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Autore: sfioramileclavicole    01/06/2013    6 recensioni
Non ho mai creduto nel destino.
Sì, insomma, è una cosa abbastanza stupida credere che le nostre strade siano segnate.
Mettiamo che sia mio destino diventare Presidentessa degli Stati Uniti, o macellaia.
Se non mangiassi e bevessi per giorni, se non studiassi più, se mi mettessi a fare collezione di formicai e di farfalle imbalsamate sarebbe lo stesso.
Tanto c’è il destino.
Non sarebbe un problema nemmeno se mi lanciassi da un palazzo di venti piani, perché il destino correrebbe in mio aiuto facendomi atterrare su una morbida montagna di carne macinata, e lì capirei la mia vera vocazione; oppure finirei su un tendone che mi catapulterebbe dritta nella Casa Bianca, nella quale il Presidente darebbe le dimissioni in favore della simpatica adolescente piovuta dal cielo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                           It's just a matter of time.




 
Non ho mai creduto nel destino. 
Sì, insomma, è una cosa abbastanza stupida credere che le nostre strade siano segnate.
Mettiamo che sia mio destino diventare Presidentessa degli Stati Uniti, o macellaia.
Se non mangiassi e bevessi per giorni, se non studiassi più, se mi mettessi a fare collezione di formicai e di farfalle imbalsamate sarebbe lo stesso.
Tanto c’è il destino.
Non sarebbe un problema nemmeno se mi lanciassi da un palazzo di venti piani, perché il destino correrebbe in mio aiuto facendomi atterrare su una morbida montagna di carne macinata, e lì capirei la mia vera vocazione; oppure finirei su un tendone che mi catapulterebbe dritta nella Casa Bianca, nella quale il Presidente darebbe le dimissioni in favore della simpatica adolescente piovuta dal cielo. 
Il che mi porta a pensare che il mio non sia ‘destino’.
-Ehi, nanerottola!
La mia è pura, semplice sfiga.
-Cazzo vuoi, Styles?
Harry Styles, meglio conosciuto come Harry figocesonoemecesento Styles barra Harry sonouncoglione Styles barra Harry mipiacerompereicoglioni Styles, era davanti a me in tutta la sua spavalderia.
Devo alzare un po’ lo sguardo per guardarlo in faccia, dato che -come si sarà capito dal sua precedente e non molto carino appunto- non sono esattamente una stangona.
Sì beh, diciamo che sono solo un pochino sotto la media.
Sotto la media dei ragazzi di quindici anni.
Considerando che ne ho diciassette, beh, direi che sono a posto.
Ma tornando a noi.
-Siamo suscettibili, eh? Cos’è, hai il ciclo perenne o cosa?- dice, con la sua solita espressione un po’ beffarda e quel suo mezzo sorrisetto.
-Chi ti ha detto che non sia semplicemente tu che mi fai venir voglia di mangiare yogurt acidi a vita piuttosto che parlarti?
-Ora mi stai parlando, come la mettiamo, Jade?
-Non. Dire. Il. Mio. Nome.
Don’t call my name, don’t call my name, Alejandroooo.
Seriamente, mi da fastidio anche solo che sappia come mi chiamo.
-E come devo chiamarti allora?
-Chi ha detto che devi parlarmi per forza?
-È divertente fari irritare, sai?- dice, ignorando la mia domanda retorica e avvicinandosi, mantenendo il suo sorrisetto bastardo.
-Sono commossa dal fatto che mi parli per farmi incazzare e divertirti, davvero, ma sai cosa sarebbe meglio?- lo guardi negli occhi.
Mi piacciono molto.
Sono verdi come.. Come.. I capelli di Cosmo, quello dei Fantagenitori, solo di un verde un po’ più sbiadito.
So che non è esattamente un paragone molto poetico, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.
E poi, non sono certo il tipo di ragazza che ‘i suoi occhi sono verdi come l’erba bagnata dalla rugiada al mattino, che conferisce al paesaggio un tocco verde e rugiadesco, oltre che romantico e verdemente poetico.’
-Ovvio, sarei meglio io.- dice, fingendo di togliersi un po’ di polvere dalle spalle.
Dio, posso avvicinarmi a lui e avvolgere le mie braccia intorno al suo collo sempre di più, sempre di più, fino a quando non gli mancherà l’aria e soffocherà? 
-Io ci rinuncio.- dico, alzando le braccia e gli occhi al cielo.
Ma si diverte davvero così tanto a rompermi i coglioni? 
-Io vado, addio forever.
Detto questo, lo saluto con un sorriso falso e mi dirigo verso l’aula di chimica, dove mi aspetta Niall, il mio compagno di banco.
Non sono ancora arrivata a sedermi che già ha detto ‘merendina?’.
Quanto cazzo posso amare questo ragazzo?
-Horan, credo che ti sposerò.- dico, prendendo la merendina che mi sta porgendo.
-Tuo fratello mi ucciderebbe- scoppia in una risata.
-Intendi dire che ce l’ha ancora con te per quella volta che hai finito i biscotti di casa nostra, scorte comprese?- dico, facendo spallucce, come se fosse la cosa più normale al mondo.
Ride ancora più forte.
In quel momento entra la professoressa.
-Buonciorno racazzi- dice, con quel suo strano modo di parlare e il suo insolito accento.
Sì insomma, parla come una rincoglionita con la dentiera.
Cosa che è davvero, ma shh. 
Non vuole che si sappia in giro.
Cioè, con tutti gli ammiratori che si ritrova, figuriamoci cosa succederebbe se sapessero che porta la dentiera.
Che tra l’altro, non molto tempo fa, le è praticamente saltata di bocca.
Ew.
Improvvisamente sento la merendina di Niall ballonzolare qui e lì per lo stomaco, fare qualche salto mortale qua e là e infine eseguire una spaccata proprio al centro dello stomaco, per poi farsi cadere la dentiera.
-Qualcosa non va, Devine?
Quella voce.
Quell’inconfondibile voce odiosa.
Quell’inconfondibile voce che ti fa venir voglia di lanciarti giù da un precipizio mentre senti tante dentiere che ballano un valzer con le merendine nel tuo stomaco, mentre qualcuno ferma il cantante dei Coldplay che ha sbagliato spezzone ed è entrato in questa vignetta cantando ‘PARAAA PARAAAA PARADISEEE’ e sostituisce la sua canzone con la sinfonia di Beethoven.
Il tutto incorniciato da un Harry Styles che mi chiede di uscire.
Mentre volo/voliamo giù dal precipizio.
-April, che c’è, hai finito i cazzi da succhiare e ora sei venuta a rompere il mio?
Il suo sguardo si illumina.
-No April, non ho davvero un cazzo, mi dispiace.- dico, fingendo uno sguardo dispiaciuto.
-E io che per un momento ho pensato che potessi essermi utile.
Il suo sguardo è davvero dispiaciuto.
Okay, un giorno di questi cambierò scuola.
Qui fanno di tutto per farmi impazzire, prendere a calci qualcuno ed essere sospesa, ne sono più che certa.
Le lezioni scorrono normalmente fino ad ora di pranzo, dove con mia grande sorpresa, incontro…
… nessuno.
Figo, eh? 
Probabilmente ho sbagliato mensa -anche se ce n’è solo una- perché in questa davvero non c’è nessuno.
Vogliono farmi impazzire e cambiare scuola per disperazione, non ci sono dubbi.
-Prendiamo d’assalto la cucina!- esclama un Niall felice accanto a me.
-Sarebbe un’idea fantastica.. se non ci avesse già pensato qualcun altro.- dico, entrando in cucina e non trovando traccia di cibo/roba commestibile.
Tra l’altro il cibo della mensa non può essere certo chiamato ‘roba commestibile’.
Diciamo, beh, solo ‘roba’.
Rende meglio l’idea. 
-Jade, corri!
Cazzo, sono arrivati gli alieni.
Me lo sento.
-Cazzo Niall, secondo te gli alieni verrebbero a cercare i loro ostaggi in una mensa scolastica di merda? 
Intanto però prendo una padella dalla lavastoviglie della cucina, non si può mai sapere.
E mi sento tanto Rapunzel quando ammazza di padellate il povero ragazzo che è entrato nella torre.
Che poi era pure bono, e allora, dico io, che cazzo lo picchi a fare?
Cerca di conoscerlo, intavola una conversazione, invitalo a cena, ma per Dio, fai tutto tranne che picchiarlo!
-Che cazzo dici? C’è una rissa, muoviti!
Oh, ecco perché non c’è nessuno qui.
E io che pensavo che gli alieni fossero già passati e avessero rapito tutti.
Che peccato.
Corriamo in giardino, dove c’è qualcosa come una folla enorme.
Il che è notevole, dato che probabilmente non ci sarebbe tutta questa gente neanche se facessi uno spogliarello e poi una lap dance.
-Chi si sta picchiando?- chiedo a un tipo.
-Un certo Devine e Harry Styles- risponde questo, noncurante.
Devine? 
Josh Devine? 
Cazzo.
-Fate largo, stronzi!
Cerco di farmi spazio tra la folla per arrivare al centro, e dopo un po’ finalmente ce la faccio.
La scena che mi si presenta davanti è raccapricciante.
Un Harry Styles dal naso rotto sta picchiando mio fratello, che ha il labbro sanguinante e un evidente occhio nero.
-Fermatevi!- cerco di buttarmi tra di loro, rimediando uno spintone da Harry e un ‘vattene!’ da mio fratello.
Eh no, non hanno capito con chi stanno parlando.
Prendo qualche ciocca dei capelli di Styles e lo tiro via, per poi andare da Josh.
-Che cazzo hai combinato?- urlo, e in risposta ho solo un gemito di dolore.
-Muoviti coglione, ti porto a casa.-
dico, e cerco di tirarlo su alla meglio insieme a Niall.
 
 
 
 
 
 
-Posso sapere cosa ti è saltato in testa?- dico, una volta tornati a casa e messo del ghiaccio sul labbro e sull’occhio.
È un po’ un iceberg che cammina, ma okay.
-Quel coglione mi ha provocato, e io ho reagito. Semplice.
Sembra che stia parlando del tempo, parla con una calma pazzesca. 
Cioè, se io mi prendessi a cazzotti con una tipa, di certo non sarei così calma.
Sarei come minimo tipo ‘spacco tutto, levati dai coglioni se ci tieni a vivere’.
-In che senso ‘ti ha provocato’?
-Stava parlando di te con i suoi amici, e diciamo che ‘che tette che ha quella, la scoperei’ non è proprio il tipo di complimento che mi piace sentire, soprattutto su mia sorella.
Uau.
Sono tentata dal dare una sbirciata alle mie tette. 
Sono davvero così wow
Minchia.
They got that powerrrrr. 
-Grazie, ma davvero non ce n’era bisogno. Sei una gran testa di cazzo- dico, e gli stampo un bacio sulla guancia.
 
 
 
 
-Ehi, Devine. 
-Tu, testa di minchia. Tu, grandissimo cazzone. Tu, stupida creatura. Tu, vermiciattolo. COME CAZZO TI SEI PERMESSO DI TOCCARE MIO FRATELLO? 
Indovinate con chi sto parlando.
Ha i baffi? Ha il cappello? Se risponde sì, vinci a indovina chi!
-Dai, è stata una cosa leggera, non gli ho neanche fatto così male.
-Non c’entra un cazzo!-dico, tirandogli un ceffone.
-Non azzardarti mai più, troietta. 
-Oppure?
Sbem.
Mi porto una mano alla guancia.
Cazzo, brucia.
A questo punto non posso fare a meno di avvicinarmi senza neanche riflettere e dargli un calcio in mezzo alle gambe.
-Non mi interessa se ti serve o meno, per un po’ non lo userai.
Non voglio sembrare cattiva, ma ho provato piacere nel vederlo accasciarsi a terra.
 
 
 
 
 
-Jade, ti odio!
-Cosa è successo ora, Rose?
Rose è la mia migliore amica. 
Piacere.
Lei è una delle fortunatissime ragazze che ha l’onore di interessare al famosissimo Harry Styles.
-È successo che Harry, da quando ha litigato con te, non vuole più saperne di me, e, cazzo, tu sai quanto lui mi piaccia.
-Secondo quale logica lui ti odia, scusa?
-Secondo la logica del ‘sono la tua migliore amica, ergo sono la migliore amica della ragazza che gli ha dato un calcio nei coglioni, ergo odia entrambe’.
-Figo. E tu preferisci perdere me e non lui? 
-Non fraintendermi Jade, davvero.
Ma lui mi piace davvero tanto, e stavo per riuscire a ottenere un appuntamento. Era un’occasione imperdibile, e io.. l’ho persa.
-Ho capito. Ora, per favore, non facciamo scenate nel bel mezzo dei corridoi, che ne dici? Tanto ho ricevuto il messaggio.
-Jade, io..
-Tu cosa? Ti dispiace? 
Per me o per il tuo mancato appuntamento? Dio Rose, mi ha dato uno schiaffo! Avrei dovuto ringraziarlo?
Da parte sua, silenzio.
Rose era la mia migliore amica. 
Piacere.
 
 
 
 
 
Mi sento così ridicola.
Seduta dietro il muretto del giardino della scuola, a piangere.
Meno male che non mi trucco molto.
Ricapitolando, Styles mi odia, io lo odio, la mia migliore amica mi odia, io odio Styles ancora di più.
Tralasciando che ora odio anche me stessa.
Oh. Merda.
Sta arrivando.
Avrei dovuto ricordare che di solito a quest’ora fuma sempre con i suoi amici.
Perché sta venendo da questa parte? 
Ah giusto, si rientra a scuola da questo lato.
Mi ha anche vista, fantastico.
Mi asciugo le guance alla meglio e raccatto la mia roba, prima di iniziare a camminare velocemente.
-La grande e forte Jade Devine che piange, a cosa devo l’onore di aver assistito a questa incredibile scena?
-Vaffanculo, ti odio!-dico, e in un momento di rabbia, inizio a prendere a deboli pugni il suo petto, fasciato solo da una maglietta leggera, mentre le lacrime risalgono in superficie e i singhiozzi iniziano a farsi sentire.
Colpisco alla cieca, ho gli occhi che bruciano, li chiudo, non voglio vederlo.
Non è possibile che lui mi abbia stravolto la vita, non posso pensarci.
E non se ne accorge, lui non capisce.
-Che è successo?
Avvolge le mie mani con le sue, cercando di fermarmi.
I miei colpi diventano più deboli di quanto non lo siano già fino a quando non si fermano, allora appoggio per un attimo la testa sul suo petto e mi accascio sull’erba, con la testa tra le mani, i singhiozzi che mi scuotono il petto e le guance sporche di matita e mascara.
È stata tutta colpa mia.
-Ehi, cosa è successo?- si siede accanto a me, fa in modo che lo guardi.
-E me lo chiedi? La mia migliore amica mi odia, per colpa tua.
-Oh, lei.
-Già.
-Mi dispiace.
-Ti odio.
-Per sempre?
-Solo fin quando vivrai.
-Ora mi sento meglio.
Non so come, ma riesce a strapparmi una mezza risata.
-Cosa posso fare?
-Torna a parlarle. La farai felice.
-Ma lei non mi piace.
-Fà qualcosa.
-Non lo so.
-Ti prego.
-Vuoi un gelato? 
-Aiuterebbe.
Allora si alza e, porgendomi una mano, mi aiuta a tirarmi su.
-Forza, muoviti nanerottola.- dice, scompigliandomi i capelli.
 
 
 
 
 
-Ehi, nanerottola!
-Ti voglio bene anche io, Harold.
-Posso venire da te oggi? Ho bisogno di una mano in fisica, ti preeeego- dice, mettendo su la sua migliore espressione dolce.
-Ti odio quando fai così.
-Grazie mille, grazie grazie grazie grazie!
Sento un sonoro bacio sulla guancia.
Da quando siamo andati a prendere il gelato siamo diventati sempre più amici.
È strano, ma okay.
A me sta bene così.
L’ho scoperto essere più simpatico di quanto sembri, anche se continua a chiamarmi ‘nanerottola’.
 
 
 
 
 
-Quindi come va con quella Candace?- gli chiedo, sinceramente curiosa.
-Oh, non è il mio tipo.
-Non me l’hai mai presentata- dico, cercando di assumere uno sguardo da cucciolo bastonato.
-Beh, meglio così.
-E se a me fosse stata simpatica?
-Tanto dovevo starci io, mica tu.
-È della nostra scuola?
-No, è.. fuori città.
-Ah, capisco.
Immagino già le loro scampagnate fuori città.
Perché sento una cosa fastidiosa sulle ovaie?
No, non è niente di quello che ci aspettereste.
È solo che io non sento le fitte allo stomaco quando sento dell’ennesima ragazza che ha baciato le labbra di Harry, l’ennesima ragazza che l’ha reso felice anche se non per molto, l’ennesima ragazza che l’ha sentito un po’ suo.
No, sento le fitte alle ovaie.
E poi qualcosa nella tetta sinis.. Nel cuore.
Che fa molto più male delle ovaie.
Ma tanto ormai ci ho fatto l’abitudine.
Quando ero piccola mia madre mi ha detto che pian piano si riesce a convivere con il dolore, ed è esattamente quello che sto facendo.
 
 
 
 
 
-Finalmente ce l’abbiamo fatta.- dico, buttandomi a peso morto sul letto dopo aver dato ripetizioni a Harry tutto il pomeriggio.
Si butta accanto a me, ed è in momenti come questi che ringrazio di avere un letto a due piazze.
Perché quando mi butto sul letto sono quasi solitamente a braccia e gambe aperte, della serie ‘angelo di neve’. 
Mi aiuta a rilassarmi.
Anche Harry fa così, quindi viva i letti a due piazze.
Gattono verso di lui e mi ci siedo letteralmente sopra.
Amo dargli fastidio, ma più di tutto amo stargli vicina.
Quindi si gira verso di me che intanto sono ricaduta sul letto, e lo abbraccio, per poi essere stretta di più da lui.
Ultimamente quando lo abbraccio tende a tenermi sempre più vicina, come se volesse proteggermi.
Mi sovrasta sempre con la sua altezza, e questo è un altro motivo per cui mi sento come se stesse cercando di difendermi.
-Ti voglio bene, Jade.
Oh.
Mi vuole bene.
E basta.
Bene e basta.
-Anche io, Harold. Tanto, tanto bene.
Non immagini neanche quanto.
All’improvviso sento come il bisogno di averlo più vicino, di sentirlo un po’ più mio per la prima volta, di poter dire di averlo sfiorato, e non di avergli dato il solito scappellotto scherzoso, o di averlo abbracciato con forza come se volessi stritolarlo e non lasciarlo andare mai più.
Per la prima volta faccio una cosa di cui probabilmente non mi pentirò mai, per la prima volta mi sento davvero felice.
Per la prima volta, lo bacio.
Lo bacio con delicatezza, come se avessi paura di fargli del male.
Lo bacio come se volessi far durare quel momento per sempre.
Lo bacio come se fossimo in un film romantico e questa fosse la scena che fa scappare una lacrima alla ragazza che guarda il film, e le fa desiderare qualcuno che baci anche lei in quel modo.
E allora sento le sue mani sulle mie guance, e la sua bocca ricambiare il mio bacio.
E capisco che è lì che voglio stare.
Lì, in una camera disordinata, su un letto un po’ disfatto, circondata da libri di chimica e fisica sparsi per terra, penne e scaffali pieni di cornici, con lui.
Ci stacchiamo, lo guardo negli occhi.
-Non so cosa sia l’amore, Harry.
Non ho mai capito come sia, ma l’ho visto per prima volta guardandoti negli occhi. Tu, Harry, negli occhi hai l’amore. E io mi sono innamorata guardandoli.
-Ho paura.
-Di cosa?
-Di amarti. Sarà difficile, io sono strano, lo sai.
-Lo so.
-Non so ballare, non mi piace. E non mi piace neanche la pasta al sugo, la tua preferita.
-So anche questo.
-E forse siamo troppo uguali, forse non è una buona idea, forse non dovrei innamorarmi di te.
Il mio cuore non può reggere.
Non dovrei innamorarmi di te.
-Oh.
-Ma sai qual è il vero guaio?
-Non credo ci sia.
-Sì che c’è. Il guaio è che ti amo già.
-Per sempre?
-Solo fin quando vivrai.









ciao principessas. *saluta con la mano*
tu, che sei arrivata fino in fondo, hai vinto....
.... la soddisfazione di aver letto tutto! AHAHAHA *champagne*
okay, forse questa os non ha molto senso, e mi dispiace che non ci sia un banner, ma non sono capace di farne uno quindi scusate. çç
sto lavorando a questa os da una settimana circa, quindi boh, spero che vi piaccia, perchè a me piace abbastanza.
ed è raro che mi piaccia una cosa che ho scritto, lol.
se volete lasciate una recensione, ci terrei molto a sapere cosa ne pensate. c:
sempre se qualcuno leggerà tutto questo.
ailoviu quattroever, ricordatelo. ouo. 

-Federica.

 
  
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