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Autore: convergenzartica    01/06/2013    0 recensioni
Katniss Everdeen non si è offerta volontaria al posto di Primrose, la ribellione ci sarà? Sarà una ragazza bipolare a guidarla oppure morirà prima di poter arrivare alla cornucopia?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 The Hunger Games 

Prologo; Andrew J. Sullivan

Appartengo al Distretto 2 ed il mio nome è Andrew J. Sullivan, ma non sono un maschio, frequento quella che normalmente da queste parti è nota come: La scuola per i tributi, è la 'scuola' che ci prepara per gli Hunger Games, la scuola che ha classi formate da due studenti, divisi per anno, quella scuola che ogni anno perde due studenti e forse ne torna uno. La maggior parte delle volte il premio si contende tra il Distretto 2, 1 e 4. I favoriti. Io ho quindici anni e l'anno prossimo magari toccherà a me, so essere spietata e so usare qualsiasi arma e sono la migliore nella lotta di ogni tipo e non temo niente, poi ce l'altra parte di me, quella che non mostro mai a nessuno, si fa chiamare Sage ed è lei che mi avvelena la mente con quelle stupide idee sull'uccidere tutti, lei è la spietata non Andrew, Andrew uccide se deve ...Sage uccide per divertimento di farlo. Oggi dovrò dare addio ai miei migliori amici, a coloro che possono tenere Sage fuori dai piedi finché mi stanno vicino, non so come farò senza Cato e Clove, Cato è il mio migliore amico e la persone per cui ho una cotta sin da tempi remoti per non parlare di Clove, lei è quella che mi ha insegnato a maneggiare le armi da taglio ed io pur essendo uno scricciolo da quanto sono magra so maneggiare alla perfezione un ascia, merito di Cato. Attraverso la trave della porta e, come al solito, casa mia è vuota. Mio padre non c'è mai e mia madre non l'ho mai conosciuta per quel che mi riguarda, esco velocemente da casa mia con i soliti abiti alias un paio di pantaloni ed una maglietta ambedue neri, non sono una che tiene alla moda o cose del genere... corro verso la 'palestra' che ogni giorno è aperta per gli studenti che intendono allenarsi, magari quelli più ossesionati come Cato e Clove che ovviamente sono lì, già sento i coltelli di Clove che tagliano l'aria e la spada o ascia di Cato fa altrettanto, sono i migliori combattenti che conosca in assoluto, sono i miei migliori amici e non posso pensare di rimanere da sola, senza di loro nelle grinfie di ...Sage. Entrando nessuno dei due mi nota ma io squadro loro nei minimi dettagli; il sudore si è come imperlato sulle loro fronti, chissà da quanto si allenano, ora sono appena le nove del mattino. Clove ha i capelli neri attaccati in una coda di cavallo ora tutta trasandata e Cato come al solito non osa neanche asciugarsi il sudore per amore di non distrarsi. « Vi allenate ancora? » La mia voce interrompe il suono di coltelli e ascie che rieccheggiava nella palestra in tutta calma, i tributi si girano con un sorriso quasi contenti di vedermi, perché quasi? Perché ho interrotto il loro allenamento, ovviamente.
Cato si avvicina a me abbracciandomi, non lo aveva mai fatto prima ed io ne fui sorpresa e deliziata da quel gesto 
« Cato! Così mi strozzi.. vorrei diventare anche io campionessa.  » Dico con ironia e lui ridacchia mentre si allontana, ma i suoi occhi, sono colmi di nostalgia e tristezza. « Non vogliamo lasciarti sola. Lo sappiamo che hai paura, Drew. » Esclama Clove lanciando l'ultimo coltello nel manichino, ha fatto centro, dritto in petto. Sospiro abbassando la testa e sento anche Clove avvicinarsi « Hai paura di Sage. » Serro gli occhi come a voler creare una barriera fra le parole di Clove e le mie orecchie che non appena odono quel nome desidero non averle, per me la paura ha un nome. Sage. « Sai che noi saremo sempre con te, abbiamo una ragione per cui vincere. Non siamo così cattivi. » Esclama Cato avendo un tono ironico e riferendosi ovviamente al loro modo di combattere, nessuno quando ha l'intenzione di uccidere è più se stesso. Mai. « Lo so. » Non è una tragedia, o si? Rimanere in balia di un mostro che poi sarei io stessa. Uno squillo, lo squillo della mietitura rintrona le orecchie e noi non possiamo fare altro che fissarci, io con terrore e loro con ...pietà o tenerezza.

Ci presero il sangue e andammo verso i nostri ranghi di età, i piccoli davanti e i grandi dietro, potevo vedere il vero terrore dentro gli occhi di quei bambini e poi c'erano alcuni che invece sapevano che anche quest'anno ci sarebbero stati dei volontari e avevano solamente quel pizzico di paura che gli mandava l'istinto di torturarsi le mani o di mordersi le unghie, il mal di testa s'impossessò di me, sapevo che lei era vicina.. Lei stava arrivando. 
« No... non ora Sage. » Borbottai mentre mi tenevo con ambedue le mani le tempie, era come se qualcuno mi stava lentamente trapanando le tempie, senza pietà, era Sage ed io lo sapevo non era un semplice mal di testa. Mi guardo intorno e mio padre come al solito non mi guarda, forse sta scommetendo con Phill, il suo caro amico che a quanto pare vale più di me, da sempre, non importa quanto io guadagni o sia conosciuta nel Distretto, Phill è il migliore per lui. Il dolore si fa più forte e nel frattempo Wendy Carmive ha già presentato gli Hunger Games ed eletto una ragazzina sui quattoridici anni, credo, non riesco a vedere ne fare niente. Ancora una volta Sage ha vinto e... « Mi offro volontaria come tributo. » Un urlo, non quello di Clove di certo. Il mio. Era la mia voce. Wendy entusiasta come sempre applaude « Bene! Il tuo nome cara? » Domanda la donna in turchese ed io, ora cosciente mi guardo intorno, tutti sono sconvolti, sapevano che toccava a Clove ma invece ...io sono sul palco. « Il tuo nome? » Cato è sconvolto, non voleva che io ci andassi di mezzo « Andrew ...Andrew Johanna Sullivan » La mia voce è stralunata e per la prima volta mio padre mi fissa con una qualche emozione molto vicina allo stupore misto alla paura. « Benissimo! Nessuna parentela con Bessie Withmore? » Bessie? Bessie la figlia di Clare e John Withmore? La dodicenne? Sono fiera di averla salvata, non avrebbe vissuto un secondo nell'arena. Si sarebbe salvata comunque. « No, siamo solo amiche. » Conoscenti, la vedo qualche volta vicino casa mia che gira con il suo cane in completa allegria, i capelli biondi che svolazzano qua e là e le guance rosee.

  
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