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Autore: smoke_o    31/05/2013    0 recensioni
Cara Kalì,
ti scrivo perché non ti incontrerò mai e devo, devo dirti che ti odio e che nessuno odierà mai come io odio te.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo scrigno di Pandora

Where I end and you begin


Cara Kalì,
    ti scrivo perché non ti incontrerò mai e devo, devo dirti che ti odio e che nessuno odierà mai come io odio te.

Perché odiamo? Perché sentiamo che ci manca qualcosa o, più precisamente, che qualcuno ha o ci ha tolto quello che tanto desideriamo, e che vorremmo distruggere, a buon diritto, questo qualcuno che impedisce la nostra, pur temporanea, soddisfazione, o felicità, se credi.
Perché il mio odio nei tuoi confronti è tanto speciale? Perché anche chi può guardare negli occhi il suo assassino e detestarlo fieramente, poiché gli porta via la vita, può gioire del fatto che l’altro non se ne impadronirà, ma al massimo godrà della  sua morte.
Tu , invece, prenderai la mia vita, mi sostituirai, nascerai dalla mia morte. Nella mia fine è il tuo principio e io non posso oppormi, per amore dei miei genitori.

Io sono malata di epilessia. Le medicine, gli anticonvulsivanti, non bastano più a fermare gli attacchi e ci hanno detto che dovrò fare un’operazione. Si chiama leucotomia temporale anteriore e consiste nella completa rimozione della porzione anteriore del lobo temporale del cervello. Una sorta di lobotomia “meno dannosa”, a detta dei medici, perché provocherà “soltanto una perdita di memoria”.
Personalmente, al posto loro, non mi sarei sbilanciata tanto nel giudizio.

Io sono Pandora.
Lo conosci, il mito di Pandora?
Zeus avrebbe inviato lei, la prima donna,  per punire gli uomini. Affidatole un forziere con l’obbligo di lasciarlo sempre chiuso, Pandora non resistette alla curiosità e lo aprì, liberando tutti i mali che da allora affliggono l’umanità.
Io sono Pandora. Io lascerò che mi aprano il cranio per asportare la parte malata del mio cervello. Perché venga al mondo tu.
Ti sei chiesta perché ho usato il nome Kalì, all’inizio della lettera? Non l’ho scelto a caso. Ha l’unico fine di farti sentire in colpa, così come tutto questo messaggio.
Kalì, secondo la mitologia indiana, è il terzo elemento della trilogia delle divinità, accanto al creatore e al preservatore. È la distruttrice, la Regina della Morte. E la morte che lei porta non è distruzione, ma metamorfosi. È per questo che ti odio. Se  avessi la possibilità di decompormi, di decadere materialmente e trasformarmi materialmente, per diventare altro, saprei consolarmi. Ma tu mi ruberai il corpo. So benissimo che non sei me, ma perché? Dove finisco io? Dove inizi tu?

Ho cercato una risposta.
So che ti chiameranno Pandora e ti tratteranno come trattano me.
Dunque che cosa ci distingue?
Ho capito che è la memoria, l’esperienza a segnare il confine.
L’operazione che subirò ti farà dimenticare tutto quello che è successo prima di quel momento.
Si chiama amnesia retrograda. Sarà la tua levatrice.
Io sono il mio passato e il mio pensiero, che mi hanno cambiata attimo dopo attimo. Tolto ciò, neanche se ti raccontassero tutto quello che mi è successo in questi anni potresti mai essere me.

La malattia ci distingue. Ho sempre avuto attacchi, per quello che riesco a ricordare. I miei hanno dovuto sopportarmi, sopportare il peso di una figlia malata per tutto questo tempo. Li sentivo sospirare, perché non si trovava soluzione. Li vedevo ogni giorno più stanchi, più sconsolati. Sono stata una perpetua afflizione, fin quando non ci hanno detto dell’operazione. Li ho visti rinascere.

Devo farlo. Così mi ameranno e potrò cancellare tutti gli anni di sofferenza. Loro non devono sapere che tu non sei me e non potrai dirlo, anche se questa lettera ti schiaccerà ogni momento alla realtà, perché altrimenti vanificheresti lo scopo per cui esisti, la mia salute, e renderesti impossibile anche il loro amore, e allora davvero non avresti nulla. Nessun passato, nessun affetto, solo vita.
Ma a che ti servirebbe?

Lo ammetto, ti devo ringraziare. Questa lettera mi ha fatto bene. Mi sono accorta di potermi consolare. Mi crogiolo nell’idea che, anche se io sono troppo, perché concentro la mia esistenza nel breve periodo che mi rimane, nell’odio per te, nella disperata nostalgia del mio presente, tu non potrai mai essere davvero, dato che trovi la tua causa e il tuo fine nel volere altrui.
Dovrai mantenere per tutta la vita lo stesso sorriso falso con cui entrerò in sala operatoria.
E con cui mi congedo.

Pandora

Note dell'autrice
Grazie per aver letto la mia storia.
Con questo racconto ho vinto il primo posto al concorso di scrittura creativa del giornalino del mio liceo, che aveva come tema "Il confine".
L'idea mi è venuta a partire dal quindicesimo episodio della terza stagione di House M.D., Half-Wit, dove si parla di un'emisferectomia. Spero di non aver detto castronerie mediche, non sono esperta nel campo.
Spero abbiate apprezzato i miei sforzi <3 Mi farebbe piacere sentire la vostra opinione, quindi spero che recensiate <3
Alla prossima,

smoke-o
  
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