- Non vengono molte persone a correre qui – disse lui dopo qualche secondo, aveva uno strano accento, sembrava australiano.
- Mi piace proprio per questo – rispose lei – Vai alla Berstein? Non ti avevo mai visto prima
- Si – rispose lui
- Io sono Rebecca, Rebecca Winston – si presentò lei, porgendogli la mano.
- Io sono Jacob Green – rispose lui, serio.
- Vieni spesso a correre qui? – gli chiese lei; non sapeva perché ma qualcosa in lui l’attraeva.
- Si, abbastanza spesso – rispose lui – credo sia un posto molto rilassante
- Si lo è
- Ti sei mai inoltrata un po’ più fondo nel bosco? C’è una radura bellissima.
- Ehm no – fece lei confusa.
- Ti andrebbe di vederla? – chiese lui, guardandola negli occhi.
- Si – rispose lei, spiazzata.
- Hai qualcosa che non va – fece May, accendendosi una sigaretta.
- Che?! Scherzi – fece Brody.
- Ti conosco come il palmo della mia mano
- Non ho niente che non vada
- Io lo vedo, lo vedo nei tuoi occhi – insistette lei , dopo aver dato un tiro alla sigaretta ed avergliela passata.
- Beh – fece lui, dopo qualche attimo di silenzio – cosa vuoi che ti dica? Che va tutto bene? A nessuno va tutto bene e tu dovresti saperlo!
- Non stiamo parlando di me, quindi non cambiare argomento.
- Sei proprio una tipetta strana, un po’ una rompiscatole
- Ma è per questo che ti piaccio – rispose lei alzando le spalle
- Si, è per questo
- Quindi, mister Nonhoniente, che cos’hai?
- Non so.. Grace.. David
- Cosa centra David?
- Ultimamente lo vedo un po’ giù.
- Era stato insieme a quella ragazze per tre anni, è normale che non stia bene!
- Lo so, lo so. Ma deve smetterla di stare così male
- E Grace?
- Beh, con lei è un problema continuo. Sembra che non le vada mai bene niente
- Sai che a me non è mai piaciuta, quindi non posso darti un’opinione oggettiva su questo argomento.
- Tu non dai mai un’opinione oggettiva
- Perché non mi hai detto che Delilah è la tua sorellastra?
- Non.. non lo so. Sinceramente non le ho dato molto importanza, ne io ne David. David per i suoi ovvi motivi, direi. Io, non so, ero molto concentrato su come stava lui.
- Beh, potresti fare di meglio
- Si, potrei
- Dovresti farlo – sentenziò lei, guardandolo, per poi dare l’ultimo tiro alla sigaretta.
Erano arrivati. Il luogo dove l’aveva portata Jacob era una piccola radura, a dieci minuti di cammino dal sentiero. Era davvero incantevole, sembrava uno di quei posti che si trovano solo nei film della Disney.
- È bellissimo – disse, girandosi verso Jacob, che sorrideva
- Si, lo è davvero - rispose lui, guardandola in un modo strano
- S..scusa devo andare – si scusò, ancora confusa.
- Certo – rispose lui, ricomponendosi.
- Ci vediamo – lo salutò lei, lasciandolo lì nella radura.
Era la terza volta che guardava dentro l’armadio, finalmente era riuscita a disfare le valigie, ma non c’era nulla, nulla che le sembrasse adatto. Non era mai stata una ragazza troppo attenta a quello che metteva, non le era mai importato più di tanto, ma ora, in qualche modo, le importava, ci teneva, voleva apparire bella. La giornata era andata bene, il professore di lettere, il signor Roberts, era davvero bravo, oltre ad essere l’uomo più bello che avesse mai visto. Tutto sembrava aver preso il verso giusto, le paure del giorno precedente se ne erano andate, lasciando spazio alla curiosità. Nella stanza c’era solo May, che si stava truccando seduta sul letto. Delilah aveva paura di chiederle un’opinione sui vestiti, non erano abbastanza in confidenza, e così continuò a rimuginare in silenzio. La porta della stanza si aprì ed entrò Rebecca, vestita con un paio di pantaloncini, una canotta ed una faccia che Delilah reputò essere scossa.
- Dov’eri finita? – le chiese May.
- A correre – rispose l’altra – vado a farmi una doccia veloce e poi mi vesto. Tra cinque minuti sono pronta.
- Tanto manca anche Val
- Dov’è finita ? – chiese Rebecca, prima di entrare nel bagno.
- Non chiederlo a me – fece May, alzando le mani
- Hey, va tutto bene?
- Ehm, si – rispose Delilah, sorpresa – ho solo qualche problema a scegliere i vestiti
- Mi piace quella maglia – disse indicando una maglietta azzurra, che Delilah tirò subito fuori – potresti abbinarla con dei pantaloncini e saresti perfetta. Hai delle gambe così belle e così lunghe!
- Grazie, grazie per l’aiuto – disse Delilah e May le sorrise, per ritornare vicino al suo letto.
- Qualcuno ha appena fatto sesso! – esclamò May, guardandola ridacchiando.
- Chissà – fece Valerie, strizzandole l’occhio – allora, siete pronte?
Mezz’ora dopo erano lì, sul terrazzo che univa la Mason con la Berstein. I ragazzi avevano portato delle sedie pieghevoli, delle birre e uno stereo. C’era una trentina di persone, per la maggior parte facce che Delilah non aveva mai visto prima. Appena raggiunsero gli altri, May e Valerie si buttarono nella mischia, mentre Rebecca rimase con lei. Delilah la guardò, sembrava scossa, ma aveva paura a chiederle qualcosa. Rebecca le rivolse un sorriso gentile.
- Allora – le disse, cercando di farsi capire nonostante la musica – chi hai puntato?
- Cosa? – le chiese Delilah, confusa
- Dai, mio fratello ti guardava continuamente oggi! – esclamò l’altra, sorridendo – secondo me gli piaci, ma io non ti ho detto nulla – le fece l’occhiolino.
- Davvero? – Delilah non poteva credere alle parole della compagna
- Si, non sto scherzando! – fece l’altra – dai, vallo a cercare! - esclamò dandole una spintarella.
- Hey! – disse lui, avvicinandosi sorridendole.
- Hey – rispose lei.
- Com’è andato il primo giorno?
- Tutto bene – rispose lei
- Ne vuoi una? – fece lui offrendole una birra
- Certo! – rispose, preoccupata.
- Ecco – lui aprì la lattina con un gesto veloce e gliela offrì.
- Buona – disse e lui sorrise.
- Credimi, lo so. Allora, stavolta verrai a ballare?
- Si – rispose, sorridendo, per poi bere un altro sorso di birra.
- Hey Winston, mi lasci mia sorella per questo ballo? – disse a Thomas, facendogli l’occhiolino.
- Certo, Bro – rispose Thomas, dando una carezza sul braccio di Delilah, come un saluto temporaneo - Dov’è tuo fratello?
- Credo sia su una di quelle sedie con tua sorella – rispose Brody, per poi afferrare Delilah e trascinarla in un ballo lento.
- Che c’è? – chiese Delilah, confusa dal suo comportamento.
- Nulla, volevo solo farti ballare. Non posso forse ballare con la mia sorellina?
- Strano, dato che mi hai ignorato per un’intera estate – fece Delilah, decisa delle sue parole.
- Lo so, lo so. Io e Dave ci siamo comportati male, ma ci sono stati dei problemi quest’estate
- Che tipo di problemi? – Delilah era sorpresa, il tono di Brody sembrava serio, nonostante il ghigno che aveva stampato sul volto
- Problemi – ripeté lui, vago.
“ A volte mettersi in gioco è la migliore delle opzioni”