sulla sedia “Gli ho telefonato per sapere se fossi già arrivato, dato che avevi dimenticato di avvisarmi, e mi ha detto che non l’avevi neppure chiamato per dirglielo. Insolito, no?”
Niall si sente le guance andare a fuoco, eppure ha ancora il coraggio di replicare: “Ho cambiato idea”, talmente piano che Zayn fa fatica a udirlo “E, comunque sia, non sono obbligato a renderti conto di nulla, devi smetterla di cercare di controllare la mia vita”.
“Vuoi allontanarmi, Nì?”
Commette l’errore di sollevare lo sguardo su di lui e, non appena incrocia quegli occhi senza fondo che gli fanno ardere la pelle, sa di avere già perso.
“No” concede, affondando le mani nelle tasche, a disagio “Ma non capisco perché ti comporti in questo modo con me. Anche gli altri ragazzi l’hanno notato, è come se… è come se volessi proteggermi”.
A quel punto, Zayn schiude le labbra in un’espressione incredula, passandosi le dita fra i capelli, in evidente agitazione.
“Non pensavo che ti infastidisse” ammette poi, quasi deluso “Sai che tengo molto a te. Forse persino troppo”.
Niall non ha neppure il tempo di riflettere su quelle parole – di riflettere su cosa il ragazzo voglia veramente dire – perché la frustrazione degli ultimi mesi gli è piombata addosso senza alcun preavviso, schiacciandolo sotto un peso immane.
“Davvero?” sbotta, senza pensarci “Ci tieni tanto che preferisci passare le tue giornate incollato a Louis come se foste in simbiosi, a farti toccare ovunque, giusto?”
Non ha idea del perché l’abbia detto – ora è piuttosto palese quanto sia geloso di lui e, francamente, spera solo che Zayn non ne tragga le conclusioni più logiche – e si scrolla di dosso il moro che, confuso, cerca di fermare il suo gesticolare concitato.
“Niall, per favore…”
“No, Zayn!” strilla, la sua voce che sale di diverse ottave e – imbarazzante – gli occhi che gli si riempiono di lacrime mentre gli volta le spalle “Non voglio ascoltarti”.
Attraversa la stanza a grandi passi, dimenticandosi di prendere il cellulare, il giubbotto e anche le chiavi della macchina, poi esce fuori in corridoio e comincia a correre giù per le scale.
Fuori piove. Zayn non ha mosso un passo per seguirlo.
 
 
 
 

Niall si sente un idiota: non solo si è comportato come un bambino, non solo è uscito sotto il temporale senza ombrello e senza impermeabile, buscandosi un raffreddore, non solo non ha smesso di piangere per ore… ma, oltretutto, non ha neanche portato con sé le chiavi della stanza d’albergo. Adesso è in piedi di fronte alla porta chiusa da più di mezz’ora, continuando a domandarsi se non sia il caso di bussare – nonostante siano le quattro del mattino – e chiedere a Zayn di aprirgli, per poi rannicchiarsi sotto le coperte e cercare di non pensare più a niente.
Attende ancora per diversi minuti, poi si strofina il naso intirizzito, pensando a quanto abbia freddo e a quanto gli piacerebbe ricevere uno di quegli abbracci caldi che Zayn gli dà non appena sveglio. Alla fine, arreso, picchia forte alla porta con le nocche, aspettandosi  quasi che l’altro si rifiuti di farlo entrare.
Zayn spalanca la porta di scatto, il viso contratto dall’ansia, e non appena lo vede la sua espressione si fa immediatamente più distesa – e, subito dopo, furiosa.
“Avevo dimenticato le chiavi” pigola Niall, gli occhi bassi “E la giacca. E tutto il resto”.
“Entra” sibila Zayn, respirando a fondo come per calmarsi “Adesso”.
Niall obbedisce; ora che ci pensa, a volte preferirebbe che l’amico fosse un po’ meno iperprotettivo con lui, soprattutto in momenti come questo.
“Volevi spaventarmi a morte, vero?” gli grida dietro Zayn, mentre lui scalcia via le scarpe, dandogli ancora le spalle “Sei scomparso nel cuore della notte, io ero terrorizzato e non ti sei neppure degnato di farmi sapere se stessi bene”.
“Avevamo litigato” gli ricorda Niall, corrucciato “Non potevo semplicemente farti una telefonata da una cabina pubblica e informarti che non mi ero gettato nel Tamigi”.
“Non dire certe stronzate, Nì” gli ingiunge lui, stringendo le mani attorno ai suoi fianchi stretti e costringendolo a voltarsi, senza riuscire a mantenere la propria facciata di fronte a quelle gote arrossate che spiccano sul viso pallido. “Sei completamente inzuppato”.
“Lo so” sospira, stropicciandosi gli occhi, la maglietta che gli si è incollata al petto.
“Ho guardato la cronologia del mio laptop” Niall sussulta, avvampa ancor di più e balbetta qualcosa di inintelligibile, pregando mentalmente che Zayn non dica altro. “Il mio nome era ovunque. E hai persino cercato su Google se per caso io e Louis non avessimo una relazione segreta”.
“Pensavo che i siti di gossip potessero saperne più di me” farfuglia lui, senza sapere che altro dire.
Il moro ridacchia sottovoce, piega il capo su una spalla e: “Niall…?”
“Ti prego, Zayn, non dirlo”.
Non potrebbe per nessuna ragione tollerare che l’altro gli domandi se abbia una cotta per lui, perché sa anche che non avrebbe il coraggio di rispondere di sì.
“Sei sicuro di non volerlo sapere?” sogghigna nuovamente Zayn, i loro corpi sempre più vicini mentre Niall trema leggermente – e, ne è certo, stavolta non è a causa del freddo.
“Oh, dannazione!” alza gli occhi al cielo, lo spintona leggermente e: “Cos’è che vuoi dirmi?”
“Hai voglia di baciarmi?”
D’improvviso, sembra che il sangue abbia preso a scorrere troppo velocemente nelle vene di Niall, facendogli girare la testa, come se le gambe cedessero e fosse sul punto di perdere l’equilibrio. Vorrebbe chiedere a Zayn perché gli abbia appena fatto quella domanda, che cosa significhi per lui, vorrebbe dirgli di no perché ha paura, ma riesce solo ad annuire lentamente, il fiato corto per l’emozione.
Allora il più grande si sporge appena verso di lui e, accarezzandogli dolcemente il collo liscio con i polpastrelli, sfiora le sue labbra con le proprie in un tocco lieve e impercettibile, facendogli percepire il proprio respiro agli angoli della bocca. Zayn lo bacia piano, sfiorandolo a stento con tenerezza rispettosa, arricciandosi i ciuffi dorati attorno alle dita e sospirando in quel morbido scontrarsi di labbra: è Niall, tanto impaziente quanto incredulo, ad approfondire il bacio, le mani gelide aggrappate alla sua schiena sotto la stoffa della camicia. Cerca la sua lingua come se anelasse a un’ancora di salvezza, la allaccia alla propria in un contatto umido che lo fa gemere, mentre attira Zayn più vicino e giura a se stesso che quello è davvero il bacio migliore di tutta la sua vita.
Il moro si scosta da lui poco dopo, gli occhi che brillano mentre gli sorride; Niall arriccia le labbra, e: “Credo di aver preso una brutta influenza” confessa “E credo anche di avertela appena contagiata”.
“Dovremmo farlo più spesso” constata Zayn, tirando fra le dita i lembi bagnati della sua maglietta.
“Cosa, litigare?” ironizza il biondo, tracciando cerchi invisibili sul dorso della sua mano.
“No” abbozza una risata, socchiudendo gli occhi liquidi “Baciarci”.
E, prima che Niall possa ribattere, lo bacia un’altra volta – stavolta a stampo, solamente per un secondo, che tuttavia è sufficiente per cospargere la sua pelle di centinaia di brividi.
“Adesso, penso che sia meglio che tu ti tolga i vestiti” al vedere l’aria profondamente sconcertata dell’altro, Zayn arrossisce e indietreggia “Insomma, intendo dire che… sono bagnati dalla pioggia, e per stasera hai già preso abbastanza freddo”.
Il più piccolo ride appena del suo imbarazzo e gli strizza l’occhio, ancora scombussolato per quel che è accaduto fra loro.
“Non pensavo che fossi tanto intraprendente, Malik” lo stuzzica, ilare. L’altro solleva un sopracciglio, sarcastico, e per un attimo Niall teme di aver detto qualcosa di sbagliato – ma poi Zayn ride a propria volta e scuote il capo, esasperato.
“Mettiti a letto, io cerco un’aspirina” gli raccomanda, dandogli uno svelto bacio sulla fronte, per poi cominciare a frugare nell’astuccio delle medicine in fondo alla valigia.
Niall si spoglia frettolosamente e indossa il pigiama sbrindellato – nota che di tanto in tanto Zayn gli lancia un paio di occhiate furtive, credendo di non esser visto, e non sa se esserne più lusingato o imbarazzato.
“Prendi questa” gli dice poi, porgendogli un flacone di medicinali; lui ingoia una compressa e infine si lascia cadere sui cuscini, tirandosi le coperte fin sotto il mento e lamentandosi petulante del fatto che le lenzuola siano troppo fredde.
Zayn si toglie la camicia – bastardo, sa quanto questo gli faccia effetto – e si intrufola nel letto accanto a lui, circondandolo con un abbraccio e affondando il viso nei suoi capelli, inspirando il suo profumo. Pioggia londinese e patatine al formaggio, pensa fra sé e sé, divertito.
Niall chiude gli occhi e si stringe di più contro di lui, le dita che strofinano contro il suo ventre nudo e lo fanno fremere, poi solleva il viso e lo guarda dritto negli occhi, i neon che si riflettono sulle sue iridi argentee.
“Non baciare mai più Louis, okay?” biascica, la voce impastata che dimostra quanto la medicina e il sonno abbiano già fatto presa su di lui. “Non mi piace vederti con lui. Non mi piace vederti con nessun’altro”.
“Sta’ tranquillo, Nì” bisbiglia Zayn contro il suo orecchio, intrecciando le loro gambe “Sei l’unico che ha il diritto di baciarmi”.
Lui sorride e fa un cenno soddisfatto, per poi premere le loro labbra insieme ancora una volta, come a rimarcare quanto hanno appena detto.
“Sei possessivo” lo accusa scherzosamente il moro “E terribilmente geloso”.
“E tu fin troppo protettivo” gli rinfaccia Niall, mordicchiandogli un labbro e facendolo sospirare nella sua bocca “Comunque sia, anch’io ho controllato la cronologia del tuo computer. Non credi che digitare Niall Horan naked sulla barra di ricerca possa risultare compromettente, Malik?”
Zayn gli serra i fianchi tra le mani grandi e: “Sta’ zitto” mormora, un attimo prima di passargli la lingua sul naso freddo e, soffocando le sue risatine vittoriose, baciarlo un’altra volta.

   
 
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