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Autore: Kel    16/12/2007    9 recensioni
Da qualche giorno, Harry era strano, di questo Ronald Weasley era più che sicuro.Ma quello che Ron non riusciva a capire era il motivo.
Così da quel momento aveva iniziato ad osservare Harry con molta più attenzione, deciso a non perdersi nessun particolare di quello che faceva o che gli accadeva.
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sai cosa hai fatto, ron

Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma della loro mamma, J.K. Rowling, io mi limito solo a cambiare un pochino le cose, per mio puro divertimento, nella speranza di divertire anche voi, almeno un pochino, e non a scopo di lucro. Non tiene conto di quello che accade alla fine del sesto libro, tanto meno del settimo…

Buona lettura!

 

 

 

Non sai cosa hai fatto, ron!

 

Da qualche giorno, Harry era strano, di questo Ronald Weasley era più che sicuro. Anzi, adesso che ci pensava, era più di qualche giorno, forse addirittura da mesi. Ma quello che Ron non riusciva a capire era il motivo.

Non solo se gli parlavi Harry era diverso, ma anche nei suoi comportamenti c’era qualcosa che non andava.

E se se ne era accorto lui, potete ben immaginare quanto la cosa fosse evidente. Aveva provato a parlane con Hermione, ma lei gli aveva risposto con un secco –Dacci un taglio, Ron, non c’è niente che non va-.

E da quel momento Ron aveva capito che realmente c’era qualcosa che non andava, e che Hermione ne era perfettamente a conoscenza.

Così da quel momento aveva iniziato ad osservare Harry con molta più attenzione, deciso a non perdersi nessun particolare di quello che faceva o che gli accadeva.

Harry non era mai stato una persona molto loquace, affatto, si limitava a prendere ogni tanto parola nelle conversazioni con gli altri, solo con lui e Hermione si apriva di più, e fino all’anno prima anche con Ginny.

Ma da quando si erano lasciati, Ginny non passava molto tempo con il trio dei miracoli, come li aveva soprannominati Malfoy anni prima.

Ultimamente però Harry non parlava quasi neanche con loro, se non era per chiedergli che lezione avrebbero avuto dopo, o di passargli il sale a tavola.

Dire che Harry si era isolato sempre di più era un eufemismo.

Forse tutte le riunioni che aveva con Silente nel suo studio non davano i frutti cercati.

Anche quella era una cosa strana, se prima Harry raccontava ogni cosa a loro due su quello che accadeva durante quelle riunioni, ora si limitava a dire che non poteva dire niente, e che quando avrebbe potuto loro sarebbero stati i primi a saperlo.

Ma non era stato proprio Silente a dirgli che doveva confidarsi con i suoi amici quando aveva saputo della profezia?

Anche in quel caso aveva provato a parlarne ad Hermione, e la risposta era stata pressappoco la stessa.

Ad ogni riunione il moro aveva iniziato a tornare sempre più tardi a letto, e per più di una notte non era affatto ritornato, e lui l’aveva ritrovato comodamente seduto a colazione la mattina successiva, con un enorme sorriso stampato in faccia, e non si era minimamente sentito di chiedergli dove fosse stato.

Il sorriso, ecco un’altra cosa che ultimamente avveniva poco sul volto di Harry, e quando succedeva non era affatto come quelli di una volta, capaci di far star meglio chiunque fosse stato il destinatario. La risata, invece, quella era da molto, molto tempo che mancava.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter risentire la risata squillante di Harry risuonare per i corridoi ad una sua stupida battuta. Non si potevano nemmeno più contare sulle mani le volte che ci aveva provato.

C’era anche il fatto che Harry fosse praticamente diventato un genio a scuola, quasi in ogni materia.

Non eccelleva più solo in Difesa, materia che ormai, al settimo anno, era quasi solamente pratica, ed Harry padroneggiava già da anni la maggior parte di quegli incantesimi, ma anche in erbologia, in incantesimi e in trasfigurazione era praticamente perfetto, quasi da superare Hermione.

E per non parlare poi di Pozioni. Ogni sua pozione fatta dall’inizio dell’anno era risultata perfetta, e Lumacorno ogni volta andava in brodo di giuggiole. Ron aveva pensato che Harry avesse di nuovo il libro del Principe, ma aveva visto perfettamente quando Harry stesso gli aveva dato fuoco, nella Stanza delle Necessità.

Quell’anno Lumacorno aveva deciso perfino di dividerli in coppie con una persona dell’altra Casa, ovviamente loro erano con i Serpeverde, e a lui era toccata Pansy Parkinson, che almeno se la cavava abbastanza da non far scoppiare il calderone come lui, Hermione invece era con Zabini, e il professore non la smetteva un secondo di dire che aveva proprio azzeccato la coppia con loro due.

Ma quello che veramente lo mandava in estasi era la coppia formata da Harry e da Malfoy.

Harry non aveva aperto bocca quando Lumacorno aveva fatto i loro nomi, e si era limitato a spostare le sue cose nel posto accanto a quello del Serpeverde. E quello che era apparso veramente strano a Ron era il fatto che i due non si rimbeccavano neanche una volta. Si poteva pensare che si ignorassero proprio, ma i risultati perfetti che avevano non erano decisamente come quelli che potevano avere due persone che non si parlano.

Quello che di fatti non si era accorto Ron era che Harry parlava con Malfoy.

Proprio così, niente insulti, sfrecciatine o incantesimi lanciati fra i corridoi.

E adesso torniamo all’inizio, quando Ron decise che doveva assolutamente osservare Harry e capirci qualcosa.

 

Era una normalissima mattina di metà dicembre, Natale era alle porte e si poteva già sentirne l’aroma nell’aria, il parco di Hogwarts era completamente bianco,solo le porte del campo da quidditch svettavano là in fondo.

Quando Ron si svegliò potè subito notare che le tende del baldacchino di Harry non erano state tirate, così come il letto era completamente fatto.

Si sforzò di ricordare se la sera prima l’amico avesse avuto una delle lezioni con il Preside, ma il risultato che ottenne fu solo il ricordo del visione di sua sorella avvinghiata a Dean nel letto della loro camera (e ne profittò in quel momento per controllare che Ginny non fosse più lì).

Scese in Sala Comune, dove trovò Hermione intenta a leggere un pesante tomo di Antiche Rune e la salutò con un leggero cenno della mano.

Mentre si avviava solo verso la Sala Grande non potè far altro che pensare a quanto poco fosse rimasto del vecchio trio.

Certo, erano ancora amici, ma non era più la stessa cosa degli anni prima.

Precisamente tutto era cambiato quando quell’estate Harry non era stato alla Tana neanche per un giorno. Non sapevano cosa aveva fatto, o dov’era stato, lui non aveva voluto dirlo, ma il risultato che avevano ottenuto era l’Harry che vedevano ogni giorno.

Fisicamente sempre uguale, ma dentro qualcosa di diverso era accaduto di sicuro.

Lui ed Hermione erano stati insieme per qualche settimana, ma poi tutto era finto. O meglio, lui credeva che stessero insieme, dopo che lui l’aveva baciata l’ultimo giorno di scuola, ma poi lei era partita con i suoi e non ne avevano più parlato fino al suo ritorno, quando lei era stata perfettamente chiara su quello che provava nei confronti del suo migliore amico. E ora era più o meno tornato come prima, fra loro due.

In quel momento Ron era sicuro che avrebbe trovato Harry seduto al tavolo, intento a mangiarsi fette biscottate alla marmellata e succo di zucca.

E di fatti, eccolo là, da solo nella Sala, ma questa volta aveva anche una tazza fumante di caffé nero accanto.

Stava sorridendo, e, come sempre, sparirono dalla tesata del rosso tutte le domande che voleva fargli.

Si sedette accanto a lui, e solo in quel momento si accorse che l’amico non era l’unico nella stanza, ma che anche Draco Malfoy era seduto, solo, al suo tavolo, nel posto esattamente di fronte a quello di Harry.

Non lo aveva mai notato fino a quel momento, ma quelli erano i posti che sia Harry che Malfoy occupavano sempre.

-Buon giorno, Harry!- lo salutò

-Oh, ciao Ron. Non ti avevo sentito-

-Immaginavo. Come mai il caffé?- domandò alludendo alla tazza che il moro stringeva ancora nella mano destra

-Lo bevo sempre Ron-

-Davvero? Io però non ti ho mai visto…-

-Perché quando tu arrivi io l’ho già finito, è quasi una droga per me-

Si servì lui stesso la colazione e iniziò a magiare troppo velocemente.

Poco dopo sentì un rumore proveniente da dove si trovava Harry, ma ascoltando meglio capì che veniva proprio da lui.

Harry stava ridendo, sghignazzando è meglio, senza un motivo apparente.

Ma a questo Ron non ci fece caso, era solo molto sorpreso, e contento, dal fatto che Harry stesse proprio ridendo.

Doveva aver assunto un’espressione piuttosto strana, perché Harry si affrettò subito a scusarsi.

-Ron, scusami, non…non era mia intenzione! È solo che sei così buffo quando mangi- riuscì a dire fra le risa

-Non fa niente Harry…mamma me lo dice sempre! Credo che abbia ragione, io non mangio, mi abbuffo-

Per tutta risposta Harry si limitò a ridere ancora, lanciando poi una strana occhiata al tavolo di Serpeverde, dove ancora Malfoy sedeva solo.

Nel momento esatto in cui Ron se ne accorse, vide il biondo scuotere la testa, con un sorriso sulle labbra, guardando fisso davanti a se, mentre Harry continuava a sghignazzare.

Il rosso non fece in tempo a chiedere spiegazioni ad Harry, perché la sala andò riempiendosi e ben presto gli fu impossibile parlare con lui, tanto più che dopo poco Harry si alzò e uscì dalla Sala Grande.

L’ora dopo avevano pozioni, e Ron lo ritrovò seduto composto al suo banco. Stava decidendo se andare da lui o no, quando Malfoy entrò con la sua solita aria da superiorità e andò a sedersi accanto a lui.

Nel giro di cinque minuti accaddero alcune cose che in parte sconvolsero il povero Ron.

Come il biondo si sedette vide Harry che gli sorrideva.

Poi Malfoy disse qualcosa, che il rosso non sentì per via della confusione nell’aula, e vide Harry ridere, esattamente come poco prima.

Si accorse subito che Harry non stava ridendo di Malfoy, come aveva sempre fatto, ma stava ridendo con Malfoy.

Però non ebbe il tempo di immagazzinare la cosa, visto che Hermione entrò anche lei, mano per mano con Blaise Zabini.

Non so se potete immaginarvi la scena:

Hermione Granger che entra nell’aula di pozioni con le mani intrecciate con il bel Serpeverde dagli occhi blu, in sottofondo la risata di Harry che non si sentiva da tanto tempo, seduto accanto a Draco Malfoy, mentre anche lui rideva.

E Ron Weasley, immobile in piedi al suo banco, con la bocca spalancata egli occhi azzurri che scorrevano da una parte all’altra della stanza.

Pansy entrò poco dopo, spingendo il compagno di pozioni verso la sedia, con ben poca delicatezza.

Per tutte le due ore, dire che Ron era come in catalessi non era affatto sbagliato.

Non ci stava capendo più niente, quella era la verità, e ora era deciso a capirci qualcosa. A tutti i costi.

 

Da solo nella sua camera si mise a sfogliare il libro di incantesimi, alla ricerca di quello che faceva al caso suo.

Ci mise circa una settimana a mettere a punto il suo piano, e nel frattempo era saltato a capo di alcune cosine.

Aveva parlato con Hermione, o meglio, Hermione aveva parlato con lui e gli aveva confessato di stare con Blaise, raccontandogli come era accaduto.

Alla fine non aveva potuto far altro che essere felice per lei, e di dirle di riferire al Serpeverde che se l’avesse fatta soffrire avrebbe dovuto vedersela con lui.

Non aveva più visto Harry e Malfoy ridere come quel giorno, e questo l’aveva spinto a procedere con il suo piano.

Finalmente la verità sarebbe venuta a galla.

 

Era la sera della Vigilia di Natale, e quell’anno tutti gli studenti erano rimasti a scuola, dato che era il luogo più sicuro al momento, con la guerra là fuori.

Stava aspettando che Harry scendesse in Sala Comune, seduto sul bracciolo di una poltrona giocherellando con la bacchetta.

Poco distante Ginny era avvinghiata questa volta a Seamus, e non si accorsero che quando Harry scese dalle scale, si ritrovò in poco tempo sdraiato a terra, colpito da un raggio rosa spuntato dalla bacchetta di Ron, che ora sorrideva soddisfatto.

-Ron!- esclamò Hermione, scendendo in quel momento –Che è successo ad Harry?-

-Oh, niente, non ti preoccupare, tra un paio di minuti si sveglierà e allora saprò finalmente cosa diavolo sta succedendo-

-Vuol dire che sei stato tu?-

-Sì…ho usato l’incanto Sentimentus Revelius *, mi sono informato è innocuo-

-Ma perché?-

-Perché così anche io potrò capirci qualcosa! Non mi dite mai niente, in qualche modo dovevo pur fare, no?-

-Non sai cosa hai fatto, Ron!-

-Perché? Cosa ho fatto? Quando si sveglierà mostrerà semplicemente quello che mi tiene nascosto-

-Ma non hai pensato che forse c’è un motivo per cui te lo tiene nascosto?-

-E che motivo ci deve essere?-

-Oh, Ron!- Hermione scosse la testa, preparandosi ad un lungo racconto.

-Quest’estate, sai perché Harry non è stato con noi? Perché ha passato tre mesi insieme a Piton per un addestramento extra, in previsione dell’incontro con Voldemort. E con loro c’era anche Draco-

-E tu come fai a saperlo?-

-Le ho scoperte per caso. Ora posso continuare? Bene. Allora, in quei mesi i rapporti tra Harry e Draco sono molto cambiati, si sono, come dire, approfonditi…-

-Insomma, se è amico di Malfoy poteva anche dirmelo…io non mi offendo mica! Ho capito anche io che è non così stronzo-

-Ma mi fai finire? Allora…-

Ma anche quella volta Hermione fu costretta a zittirsi, perché Harry si era appena alzato da terra.

Con uno sguardo vacuo fissò i due amici, che gli chiesero se andava tutto bene

-Sì, sì…devo solo fare una cosa- fu la risposta, e un secondo dopo sparì oltre il ritratto della signora grassa.

Con uno sguardo preoccupato Hermione si fiondò dietro di lui, mentre Ron aveva solo capito che il suo incantesimo sembrava aver funzionato, e si mise a correre anche lui.

 

Arrivò in Sala Grande, elegantemente addobbata per il Natale, dove si bloccò all’istante di fronte alle scena che si formò davanti a lui.

Harry era immobile, in piedi al tavolo di Serpeverde, con Malfoy, che lo fissava con una strana espressione, davanti a lui.

Harry lo aveva afferrato per un polso, e l’altro non sembrava minimamente contrariato.

Da dove era lui non poteva vedere l’espressione di Harry, ma potè vedere quella di Malfoy, e notò che i suoi occhi avevano uno sguardo vacuo molto simile a quello che aveva Harry poco prima.

Fu un attimo, e con gli sguardi di tutta Hogwarts su di loro, Harry passò la mano ancora libera sulla nuca di Draco, attirandolo verso di sé e intrappolando le sue labbra in bacio.

Che di dolce e delicato non aveva proprio niente, anzi.

Ron, come poi tutti, si era aspettato che il biondo si staccasse immediatamente dal bambino sopravissuto, ma invece Draco attirò Harry ancora di più a se, avvolgendolo con tutte e due le braccia una volta che il moro gli ebbe lasciato il polso.

E al più giovane di casa Weasley non rimase altro che osservare a bocca aperta la scena, ormai sconvolto.

 

Quando Harry e Draco si staccarono, dopo un tempo che a Ron parve interminabile, il rosso sentì distintamente la voce di Zabini:

-Te lo avevo detto che non sapevi cosa stavi facendo, Pansy-

 

 

 

 

 

                                                      **************************************************************************************

 

 

 

Lo so, potevo anche evitare di scriverla, ma è stato più forte di me!! Invece di studiare Storia dell’Arte ecco cosa mi metto a fare…

L’ho scritta di getto in poche ore, e ci tenevo a pubblicarla…Me lo lasciate un commentino? Così tanto per sapere se avrei fatto meglio a studiare…

Ah…l’incanto Sentimentus Revelius è di mia intenzione. Per chi non avesse capito come funziona, in pratica consiste nel rivelare quello che nasconde la persona che viene colpita a quello che lo scaglia, facendoglielo vedere in “diretta”. Anche Pansy aveva scagliato lo stesso incantesimo su suo migliore amico, mi piace pensare per gli stessi motivi di Ron…

Sperando che un pochino almeno vi sia piaciuta, vi ringrazio anticipatamente per il tempo che avete dedicato alla lettura della mia shot…

 

Baci

 

Kel

 

 

 

   
 
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