Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Brooklyn_Rogers    31/05/2013    2 recensioni
Conosciamo tutti gli avvenimenti che coinvolsero il maggiordomo-demone Sebastian e Ciel Phantomhive nell’epoca Vittoriana. Ma se una storia simile fosse ambientata al giorno d’oggi, cosa succederebbe? La storia parla di Nanette e del suo maggiordomo (la storia segue la vita di Nanette fin da quando ha otto anni).
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3-Il professore
 
Edward Hill… il primo Edward Hill. L’unico…
Non riuscì a mettere a fuoco nulla al di fuori del volto dell’uomo.
È… invecchiato. Chissà quanti anni ha? Dovrebbe averne più o meno trenta.
Il professore si sedette e prese il registro.
-Allora…- cominciò chiamando un paio di nomi –Nanette Thames?
Lei sobbalzò. Aveva inizialmente sperato che si ricordasse di lei, ma evidentemente non era così.
-Presente.- mormorò alzandosi e sedendosi bruscamente.
Già, come può fare a ricordarsi di me? Ero solo una bambina, ora ho sedici anni, sono cambiata molto… anche nell’anima.
-Volete farmi qualche domanda?
È ancora così gentile.
-Lei desiderava diventare un’insegnante di liceo?
-No, in effetti io ho sempre desiderato lavorare con i bambini, ma sono qui.
È ancora così trasparente.
-Non ha mai provato a insegnare alle elementari?
-Quando avevo diciannove anni volevo fare un tirocinio in un orfanotrofio, ma mi hanno rifiutato.- sorrise di più. Edward-maggiordomo non aveva mai sorriso in quel modo.
È ancora così bello.
-Posso andare in bagno?- chiese Nanette all’uomo uscendo di corsa dopo la sua risposta affermativa.
Il bagno era per fortuna deserto e la fronte aveva ricominciato a bruciarle. Aprì in fretta il lavandino e si gettò l’acqua gelida sul viso.
-Edward, sono qui.- mormorò e dopo pochi secondi sentì bussare alla porta.
-Bocchan, posso?- lei biascicò qualcosa simile a un sì.
Il maggiordomo aprì la porta e si avvicinò a Nan.
-Edward, portami a casa.- proprio in quel momento la campanella suonò. Quanto tempo era rimasta chiusa in bagno?
-Yes, my Lady.- la aiutò a mettersi in piedi e lei appoggiandosi al suo braccio uscì lentamente. Nel corridoio incrociarono l’ultima persona che Nanette voleva vedere.
-Nanette Thames, no? Dov’eri finita? Cominciavamo a preoccuparci. Stai bene?- lei scosse la testa.
-Non molto. Mi scusi per averla fatta preoccupare, ma sto andando a casa.- continuando a sorridere, guardò Edward.
-E lui chi è?
-Il mio maggiordomo.- per un attimo, Nanette vide una scintilla di disapprovazione negli occhi dell’uomo, ma fu così veloce che le sembrò di averlo solo immaginato.
-Allora, a domani.- si allontanò senza aspettare risposta. Edward strinse gli occhi e guardò l’uomo in modo cagnesco.
-Edward, tutto bene?- lui annuì con sguardo assente.
-Cosa volete da mangiare stasera, Bocchan?
-Qualunque cosa, Edward. Basta che non siano gamberi. Ho sempre odiato i gamberi.- confessò lei. Non sopportava quel viscido corpicino da sgusciare e poi si era sempre chiesta perché i gamberi camminassero all’indietro.
-Perché i gamberi camminano all’indietro, Edward?
-In realtà i gamberi camminano all’indietro solo in situazioni di pericolo, Bocchan.- spiegò il maggiordomo.
-Ah.- mormorò Nanette.
-Potrei cucinare un dolce. Come lo preferite?
-Al cioccolato. Ho bisogno di zuccheri.- Nan stava per svenire.
-Oh, siete un disastro.- disse Edward prendendola in braccio come una principessa.
-Edward…- bofonchiò senza forze.
-Come avete fatto a ridurvi così?- domandò il demone mentre si lanciava in una forsennata corsa sui tetti di Londra.
-Edward, ho cambiato idea. Portami da Madame Scott.- lui girò bruscamente a destra e si fermò solo una volta arrivato al cimitero, di fronte alla tomba della donna, continuando a stringere il fragile corpo della sua Bocchan fra le braccia.
-Oh, siete venuti a trovare questa donna!- entrambi volsero subito lo sguardo alla persona che aveva pronunciato quelle parole.
Era un uomo strambo che affondava nei suoi vestiti enormi. Gli occhi erano coperti da due ciuffi argentei che si aprivano sotto il cappello nero.
-Mi ricordate tanto un maggiordomo e il suo padrone che conoscevo molto tempo fa.- disse –Però quel conte aveva una benda sull’occhio destro.
Edward strabuzzò gli occhi.
-Non disturbate Bocchan, grazie.- poi corse via senza salutare.
-Edward, ma che ti è preso?- chiese Nanette sorpresa dal comportamento del maggiordomo.
-Quello lì non è un essere umano.
-Come lo sai?
-Perché quelli che ha citato erano Sebastian Michaelis e Ciel Phantomhive, un demone e il suo padrone vissuti nell’epoca vittoriana. E sono sicuro che anche il vostro professore si ricorda di loro. Dopotutto, hanno causato parecchi casini anche a loro.- concluse così e si avviò per preparare la cena senza ascoltare le domande celate nella mente di Nanette.

  
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