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Autore: betacchi    01/06/2013    0 recensioni
[Os!Original] [Edmund/Alex] [i just don't know what the fuck did i wrote but yea] [incompleta]
* to pierra
›› Se Padre Tucht voleva predicare, aveva decisamente sbagliato città.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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— Sesso, droga e Padre Tutch.
*to pierra.



›› but when you told me you don’t want my love anymore.

I pub di Los Angeles sanno essere molto noiosi, capirlo non era stato difficile: ormai era tempo che viveva in quell’agglomerato di persone e persone, tra le quali una percentuale bassissima si poteva dire propriamente statunitense, ed aveva capito come giravano gli affari. I pub di nicchia come quello venivano sgobbati alquanto velocemente: bastava un’insegna poco luminosa, un nome che non comprendesse la parola “chick” al suo interno o il suono d’una musica sincera, d’una musica vera.
D’altro canto, a Los Angeles c’erano persone e persone. Neri, asiatici, europei; se alla maggioranza piaceva quel disastro per le orecchie che davano nella maggior parte dei locali, se preferivano vedere qualche ragazza ubriaca e mezza nuda muoversi con poca grazia su di un cubo, peggio per loro: avrebbero vissuto nella loro ignoranza musicale, avrebbero condotto la loro esistenza come quella gioventù americana riconosciuta per essere grassa e stupida.
 
›› if every leaf on every tree could tell a story that would be a miracle.

Quel pub era diverso dal resto dei locali poco frequentati di quel posto. Non c’era un gracchiante jukebox a riprodurre qualche vecchia canzone di Bob Dylan, non c’era un barista annoiato che lucidava bicchieri opachi, sporchi dal troppo alcol che un vecchio ubriaco aveva buttato giù dopo l’ennesimo tentativo fallito di suicidio.
Il “Public House” era –probabilmente­– l’unico locale dove accettasse di spendere le sue lunghe e per la maggioranza noiose serate. Il whiskey sembrava anche più buono se preso in quell’ambiente; già il nome indicava un certo senso di semplicità che gli altri locali non avevano –trovare qualcosa di semplice a Los Angeles era come cercare un minuscolo ago in un pagliaio eccessivamente grande. Essendo un locale di nicchia (appunto, poco frequentato da quella massa ignorante di ragazzini pronti a trastullarsi nella libidine generale della città), era raro trovare qualcuno che avesse l’ardire di rovinare il magnifico silenzio che era il principale sovrano del pub. Alle volte c’era un qualche musicista, alle volte un gruppo di ragazzini che, per uno strano scherzo del destino, avevano trovato interessante quel posto. Questi erano i più curiosi: entravano, si guardavano intorno, si sedevano, ordinavano, consumavano (il tutto senza ben capire dove si trovavano di preciso) ed ancora confusi uscivano; il giorno dopo, meno straniti, li trovavi di nuovo lì, in numero minore e con più voglia d’apprezzare la magia del locale. Sembrava un posto fuori dal tempo; Edmund aveva sempre ricercato elementi fuori luogo nella sua vita. Si sentiva a suo agio, in un certo senso.
 
›› and these children you spit on as the try to change their worlds are immune to your consultations.

Alex era una persona fuori luogo. L’aveva sempre pensato e per uno come lui cambiare idea era molto complesso; richiedeva uno sforzo che non era per nulla intenzionato a compiere. Probabilmente era molto più consono di quanto non lo fosse lui, ma di certo era fuori luogo per quel posto. Ed ancora, passati mesi dal loro incontro, si chiedeva perché l’avesse trovato proprio in quel pub un tipo come quello. Il frequentatori del “Public House” si assomigliavano tutti, sotto sotto: amanti della musica, della solitudine e provavano tutti un odio comune per il genere di persone come Alex. Era un pesce fuor d’acqua, tirato via a forza dal suo ambiente per quelle che aveva pensato essere necessità finanziare, ma che aveva scoperto semplici manie di protagonismo.
Quella sera avrebbe dovuto sedersi al tavolino, piuttosto che al bancone; un fatale errore. C’è uno strano linguaggio muto che regolamenta il socializzare nei locali: colui che si mette a bere al bancone si sta praticamente offrendo agli sciacalli intenzionati a spendere intere sere a discorrere di argomenti totalmente futili. Edmund non ricorreva mai al bancone, ma il fato aveva voluto fermarlo su uno di quegli sgabelli rovinati, a bere un superalcolico strano (“ma sì, prova Edo, che problema sarà mai!”- mai dare retta ai baristi, mai) ed a scambiare due chiacchiere con quello che si definiva “padrone del locale”, ma che in realtà non era che l’unico barista del locale.
In poche ore aveva scoperto vita, morte e miracoli di tale Alexander Grey.
Dopo qualche ora ed alcuni bicchierini di superalcolico in più aveva accettato di fare un salto a casa sua- interessi musicali comuni, nulla di più.
Altro alcol e ci era finito a letto. Ma sì, interessi musicali comuni.
 
›› out here in the perimeter there are no stars; out here we are stoned immaculate.

Los Angeles era una grandissima troia, considerando i vari fatti. Era come se la lussuria, il desiderio carnale e quella voglia di esagerare fosse costante, quasi necessaria per la sopravvivenza dell’intera comunità. Inutile fuggire, ti avrebbe trovato lo stesso; anche il Public House non sembrava esserne immune. Non che Edmund schifasse quel contatto di corpi, quello scambio di saliva, quell’umido e sporco sesso che non è guidato da nessun nobile sentimento. Sapeva di dover finire all’inferno comunque, tanto valeva godersela- fanculo a Padre Tucht ed alle sue prediche contro la sessualità del demonio; al Padre sfuggiva il concetto umano del desiderio. Non era nemmeno colpa sua, ma era proprio l’istituzione clericale a fare acqua da tutte le parti.
A sua discolpa poteva solamente dire ch’era ubriaco; l’alcol è un brutto compagno di vita, non fa altro che giocarti brutti scherzi. Non che il presente Alex l’avrebbe presa bene: con il passare dei mesi lo aveva scoperto molto più donna di quanto non pensasse –e dire che il suo primario obbiettivo era proprio quello d’evitare ogni comportamento che un paio di tette potesse comportare in un individuo.
Ciò che univa Edmund Moore, antipatico giovane sulla ventina, possessore d’una stupenda e talentuosa bertuccia, ed Alexander Grey, anch’egli sulla ventina, autoproclamato “diva” e tutto il resto, era il perenne e costante desiderio di scopare.
Poco elegante, in effetti; per nulla romantico. Una perfetta relazione per Los Angeles: la città amava nutrirsi dello sporco e malsano sesso. Se Padre Tucht voleva predicare, aveva decisamente sbagliato città.





Note:
Questa storia non ha alcun senso. Non ha né capo né coda (motivo per il quale si merita il tag "incompiuta"): diciamo che era solo un esperimento ed un qualcosa per tirare su il morale alla Pierra che sta depressa #poor pierra.
Edmund ed Alex sono due cazzari, due bei real!oc e Padre Tucht è un tipo che mi sono inventata. Deal with it. Anyway, questa cosa è orrenda come pochi, non so nemmeno cosa c'entrano i testi della canzoni che fanno da intermezzo. Boh.
* Public House è il termine da cui deriva l'abbreviazione "pub".
* i testi sono presi rispettivamente da Beatles, Queen, Bowie e Doors.

betacchi.

   
 
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