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Autore: Lady Rea    01/06/2013    0 recensioni
Che cosa succederà a un amore precario e incapace di reggere durante le tempeste se uno dei due decide di fare il grande passo?
Ronald Weasley è veramente pronto a convolare a nozze con la Serpeverde Pansy?
E lei, la ex Carlino di Hogwarts, ora affascinante imprenditrice è decisa a diventare una donna maritata e svestire i panni della fidanzata part-time?
E i loro parenti ed amici come reagiranno?
L'Incredibile coppia Parkinson-Weasley è lieta di invitarvi nell'inferno delle loro vite.
Benvenuti in questa storia e buona lettura.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'The Ronsy Project'
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[Uscita di Sicurezza]



-No!-

L'aria fresca e pungente della notte l'avevano prima confusa e poi inebriata.
Aveva lasciato la borsa nel soggiorno disordinato di Ron, ma aveva fatto in tempo ad afferrare la giacca e a smaterializzarsi improvvisamente, sotto gli occhi confusi del fidanzato.
Era riuscita a saltare sui tacchi e a crearsi un'uscita di sicurezza d'emergenza, la cosa stranamente le sembrava straordinaria. Solitamente, davanti alle sorprese rimaneva attonita e confusa, ma stavolta era riuscita a scappare a gambe levate a trovare rifugio nella notte caotica della Londra Babbana.
Si fermò improvvisamente ed appoggiò la mano contro un muro per poi chinarsi a vomitare.


-Straordinario!- pensò mentre tentava di riacquistare un certo contegno e magari una dignità, ignorando gli sguardi perplessi dei passanti.
C'erano molte cose che amava di Ronald Weasley, aveva faticato ad ammetterlo all'inizio, ma quel sentimento che provava non era casuale o bizzarro, era nato perché fondamentalmente Ron era la “Persona Giusta”. Era l'unico che coglieva la sua ironia, che accettava i suoi strani scatti di rabbia, che sapeva con un solo gesto appianare le sue paure.
Ma i suoi dubbi e i suoi timori non potevano scomparire con un simile gesto.
Non per lei.
Non dopo tutto quello che aveva visto e vissuto durante la Seconda Guerra.
Si fermò ad osservare il Tamigi scorrere lentamente e luccicare sotto i raggi di una Luna insolitamente chiara e splendente. Oh, quanto le sarebbe piaciuto gettarsi e farsi trascinare dalla corrente, verso il fondo e rimanere lì, per anni o secoli, a rimuginare all'infinito su tutto e niente. Sarebbe stata una fine migliore di quella, che anni addietro, aveva sperato.
Ma qualcosa, glielo impedì nuovamente.
La parte più razionale di sé riprese il controllo e schiarì quella nebbia di domande e pensieri che spesso la tramortivano e la portavano a pensare di compiere gesti eclatanti, a cercare in continuazione uscite di sicurezza, ma ora il suo unico pensiero era di gettarsi fra le fresche coperti del suo letto.


-Se lo aspettava?- domandò la neo-psicologa Joan McCormac.
-Cosa?- ringhiò Pansy passandosi una mano sugli occhi arrossati.
-La dichiarazione? E' arrivata dopo due anni, se non sbaglio. Era così impreparata?- chiese prendendo appunti su un delicato blocco appoggiato fra le sue gambe scheletriche.
-Io … Non ho mai pensato al matrimonio … Al matrimonio libero.- rispose Pansy spalancando gli occhi assonnati. Balzò in piedi e cominciò a camminare lungo il grande studio, i tacchi risuonavano precisi e secchi come la sua camminata che aveva destato l'interesse della psicologa.
-E a che matrimonio aveva pensato lei?-
Pansy si prese qualche minuto per pensare, si fermò ad osservare la grigia Londra di una mattina qualunque e senza girarsi cominciò a parlare.
-Mio padre era un uomo moderno rispetto agli altri Purosangue. Lui mi aveva dato due scelte. Al compimento dei diciassette anni avrei dovuto ufficializzare il fidanzamento con Malfoy o Nott. Quando ero più piccola l'idea di sposare Malfoy mi aveva entusiasmato moltissimo, era quello che desideravo allora : bello da far male, oscuro quanto basta, ricco a sufficienza e mondano. Immaginavo una vita fantastica, divisa fra i bellissimi figli che avremmo avuto, la cura di quell'immensa casa e qualche partita agli scacchi con la suocera. Ma … Crescendo … Le cose sono semplicemente cambiate.-
Joan McCormac si umettò le labbra e smise di prendere appunti.
-Per quanto riguarda Nott? Ha mai pensato a una vita con lui?-
Pansy scosse la testa.
-Quando capì che Malfoy … che Draco non era il ragazzo che avevo immaginato, ne presi subito le distanze. Secondo mio padre è lì che avrei dovuto sfoderare le arti della seduzione e provare a Nott che sarei stata una buona moglie.- Pansy ridacchiò a lungo prima di riprendere il discorso. -Ma quando sono andata a trovarlo nel suo angolino in Biblioteca, l'ho trovato che intratteneva un'intensa lezione di anatomia con la signorina Bones. Mi era quasi venuto un infarto, ma ero sollevata.-
-E perché?-
-Perché qualche minuto prima avevo capito che il mio cuore è sempre appartenuto, in un modo o nell'altro, a Ronald.-
-Come mai rifiutarlo?-
Pansy le sorrise appena, con estrema lentezza prese la sciarpa e la giacca e ricominciò a vestirsi.
-E' semplice, dottoressa. Io non sono la donna adatta a lui.-


Quando chiuse la porta e se ne andò, la giovane dottoressa in psicologia rimase a lungo ferma, immobile, a riflettere.
Non era solita immedesimarsi nella vita dei pazienti, credeva che il metodo giusto presupponesse una certa distanza fra le due figure, ma come poteva rimanere fredda di fronte a un caso così singolare?
La prima volta che l'elegante Pansy Parkinson aveva varcato la soglia del suo studio, aveva pensato a uno scherzo.
Sembrava una donna borghese degli anni cinquanta con quella gonna a ruota, i tacchi bassi, l'acconciatura rigida e il rossetto scarlatto che esaltava la forma sensuale delle labbra.
Come poteva una donna del genere avere problemi?
Eppure, ascoltandola e studiandola nei mesi successivi, aveva compreso fin dove l'animo umano si spingeva quando era ossessionata dalle apparenze. Pansy Parkinson non era una ragazza innocente, ma nemmeno una donna corrotta, era solo una giovane che aveva vissuto un'infanzia violenta e severa, un'adolescenza frivola e spezzata troppo presto, in costante attesa dell'ennesima catastrofe. Apprensiva e pessimista patologica, era convinta di non meritarsi amore ed affetto da nessuno.
Per questo aveva rifiutato quella dichiarazione e quel ragazzo, per quella sua idea che niente arrivava per caso e gratuitamente nella vita e non voleva più pagarne le conseguenze.
Joan McCormac appoggiò il blocco e la penna sulla scrivania e diede un veloce sguardo sui suoi appunti con una sola idea nella testa, quella di rendere Pansy Parkinson un caso risolto.
Avrebbe bloccato ogni sua uscita di sicurezza.





   
 
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