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Autore: Road_sama    31/05/2013    5 recensioni
[Fanfic sospesa fino a che non mi tornerà l'ispirazione giusta. Chiedo scusa a tutti i lettori che aspettano un aggiornamento da un bel po' di mesi, ma ho troppe cose per la testa in questo periodo. Spero di riprendere in mano la fic presto.]
Questa è la prima long fic in questo fandom quindi fatemi sapere cosa mettere a posto!
I Perfect Maker sono una piccola band europea, arrivata in California da poco per fare una serie di concerti. Non sanno ancora cosa vuol dire essere delle star e non sanno nemmeno cosa possono diventare i Paparazzi per loro. Sarà proprio questa piccola avventura ad insegnarglielo e a cambiarli per sempre.
Buona Lettura!
/UsUk//GerIta//Spamano//Franada//PruHun//accenni AusHun/InghilterraxIrlanda/
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Buona sera a tutti/e! Questa volta sono stata abbastanza puntuale nell’aggiornare…perché? Non avevo altro da fare…ovviamente .-.
Anyway, questo sarà un capitolo abbastanza statico…relativamente statico, muhahahah! UsUk in prevalenza ma, anche PruHun e un po' di Spamano. Non vi dico altro :D
Buona lettura!^^

 


Good Morning!
 
 


Un mostro in gonnella minacciava l’intera San Francisco. La gente fuggiva disperata, i bambini urlavano e i tutti gli animali erano impazziti. Il cielo era scuro e completamente ricoperto di nuvole a mala pena si riusciva a distinguere le altre persone.
Chi avrebbe mai potuto salvare questa splendida cittadina americana?
-Hey! Lascia in pace San Francisco!- una solenne voce arrivò alle orecchie del mostro. Nel voltarsi i lunghi e giganti capelli neri distrussero tre grattacieli. Lo spostamento d’aria rivelò il suo splendido (si fa per dire) viso scheletrico. Non si poteva nemmeno definire “viso” quella cosa considerando che praticamente non aveva gli occhi.
Il mostro mugugnò. Doveva essere un “chi sei?”
-Io sono Alfred F. Jones! E ti pentirai presto di avermi incontrato! Sono un eroe e salverò questa povera gente!-
Una piccola folla di curiosi si radunò intorno all’uomo.
Il mostro contorse quelle che dovevano essere le labbra in un ghigno. Raccapricciante, riuscì solo a pensare Alfred.
-Oh my God! Ti servirebbe proprio un appuntamento dal dentista!-
Il mostro parve offeso, quindi cominciò a mirare pugni contro il biondo che li schivava agilmente.
-Forse ti servirebbe direttamente un chirurgo plastico!- affermò sull’orlo del vomito. Con un salto preciso, Alfred, saltò in groppa al mostro, tra quei fetidi capelli. Vomitare su quella creatura non avrebbe cambiato di molto le cose. Cominciò a tirare pugni sulla nuca di quest’ultimo che cominciò presto a divincolarsi. Venne scosso molto forte, non avrebbe resistito ancora molto quindi, aumentò potenza e precisione dei suoi colpi.
Vi fu un lampo, il mostro riverso a terra, Alfred a contatto con il cemento umido e un forte dolore a spalla destra e addome.
-E’ superman! Ci ha salvati!-
Alfred sorrise e con le poche energie che gli restavano sussurrò un <>
Il cielo si schiarì mentre una luce quasi accecante gli violentò gli occhi.
-Per ringraziarti ti offriremo hamburger a volontà!-
Magicamente l’americano si ritrovò in un McDonald’s intento ad azzannare un montagna di panini. Veniva ancora scosso da qualcosa ma, stranamente non c’era nessuna catastrofe in atto.

-Alfred!! Alfred!! Alfred!!-Una vocina irritante lo chiamava. Si guardò intorno e quello che riuscì a vedere fu il locale deserto.
-Cazzo Alfred!! Alfred!-seguì il suono della voce e si accorse che a parlargli era un hamburger, un hamburger con due enormi sopracciglia e due grossi occhi verdi.
-You fucking bloody punk! Wake up idiot! I can’t breath!-
L’hamburger scagionò una luce accecante. Le morbide fette di pane tramutarono in capelli biondi arruffati, la carne marroncina in due sopracciglia, l’insalata in due occhioni verdi molto assonnati e il pomodoro in due attraenti labbra.
-Alfred spostati! Sei dannatamente pesante!- l’americano non capiva esattamente il luogo e la persona con cui aveva a che fare, rivoleva soltanto il suo sfizioso hamburger!
-Hamburger <3 <3 – Alfred si slanciò in avanti per assaporare quello che era stato il suo amato panino. Le braccia spalancate pronte ad accogliere la montagna di hamburger, la bocca semiaperta e gli occhi rigorosamente chiusi. Il gusto di pane, carne e schifezze varie non arrivò ma, ciò che incontrò furono solo due morbide labbra. Non si accorse subito della situazione, quindi, ancora in balia di una qualche strana fase della dormiveglia, allungò la lingua alla ricerca di quel buonissimo sapere. Ancora una volta ciò che venne in contatto con la sua lingua non fu il gusto tanto desiderato ma, una cavità umida e accogliente. Non era nemmeno male come posto però aveva uno strano retrogusto di tè e di bruciato.
Spalancò di colpo gli occhi.
-What the fuck?! – urlò Alfred staccandosi da quello pseudo bacio in meno di un secondo. Arthur cercò di nascondere il rossore.
-Ma sei idiota Alfred?! Perché mi hai appena baciato alla francese?! –
Alfred era incredulo nonché imbarazzato visto che anche lui era abbastanza “colorato” in faccia.
-I-Io stavo m-mangiando un hamburger… - Arthur corrugò la fronte.
-What? –
-It was a dream!! –
-Allora cerca di non infierire su di me con i tuoi stupidi sogni su gli hamburger! –
-Non sono stupidi, sono sogni! Scommetto che anche te sogni di cucinare bene. – Arthur cominciò a stringere convulsamente le lenzuola bianche.
-Stupido idiota! Io cucino bene! –
-Non sembra che gli altri la pensino allo stesso modo. –
-Cosa centrano gli altri ora? E poi che vuoi saperne tu di cibo che mangi solo schifezze?! –
-Hey, stai insultando il McDonald’s per caso? –
-You don’t say Alfred? –
L’americano contorse le labbra in una smorfia di disappunto.
-Forse quegli scones ti hanno distrutto le papille gustative! –
Questa volta fu l’inglese a fare la smorfia.
-Oh! Non sapevo che conoscessi l’esistenza delle papille gustative visto che a te le hanno nascoste alla nascita! Bravo! Forse non sei così tanto idiota! –
Alfred l’avrebbe preso a pugni. Sul serio, un altro insulto e niente l’avrebbe più fermato.
-T-Tu maledetto inglese…! – sibilò al limite della sopportazione.
-Oh, non fare l’arrabbiato! In fondo ti ho detto che sei meno peggio di un idiota è un complimento! –
L’americano si gettò su Arthur senza più alcuna esitazione. Gli afferrò il colletto del pigiama per assestargli meglio un pugno mentre l’altro gli agguantò i capelli strattonandolo all’indietro.
Stavano letteralmente per menarsi quando Matthew fece capolino dalla porta.
-Arthur è ora di- non riuscì a terminare la frase che si ritrovò un Alfred sopra ad un Arthur leggermente sudati e con i vestiti malmessi.
-Ehm…ragazzi…scusate se non ho bussato ma…-
Arthur scaraventò dall’altra parte della stanza il biondo per poi alzarsi in piedi e sistemarsi un po’.
Emise un colpo di tosse.
-N-Non ti preoccupare Matt stavo solo picchiando Alfred-
-Hei, ero io che ti stavo tirando un pugno! –
L’inglese lo ignorò.
-Anyway…come mai sei qui? Oggi non abbiamo concerti… -
-Francis ci ha invitati nella sua spiaggia privata. – sorrise il canadese.
I due ragazzi rimasero basiti. Alfred si accostò al sopracciglione.
-F-Francis, Francis? Stai parlando proprio di quel Francis? – domandò in uno stato di agitazione.
-F-Francis quel biondo-pervertito-mangiarane di un francese? – domandò anche Arthur assumendo lo stesso tono di voce e la stessa espressione dell’americano.
-Si, proprio lui. – confermò Matthew. –Ha detto che potete portare chi volete perché la spiaggia è tutta libera. Mi ha chiesto se invitavo tutta la band quindi…–
L’inglese si appoggiò una mano sulla fronte cercando di calmarsi mentre l’americano portò istintivamente le mani sulle sue natiche.
-Io non vado a mostrare le mie chiappe a quello! –
Arthur gli rivolse uno sguardo interrogativo. Anche Matt parve rimanerci un po’ male.
-Che genere di precedenti hai con lui? – chiese l’inglese.
-Era il mio primo giorno di lavoro e…Non voglio ricordare…- l’inglese gli appoggiò una mano sulla spalla e sospirò.
-Ti capisco… -
-E dai ragazzi…Francis non è così “pervertito” come pensate… - gli altri due gli rivolsero uno sguardo del tipo “Are you fucking kidding me?”
-Beh, decidete voi se venire, io ci vado. – disse secco il canadese.
-Non andare è pericoloso! – gemette l’inglese.
-Io ci vado. –
-Seguiamolo Iggy! Solo per essere sicuri che non commetta atti osceni in luogo pubblico! Ce la devo avere ancora la mia vecchia divisa da football! –
Arthur annuì. Almeno in una cosa erano d’accordo: Francis era un pericolo per le persone.
Matthew sospirò.
 
-Rispondi! –
-Ho risposto! –
-Sei in ritardo. –
-Stavo dormendo, ti può bastare come scusa, vipera? –
-Scansa fatiche! E io non sono una vipera! Non mi paragonare a quei animaletti viscidi. –
-Scusa, ci assomigli molto… -
Eliza si trattenne dal dare una padellata al telefono: Gilbert non avrebbe sentito nulla.
-Perché mi hai chiamato così di buon ora...? Esattamente alle dieci e mezza?! Ora torno a letto. –
-Idiota ascoltami. –
La ragazza sentì l’altro borbottare un “che vuoi?”.
-Sono stata invitata ad una giornata al mare…e, beh, mi hanno anche detto che potevo portare qualcuno… -
Il tedesco rimase in silenzio.
-Allora? – domandò la ragazza.
-Allora cosa? Non hai ancora finito la tua “richiesta” cosa vuoi esattamente da me- disse provocatorio l’albino.
La ragazza si morse il labbro inferiore. Quel bastardo…!
-Io, ehm…voglio che tu venga con me al mare. – disse tutto d’un fiato. Le parve di sentire l’altro ghignare.
-Non puoi fare a meno di me, eh? –
Eliza arrossì.
-No, cioè, oh dai! Non fare lo sbruffone! Dopo ti prendo a pad-
-Però se me lo chiedi così…come faccio a rifiutare? Dopotutto ieri sera mi hai catturato. –
Il viso della ragazza, da un leggero rossore da cui era ricoperto, sfumò dapprima in un viola e poi in un rosso più acceso.
-T-Ti vengo a prendere io tra mezz’ora. – balbettò chiudendogli il telefono in faccia.
 
Sono tutti pronti nel soggiorno: Matt è nervoso, lo si vede da come muove le chiavi della macchina, Arthur e Alfred sono intenti ad escogitare qualche piano malvagio per affogare Francis senza farsi scoprire, Feliciano non fa altro che esclamare “Vee, vee, ho invitato Ludwig!”, Eliza scriveva qualcosa al cellulare e qualche volte estraeva una padella mentre Lovino e Antonio (che erano appena arrivati a casa) sembravano dei morti viventi.
-Ci siamo tutti? – chiese Matt gentilmente.
Gli altri annuirono poco convinti.
-Bene! Si va al mare! -
  
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