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Autore: Mon    31/05/2013    1 recensioni
Una delle cose che, invece, Laura adorava del suo lavoro, era quella di poter andare ai concerti e poterli vedere da una posizione assolutamente privilegiata. Stare al fianco del palco e vedere allo stesso tempo la band che si esibiva e il pubblico che cantava tutte le canzoni a memoria era una delle cose che la emozionava maggiormente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Gambler'
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Agosto.
Laura era seduta alla sua scrivania, il mento appoggiato sul palmo della mano, guardava fuori dalla finestra il sole che splendeva al di là dei vetri. Era una delle poche rimasta in ufficio in quella torrida estate. Stava lavorando ad un nuovo articolo per il numero di settembre della rivista, quel giorno però non riusciva a concentrarsi. Avrebbe voluto essere al sole, sulla spiaggia, con un gelato in mano a rinfrescarla, con l’idea di dormire un paio d’ore e poi andare a farsi un bagno nel mare della California. Quell’anno non poteva permetterselo; quei pochi giorni di ferie doveva tenerli per la prossima volta in cui avrebbe incontrato Nate. I due continuavano a rispettare il patto che avevano fatto quella mattina di tre mesi prima: appena uno dei due aveva un momento libero, telefonava all’altro. Era già successo cinque volte da quando avevano preso quella decisione.
La ragazza posò nuovamente gli occhi sullo schermo del suo computer, decisa a riprendere il lavoro che aveva interrotto, quando fu chiamata da Thomas, anche lui rimasto in ufficio insieme a lei, in quel lungo e caldo mese di agosto.
«Ciao Lau! Come va oggi?»
«Potrebbe andare meglio, si muore di caldo!»
«Noi oggi ce ne stiamo qua al freschino, benedetta aria condizionata!»
La ragazza rise e annuì, tornando a concentrarsi sul lavoro, mentre Thomas accendeva il suo computer. Cominciarono a lavorare, con il ragazzo al suo fianco anche Laura si focalizzò meglio su quello che stava facendo; si sentiva meno sola e meno sfortunata se lui era lì con lei in quella stanza. Cominciò a rileggere le righe che aveva scritto il giorno precedente, poi prese un documento dalla sua scrivania, lo aveva letto quella mattina, lo scorse velocemente. Le serviva un’informazione e sapeva benissimo che lì l’avrebbe trovata.
Il suo lavoro fu interrotto dal suono del suo cellulare; guardò lo schermo lampeggiare e lesse il nome di Nate. Lo prese tra le mani, si alzò velocemente dalla scrivania e andò fuori, sulla terrazza. Il sole scottava, erano quasi le undici del mattino, ma a lei non importava, voleva sentire la voce del ragazzo.
«Ciao!» rispose calorosa.
«Ciao principessa. Come stai?»
«Tutto bene, è un caldo pazzesco, ma si resiste. Sono in ufficio, almeno c’è l’aria condizionata!»
Nate rise poi disse: «Scusami se ieri sera non ho risposto alla tua chiamata...»
Laura rimase un attimo in silenzio. La sera prima, infatti, la ragazza era in casa da sola, come le succedeva spesso, seduta su uno sdraio, sulla sua terrazza, a guardare il cielo stellato con un bicchiere di vino rosso tra le mani. I suoi pensieri vagavano tra le cose più disparate e, l’infinità del blu, macchiato da quei piccoli puntini bianchi e luminosi, le aveva fatto venire in mente un concerto dei Fun., ed esattamente la canzone Stars. Le era passato per la testa quello sguardo che Nate le aveva lanciato, cantando un pezzo di quella canzone: “And it’s crazy here without you”. In un attimo di nostalgia, aveva così provato a chiamarlo. Lui non le aveva risposto. Per qualche secondo ci era rimasta male, poi si era detta che il suo era un pensiero che nemmeno la doveva sfiorare. Aveva spento il suo telefono ed era rientrata in casa, accendendo la tv. Era rimasta sveglia fino alle due di notte, a guardare stupidaggini che passavano sul suo schermo, poi era crollata, risvegliandosi il mattino successivo tutta rannicchiata sul divano.
«Non ti preoccupare...» disse, riuscendo però a risultare poco convincente. Si maledisse.
«Avevi bisogno di qualcosa?»
«No, tranquillo. Ero sola a casa, guardavo il cielo e avevo voglia di fare quattro chiacchiere con qualcuno. Avevo pensato a te, tutto qui...»
«Scusami, ma ieri sera abbiamo avuto un concerto e dopo sono successe le solite cose. Un po’ di alcol, insomma, sai anche tu come va a finire...»
Laura ebbe un’improvvisa stretta allo stomaco. Guardò il cielo azzurro imprecando in silenzio, non doveva permettere di farsi abbattere il morale da una cosa così. La promessa che si era fatta, era stata quella di non prendere troppo sul serio quel gioco che lei e Nate stavano facendo; era davvero solo un passatempo e tale doveva restare. Respirò profondamente.
«Tranquillo, nessun problema. Ci ha poi pensato la tv a farmi compagnia...»
«Ok. Allora se è tutto a posto, io vado. Ho un aereo da prendere. Ci sentiamo presto, va bene?»
«Certo...»
I due si salutarono; Laura rimase a fissare lo schermo del suo cellulare per qualche secondo, si morse un labbro e alzò nuovamente gli occhi al cielo. Strinse i pugni, provando a sfogare così la rabbia che provava, non verso Nate, lui non aveva fatto nulla. Provava rabbia verso sé stessa e per quello che le stava passando per la testa da qualche giorno.
Rientrò al fresco dell’ufficio; andò verso la sua scrivania, spostò la sedia e si sedette, appoggiando con forza il cellulare. Thomas si girò verso di lei e la guardò, alzando un sopracciglio. «Tutto bene Lau?»
«Niente va bene. Sono una stupida, ecco tutto!»
«Perché dici così?»
«Lascia stare Tom, sarebbe troppo lunga da spiegare...»
«Allora perché non me lo racconti davanti ad un buon aperitivo, quando usciamo dal lavoro?»





Mamma mia, sono imperdonabile! Sono sparita praticamente per una settimana, ma l'ispirazione è sotto i tacchi in questi giorni. Spero di essere riuscita a fare un buon lavoro, mi sono impegnata con tutta me stessa per scrivere qualcosa e non lasciarvi a bocca asciutta ancora. Spero che vi piaccia.
Grazie infinitissimissime (ho appena inventanto una nuova parola! XD) delle recensioni che mi lasicate. 
Al prossimo capitolo.
Mon.

  
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